ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01207

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 96 del 14/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDO MAURIZIO
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 14/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LAFFRANCO PIETRO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/10/2013
GIACOMONI SESTINO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 14/10/2013
Stato iter:
14/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 14/11/2013
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 14/11/2013
Resoconto GIACOMONI SESTINO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/10/2013

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/10/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

DISCUSSIONE IL 14/11/2013

SVOLTO IL 14/11/2013

CONCLUSO IL 14/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01207
presentato da
BERNARDO Maurizio
testo di
Lunedì 14 ottobre 2013, seduta n. 96

   BERNARDO e LAFFRANCO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   Cerved è uno dei marchi Cerved group. Il gruppo è stato costituito nel 2009 dal Fondo di private equity Bain Capital attraverso la fusione di Cerved bi, Lince, Centrale dei bilanci databank. Al gruppo appartengono anche Finservice, Jupiter e Consit;
   Cerved, che appare come un vero e proprio «cartello» tra 7 ex concorrenti, opera nel mercato delle informazioni commerciali e dei bilanci delle imprese, fattura circa 290 milioni di euro, ha 1.200 dipendenti ed Ebit (risultato operativo prima degli oneri finanziari e delle imposte) pari a circa il 50 per cento del fatturato;
   il Fondo Bain capital riesce a portare Cerved group (per sua stessa ammissione pubblica), in pochissimo tempo, ad una quota pari al 90 per cento del mercato bancario e pari ad oltre l'80 per cento del mercato rappresentato dalle prime 1.000 imprese italiane: dunque, di fatto, rappresenta un monopolio;
   il prodotto che viene commercializzato è sostanzialmente una commodity, sia pure immateriale, essendo un estratto di certificati camerali, bilanci, visure protesti. Si tratta della commercializzazione di dati pubblici che, in un Paese normale, dovrebbero essere in mano pubblica e di gratuita consultazione; viceversa, per effetto dell'operazione di aggregazione, queste informazioni non solo sono a pagamento ma il prezzo lo determina il monopolista;
   il «cartello» fino al 2012 non è un vero e proprio monopolio ma un duopolio perché c’è ancora sul mercato un piccolo concorrente: Experian data service. Ad aprile 2013 experian e Cerved group hanno «deciso di dare vita a una joint venture per la costituzione in Italia di un più Potente sistema di informazioni creditizie» (cit. comunicato Experian);
   banche, imprese e privati italiani sono costretti, di fatto, a riconoscere ad una società di azionariato estero una commissione per ogni informazione pubblica a cui accedono. In questo modo vengono realizzati importantissimi profitti che, grazie alla localizzazione dei principali fondi in paradisi fiscali (Bain capital per primo), non comportano nemmeno un introito per le casse dell'erario italiano;
   nel 2012 il fondo americano Bain Capital cede Cerved group al fondo Cvc capital partners fondato nel 1981, localizzato in un paradiso fiscale (Jersey, Isole del canale britannico) specializzato in operazioni di «buy outy», termine sintetico ed anglosassone con il quale si indica la tecnica di chi compra un'azienda con i soldi dell'azienda stessa. Il fondo Cvc è un colosso, pare che abbia circa 46 miliardi di dollari di attivo in gestione ed è noto alle cronache borsistiche italiane essendo recentemente stato coinvolto in uno dei più importanti flop borsistici conosciuti dalla storia italiana: Seat Pagine Gialle. Un'azienda che è passata da 26 miliardi di capitalizzazione nel 2000 al fallimento con circa quattromila dipendenti che hanno perso il posto di lavoro;
   Seat Pagine Gialle è stata acquisita da Cvc capital partners nel 2003 per 3 miliardi di euro; cifra che è stata prontamente recuperata (con interessi) dalla stessa Cvc attraverso un maxi dividendo di 3,57 miliardi di euro distribuito da Seat al nuovo azionista, già l'anno successivo all'acquisizione; tale distribuzione di risorse ha poi generato un indebitamento complessivo per Seat Pagine Gialle di circa 4 miliardi di euro dal quale e non è più riuscita a riprendersi, finendo poi drammaticamente in fallimento;
   Cvc capital partners, per finanziarsi l'acquisizione Cerved, decide (secondo la tecnica buy out) di indebitare la stessa Cerved che, attraverso la controllata Cerved technologies emette nel 2013 presso investitori istituzionali obbligazioni per 780 milioni di euro. Dei fondi raccolti – precisa una fonte reuters – 290 milioni vengono utilizzati per ripagare prestiti bancari, 50 milioni di tasse e parte di quello che rimane per pagare 700 milioni di euro al fondo Bain capital. Un'operazione dunque quasi totalmente a debito;
   naturalmente gli analisti di Moody's e Standard & Poor's, dopo questa operazione, hanno assegnato un giudizio «junk», spazzatura, al gruppo Cerved technologies (che ora ha un fatturato di 290 milioni ed un indebitamento per 800) e che ha finito per influire anche sul rating delle emissioni (da b a CCC); il bond Cerved technologies da 780 milioni di euro è stato suddiviso in tre tranches, due a tasso fisso e una a tasso variabile. La fetta più grossa riguarda le emissioni a tasso fisso per un totale di 530 milioni di euro –:
   se il Ministro dello sviluppo economico, alla luce di quanto esposto in premessa, ritenga di esercitare le proprie competenze in materia di tutela della concorrenza segnalando all'Autorità garante della concorrenza e del mercato la situazione di sostanziale monopolio nella gestione di servizi camerali;
   se il Ministro dello sviluppo economico non ritenga che sarebbe opportuno costituire un'apposita banca dati gratuita e consultabile attraverso, ad esempio, le camere di commercio, che raccolga e metta a disposizione del pubblico e in particolare delle aziende, certificati camerali, bilanci, visure protesti e altri dati pubblici;
   quale sia il livello delle imposte pagate dal gruppo Cerved all'erario italiano e se non ritenga opportuno applicare al gruppo una tassazione basata sulla stima delle quote di attività imputabili alla competenza fiscale nazionale. (5-01207)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 14 novembre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-01207

