ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00021

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 1 del 15/03/2013
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/03/2013


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 15/03/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/03/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00021
presentato da
PILI Mauro
testo di
Venerdì 15 marzo 2013, seduta n. 1

   PILI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   in data 9 gennaio 2012 la società Alcoa, con un comunicato ufficiale, annunciava la decisione di fermare le proprie produzioni in tre stabilimenti di alluminio primario in Europa nel quadro di una ristrutturazione già annunciata nella globale attività primaria, tra cui quello di Portovesme;
   il 27 marzo presso il Ministero dello sviluppo economico veniva siglato un accordo che prevede il ritiro della procedura di mobilità e il mantenimento della produzione che, proseguirà fino al 31 ottobre 2012 se non vi sarà un compratore, con conseguente avvio della Cassa integrazione per i lavoratori a partire dal 1° novembre. Ma è prevista l'inizio della fermata dal 1o settembre qualora nessun acquirente abbia sottoscritto una lettera d'intenti per l'acquisto dello stabilimento entro il 31 luglio;
   al 22 di agosto 2012 non risulta sottoscritta nessuna lettera d'intenti con il risultato che non è stata perseguita e raggiunta nessuna soluzione concreta per il costo dell'energia elettrica nel Sulcis e dall'altra risulta totalmente fallita la ricerca di nuovi acquirenti dello stabilimento Alcoa di Portovesme;
   nel mese di agosto, nella fase più delicata della vertenza, a poche settimane dalla data di avvio della fermata dell'impianto di Portovesme, con una mobilitazione durissima delle forze sindacali e operaie del Sulcis tesa a scongiurare la chiusura dello stabilimento di Portovesme il Governo ha sostanzialmente dato il via libera ad incassare la sanzione di 300 milioni di euro da parte della società Alcoa;
   il board americano della società americana ha comunicato formalmente la decisione di pagare la sanzione;
   il pagamento della sanzione europea di 300 milioni di euro appare in contrasto con la linea difensiva sin qui seguita dallo Stato italiano che si è affiancato ad Alcoa nel giudizio di secondo grado per contrastare la decisione comunitaria;
   alla luce di questa situazione e dei risultati praticamente inesistenti si può affermare senza tema di smentita che la vertenza Alcoa e in più generale quella del Sulcis sia stata gestita con una superficialità senza precedenti dimostrando che il Governo non ha fatto niente per scongiurare l'imminente chiusura dello stabilimento;
   con il via libera alla Cassa Conguaglio di ottenere l'immediato pagamento della sanzione senza attendere la sentenza di secondo grado si sancisce irrimediabilmente la rottura dei rapporti con Alcoa e si porta direttamente sul baratro lo stabilimento di Portovesme;
   il risultato è eloquente: niente energia e niente acquirenti;
   si tratta di un fallimento politico e strategico di questo Governo che ha voluto pervicacemente perseguire la strada di individuare un compratore piuttosto che risolvere la questione centrale, ovvero quella energetica;
   il sottoscritto interrogante aveva ripetutamente ribadito che non si trattava di un problema di insegne e di proprietà, ma vi era una questione sostanziale e irrinunciabile da affrontare e risolvere: il costo energetico;
   il Governo, pur di coprire l'Enel contraria ad una soluzione di contratto bilaterale, l'unico percorso legittimato dall'Unione europea, ha tergiversato sino a far portare ad un binario morto la vertenza, sino alla chiusura dello stabilimento di Portovesme;
   restano ignote le ragioni per le quali il Governo non abbia evitato la rottura con Alcoa e per quale ragione abbia voluto fare cassa in piena trattativa e soprattutto in attesa di un giudizio definitivo sulla sanzione;
