ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00001

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 1 del 15/03/2013
Firmatari
Primo firmatario: FAENZI MONICA
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/03/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 15/03/2013
Stato iter:
17/07/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/07/2013
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 17/07/2013
Resoconto FAENZI MONICA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/03/2013

DISCUSSIONE IL 17/07/2013

SVOLTO IL 17/07/2013

CONCLUSO IL 17/07/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00001
presentato da
FAENZI Monica
testo di
Venerdì 15 marzo 2013, seduta n. 1

   FAENZI. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   lo scandalo della carne di cavallo non dichiarata negli alimenti, le cui dimensioni internazionali hanno confermato come sia elevata l'infiltrazione della criminalità organizzata nell'ambito delle attività fraudolente e di dolo nel settore agroalimentare in particolare nei riguardi dei prodotti made in Italy, evidenzia soprattutto i ritardi da parte dell'Unione europea nell'introdurre misure strutturali destinate a durare nel tempo, volte ad una accelerazione nell'entrata in vigore di una legislazione più trasparente sull'etichettatura della carne e degli altri alimenti a livello comunitario;
   la vicenda iniziata nel mese di febbraio 2013, a seguito della decisione da parte della Nestlé di ritirare dalla vendita ravioli e tortellini di manzo Buitoni, a causa del ritrovamento di tracce di dna di carne di cavallo pari all'1 per cento, ha determinato una serie di effetti negativi e penalizzanti per l'intero settore agroalimentare italiano ed in particolare per la filiera interessata, come dimostra il calo delle macellazioni e del consumo di carne rossa, accentuatosi dopo il sequestro di 300 mila confezioni all'interno del ragù Star di carne di cavallo macinata e proveniente dalla Romania;
   il fenomeno della contraffazione agroalimentare nel nostro Paese è particolarmente diffuso, ed ha caratteristiche e peculiarità non riscontrabili in altri settori dell'industria e determina inoltre, oltre ad ingenti danni economici per i produttori e per l'economia nazionale, situazioni di allarme alimentare e di psicosi nei confronti dei consumatori;
   a giudizio dell'interrogante, lo scandalo della carne equina sebbene configurato al momento come una truffa commerciale, avvalora la necessità di introdurre norme a livello europeo, chiare e trasparenti come già suindicato, in grado di contrastare fenomeni o tentativi fraudolenti nel delicato settore agroalimentare, ed evitare il perpetuarsi della sfiducia da parte dei consumatori i quali (oltre 6 su 10) secondo alcune indagini delle associazioni agricole sono diffidenti su quanto consumano a tavola, mentre il 45 per cento evita di comprare cibo «contaminato» per un certo periodo di tempo;
   il nostro Paese, grazie al precedente Governo Berlusconi, che attraverso la legge 3 febbraio 2011, n. 4, ha introdotto una serie di disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari, volte alla definizione di regole certe relative all'etichettatura e alla tracciabilità dei prodotti agroalimentari, ha anticipato la legislazione europea sulla medesima materia; l'operato della Commissione europea, anche in questo settore particolarmente importante, procede con evidente lentezza e confusione, anche a causa di Paesi del nord Europa restii a costruire un serio sistema di tracciabilità degli alimenti;
   la decisione da parte del medesimo organismo istituzionale europeo di anticipare soltanto in autunno la presentazione del rapporto sull'etichetta attesa per fine anno, a giudizio dell'interrogante, conferma la scarsa volontà di accelerare l'introduzione dell'obbligo dell'origine in etichetta per tutti i prodotti alimentari in Europa, indispensabile per prevenire frodi e garantire al contempo la trasparenza degli scambi;
