ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01375

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 112 del 06/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2013
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2013
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2013
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2013
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 06/11/2013
Stato iter:
12/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2014
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 12/03/2014
Resoconto PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/11/2013

DISCUSSIONE IL 12/03/2014

SVOLTO IL 12/03/2014

CONCLUSO IL 12/03/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01375
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Mercoledì 6 novembre 2013, seduta n. 112

   PARENTELA, GALLINELLA, LUPO, GAGNARLI, L'ABBATE, MASSIMILIANO BERNINI e BENEDETTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   l'attività di pesca nel nostro Paese si svolge nel quadro degli indirizzi strategici stabiliti dalla politica comune della pesca e volti a garantire la sostenibilità a lungo termine del settore ittico, attraverso la conservazione, la gestione e lo sfruttamento delle risorse del mare nell'ottica di salvaguardare e tutelare l'ecosistema marino;
   se la definizione di principi e regole comuni agli Stati membri è indispensabile al conseguimento degli obiettivi suddetti, è evidente che le specificità dei diversi bacini marittimi che caratterizzano il territorio nazionale richiedono un approccio diversificato per la gestione delle risorse nelle varie attività e zone di pesca;
   la normativa comunitaria dovrebbe tenere maggiormente in conto le esigenze delle realtà locali su cui incide, le tradizioni, i sistemi di pesca e la tipologia della flotta; i Paesi del sud Europa presentano proprie peculiarità sia per quanto riguarda i bacini marini sia per l'impatto economico-occupazionale delle attività legate alla pesca, mentre in molti casi la programmazione delle attività di pesca risulta più identificativa delle caratteristiche dell'area nord europea e solo parzialmente adattabile alla dimensione mediterranea ed italiana in particolare;
   è noto inoltre che la diversità di regole per le flotte extra Unione europea che operano nelle stesse zone di pesca in cui intervengono le flotte italiane, quali il bacino adriatico, oltre a vanificare gli obiettivi di riduzione dello sforzo di pesca al fine di agevolare la ricostituzione degli stock ittici, determina un significativo divario di competitività tra imprese;
   l'impatto di alcune norme comunitarie su specifiche realtà locali è tale da determinare contraccolpi pesantissimi su intere marinerie che basano la loro sussistenza su attività di pesca stagionale e tradizionale, quali la pesca del novellame da consumo, detto anche sardella, vietata dal recente regolamento europeo relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mare Mediterraneo;
   nel corso del 2013 sono state sequestrate dalla Guardia di finanza e dal personale della Guardia costiera molte tonnellate di novellame di sarda in varie località marittime del Paese a testimonianza delle continue attività di frodo e pirateria ittica che non solo danneggiano i pescatori onesti ma vanificano gli sforzi di fermo pesca imposti ai fini della ricostituzione degli stock ittici;
   la pesca costiera del novellame rappresenta un segmento importantissimo del comparto della piccola pesca di diverse località marittime calabresi ed interessa oltre 1000 addetti diretti e circa l'80 per cento delle piccole imbarcazioni della pesca artigianale della Calabria dove la tradizionale pesca alla sardella rappresenta una delle principali fonti di reddito per intere comunità e famiglie;
   in considerazione della necessità di valutare la prosecuzione di queste attività nel quadro di un prelievo controllato e sostenibile volto ad assicurare la rinnovabilità delle risorse ittiche, è bene ricordare che per la cattura del novellame viene utilizzata una rete a circuizione, denominata sciabica, che non danneggia la fauna ittica;
   a parere degli interroganti, considerate le deroghe applicate per esempio in Liguria e in Toscana, sarebbe auspicabile la predisposizione di un piano di gestione per le pesche speciali, da sottoporre alla Commissione europea al fine di valutare, pur nell'ambito dei riferimenti comunitari, la continuazione della pesca del novellame in Italia, e in particolare del Mezzogiorno, regolamentandola nel rispetto del ciclo di riproduzione della specie –:
   se non ritenga opportuno predisporre un piano di gestione nazionale per le pesche speciali, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, al fine di valutare la continuazione della pesca del novellame per le piccole imbarcazioni della pesca artigianale e di salvaguardare la storia e la cultura di importanti «nicchie» agroalimentari che costituiscono un vero e proprio giacimento per le piccole imprese, che su queste costruiscono la loro attività e fonte di reddito;
   se, nel caso in cui la pesca del novellame non sia valutata come sostenibile, non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, adottare iniziative atte a garantire la sopravvivenza delle piccole imprese sopracitate. (5-01375)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 marzo 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-01375