   resta ignoto l'utilizzo da parte della Cassa Conguagli di quelle risorse, considerato che si tratta di un caso che non appare simile a nessun precedente;
   quei trecento milioni, sia nell'impostazione tecnico giuridica che sostanziale, non erano destinati ad Alcoa, ma costituivano di fatto l'onere del riequilibrio del costo energetico del Sulcis;
   con una legge dello Stato, votata dal Parlamento, si era, infatti, deciso di riequilibrare il costo energetico del Sulcis rispetto alla media europea, non in funzione di Alcoa ma in conseguenza di una strutturale carenza elettrico energetica della Sardegna su cui si abbatteva la speculazione monopolista dell'Enel;
   l'atto compiuto dal Governo e dalla Cassa Conguagli è gravissimo;
   con questo comportamento il Governo di fatto sta avallando la tesi della Commissione europea pregiudicando qualsiasi altro provvedimento in direzione del riequilibrio dei costi energetici per la Sardegna, per il Sulcis, per le industrie energivore e per l'Alcoa nella fattispecie;
   se lo Stato italiano, che ha adottato quel provvedimento, anziché difenderlo sino in fondo, decide di far pagare ad Alcoa i 300 milioni della sanzione europea sta ottenendo in un colpo solo due risultati: rompe definitivamente i rapporti con Alcoa e soprattutto rende impossibile un qualsiasi atto o provvedimento finalizzato al riequilibrio del costo energetico;
   la decisione del board americano di pagare tutto e subito, comunicata nelle scorse ore al Governo e alla Cassa Conguagli, rende tutto la vertenza sempre più difficile;
   la società Alcoa, a questo punto, non avrà nessun tipo di condizionamento e, non avendo più niente da perdere, potrà sancire senza mediazione alcuna la decisione definitiva chiusura dello stabilimento;
   una situazione che pregiudica in modo forse irreversibile la vertenza Sulcis e quella Alcoa in particolar modo, proprio oggi che sarebbe stato necessario avere dalla società americana una disponibilità a far slittare ulteriormente il fermo degli impianti;
   si tratta di un Governo che ha scelto una strada irresponsabile che ha fatto cadere nel vuoto gli appelli reiterati ad affrontare subito e senza perdite di tempo la questione energia;
   ad oggi non esiste un percorso, né tecnico né legislativo, per affrontare la questione e qualsiasi ulteriore dilazione rispetto a questo tema risulterà letale per l'industria dell'alluminio in Sardegna;
   esiste un solo percorso che passa attraverso l'accordo bilaterale tra l'Enel e lo stabilimento di Portovesme. Un accordo tra privati, alla pari delle altre realtà europee, a partire dalia Spagna dove l'Endesa di proprietà della stessa Enel ha fatto un analogo accordo bilaterale con le industrie dell'alluminio primario;
   i tempi sono ormai strettissimi e le soluzioni limitate;
   risulta indispensabile e irrinunciabile che il Governo predisponga un immediato «Decreto Sulcis» che ponga in essere tutte le azioni necessarie per favorire la soluzione del problema energetico, dai presupposti per l'accordo bilaterale sino all'approvazione del progetto Miniera Centrale della Carbosulcis, alla definizione della soluzione strutturale dell'Eurallumina e alla restituzione al Sulcis di quei fondi che la Cassa Conguagli riscuoterà da Alcoa;
   non è reiterabile la strategia delle vacue promesse e del continuo tergiversare;
   se si dovesse chiudere lo stabilimento di Portovesme si assesterebbe un colpo mortale sia ai presente che al futuro del Sulcis Igiesiente e verranno di fatto cancellati progetti di sviluppo futuro che non potranno reggersi in alcun modo con il crollo dell'apparato produttivo attuale;
   risulta eloquente nel quadro della vertenza Sulcis il comportamento tenuto dal Governo che secondo l'interrogante ha garantito copertura e complicità alle politiche monopoliste e sostanzialmente ricattatorie dell'Enei, in ogni sua opposizione sia al contratto bilaterale che all'approvazione del progetto Miniera Centrale della Carbosulcis;
