ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16859

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 810 del 07/06/2017
Firmatari
Primo firmatario: CORDA EMANUELA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/06/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 07/06/2017
Stato iter:
02/08/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/08/2017

CONCLUSO IL 02/08/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16859
presentato da
CORDA Emanuela
testo di
Mercoledì 7 giugno 2017, seduta n. 810

   CORDA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   la società Fluorsid s.p.a., società chimica sarda controllata da FluorsidGroup e sita nella zona industriale di Macchiareddu e Assemini, nei pressi di Cagliari, leader mondiale nella produzione di fluoroderivati inorganici, per l'industria dell'alluminio, nonché di anidride e di gesso granulare, è al centro di una vicenda giudiziaria che, oltre a vedere indagati e sottoposti a misure cautelari custodiali i suoi vertici, coinvolge, altresì, altri soggetti, quali dirigenti e dipendenti di società d'appalto esterne;
   le fattispecie di reato contestate, a vario titolo, parrebbero essere l'associazione a delinquere, ex articolo 416 del codice penale e il disastro ambientale, ex articolo 452-quater del codice penale, riconducibili all'inquinamento ambientale derivante dall'attività della società in questione;
   la società è stata compartecipata dalla regione Sardegna e non sono chiari i rapporti tra la regione Sardegna e la società in questione, e i vantaggi per la regione e per i sardi derivanti dalla partecipazione al capitale azionario del Fluorsid s.p.a.;
   nel 1996 la regione Sardegna cedeva la gestione della società all'Ente minerario sardo (EMSA) che acquisiva la quasi totalità dei titoli azionari; tuttavia, l'ente, essendo prossimo alla liquidazione, cedeva, nel 2002, alla regione Sardegna, che acquistava il cento per cento del capitale azionario, la gestione della società;
   nel 2006, a causa di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea che contestava aiuti di Stato alla società di cui si discorre, la stessa veniva messa in liquidazione. Nel 2007 nasceva la società Fluorite di Silius s.p.a., il cui intento era quello di renderla concessionaria dei giacimenti di fluorite. Allo stato, risulta, anch'essa, in liquidazione già da diversi anni;
   l'indagine in corso nasce dalla presentazione di un esposto alla guardia forestale da parte dei veterinari del servizio sanitario nazionale insospettiti dalle morti del bestiame che pascolava non lontano da un sito di lavorazione e produzione del fluoro e derivati della Fluorsid s.p.a.;
   già in precedenza la sezione civile del tribunale di Cagliari aveva condannato la società in questione a risarcire i danni sofferti da alcuni allevatori per la perdita di diversi capi di bestiame ritenendo sussistente il nesso eziologico tra il sorgere della malattia negli animali e le attività della società;
   nell'ordinanza con la quale il giudice delle indagini preliminari (Gip) di Cagliari, dottoressa Cristina Ornano, ha disposto l'applicazione delle misure cautelari, scrive: «a quasi 20 anni dalla condanna nulla è mutato»; a pagina 24 dell'ordinanza di custodia cautelare il Gip scrive: «L'obiettivo perseguito dalla Fluorsid era quello di massimizzare il profitto. E per raggiungere tale risultato i suoi vertici aziendali e i suoi dirigenti, nonché il responsabile delle ditte esterne [...] hanno posto in atto delle modalità dolosamente rivolte ad ottimizzare la produzione a discapito dell'osservanza delle più elementari regole cautelari»;
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e se abbia adottato, o intenda adottare, iniziative, per quanto di competenza, per verificare e approfondire l'entità del danno ambientale, anche promuovendo l'avvio di un tavolo di confronto tra tutte le istituzioni interessate a livello nazionale, regionale e locale, al fine di valutare quali interventi approntare a tutela del patrimonio ambientale e del diritto alla salute dei cittadini residenti. (4-16859)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 agosto 2017
nell'allegato B della seduta n. 847
4-16859
presentata da
CORDA Emanuela

