ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17110

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 822 del 28/06/2017
Firmatari
Primo firmatario: FRACCARO RICCARDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/06/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 28/06/2017
Stato iter:
06/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/10/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/10/2017

CONCLUSO IL 06/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17110
presentato da
FRACCARO Riccardo
testo di
Mercoledì 28 giugno 2017, seduta n. 822

   FRACCARO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nel periodo compreso fra il maggio del 2010 e l'aprile 2012 il dipartimento di bioscienze dell'università degli studi di Parma ha prodotto lo studio intitolato «Indagini ecologiche sul lago d'Idro». La ricerca è stata sviluppata su commissione dell'amministrazione regionale lombarda nel quadro del progetto europeo Silmas «Strumenti sostenibili per la gestione dei laghi nello spazio alpino» sotto la responsabilità del professor Pierluigi Viaroli e pubblicata il 17 maggio 2013;
   lo studio affronta nel dettaglio le criticità in ordine alla gestione delle acque del lago e all'incidenza della stessa sui processi ecologici e sulla qualità delle acque e, di riflesso, sugli usi della risorsa idrica e dell'ecosistema lacustre. Lo studio rileva che, anche in relazione agli scenari del cambiamento climatico per il sistema alpino in cui è inserito il lago la gestione del lago d'Idro, si deve affrontare una serie di problemi, dei quali i più rilevanti sono al momento di difficile soluzione. Infine, di fronte a un sistema decisionale articolato e complesso che richiede un quadro costantemente aggiornato di conoscenze sull'evoluzione dell'ecosistema lacustre e del suo bacino imbrifero a supporto della gestione e delle politiche di governo del territorio, conclude che si debba stabilire un piano di indagini di lungo termine e l'attivazione di un osservatorio scientifico permanente a servizio del sistema decisionale;
   la Rete italiana per la ricerca ecologica di lungo termine (LTER-Italia) è una rete di siti terrestri, d'acqua dolce, di acque di transizione e marine, sui quali si conducono ricerche ecologiche su scala pluridecennale. Alla rete appartengono 25 siti (al 2015), distribuiti su tutto il territorio nazionale, gestiti dai principali enti di ricerca, università e istituzioni che si occupano di ricerca e monitoraggio ecologici in Italia. Per affinità geografica, oltre alle organizzazioni di carattere nazionale e internazionale, si segnalano Arpa Lombardia, provincia autonoma di Trento e fondazione Edmund Mach;
   l'assessore all'ambiente, energia e sviluppo sostenibile della regione Lombardia, Claudia Maria Terzi, nella risposta all'interrogazione ITR 2962 presentata il 21 marzo 2017 sottolinea come già alcuni grandi laghi lombardi come il lago di Garda, il lago Maggiore, il lago di Como e il lago d'Iseo fanno parte della rete Lter, che l'aggiunta di ulteriori siti dovrebbe essere proposta da un ente di ricerca e che la regione potrebbe, nel caso, promuovere l'iniziativa;
   l'assessore sottolinea altresì che su impulso degli enti locali è possibile valutare l'istituzione di un osservatorio del lago, sulla scorta di quanto fatto ad esempio sul lago di Varese;
   infine, a margine di quanto sopra, l'assessore ricorda che nella seduta del 29 maggio 2017 la giunta regionale lombarda ha approvato la delibera di affidamento ad Aipo delle funzioni di regolatore della gestione del lago d'Idro e del bacino del fiume Chiese e che, venendo incontro alla richiesta della provincia autonoma di Trento, con successiva deliberazione verrà altresì costituito un Comitato di indirizzo paritetico, che supporterà il regolatore nell'esercizio delle sue funzioni –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti indicati in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere per favorire l'inserimento del lago d'Idro nella rete dei siti Lter e per recepire le raccomandazioni dello studio Silmas in ordine alla costituzione di un osservatorio scientifico permanente;