  Cerved Group Spa è un gruppo italiano che si occupa di orientare banche, manager, professionisti e consulenti sia nelle valutazioni di ordine finanziario sia nelle strategie di business. I dati raccolti e analizzati dal Gruppo riguardano la solidità e l'affidabilità delle imprese, oltre alla rischiosità generale dei settori in cui operano.
  I dati oggetto di diffusione ed elaborazione da parte di Cerved originano dal registro delle imprese tenuto dagli uffici del registro delle imprese presso le camere di commercio industria, artigianato ed agricoltura [nonché dal registro informatico dei protesti, tenuto dalle medesime camere di commercio], ma Cerved, naturalmente, non ha alcun monopolio o accesso esclusivo relativamente a tali dati.
  Tra i compiti degli uffici del registro delle imprese, in base alla normativa vigente, vi è infatti anche quello di provvedere al «rilascio, anche per corrispondenza e per via telematica, a chiunque ne faccia richiesta, di certificati di iscrizione o annotazione nel registro delle imprese o di certificati attestanti il deposito di atti [... nonché il] rilascio di copia integrale o parziale di ogni atto per il quale sono previsti il deposito o l'iscrizione nel registro delle imprese», con costo delle copie che non può eccedere il costo amministrativo. Il registro delle imprese e l'archivio degli atti e dei documenti sono pubblici. Per la consultazione dei dati e l'acquisizione di copia degli atti iscritti o depositati presso il registro delle imprese, l'articolo 18, c. 1, lett. «d», della legge 29 dicembre 1993, n. 580, prescrive il pagamento, da parte dell'utente, di «diritti di segreteria», determinati periodicamente con apposito decreto interministeriale.
  Pertanto, chiunque può accedere ai dati e agli atti presenti nel registro delle imprese o direttamente (sottoscrivendo un contratto standard non oneroso e corrispondendo di volta in volta i diritti di segreteria previsti dalla legge per le visure, i certificati o gli atti acquisiti) o rivolgendosi ad «intermediari» (associazioni di categoria, professionisti, agenzie di servizi, ecc. che hanno stipulato, a loro volta, un contratto standard, oppure che usufruiscono di un contratto «generale» stipulato dalla loro associazione di rappresentanza con il sistema camerale), assolvendo i predetti diritti di segreteria e, ovviamente, corrispondendo all'intermediario un compenso per il servizio svolto.
  Per le pubbliche amministrazioni, inoltre, alla luce del principio di «decertificazione» recato dall'articolo 15 della legge 12 novembre 2011, n. 183 (legge di stabilità 2012) è stato realizzato dal sistema delle camere di commercio un sito denominato «VerifichePA» accedendo al quale, previa identificazione, le pubbliche amministrazioni possono procedere, senza oneri, alla verifica dei dati, presenti nel registro delle imprese, oggetto di dichiarazioni sostitutive rese dagli interessati nell'ambito di procedimenti amministrativi svolgentisi innanzi alle pubbliche amministrazioni medesime.
  L'accesso interamente gratuito ai dati stessi per qualsiasi soggetto privato, così come prospettato dagli On.li Interroganti non appare invece compatibile con l'assetto del registro delle imprese disegnato dal legislatore.
   Per quanto concerne inoltre, la richiesta rivolta al Ministro dello Sviluppo Economico di esercitare la competenza in materia di concorrenza segnalando all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la «situazione di sostanziale monopolio nella gestione dei servizi camerali», si evidenzia che le competenti autorità antitrust si sono già espresse sulle operazioni di concentrazione effettuate da Cerved negli ultimi anni. Infatti, sia l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nella sua adunanza del 16 novembre 2011 (provvedimento n.23004), sia la Commissione Europea nella decisione C(2012) 3872 final, del 7/06/2012, hanno ravvisato già in fase preliminare la compatibilità delle operazioni in discorso, non ritenendo necessario dover aprire un procedimento formale (cfr. allegati 1 e 2).