   le dimensioni dello scandalo come precedentemente riportato, di portata internazionale, ribadiscono inoltre, a giudizio dell'interrogante, come il piano limitato dei controlli con test del dna approvato dall'Unione europea, rappresenti un semplice provvedimento palliativo e certamente non risolutivo, se non accompagnato da misure strutturali destinate a durare negli anni come l'obbligo dell'indicazione in etichetta della provenienza di tutti i tipi di alimenti;
   l'interrogante rileva fra l'altro la necessità di affiancare alla predetta disposizione, un coordinamento a livello europeo di contrasto alle frodi alimentari, con il compito di fronteggiare e respingere prodotti alimentari di dubbia qualità provenienti in particolare dalla Cina, dall'India e dalla Turchia, attività attualmente svolta dall'Usmaf (uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera), che tuttavia necessita di essere potenziata;
   l'interrogante evidenzia altresì la necessità da parte del Ministro interrogato di introdurre in tempi rapidi così come recentemente dichiarato, una nuova anagrafe degli equidi per tracciare la storia sanitaria dell'animale, attraverso la notifica di tutti gli esami sanitari effettuati sui cavalli, per evitare in particolare che esemplari inizialmente impiegati nell'attività sportiva, possano essere successivamente introdotti illecitamente nella catena alimentare umana;
   allo stato attuale inoltre, l'obbligo normativo previsto dal decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, che impone l'indicazione della provenienza della carne commercializzata nel nostro Paese si applica alla carne bovina per la quale avviene invece viene tracciata l'intera filiera, vi è pertanto il ragionevole sospetto, a giudizio dell'interrogante, che all'estero o anche in Italia, finiscano nella catena alimentare equini trattati con sostanze pericolose per la salute umana;
   l'interrogante, in definitiva, evidenzia le evidenti lacune normative a livello comunitario in tema di etichettatura e di tracciabilità, soprattutto quella degli alimenti composti, che determinano l'esigenza di introdurre adeguate misure sanzionatorie di carattere penale, nella legislazione nazionale, configurate quale pena accessoria dell'interdizione dall'esercizio di attività agricole, industriali e commerciali nel settore alimentare a carico di coloro che siano condannati per il reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti alimentari;
   i suddetti interventi legislativi possono costituire il presupposto per invertire un trend preoccupante ed in costante aumento a livello nazionale ed internazionale contrastando la contraffazione agroalimentare e garantendo la sicurezza degli alimenti –:
   quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
   se non ritengano opportuno, in considerazione di quanto esposto in premessa, assumere iniziative per sospendere in via cautelativa le importazioni di cavalli vivi e di carne di cavallo, quantomeno dai Paesi che non danno sufficienti garanzie per la salate dei consumatori;
   se non ritengano altresì opportuno intervenire, nell'ambito delle rispettive competenze, sia attraverso l'immediata introduzione dell'anagrafe degli equidi, che in ambito europeo, affinché sia anticipata entro il prossimo mese, la presentazione del rapporto sull'etichettatura dei prodotti a base di carne, al fine di accelerare il prima possibile l'entrata in vigore delle nuove norme, posto che lo scandalo descritto in premessa ha dimostrato il grave ritardo della legislazione europea di fronte ai rischi di frodi commerciali causati dalla globalizzazione dei mercati;
   se non ritengano opportuno inoltre confermare l'assenza di eventuali rischi per la salute dei consumatori, derivante dalla presenza di carne di cavallo, ma non dichiarata in etichetta, nei prodotti alimentari in vendita nel nostro Paese;
   quali iniziative infine intendano intraprendere in aggiunta a quelle esposte in premessa, al fine di ridurre l'incidenza di ulteriori attività fraudolente nel settore agroalimentare a scopo commerciale, il cui susseguirsi sta minando pesantemente la fiducia dei consumatori con prevedibili e gravi ricadute sia nell'ambito degli allevamenti nazionali, che per l'intera economia del Paese. (5-00001)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 17 luglio 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-00001