   se il Governo intenda assumere ogni iniziativa di competenza per favorire la presenza, negli enti e negli organismi che svolgono funzioni di indirizzo e coordinamento in tema di risorse idriche e monitoraggio ecologico, di rappresentanti delle associazioni riconosciute a livello locale per l'attività svolta nell'ambito della tutela dell'ambiente. (4-17110)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 865
4-17110
presentata da
FRACCARO Riccardo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, per quanto di competenza, si rappresenta quanto segue.
  Si fa presente, in via preliminare, che la Rete italiana per la ricerca ecologica di lungo termine (Lter-Italia) è una rete di siti terrestri ed acquatici distribuiti su tutto il territorio nazionale, sui quali si conducono ricerche ecologiche su scala pluridecennale.
  Detti siti sono gestiti dai principali enti di ricerca, università e istituzioni che si occupano di ricerca e monitoraggio ecologici in Italia, tra i quali l'Ismar-Cnr.
  Lo statuto Lter disciplina le modalità di adesione alla rete di nuovi siti attribuendo la formulazione dell'istanza agli Enti territorialmente competenti.
  Per quanto riguarda il lago d'Idro, lo stesso è stato oggetto di attenzione da parte della regione Lombardia anche negli anni successivi allo studio effettuato all'interno del progetto europeo Silmas. L'attività di studio e approfondimento delle conoscenze sul lago è infatti proseguita, attraverso la sottoscrizione di un apposito accordo di collaborazione con l'università di Parma. Oggetto dell'accordo è stato il monitoraggio delle acque del lago e dei tributari negli anni 2013 e 2014.
  Secondo quanto riferito dalla regione, l'approfondimento di alcuni aspetti legati alle pressioni maggiormente gravanti sul lago hanno confermato la situazione critica già evidenziata nello studio precedente. Viene fatto, altresì, presente che con particolare riferimento alle verifiche sulle attività di acquacoltura, sono stati valutati i dati di monitoraggio allo scarico delle due attività presenti sul territorio regionale, dai quali non sono mai emersi superamenti dei limiti di concentrazione allo scarico imposti dalle autorizzazioni provinciali. Tuttavia, benché le concentrazioni di azoto e fosforo negli scarichi rispettino i limiti tabellari, gli elevati volumi scaricati determinano comunque carichi significativi di nutrienti sversati nei tributari o nel lago.
  Attualmente gli uffici della giunta regionale stanno valutando l'opportunità di prevedere disposizioni specifiche per gli impianti di acquacoltura, finalizzate anche all'adozione di buone pratiche, atte a limitare lo sversamento di elevati quantitativi di nutrienti nei recettori.
  Oltre che dalle azioni sugli impianti di acquacoltura, la riduzione dell'immissione di nutrienti passa anche dal controllo delle fonti diffuse (soprattutto agricole) e di quelle puntuali, per lo più di origine civile.
  A tale proposito si evidenzia che il bacino drenante al lago d'Idro risulta complessivamente di 617 chilometri quadrati; circa il 66 per cento del territorio è in provincia di Trento e il restante 34 per cento in territorio lombardo.
  Relativamente ai reflui zootecnici, dai bilanci effettuati dallo studio sopra citato, emerge come circa 56 tonnellate di fosforo all'anno e 311 tonnellate di azoto all'anno sono in eccesso rispetto al fabbisogno delle colture e formano un
pool latente nel suolo. Il destino di tale surplus non è facilmente stimabile e non si può escludere che parte di esso possa confluire nel reticolo idrografico come carico diffuso, che risulta inoltre di difficile quantificazione. Questo rischio aumenta significativamente quando i reflui sono conservati in modo inappropriato nelle vicinanze dei corpi idrici e senza un'adeguata impermeabilizzazione dei suoli e/o con misure di contenimento. In questi casi il dilavamento dovuto alle acque meteoriche favorisce un rapido trasferimento di elevate quantità di nutrienti nelle acque superficiali.
  Relativamente ai reflui di origine civile le stime effettuate indicano un carico totale di circa 12 tonnellate di fosforo all'anno e circa 82 tonnellate di azoto all'anno. Di queste, buona parte vengono trattate all'interno degli impianti di depurazione presenti nel bacino del lago.
