ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17804

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 850 del 14/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: DURANTI DONATELLA
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 14/09/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PIRAS MICHELE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017
MARTELLI GIOVANNA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017
NICCHI MARISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017
MURER DELIA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017
LACQUANITI LUIGI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017
FOSSATI FILIPPO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017
SANNICANDRO ARCANGELO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017
MATARRELLI TONI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017
BOSSA LUISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 14/09/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14/09/2017
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14/09/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/10/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17804
presentato da
DURANTI Donatella
testo di
Giovedì 14 settembre 2017, seduta n. 850

   DURANTI, PIRAS, MARTELLI, NICCHI, MURER, LACQUANITI, FOSSATI, SANNICANDRO, MATARRELLI e BOSSA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la Libia, quarto Paese africano per estensione, ad oggi – come noto – presenta circa duecentomila combattenti divisi in 230 milizie, 140 tribù e due governi rivali, che compongono quello che comunemente viene definito il «caos libico». Le milizie, peraltro, controllano una buona parte del territorio e di fatto rappresentano un pezzo costitutivo del paese;

   come si apprende da diverse testate giornalistiche, oltre che dalle denunce di organizzazioni non governative come Medici Senza Frontiere e dalla inchiesta di Associated Press, la situazione in Libia si è ulteriormente deteriorata – con particolare riferimento al rispetto dei diritti umani – immediatamente dopo il blocco delle partenze verso le coste europee, che vede come fulcro il cosiddetto «decreto Minniti» ed il codice di comportamento per le organizzazioni non governative impiegate nel soccorso in mare;

   emblematica è la storia raccontata dal Corriere.it, sul personaggio di Ahmad Dabbashi, che era un facchino nel 2010 ed è divenuto, nel giro di pochi anni, una delle figure più temute della Tripolitania occidentale, in qualità di organizzatore – con la sua milizia – di tratta di esseri umani. Lo stesso Dabbashi, in seguito al blocco delle partenze di cui sopra – ed in base a quanto denunciato da Reuters ed Associated Press – si sarebbe «riconvertito», da principe degli scafisti a collaboratore di primo piano per il blocco dei flussi migratori. Secondo il servizio di intelligence della polizia locale, inoltre, Dabbashi avrebbe ultimamente ricevuto almeno 5 milioni di euro dall'Italia con la piena collaborazione del Premier del Governo di unità nazionale riconosciuto dall'Onu, Fayez Sarrj;

   i risultati del blocco delle partenze sono sotto gli occhi di tutti. Il traffico dalla Libia è praticamente fermo ed il ruolo di Dabbashi è garanzia per questo. Come si legge sempre dalle testimonianze ricevute, «tanto erano efficienti nel traffico di esseri umani, tanto lo sono oggi nel bloccarlo. Sino ai primi del luglio scorso si erano assicurati l'80 per cento delle partenze dalle nostre coste, un affare milionario. Il loro slogan presso gli africani era che si doveva pagare tanto, almeno 1.000 dollari a testa, ma i loro trasporti erano i più certi. Crediamo avessero contatti anche con organizzazioni criminali italiane. Oggi sono attenti ad attuare i blocchi delle partenze già a terra, il lavoro dei guardiacoste libici serve ormai a poco o nulla»;

   nel contempo, oltre 30 mila persone sono bloccate nella regione, andando ad incancrenire la situazione di quelli che sarebbero definiti campi, ma che, per le associazioni umanitarie sarebbero più definibili come lager (in quello di Triqsiqqa, ad esempio, sono presenti oltre 1.000 migranti di cui almeno 120 donne), in cui «le persone vengono ammassate in spazi angusti e senza ventilazione, gli uomini spesso costretti a correre nudi fino allo sfinimento e le donne ripetutamente violentate» (denuncia di Medici senza frontiere) –:

   se il Governo non intenda immediatamente chiarire il ruolo avuto nelle trattative – economiche e non – intraprese con milizie libiche nell'ottica del blocco degli sbarchi, che, per gli interroganti, non dovrebbero essere più intraprese in assoluto nell'immediato futuro.
(4-17804)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

traffico di persone

diritti umani

traffico illecito