ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00222

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 26 del 30/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: GADDA MARIA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 30/05/2013
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 30/05/2013
MAURI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 30/05/2013
SENALDI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 05/06/2013
CATALANO IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 13/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 30/05/2013
Stato iter:
25/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2013
Resoconto GIRLANDA ROCCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 25/06/2013
Resoconto GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/05/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 05/06/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 13/06/2013

DISCUSSIONE IL 25/06/2013

SVOLTO IL 25/06/2013

CONCLUSO IL 25/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00222
presentato da
GADDA Maria Chiara
testo presentato
Giovedì 30 maggio 2013
modificato
Giovedì 13 giugno 2013, seduta n. 33

   GADDA, BRAGA, TULLO, MAURI, SENALDI, CATALANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il progetto del nuovo collegamento ferroviario Arcisate Stabio, in recepimento dell'accordo italo-svizzero per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Mendrisio-Varese attuativo della convenzione bilaterale firmata a Basilea il 2 novembre 1999 ed inserito nel APQ Malpensa, consiste nella realizzazione di un nuovo raccordo a due binari per una lunghezza di circa 3,6 chilometri in territorio italiano, in parte in galleria e in parte in viadotto. Il collegamento permetterà di connettere l'esistente linea Varese-P.to Ceresio all'altezza di Arcisate, con il tronco ferroviario Stabio-Mendrisio in territorio elvetico; prevede inoltre il raddoppio e la riqualificazione della tratta ferroviaria esistente Arcisate-Induno Olona (4,8 chilometri), la realizzazione di una nuova fermata al confine di Stato (località Gaggiolo nel comune di Cantello) e il ripristino del ramo Porto Ceresio Arcisate con la realizzazione di una nuova fermata in comune di Besano. Il costo dell'intervento è pari a circa 223 milioni di euro e il cronoprogramma dei lavori prevede la consegna dell'opera per fine 2013 e l'entrata in esercizio nel 2014;
con la realizzazione del raccordo ferroviario saranno attivabili collegamenti transfrontalieri di tipo locale tra Varese e Lugano e tra Varese e Como (via Mendrisio), e collegamenti a lunga percorrenza tra il Cantone del Ticino e l'aeroporto di Malpensa, con positive e importanti ricadute sul sistema produttivo del territorio, anche in relazione all'importante appuntamento di Expo2015. La nuova linea passeggeri servirà infatti un territorio a cavallo della frontiera italo-svizzera in cui vivono circa 600.000 abitanti e contribuirà a dare risposte alle necessità di spostamento delle migliaia di lavoratori frontalieri delle province di Como e Varese che ogni giorno varcano il confine svizzero, riducendo il flusso eccessivo di autoveicoli in un'area già pesantemente congestionata;
i lavori di realizzazione della linea Arcisate-Stabio, mentre procedono regolarmente secondo il programma stabilito per la parte svizzera, hanno subito sul versante italiano una brusca battuta d'arresto da alcuni mesi, al punto che la ditta esecutrice ICS Salini ha presentato il 30 aprile 2013 di fronte al tribunale di Roma richiesta di rescissione del contratto alla RFI, committente dell'opera. Motivo della drastica decisione è la questione, già emersa nell'autunno 2011 e sollevata fin dall'inizio del cantiere da più parti, dello stoccaggio del materiale di risulta; la presenza di materiale inquinante (arsenico), come certificato da indagine compiute dall'Arpa territorialmente competente, ha infatti reso impossibile il conferimento delle terre di scavo, secondo quanto inizialmente previsto, nella ex-cava Rainer in territorio di Arcisate, determinando una lievitazione dei costi di realizzazione per l'azienda e un blocco del cantiere ormai da alcuni mesi, con evidenti disagi anche per i territori dei comuni interessati dall'opera;
sul punto la procura di Varese ha aperto un'indagine, ipotizzando che l'immissione nella ex-cava Rainer di terra da scavo contenente arsenico, possa configurare il pericolo di grave danno ambientale con rischio di inquinamento della falda acquifera;
l'interruzione dei lavori e la volontà dichiarata dall'azienda di procedere con le procedure di licenziamento dei lavoratori ha determinato un forte allarme sociale anche per le sue ricadute occupazionali, per il rischio di vedere compromessi oltre 200 posti di lavoro tra gli operai direttamente impiegati nella realizzazione dell'opera e quelli attivi nell'indotto;
il blocco dei lavori sul versante italiano ha suscitato grande preoccupazione anche nelle autorità elvetiche; le ferrovie svizzere FFS e l'Ufficio federale dei trasporti hanno chiesto tempestivamente a regione Lombardia conferme precise circa il completamento dell'opera, affinché siano rispettati i termini dell'accordo internazionale sottoscritto dai due Paesi. In attesa del prossimo comitato di coordinamento, anche la Commissione della gestione e delle finanze del Canton Ticino, ha recentemente discusso con preoccupazione i rischi connessi alla situazione di difficoltà emersa sul versante italiano, sollecitando le istituzioni ad un incontro chiarificatore e utile a definire in tempi certi una soluzione adeguata;
a fronte di tali sollecitazioni l'assessore alla mobilità della regione Lombardia, Maurizio Del Tenno, in visita al cantiere della Arcisate-Stabio in data 24 maggio 2013, ha rassicurato sull'immediata riapertura del cantiere (anche se allo stato attuale i lavori non sono ancora ripresi), sulla sospensione delle procedure di licenziamento da parte dell'azienda e sull'attivazione immediata di regione Lombardia per l'individuazione di soluzioni alternative allo smaltimento delle terre da scavo contenenti inquinanti, condizione essenziale per la ripresa dei lavori; a tale riguardo è previsto nei prossimi giorni un incontro tra Rfi, regione e azienda esecutrice per trovare un accordo sullo smaltimento del materiale di risulta del cantiere;
la completa realizzazione della linea Arcisate-Stabio, secondo i tempi stabiliti e nel pieno rispetto delle garanzie di sicurezza ambientale e di salute per i cittadini, rappresenta una priorità per il territorio insubre e per le strategie di collegamento transfrontaliero con la Svizzera ed il centro Europa; sul punto anche il Governo italiano ha una diretta responsabilità, derivante dagli impegni assunti in sede internazionale con l'accordo sottoscritto con la Confederazione elvetica concernente la garanzia della capacità delle principali linee di collegamento tra la rete italiana ad alta capacità (RAC) e le nuove trasversali ferroviarie alpine svizzere (NTFA) –:
quali iniziative di propria competenza intenda assumere per garantire il superamento dei problemi emersi riguardo al completamento della tratta italiana della linea Arcisate-Stabio ed evitare la rescissione del contratto tra Rfi e l'azienda appaltatrice ICS Salini;
se non ritenga opportuno promuovere, di concerto con regione Lombardia e le altre istituzioni interessate, la costituzione di un tavolo tecnico presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per monitorare lo stato di avanzamento dell'opera al fine di garantire il rispetto dell'accordo italo-svizzero ed il raggiungimento dell'obiettivo di completamento dell'infrastruttura nei tempi previsti e comunque entro la scadenza di Expo 2015.
(5-00222)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 25 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-00222

