ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00877

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 67 del 07/08/2013
Firmatari
Primo firmatario: ZOLEZZI ALBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/08/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 07/08/2013
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 07/08/2013
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 07/08/2013
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/08/2013
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 07/08/2013
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/08/2013
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 07/08/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 07/08/2013
Stato iter:
08/08/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 08/08/2013
Resoconto ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 08/08/2013
Resoconto GIRLANDA ROCCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 08/08/2013
Resoconto ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 08/08/2013

SVOLTO IL 08/08/2013

CONCLUSO IL 08/08/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00877
presentato da
ZOLEZZI Alberto
testo di
Mercoledì 7 agosto 2013, seduta n. 67

   ZOLEZZI, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, SEGONI, TERZONI e TOFALO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   la legge obiettivo è servita in 10 anni prevalentemente a dare autorizzazioni ad opere, spesso prive di un inquadramento territoriale ed ambientale credibile, alimentando un costosissimo e mediocre progettificio ad uso e consumo delle grandi aziende del settore edile;
   se l'intento originario era quello di dare una svolta al ritardo infrastrutturale del Paese, puntando su pochi interventi strategici irrinunciabili e stabilendo costi e tempi certi, con la Legge Obiettivo si è fallito su tutti i fronti;
   sarebbe opportuno concentrare le risorse per accelerare gli interventi sulle infrastrutture esistenti (ponendo ad esempio fine allo scandalo dei cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria e sulla SS106 Ionica) e a realizzare, anche in funzione anticongiunturale, come chiede anche l'Associazione Nazionale Costruttori Edili-ANCE il programma delle piccole e medie opere per 825 milioni di euro, varato nel giugno 2009 e che oggi è al palo;
   il programma delle infrastrutture strategiche ha avuto un incremento dei costi del 280 per cento in 10 anni. Si è passati dai 125,8 miliardi di euro del 2001 ai 358 miliardi dell'aprile 2010 e sono triplicate le opere (passato dalle 110, del dicembre 2001 alle 348, dell'aprile 2010), a causa della bulimia delle clientele nazionali e locali che ha condizionato la capacità programmatoria dei Governi. Visto che i soldi pubblici spendibili (erogati e mutui attivati) dal 2001 al 2009 sono stati pari a 11,3 miliardi di euro, per attuare per intero il programma dovremmo aspettare, a questo ritmo e contando solo sulle risorse pubbliche, i prossimi 300 anni;
   il Programma (delibera CIPE 121/2001) non è mai stato sottoposto a valutazione ambientale strategica, mentre i progetti delle infrastrutture strategiche hanno avuto in questi nove anni sempre valutazione di impatto ambientale positiva. Questo modo di procedere ha avuto riflessi sulla scarsa qualità della programmazione degli interventi (come ha denunciato la Corte dei conti negli ultimi 6 anni) e dei progetti (il 53 per cento dei progetti delle infrastrutture strategiche, ha avuto bisogno di varianti al progetto originario, secondo una denuncia dell'ANCE del 2005);
   negli ultimi 10 anni si è passati dalle 110 opere individuate nel Primo programma delle infrastrutture Strategiche del dicembre 2001, per un valore complessivo di 125,8 miliardi di euro, alle 348 opere, per un valore complessivo di 358 miliardi di euro: con costi attualizzati del programma complessivo (pur in assenza di apertura di nuovi cantieri significativi) che sono lievitati in 10 anni del 280 per cento –:
   se il Governo non intenda valutare l'opportunità di rivedere il quadro delle grandi opere, spostando le risorse dalle opere più costose e a maggiore impatto ambientale per investire prevalentemente sulle piccole opere, decisamente più utili al Paese. (5-00877)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 8 agosto 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-00877

  Non possiamo non riconoscere allo strumento della Legge Obiettivo un ruolo di cambiamento della intera offerta infrastrutturale del Paese, sia nella fase programmatica, sia in quella progettuale, sia, infine, in quella realizzativa.
  Ricordo che detta legge ha annullato la vecchia procedura della Conferenza di Servizi: per la Variante di Valico autostradale furono necessari anni, per l'asse ad Alta Velocità Firenze-Bologna 7 anni.
  Tale Legge, invece, ha istituito lo strumento della Intesa Generale Quadro tra Stato e Regioni e ha trasferito al CIPE e non ad un Ministero o ad un organo controllato da un ministero, l'approvazione delle scelte, dei programmi, dei progetti.
  La Legge Obiettivo, inoltre, attraverso lo strumento dell'Allegato Infrastrutture al Documento di Economia e Finanza, ha reso possibile un monitoraggio annuale, da parte del Governo, del CIPE, della Conferenza Stato Regioni, del Parlamento e della Corte dei conti, di tutte le opere previste nel Programma delle Infrastrutture Strategiche. Nel Paese non esiste nessun programma sottoposto ad un simile monitoraggio capillare.
  In merito alla esplosione dei costi, segnalata dagli Interroganti, ritengo opportuno ricordare che la stima sul Programma iniziale pari a circa 125 miliardi di euro era relativa ad interventi progettuali di massima o, addirittura, di fattibilità progettuali. Oggi il valore dei progetti definitivi approvati dal CIPE è pari a circa 174 miliardi di euro. Ciò significa che del Programma di 125 miliardi di euro quello che è diventato riferimento progettuale capace di superare le varie fasi istruttorie è pari, in definitiva, solo a 174 miliardi di euro.
  Per quanto riguarda poi il numero degli interventi va precisato che la cifra di 348 opere tiene conto dei lotti in cui sono nella maggior parte dei casi scomposti i singoli interventi: infatti il numero delle opere approvate dal CIPE ad oggi non supera le 130 unità.
  Inoltre la medesima Legge ha chiarito, sin dall'inizio, attraverso l'Allegato Infrastrutture al Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, che lo Stato non poteva più trasferire, come in passato, il 90 per cento delle risorse pubbliche per realizzare infrastrutture ma poteva garantirne solo per il 50 per cento.
  Evidenzio che la Legge Obiettivo ha reso possibile la cantierizzazione, tra il 2002 e il 2012, di circa 74 miliardi di euro di investimenti: tra il 1985 e il 2001, prima della legge Obiettivo, erano state cantierati solo 7 miliardi di euro di investimenti.
  Infine, la Legge Obiettivo è stato il primo provvedimento a livello comunitario che ha recepito, nella Programmazione nazionale, le decisioni assunte all'interno del Programma delle Reti TEN-T.
  Per quanto riguarda le piccole e medie opere, non va dimenticato che il CIPE ha approvato un programma per il Mezzogiorno, per circa 736 milioni di euro, con copertura finanziaria, in una prima fase, pari a 436 milioni di euro. Attualmente sono in corso le gare e gli affidamenti delle relative opere.
  Assicuro che il Governo continuerà a seguire con attenzione anche la tematica connessa alla realizzazione delle piccole e medie opere, che ritiene parimenti rilevanti per il rilancio dell'economia del Paese.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

lavori pubblici

industria edile

impatto ambientale

protezione dell'ambiente