ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18403

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 883 del 08/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: BUSTO MIRKO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/11/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2017
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2017
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2017
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2017
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 08/11/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 10/11/2017

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18403
presentato da
BUSTO Mirko
testo presentato
Mercoledì 8 novembre 2017
modificato
Venerdì 10 novembre 2017, seduta n. 884

   BUSTO, DAGA, DE ROSA, MICILLO, TERZONI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   gli incendi che hanno colpito il Piemonte, con particolare riguardo alla Val Susa, la Val Chiusella, il Cuneese e il Biellese hanno procurato una devastazione di habitat naturali e boschivi e degli stessi centri abitati, con il risultato di migliaia di persone sfollate dalle proprie case;

   il perdurare degli incendi per ben tre settimane non costituisce un caso isolato nell'anno in corso, vista l'emergenza estiva avvenuta in Sicilia, Abruzzo e Campania, tale da procurare la distruzione di 146.000 ettari di boschi con danni enormi per gli ecosistemi e gli animali e con effetti disastrosi sul clima e sul fragile assetto idrogeologico del nostro Paese. Gli stessi sindacati dei vigili del fuoco in una loro nota stampa parlano di una situazione drammatica e denunciano come l'assenza del Corpo forestale abbia portato l'Italia indietro di 40 anni nella prevenzione e nel contrasto agli incendi boschivi;

   la gravità del fenomeno, 5.000 ettari di territorio piemontese distrutto, peggiora la già compromessa situazione della qualità dell'aria piemontese – a Beinasco sono stati registrati 354 microgrammi al metro cubo, 7 volte la soglia massima, di Pm 10 – tanto da poter parlare di una vera e propria emergenza sanitaria;

   la matrice degli incendi è in buona parte dolosa, al punto che in alcuni casi sono stati già rintracciati i responsabili degli atti criminosi e stessi inneschi, ma non può essere esclusa una cattiva gestione politica dell'intero territorio, con la complicità della cattiva gestione nazionale e della dismissione del Corpo forestale dello Stato;

   ad aggravare la situazione e il pericolo per l'incolumità pubblica e per le persone ha partecipato il perdurare della stagione venatoria, con i cacciatori che inseguivano gli animali in fuga dalle fiamme;

   il sollecito delle associazioni ambientaliste per la tutela della fauna selvatica e degli ambienti naturali è nella direzione della sospensione della stagione venatoria, che già non avrebbe neppure dovuto essere aperta date le condizioni di stress ambientale che perdurano ormai da tutta l'estate. Intanto, una delibera regionale ha sospeso l'attività venatoria fino alla fine del mese di novembre 2017 nei comparti alpini colpiti dagli incendi e una sospensione fino al 10 novembre nelle aree limitrofe. Si ricorda inoltre che la regione dovrebbe individuare le zone da escludere dall'esercizio venatorio per 10 anni, come da articolo 10 della legge n. 353 del 2000;

   le misure attuate per il blocco dell'attività venatoria non risultano agli interroganti sufficienti ad affrontare la situazione piemontese. A tal proposito gli interroganti avevano presentato la risoluzione n. 7-01336 e la mozione 1-01675, in accordo con le associazioni, per sospendere la stagione venatoria almeno per l'anno in corso e per le zone maggiormente interessate dagli incendi. Nonostante gli appelli e le raccomandazioni dello stesso Ispra la stagione venatoria è stata invece anticipata al 2 settembre in tutte le regioni italiane;

   nel testo della risoluzione, così come nell'interrogazione n. 5-12453, era stato sollevato il problema del mancato aggiornamento dei piani faunistici, da farsi ogni 5 anni, così come disposto dalla legge n. 157 del 1992. Con particolare riguardo al Piemonte, sembra che la regione non abbia concluso l’iter di aggiornamento iniziato nel 2013 –:

   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative per istituire un fondo di solidarietà nazionale per le criticità che riguardano persone e animali, e un piano di emergenza per il ripristino degli equilibri eco-sistemici e faunistici compromessi;

   quali iniziative il Governo intenda promuovere, per quanto di competenza, per la valutazione della qualità dell'aria e l'attivazione di misure volte alla tutela della popolazione residente nelle aree adiacenti agli incendi;

   se il Governo non intenda assumere iniziative in tutte le sedi competenti affinché venga sospesa l'attività venatoria in Piemonte per l'anno 2017/2018, al fine della tutela degli habitat e dell'incolumità pubblica;

   se il Governo non intenda assumere le iniziative di competenza per l'aggiornamento dei piani faunistici venatori, previsto ogni cinque anni dalla legge n. 157 del 1992, in base a valutazioni scientifiche sullo stato di salute degli habitat e delle varie specie.
(4-18403)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-18403
presentata da
BUSTO Mirko