  In merito alla metodologia utilizzata per gli studi sul lago, si precisa che lo studio realizzato all'interno del progetto Silmas proponeva l'utilizzo di modelli quantitativi (
ecological network analysis) per valutare il ciclo dei nutrienti (azoto e fosforo) all'interno del lago, e l'utilizzo di modelli qualitativi per identificare le principali componenti dell'ecosistema lacustre in relazione alle variazioni dei livelli idrometrici, in modo da mettere a sistema le conoscenze e i dati esistenti sul lago.
  Sempre la Regione ritiene poco perseguibile, a causa della mole di dati necessari e della bassa affidabilità dei risultati, utilizzare modelli quantitativi per prevedere le eventuali risposte dell'ecosistema a variazioni di livello delle acque del lago. Le variabili da quantificare avrebbero infatti un'elevata aleatorietà, dato l'ampio intervallo di confidenza applicabile nella loro stima.
  Come evidenziato nell'interrogazione, relativamente alle indagini a lungo termine sullo stato del lago d'Idro, lo stesso (come peraltro gli altri principali laghi lombardi inseriti nel piano di gestione del Po e nel piano di tutela delle acque regionali) è inserito nella rete di monitoraggio lombarda gestita da ARPA Lombardia ed è pertanto già oggetto di monitoraggio dei principali elementi di qualità, così come definiti dalla normativa nazionale.
  In merito alla proposta di costituzione di un osservatorio scientifico permanente, quella contenuta nella conclusione dello studio prendeva come esempio la Rete italiana per la ricerca-eologica di lungo termine (Lter-Italia) che è una rete di siti terrestri, d'acqua dolce, di acque di transizione e marine, sui quali si conducono ricerche ecologiche su scala pluridecennale, distribuiti su tutto il territorio nazionale, gestiti dai principali enti di ricerca, università e istituzioni che si occupano di ricerca e monitoraggio ecologico in Italia. Di questa rete fanno parte già alcuni grandi laghi lombardi come il lago di Garda, il lago Maggiore, il lago di Como e il lago d'Iseo. L'aggiunta di ulteriori siti dovrebbe essere proposta da un ente di ricerca; la regione Lombardia potrebbe, nel caso, promuovere l'iniziativa.
  Su impulso degli enti locali è possibile inoltre valutare l'istituzione di un osservatorio del lago, sulla scorta di quanto fatto ad esempio sul lago di Varese.
  A tale scopo, nella seduta del 29 maggio 2017 la giunta regionale ha approvato la delibera di affidamento ad Aipo delle funzioni di regolatore della gestione del lago d'Idro e del bacino del fiume Chiese. Si segnala peraltro che è in corso un'interlocuzione con la provincia autonoma di Trento, finalizzata alla definizione della composizione del comitato di indirizzo paritetico, che supporterà Aipo come regolatore del lago d'Idro, e di criteri generali cui dovrà ispirarsi l'attività del regolatore stesso. A tale riguardo, regione Lombardia segnala che è in corso l'interlocuzione con la provincia autonoma di Trento, finalizzata alla definizione della composizione del comitato di indirizzo paritetico, che supporterà Aipo come regolatore del lago d'Idro, nonché dei criteri generali cui dovrà ispirarsi l'attività del regolatore stesso.
  In ogni caso, si evidenzia che questo Ministero monitora costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore, valutando il raggiungimento delle finalità degli atti normativi, nonché gli effetti prodotti su cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
  L'analisi richiede il ricorso alla consultazione dei diversi portatori di interessi, in modo da raccogliere dati e opinioni da coloro sui quali la normativa in esame ha prodotto i principali effetti.
  Lo scopo è quello di ottenere, a distanza di un certo periodo di tempo dall'introduzione di una norma, informazioni sulla sua efficacia, nonché sull'impatto concretamente prodotto sui destinatari, anche al fine di superare le criticità operative che dovessero emergere e valutare possibili revisioni della disciplina in vigore.
  Per quanto di competenza il Ministero continuerà a tenersi informato e a svolgere un'attività di monitoraggio, anche al fine di valutare un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

economia regionale

gestione delle acque

politica del governo