  Gli interroganti pongono all'attenzione del Governo le problematiche connesse alla realizzazione del progetto del nuovo collegamento ferroviario Arcisate Stabio.
  Devo preliminarmente evidenziare che l'opera, pur rientrando fra quelle strategiche di legge obiettivo, è sottoposta a VIA Regionale, per cui la soluzione delle questioni ambientali lamentate ed emerse dopo la consegna dei lavori rimane di esclusiva competenza della regione Lombardia.
  Il gruppo Ferrovie dello Stato, interessato al riguardo, ha comunicato che, come noto agli interroganti, dopo la consegna dei lavori avvenuta a luglio 2010 sono emersi ritardi riconducibili all'impossibilità di movimentare i materiali di scavo per via del superamento della concentrazione di arsenico nelle terre. A seguito di ciò, l'appaltatore ha acceso un contenzioso con la stazione appaltante che si è concluso con accordo bonario del 9 ottobre 2012.
  È stato poi avviato il percorso approvativo gestito dagli Enti locali per ottenere l'autorizzazione al conferimento delle terre in esubero (variante urbanistica area Rainer nel comune di Arcisate quale sito di deposito definitivo).
  Nel periodo immediatamente successivo alla definizione dell'accordo bonario e fino al dicembre 2012 sono state effettuate le lavorazioni di scavo in galleria e nelle trincee all'aperto unitamente a numerose ispezioni effettuate da parte delle Autorità, senza rilievi di sorta.
  Come precisato da RFI, in seguito a segnalazioni giornalistiche avvenute nel mese di dicembre 2012, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA) – Dipartimento di Varese – ha emesso una richiesta di chiarimenti in merito alla gestione delle terre e rocce da scavo proveniente dalla galleria Bevera, alla gestione delle acque reflue, alla gestione dell'impianto di lavaggio betoniere e alle caratteristiche dell'impianto di betonaggio. L'ARPA ha inoltre richiesto che, in pendenza del riscontro ai chiarimenti richiesti, venissero sospese le attività di trasporto e deposito del materiale dalla galleria Bevera.
  In data 6 febbraio 2013 la regione Lombardia, sulla base della nota redatta da ARPA, evidenziava che i materiali di scavo effettuati in galleria erano da ritenersi rifiuti e conseguentemente da assoggettare alla gestione secondo tale regime normativo (a meno di passaggio alla nuova normativa presentando il Piano di utilizzo delle terre).
  Lo scorso mese di febbraio il comune di Arcisate ha emanato la delibera che incamerava (tra le altre prescrizioni) una disposizione da parte della provincia di Varese che prevedeva un supplemento di indagini ai fini di definire la presenza di arsenico nel suolo dell'area. In proposito, sulla base di un apposito studio di Italferr, ARPA aveva dichiarato, già nell'ottobre 2011, che l'arsenico contenuto nei terreni in argomento è di origine naturale e attribuibile alla specifica geologia dei luoghi.
  L'appaltatore, pur rifiutandosi di elaborare le integrazioni progettuali, ha condotto le indagini rilevando anche la (debole) presenza di idrocarburi; in tempi pressoché immediati la provincia ha emanato una nota nella quale dichiarava l'area «sito potenzialmente inquinato».
  Faccio presente, che la regione Lombardia ha proposto l'utilizzo della cosiddetta cava Femar come eventuale deposito definitivo dei materiali in esubero. Tuttavia, per l'adozione di tale soluzione, è necessario un apposito iter autorizzativo non immediato.
  Nell'ultimo periodo sono intercorse riunioni tra regione Lombardia, ARPA, RFI/Italferr e altri Enti in cui si è prevalentemente discusso su due ipotesi di conferimento delle terre in esubero: area Rainer e cava Femar (nuova ipotesi per cui bisogna presentare un nuovo progetto e su cui è necessario anche il coinvolgimento della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici).