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa alle problematiche conseguenti agli incendi che hanno interessato la regione Piemonte, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Si fa presente, in via preliminare, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha diretta competenza in materia di incendi per i piani anti incendi boschivi (o piani AIB) delle aree protette statali (parchi nazionali e riserve naturali statali), in attuazione dell'articolo 8, comma 2, della legge n. 353 del 2000, col supporto degli enti gestori di tali aree protette che curano in modo particolare la «previsione» e la «prevenzione» degli incendi boschivi.
  Sul resto del territorio c'è la diretta competenza delle regioni per la programmazione e pianificazione AIB su tutto il territorio di relativa pertinenza, nonché per la lotta attiva, anche all'interno delle suddette aree protette statali (articolo 7 e articolo 8 comma 4 della stessa legge n. 353 del 2000).
  Ad ogni modo, si fa presente che il Ministero dell'ambiente, nell'urgenza degli incendi in Val di Susa ha interessato il capo dipartimento della protezione civile con nota del 27 ottobre 2017, al fine di mettere in atto ogni forma di collaborazione e sinergia per un efficace contrasto agli incendi boschivi.
  Per quanto riguarda la protezione della fauna, il divieto di caccia previsto dall'articolo 10 della legge n. 353 del 2000 entra in vigore sulle aree che risultano dal «Catasto delle aree percorse dal fuoco», la cui pubblicazione annuale è a cura del singolo comune, il quale ha sistematicamente a disposizione
on line tutti i perimetri degli incendi boschivi su cartografia informatizzata e georiferita, realizzata prima da parte del corpo forestale dello Stato ed ora dai carabinieri-forestali del Cutfaac in attuazione del decreto legislativo n. 177 del 2016.
  Si ricorda, inoltre, che la sospensione dell'attività venatoria per calamità naturali o altre situazioni che potrebbero compromettere la tutela della fauna selvatica, rientra tra le competenze regionali, come stabilito dall'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, che norma le modalità con cui le regioni devono intervenire in contesti del genere.
  Al riguardo, Ispra, con nota del 25 agosto 2017, sulle «limitazioni dell'attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il Paese», richiamando quanto previsto dalla legge n. 157 del 1992, articolo 19, comma 1, ha consigliato alle regioni di adottare alcune misure da valutare caso per caso e, in alcune circostanze, in funzione del permanere delle condizioni climatiche critiche.
  La legge n. 157 del 1992, all'articolo 14, comma 7, prevede altresì che le «regioni provvedono ad eventuali modifiche o revisioni del piano faunistico venatorio e del regolamento di attuazione con periodicità quinquennale».
  Sulla questione, la regione Piemonte ha fatto presente che, a seguito dei gravi incendi boschivi che hanno flagellato varie zone del territorio piemontese la Giunta Regionale in data 27 ottobre 2017, con deliberazione n. 29-5843, ai sensi dell'articolo 2 della legge nazionale n. 157 del 1992, secondo cui «L'esercizio dell'attività venatoria è consentito purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole.» ha deciso di sospendere temporaneamente l'esercizio dell'attività venatoria per la stagione 2017/2018, nelle aree interessate dagli incendi, da individuarsi, stante l'urgenza della situazione e l'evolversi continuo del fenomeno, con apposito provvedimento del dirigente del settore conservazione e gestione della fauna selvatica e acquacoltura, sulla base delle segnalazioni/richieste formulate dagli ambiti territoriali di caccia (ATC) e dei comprensori Alpini (CA).
  La regione ha evidenziato, altresì, che, considerato che la situazione incendi risultava ben più estesa e preoccupante rispetto alle segnalazioni pervenute, la giunta regionale, in virtù dell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992 che recita: «1. Le regioni possono vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica di cui all'articolo 18, per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità.», con Deliberazione n. 1-5855 del 31 ottobre 2017, ha statuito, dopo aver sentito le amministrazioni provinciali e la città metropolitana di Torino, di sospendere temporaneamente la caccia nei sottoindicati territori come di seguito specificato:

   
   CACN2 e CACN4 e nelle aziende agri-turistico-venatorie e faunistico-venatorie presenti nei relativi territori, fino al 30 novembre 2017 stante il fatto che tali territori sono direttamente interessati da vari incendi;

   CATO1, CATO3, CATO5 e nelle aziende agri-turistico-venatorie e faunistico-venatorie presenti nei relativi territori fino al 30 novembre 2017 stante il fatto che tali territori sono direttamente interessati da vari incendi;

   CATO2, CATO4, ATCTO1, ATCTO2, ATCTO3, e nelle aziende agri-turisticovenatorie e faunistico-venatorie presenti nei relativi territori, fino al 10 novembre 2017, quali aree confinanti indicate dalla Città Metropolitana di Torino, per le quali risulta opportuno creare una fascia di sicurezza.