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa all'inquinamento prodotto dalla società Fluorsid s.p.a., società chimica sarda controllata da FluorsidGroup e sita nella zona industriale di Macchiareddu e Assemini, nei pressi di Cagliari, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Secondo quanto riferito dalla regione Sardegna, l'area in questione è da tempo interessata da una attività di monitoraggio delle matrici ambientali, prevista dal piano di gestione delle acque e svolta a cura dell'agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, con il supporto dell'ARPAS. Inoltre l'area di Assemini rientra nella rete di monitoraggio atmosferico regionale, come previsto dalla zonizzazione del territorio e classificazione di zone e agglomerati, mentre l'area dello stagno di Santa Gilla è interessata da attività di controllo da parte delle autorità sanitarie locali per la produzione e commercializzazione dei molluschi bivalvi vivi.
  Si evidenzia, peraltro, che l'area si trova all'interno del sito di bonifica di interesse nazionale del Sulcis Iglesiente Guspinese, per le cui attività di bonifica, imposte al soggetto obbligato, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si avvale dell'ARPAS e dell'ISPRA.
  La predetta attività di monitoraggio ha evidenziato diverse violazioni e criticità, in particolare con riferimento alla gestione dei depositi di rifiuti e degli stoccaggi di materie prime; alla significativa polverosità dello stabilimento pur in presenza di operazioni di bagnatura dei cumuli, evidentemente non sufficienti; agli omessi monitoraggi di emissioni in atmosfera; all'omesso utilizzo dei metodi di riferimento per gli autocontrolli in aria, acqua e acque sotterranee.
  Per quanto riguarda lo stato qualitativo dei suoli, i risultati della caratterizzazione realizzata nel 2012 e 2013 hanno evidenziato, per la matrice suolo e top soil, la conformità alle concentrazioni soglia di contaminazione. Pertanto, la conferenza di servizi decisoria del 22 febbraio 2017, vista la relazione di validazione delle analisi di ARPA Sardegna, ha chiuso il procedimento per la matrice suolo (articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006).
  Con riferimento, invece, allo stato qualitativo della falda, i risultati della caratterizzazione hanno evidenziato superamenti dei limiti per metalli, triclorometano, fluoruri e solfati. Il Piezometro PPZ1 della falda profonda ha mostrato superamenti per Fe, Mn e Tetracloroetilene. Conseguentemente, su richiesta della conferenza di servizi, l'azienda ha attivato le misure di messa in sicurezza d'emergenza della falda, avviando l'emungimento su 4 piezometri. Le attività di controllo delle misure vengono svolte da ARPAS e provincia.
  La conferenza di servizi del 25 ottobre 2016 ha chiesto inoltre, vista la presenza di clorurati nelle acque di falda, di procedere all'elaborazione di un'analisi di rischio sanitaria al fine dell'adozione delle misure di prevenzione per i fruitori dell'area. Sempre su richiesta della predetta conferenza di servizi, in data 13 gennaio 2017 si è svolto un tavolo tecnico dal quale è emerso che «i dati in possesso degli Enti mostrano uno stato qualitativo della falda superficiale (contaminazione per solfati e fluoruri) diverso e non coincidente con quello riscontrato nella falda profonda (clorurati), si può ragionevolmente ritenere che relativamente a processi di migrazione di contaminanti, i due acquiferi alla scala di stabilimento siano due sistemi isolati». Al fine di verificare tale ipotesi, è stato richiesto alla società l'invio dei risultati analitici della faida profonda relativi agli ultimi anni e un monitoraggio della falda, che comprendesse anche i pozzi profondi utilizzati per i processi industriali. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha richiesto, inoltre, alla società di elaborare il necessario progetto di messa in sicurezza operativa della falda. La validazione in campo da parte di ARPAS è prevista entro il mese di giugno 2017.
  In data 22 maggio 2017, la società ha trasmesso una richiesta di proroga dei termini di presentazione del progetto di ulteriori 90 giorni. Il Ministero ha comunicato il diniego a detta richiesta, diffidando l'azienda a trasmettere il progetto. È stata inoltre richiesta la trasmissione, entro 30 giorni dalla notifica della comunicazione, delle risultanze della caratterizzazione dell'area deposito ricadente nel territorio di Assemini località Terrasili, occupata dall'abbancamento di gesso anidro e fanghi fluoritici. La predetta area è stata, peraltro, posta sotto sequestro preventivo dal giudice per le indagini preliminari con ordinanza del 9 maggio 2017 unitamente ai cumuli di materiali di produzione industriale stoccati all'aperto nella parte nord dello stabilimento Fluorsid, in località Macchiareddu.
  Giova, inoltre, segnalare che, secondo quanto riferito dalla regione, è stato costituito un tavolo tecnico permanente composto dall'ARPAS e da tutte le articolazioni tecniche regionali competenti in materia ambientale e di tutela della salute pubblica. Il predetto tavolo tecnico si è riunito il 24 maggio 2017 presso l'assessorato ambientale della regione Sardegna ed ha determinato di iniziare immediatamente un più ampio monitoraggio delle matrici ambientali nei territori coinvolti dalle attività della Fluorsid.
  Si fa presente, altresì, che nel rispetto del principio «chi inquina paga» gli interventi di messa in sicurezza e bonifica sono stati posti a carico della società Fluorsid.
  Occorre, peraltro, evidenziare che gli elementi acquisiti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, unitamente agli esiti degli accertamenti tecnici condotti in ambito giudiziario, verranno trasmessi ad ISPRA per le valutazioni tecniche inerenti il danno ambientale.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si segnala che il Ministero ha già avviato un'interlocuzione con la regione Sardegna per verificare gli approfondimenti tecnici da attivare sul caso e manterrà alta l'attenzione sulla questione.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

procedura CE d'infrazione

degradazione dell'ambiente