   Ai fini della richiesta in oggetto, infatti, appare fondamentale la definizione del mercato rilevante, ritenuto sostanzialmente unitario dal lato dell'offerta, da cui discende l'entità della quota di mercato di Cerved, stimata intorno al 30-35 per cento (decisione C 11318 Cerved Group/MF Honyvem, del 16/11/2011 ed altre analoghe). Viceversa, le quote citate nell'interrogazione sono riferite non al mercato nel suo insieme ma al 90 per cento del mercato bancario e ad oltre l'80 per cento delle prime 1000 imprese italiane.
   In tal senso, si spiega l'entità così elevata delle quote di mercato richiamate nell'interrogazione, in sostanza smentita dall'AGCM, che anzi evidenzia la presenza di diversi qualificati concorrenti quali in particolare Crif/Cribis (25 per cento circa), Infocamere (11 per cento circa), etc. Inoltre, si rileva che la transazione accertata come compatibile dalla Commissione è proprio quella della joint-venture con Experian, citata nell'atto di sindacato in discorso.
  In relazione all'ultimo quesito concernente l'opportunità di applicare al gruppo Cerved una tassazione basata sulla stima delle quote di attività imputabili alla competenza fiscale nazionale Il Ministero dell'economia e delle finanze ha rappresentato quanto segue.
  L'ordinamento italiano prevede, già, la tassazione della globalità del reddito prodotto (cd. worldwide system) per i soggetti residenti, e la tassazione dei soli redditi prodotti nel territorio dello Stato per i soggetti non residenti. Pertanto, la differenza fondamentale tra i soggetti residenti e quelli non residenti è che mentre i primi sono sottoposti al prelievo in Italia per tutti i redditi ovunque prodotti (ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 per le persone fisiche e dell'articolo 83 del predetto decreto del Presidente della Repubblica per i soggetti IRES), i secondi sono sottoposti al prelievo in Italia soltanto per i redditi prodotti nel territorio dello Stato (articolo 3, primo comma, ultimo periodo del T.U.I.R. per l'Irpef e articoli 151 e 153 del per l’ IRES). Inoltre, in virtù della disciplina dettata dall'articolo 167 del TUIR in materia di Controlled foreign Companies (cd. disciplina o normativa CFC), richiamata anche dal successivo articolo 168, è prevista l'imputazione per trasparenza, in capo al soggetto residente, dei redditi prodotti dalle imprese estere controllate o collegate qualora le stesse siano residenti o localizzate in Stati o territori con regime fiscale privilegiato (cd. black list). In altri termini, il socio residente in Italia è assoggettato a tassazione nel nostro Paese, salva la dimostrazione delle esimenti previste nelle norme sopra richiamate, anche per i redditi prodotti dalle partecipate localizzate nei c.d. paradisi fiscali.
  In conclusione, la misura e il modo in cui il gruppo in questione è soggetto alla tassazione in Italia dipende dalle modalità in cui è ivi svolta l'attività. Il MEF, infine, evidenzia come non sia evidentemente possibile ipotizzare forme di tassazione specifiche o alternative, che differiscano al sistema generale di tassazione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

impresa

soppressione di posti di lavoro

distribuzione delle risorse

informazioni commerciali

commercializzazione

evasione fiscale