  Al termine di tali incontri, l'Assessore regionale ha quindi istituito e convocato un apposito Tavolo di concertazione istituzionale (compresi i Sindacati) con RFI e l'appaltatore.
  Il primo incontro si è svolto in data 11 giugno 2013. In tale occasione è stato stabilito che la regione Lombardia impiegherà circa 3 mesi per individuare la soluzione definitiva sul tema delle terre e rocce da scavo; nel frattempo l'appaltatore dovrà lavorare negli ambiti che non prevedono scavi per mantenere l'obiettivo della regione Lombardia dell'attivazione entro EXPO 2015.
  Inoltre, nel corso del citato incontro, l'Assessore ha ipotizzato la sottoscrizione di un Protocollo di intesa e/o Accordo quadro (una volta trovata la soluzione alle terre e rocce da scavo) unitamente all'introduzione di un apposito Collegio di Vigilanza ed ha chiesto all'appaltatore di restare in cantiere verificando le lavorazioni proposte da RFI per 3 mesi.
  Infine, sempre in tale sede, ARPA ha disposto l'istituzione di una task force volta a riverificare tutta la procedura sin qui seguita per lo stoccaggio delle terre, la quale sarà composta da esperti (un chimico, un idrogeologo e un funzionario di ARPA). Il compito specifico della task force sarà quello di indagare ancora una volta sulla cessione di arsenico dalle terre alle acque di falda e sulla individuazione di un sito compatibile (all'interno o all'esterno della Valle della Bevera) in caso di rilascio. I relativi lavori della task force dovrebbero durare circa un mese.
  Da ultimo RFI ha comunicato che in attesa dell'individuazione, di competenza, come detto, della regione Lombardia, del sito di conferimento delle terre in esubero, non è comunque possibile effettuare le lavorazioni sul percorso critico (scavo gallerie e trincee).
  Al riguardo, devo evidenziare che a fronte di ciò, il MIT, sia pure per il tramite della Struttura Tecnica di Missione deputata al monitoraggio delle infrastrutture strategiche, non ha alcun potere di intervento, tale da poter accelerare il superamento delle problematiche ambientali riscontrate in corso d'opera e consentire la effettiva (e totale) ripresa dei lavori.
  In ogni caso, è fermo impegno del MIT valutare ed istruire nel più breve tempo possibile eventuali varianti al progetto approvato che dovessero rendersi necessarie all'esito degli studi ambientali della regione Lombardia, così da sottoporle all'approvazione del CIPE senza indugio.
  Quanto alla riferita opportunità di un tavolo tecnico per monitorare lo stato di avanzamento dei lavori, informo che presso il MIT è già istituita una banca dati di monitoraggio nella quale vengono inseriti i dati tecnici ed economici relativi all'avanzamento delle opere; tali dati vengono trimestralmente validati, in modo tale da avere sempre a disposizione un aggiornamento tempestivo circa l'andamento dei lavori e poter verificare il rispetto del cronoprogramma ovvero le problematiche che impediscono il regolare sviluppo dei lavori.
  Per quanto attiene l'opera in esame risulta infatti dalla banca dati di monitoraggio che al 31 marzo 2013, sono stati consuntivati 82,63 milioni di euro a fronte di un costo lavori di 189,23 milioni di euro, con un residuo quindi di 106,60 milioni di euro.
  È iniziata, infatti, la maggior parte delle lavorazioni previste nell'apposito crono programma del progetto, successivamente interrotte per i motivi poc'anzi esposti, per cui ad oggi risultano in opera solo alcune attività di carpenteria.
  Assicuro che l'intervento in esame continuerà ad essere oggetto della massima attenzione da parte del Governo affinché possano essere superate quanto prima tutte le problematiche emerse che impediscono la normale ripresa dei lavori.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Svizzera

risoluzione di contratto

trasporto ferroviario

rete ferroviaria

inquinamento

contratto

lavoratore frontaliero