   sul progetto Carbosulcis e la realizzazione del sistema integrato Miniera Centrale cattura e stoccaggio della CO2 il Governo sino ad oggi ha fatto solo finta di appoggiarlo a Bruxelles ma in realtà non lo ha approvato e tantomeno finanziato nonostante un decreto del Presidente della Repubblica che lo annovera tra quelli inseriti tra i fruitori del CIP 6;
   per smentire questi elementi gravi e reiterati il Governo deve adottare entro questo mese un «decreto ricognitivo-attuativo» dello stesso progetto Carbosulcis, dargli copertura finanziaria e sostenerlo concretamente in Europa;
   se il Governo dovesse continuare a non decidere e tergiversare renderebbe palese l'avallo alla contrarietà dell'Enel che punta tutto sulla centrale di Porto Tolle in Veneto –:
   se non ritenga il Governo di dover rimuovere, con tutte le iniziative persuasive o istituzionali che riterrà opportune, la situazione che lo Stato italiano rileva nelle dichiarazioni riportate nella decisione della Commissione europea del 29 novembre 2009, dove ha sostenuto che «con la sovraccapacità di generazione di elettricità prevalente in Sardegna Alcoa normalmente avrebbe un notevole potere di negoziazione e otterrebbe un prezzo concorrenziale soltanto leggermente superiore al costo di produzione marginale del produttore. Il fatto che ciò non sia possibile in Sardegna è da imputare al comportamento dell'operatore dominante, che può fissare il prezzo in Sardegna e non ha alcun interesse commerciale a vendere a un prezzo inferiore, sapendo che Alcoa non può acquistare altrove l'elettricità di cui ha bisogno. Inoltre, in situazione di duopolio (ENEL e ENDESA-oggi E.ON) entrambi gli operatori possono avere interesse ad applicare un prezzo superiore al prezzo economicamente ottimale, onde evitare di creare «un cattivo precedente» nel resto d'Italia»;
   se non ritenga di dover porre in essere tutte le autorevoli ed urgenti iniziative necessarie a scongiurare la decisione annunciata dalla società Alcoa, a partire dalla promozione di giuste intese con la società Enel affinché vengano garantite, attraverso contratti bilaterali, tariffe uniformi ad altri analoghi contesti europei gestiti direttamente dalla società Enel attraverso la controllata Endesa;
   se non ritenga necessario promuovere attraverso le opportune e persuasive azioni la definizione di accordi bilaterali decennali con le società di produzione elettrica al fine di riequilibrare il mercato che risulta distorto da posizioni dominanti e monopoliste;
   se non ritenga al fine di definire un piano strategico di rilancio dell'industria dell'alluminio primario in Italia, e proporre alla Commissione europea un vertice dei Ministri competenti per definire con sollecitudine una strategia che scongiuri la delocalizzazione dall'Europa dell'industria primaria di alluminio, non solo attivando quelle azioni indispensabili per favorire il mantenimento degli asset produttivi in Europa;
   a promuovere un apposito provvedimento d'urgenza con il quale venga definito:
    a) un contratto di programma per la filiera dell'alluminio primario che consenta la razionalizzazione del processo produttivo sia per quanto riguarda la produzione elettrica che la ripresa produttiva dello stabilimento Eurallumina;
    b) l'approvazione e il finanziamento del progetto integrato Miniera – Centrale – cattura e Stoccaggio CO2 in attuazione del decreto apposito del Presidente della Repubblica del 1994 che aveva inquadrato tale progetto nell'ambito di quelli sostenibili nell'ambito degli incentivi CIP6;
    a dare indirizzi alla Cassa Conguagli affinché le risorse finanziarie provenienti da sanzioni comunitarie vengano interamente finalizzate al provvedimento d'urgenza sopra indicato come «decreto Sulcis» e all'ottenimento di tutte quelle misure atte a consentire l'ottenimento di un reale e duraturo riequilibrio del costo energetico nell'area industriale del Sulcis Iglesiente. (5-00021)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

SULCIS

EUROVOC :

cessazione d'attivita'

conservazione del posto di lavoro

stabilimento

fissazione dei prezzi

prezzo alla produzione

prezzo ridotto

sanzione comunitaria