ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18162

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 871 del 16/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 16/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 16/10/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 16/10/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18162
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Lunedì 16 ottobre 2017, seduta n. 871

   PRODANI e RIZZETTO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il presidente di Netcomm Roberto Liscia, in occasione del Netcomm Forum 2017, ha spiegato che in Italia è «in atto un cambiamento sistemico di acquisto e offerta che coinvolge alcuni fattori importanti del commercio elettronico. Il digitale (...) intride moltissimi aspetti della vita quotidiana del consumatore. Nel 2016 sono stati acquistati nel mondo beni e servizi online per circa 2.600 miliardi di euro, registrando una crescita del 17 per cento rispetto al 2015 e i consumatori che acquistano online hanno raggiunto la quota di 1,4 miliardi»;

   la rivista online Wired.it, nell'articolo del 3 maggio 2017, ha riportato il quadro emerso dai dati presentati dall'Osservatorio eCommerce B2C (School of management del Politecnico di Milano e Netcomm) nell'ultima edizione del Forum menzionato, e ha evidenziato come in Italia «(...) tra il 2015 e il 2016 le vendite online siano aumentate». Tuttavia, «confrontando la situazione con le abitudini di acquisto di altri paesi europei, emerge che il commercio elettronico in Italia non è ancora così diffuso»;

   il sito www.insidemarketing.it ha evidenziato come «le cause del ritardo italiano siano molteplici e tutte legate ad un ecosistema digitale poco sviluppato. I sistemi di eCommerce, infatti, sono diffusi soprattutto in paesi con un alto tasso di ricerca e sviluppo, un elevato numero di brevetti e competenze digitali molto avanzate. Inoltre, bisogna tener conto che in Italia esiste un contesto legale e fiscale poco incentivante (...)»;

   durante l'11° Consumer & Retail Summit de Il Sole24Ore svoltosi a Milano il 3 ottobre 2017, analisti ed esperti del settore hanno delineato il quadro sull'andamento del retail 4.0;

   Alessio Agostinelli, partner e managing director di The Boston Consulting group (BCG), nel corso dell'evento, ha affermato «l'era digitale è un'opportunità per i retailer tradizionali. L'onda del commercio elettronico viene alimentata anche dall'evoluzione tecnologica. Oggi in Italia il peso dei commercio online è solo il 2,8 per cento del totale ma si stima che arrivi al 7,3 per cento entro il 2021»;

   le aziende italiane, nonostante stiano sperimentando sempre di più le vendite online, risultano limitate rispetto ai Paesi europei. Nello specifico «il Regno Unito si colloca al 15,5 per cento per quanto riguarda il peso delle vendite online, la Francia al 10,2 per cento, la Germania al 9,9 per cento. Prima dell'Italia, ci sono anche la Spagna al 4,2 per cento e la Grecia al 3,5 per cento. Tuttavia la frammentazione della rete commerciale, con 750 mila negozi in sede fissa e oltre 200 mila ambulanti, giustificano il “ritardo” italiano, soprattutto nel settore alimentare»;

   grazie all'utilizzo del digitale si accorciano, inoltre, i tempi per coinvolgere un numero elevato di utenti. A riguardo il report di Bcg ha spiegato che «alcune aziende importanti del web hanno raggiunto 50 milioni di utenti con una rapidità elevata. Facebook, ad esempio, ha impiegato 3,5 anni, Aol 2,5 anni e Whatsapp meno di 2 anni. Il dato diventa significativo se paragonato ai 75 anni impiegati dalle compagnie telefoniche o ai 38 di quelle televisive per raggiungere lo stesso identico risultato»;

   inoltre, in Italia l’e-commerce appare un fenomeno trasversale che non coinvolge tutti i settori allo stesso modo. «Se nell'ambito dei prodotti alimentari lo scetticismo prevale sulla curiosità, nel settore dell'elettronica, invece, si registrano aumenti significativi»;

   tuttavia, «un aumento delle vendite online non sempre equivale a maggiori ricavi. Un caso esemplificativo è quello che riguarda MediaWorld: nel primo semestre dell'anno fiscale 2016/17 i prodotti acquistati online sono cresciuti del 45 per cento mentre quelli venduti nel negozio fisico sono diminuiti del 3 per cento. Dati che si tramutano in un -1,5 per cento dei ricavi complessivi. (...) Le aziende, per avere successo, devono trovare la giusta combinazione tra l'offerta virtuale e offerta fisica (...)» –:

   quali iniziative intenda promuovere per garantire e incrementare lo sviluppo dell’e-commerce;

   quali strumenti intenda utilizzare per ridurre il digital divide tra l'Italia e i Paesi europei e consentire lo sviluppo nel commercio elettronico delle aziende italiane.
(4-18162)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

commercio elettronico

acquisto

beni e servizi