  L'interrogazione proposta dall'onorevole Faenzi è riferita al ritrovamento di carne equina, non dichiarata, in alcuni prodotti carnei.
  In seguito a tale fatto, sono stati tempestivamente intensificati i controlli di rintracciabilità mediante l'attivazione di un programma straordinario attuato dal Comando carabinieri politiche agricole e alimentari (NAC), allo scopo di accertare la conformità delle carni fresche e dei prodotti a base di carne ai relativi disciplinari di produzione, nonché la natura e l'origine delle carni utilizzate, ivi compresa l'eventuale presenza, nei prodotti trasformati, di carni di specie diverse da quelle dichiarate in etichetta.
  Da quanto emerso dalle verifiche eseguite, l'episodio in questione appare riconducibile ad un fenomeno di contraffazione agroalimentare su scala nazionale e comunitaria che, dal punto di vista della sicurezza alimentare, non rappresenta un pericolo per i consumatori.
  Infatti, i risultati dei test condotti dalle competenti autorità degli Stati membri nell'ambito del piano di controlli proposto dalla Commissione europea (intrapreso lo scorso febbraio) hanno confermato che l'avvenimento, lungi dal riguardare la sicurezza alimentare, raffigura piuttosto una fattispecie di etichettatura fraudolenta.
  Tuttavia, al fine di evitare analoghi casi futuri, la Commissione europea presenterà nei prossimi mesi una revisione della normativa comunitaria (pacchetto sulla salute animale e vegetale) per rafforzare i controlli lungo tutta la catena alimentare e per poter applicare le idonee sanzioni finanziarie agli autori di tale tipologia di frode alimentare.
  Per quanto riguarda l'obbligo di tracciabilità, devo far presente che viene assolto attraverso la documentazione annessa ai prodotti importati e agli elementi identificativi riportati sull'imballaggio dei prodotti stessi.
  A breve, diventerà obbligatoria anche l’«etichetta trasparente» che permetterà di identificare l'origine degli alimenti.
  Riguardo all'anagrafe degli equidi, segnalo che era già contemplata dal nostro ordinamento e che attraverso le linee guida di cui al decreto ministeriale 29 dicembre 2009, in coerenza con il regolamento (CE) n. 504/2008, è stato disposto che tutti gli equidi debbano essere identificati mediante l'applicazione di un dispositivo elettronico, detto trasponder, e dotati di un documento di identificazione e cioè di un vero e proprio «passaporto» collegato al singolo trasponder.
  I responsabili del funzionamento del sistema sono, ciascuno per le proprie competenze, le associazioni nazionali allevatori di razza e, per i cavalli non iscritti in libri genealogici ufficialmente riconosciuti, l'Associazione italiana allevatori e le sue strutture periferiche.
  Per quanto riguarda gli equidi iscritti nei libri genealogici, le competenze sono state svolte da ASSI fino alla sua avvenuta soppressione con il decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, che ha disposto la ripartizione delle relative funzioni e dotazioni tra il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e l'Agenzia delle dogane e, pertanto, attraverso i provvedimenti attuativi conseguenti le attribuzioni in materia sono transitate a livello di amministrazione centrale.
  Ciò detto, al fine di garantire il consumatore finale sulla salubrità dei prodotti derivati dagli equidi, si provvede all'identificazione degli equidi, all'inoculazione del trasponder, al rilascio del passaporto e alla registrazione dell'equide nonché di ogni altro avvenimento che lo riguarda (compravendita, morte, furto, eccetera) in un'apposita Banca dati equidi (BDE) ove è indicata, accanto alla destinazione finale, anche se trattasi di equide diretto alla produzione di alimenti per il consumo umano (DPA) o meno (non DPA).
  In tal modo, le aziende sanitarie locali (ASL) hanno la possibilità di pianificare l'attività di vigilanza anche in considerazione della presenza o meno in un'azienda di equidi DPA, mentre i mattatoi, prima di macellare un equide e introdurne le carni nella catena alimentare, verificano, con collegamento diretto alla banca dati, che l'equide sia registrato e destinato al consumo umano.
  Ricordo inoltre che il Ministero della salute (autorità competente per la sicurezza sulle importazioni di merci di interesse sanitario), a seguito dell'emergenza sanitaria paventata a seguito dell'utilizzo fraudolento di carne equina, ha emanato un'ordinanza in materia di identificazione sanitaria degli equidi. Si tratta di un provvedimento che, oltre ad escludere dall'alimentazione umana tutti gli equidi per i quali siano accertate incongruenze rispetto all'identificazione, impone ai servizi veterinari di identificare quelli di età superiore ai 12 mesi non ancora identificati nonché di rettificare, nella Banca dati nazionale (BDN) dell'anagrafe zootecnica, le informazioni recuperate dalla BDE (ove non coerenti con la situazione reale riscontrata in fase di controllo).
  Riguardo alle iniziative da intraprendere per sospendere le importazioni di cavalli vivi e carni equine, ferme restando le diverse disposizioni al riguardo a seconda della provenienza da Paesi terzi ovvero comunitari, evidenzio che il nostro Paese, per rendere più efficaci i controlli, fin dal 1993 si è dotato di particolari uffici veterinari per gli adempimenti comunitari (unici nel panorama europeo) che, attraverso specifiche disposizioni e sistemi informativi nazionali, garantiscono le attività di controllo veterinario sugli animali e i prodotti di origine animale di provenienza comunitaria nonché la loro tracciabilità.
  In ogni caso, le attività di controllo poste in essere in Italia sono predisposte nel solco delle disposizioni comunitarie e, pertanto, non possono dar luogo a provvedimenti unilaterali in contrasto con i Trattati europei e la relativa normativa settoriale.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

equino

prodotto alimentare

protezione del consumatore

frode

rischio sanitario

sequestro di beni

contraffazione

consumo alimentare

lotta contro la criminalita'