  Successivamente in data 17 novembre 2017, con provvedimento n. 17-5930 la giunta regionale, vista la nota del settore protezione civile della regione n. 54320 del 14 novembre 2017, con la quale vengono indicati i Comuni interessati dagli incendi nei quali sono stati effettuati interventi da parte delle squadre AIB, con la specificazione di quelli maggiormente colpiti nel cui elenco compaiono tutti quelli indicati dalla città metropolitana; visti i bollettini meteorologici Arpa, consultabili direttamente on-line, che evidenziano condizioni di tempo spiccatamente autunnale sul Piemonte, con neve sulle Alpi e piogge in pianura e con una situazione meteo invariata per i prossimi giorni e ritenuto pertanto che non vi sono più gli elementi d'urgenza e di pericolo per la fauna selvatica, ha deliberato di sospendere l'attività venatoria nelle aree e nei comuni, come di seguito indicati, oltre il 30 novembre 2017 e fino alla formale definizione delle perimetrazioni di cui alla legge nazionale n. 353 del 2000 o salvo diversa destinazione del territorio da parte della provincia, nell'ambito del Pfvp:

   In provincia di Cuneo: CACN2 «Valle Varaita», Comune di Bellino; Comune di Casteldelfino, Comune di Pontechianale; CACN4 «Valle Stura» – settore Sambuco/Pietraporzio; CACN4 «Valle Stura» – settore Fedio/San Maurizio/Trinità.

   In provincia di Torino: in tutto il territorio dei comuni di Bussoleno, Caprie, Cumiana, Giaveno, Locana, Mompantero, Novalesa, Perrero, Ribordone, Roure, Rubiana, Sparone, Traversella, Pramollo, Chianocco, Venaus, Susa, Vistrorio, Rueglio, Cantalupa e Frossasco limitatamente ai territori ricadenti nella zona alpi di cui ai comprensori alpini interessati (CATO 1, CATO 3, CAT05) .

  Con il predetto provvedimento di giunta, la regione ha stabilito inoltre che, per quanto riguarda l'attività venatoria nelle Afv e Aatv, valgono i principi e le limitazioni territoriali già previsti; l'attività di addestramento e allenamento cani, sempre al fine della tutela della fauna selvatica già provata dalle avverse condizioni atmosferiche siccitose prima e dagli incendi dopo, è da intendersi sospesa in tali aree; di dare atto che in tutte le altre aree non indicate nei punti precedenti l'attività venatoria può riprendere.
  A ciò si aggiungono le numerose ordinanze sindacali di chiusura della caccia emesse dai sindaci per motivi di sicurezza e il coordinamento con le amministrazioni provinciali, la città metropolitana di Torino, il corpo forestale dei carabinieri e la protezione civile, al fine di valutare su tutto il territorio piemontese le varie situazioni di criticità per l'adozione di ulteriori provvedimenti di limitazione o chiusura dell'attività venatoria.
  In merito a quanto previsto dall'articolo 10 dalla legge n. 353 del 2000, la regione Piemonte ha rappresentato di aver richiesto, in data 9 novembre 2017, al corpo forestale dello Stato notizie certe sui tempi delle perimetrazioni delle aree interessate dal fuoco e di aver richiesto alla direzione regionale protezione civile un elenco ufficiale dei comuni interessati dai vari incendi con l'indicazione di quelli maggiormente colpiti.
  In merito alla situazione del Piano-faunistico-venatorio regionale, sempre secondo quanto riferito dalla regione, la giunta regionale con deliberazione n. 21-6368 del 17 settembre 2013 ha approvato: la proposta di piano-faunistico-venatorio regionale; il rapporto ambientale e la valutazione di incidenza e il piano di monitoraggio del piano-faunistico-venatorio regionale; la dichiarazione di sintesi.
  Attualmente i documenti sopraccitati si trovano presso il consiglio regionale per la loro approvazione definitiva.
  La regione ha, infine, comunicato che in data 22 novembre 2017, la terza commissione consiliare ha approvato il disegno di legge n. 182, presentato dalla giunta regionale, in materia faunistico-venatoria, che prevede nuove disposizioni per l'approvazione del piano faunistico-venatorio regionale.
  A quanto fin qui esposto si aggiunga che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sta attivando una apposita azione a livello nazionale per favorire il recupero delle aree percorse dal fuoco, con specifico finanziamento pubblico, mediante un apposito programma.
  Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura che il Ministero continua a svolgere le proprie attività di monitoraggio e sollecito, senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

regolamentazione della caccia

incendio

protezione dell'ambiente