  Le pesche speciali, come il prelievo del novellame, ossia di esemplari ittici in fase giovanile, in linea di principio sono vietate dall'ordinamento nazionale in coerenza con l'impegno, assunto a livello europeo e internazionale, ad adottare strategie precauzionali e cioè misure di protezione e conservazione degli ecosistemi marini, contenendo l'attività di prelievo delle risorse ittiche nei limiti di uno sfruttamento sostenibile e, quindi, compatibile con la naturale capacità di riproduzione delle risorse stesse.
  L'obbiettivo è, dunque, inserito nel contesto di una politica generale di tutela delle risorse ittiche, in ossequio alle previsioni di cui al regolamento (CE) n. 1967 del Consiglio del 21 dicembre 2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo (modificativo del regolamento (CEE) n. 2847/93 ed abrogativo del regolamento (CE) n. 1626/94), nonché in linea con l'orientamento della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) espresso con la raccomandazione CGPM/37/2013/1, con particolare riferimento alla pesca di piccoli pelagici in Adriatico.
  Ciò premesso, nel redigere i piani di gestione nazionali che consentono di adeguare l'applicazione del citato regolamento per la pesca in Mediterraneo alle specificità della flotta e dei mari italiani, sono state doverosamente considerati il principio precauzionale del trend regolamentare europeo nonché le linee guida internazionali indicate dalla CGPM che in più occasioni ha rimarcato di non poter ratificare proposte che abbiano ad oggetto la pesca speciale del novellame – cosiddetto bianchetto – a causa dello stato di sofferenza dello stock di sardine mediterranee.
  In sede di CGPM sono rappresentati, oltre ai Paesi europei che si affacciano in Mediterraneo, anche i Paesi rivieraschi extra-europei, come gli Stati del Nord-Africa ed i Paesi non rivieraschi, ma aventi una flotta da pesca operante in Mediterraneo, come ad esempio il Giappone.
  Pertanto, le indicazioni e raccomandazioni di tale Commissione sovranazionale sono dirette non soltanto all'Italia, ma anche alle flotte extra-europee che esercitano la pesca nel bacino mediterraneo.
  Indubbiamente, sforzi ulteriori dovranno essere fatti sia a livello europeo che internazionale affinché le raccomandazioni in materia di pesca sostenibile siano effettivamente applicate anche dai predetti Paesi extra-europei, al fine di non vedere vanificati gli effetti, in termini di tutela dell'ecosistema marino, delle misure gestionali responsabili adottate a regolamentazione dell'attività dei nostri pescatori.
  Premesso ciò, per quanto riguarda la possibilità di politiche di sostegno e misure di compensazione socioeconomiche per le restrizioni imposte alla flotta nazionale in relazione alle pesche speciali di cui trattasi, si segnala che queste, in quanto riferibili al Fondo europeo pesca (FEP) sono affidate alla competenza delle amministrazioni regionali. L'intervento a livello centrale è, difatti, previsto limitatamente alla concessione di aiuti mirati e condizionati ai criteri e alle modalità prestabilite dal regolamento (CE) n. 875/2007 della Commissione del 24 luglio 2007 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti «de minimis» nel settore della pesca e recante modifica del regolamento (CE) n. 1860/2004.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

flottiglia peschereccia

Calabria

peschereccio

zona di pesca

ambiente marino

pesca marittima

protezione dell'ambiente