ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16605

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 797 del 16/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: SARTI GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/05/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 16/05/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16605
presentato da
SARTI Giulia
testo di
Martedì 16 maggio 2017, seduta n. 797

   SARTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   il territorio della Emilia-Romagna è il primo in Italia sia per numero di concessioni di coltivazione, in terraferma e sul sottofondo marino, con 36 e 39 concessioni, sia per numero di permessi di ricerca in terraferma per quanto riguarda gli idrocarburi, con 31 permessi, a cui si aggiungono 9 permessi nel Mare Adriatico antistante la regione stessa. È, inoltre, il secondo territorio in Italia per concessioni di stoccaggio nel sottosuolo;
   l'attuale giunta dell'Emilia-Romagna ha prestato la propria intesa 8 volte ex articolo 29 del decreto legislativo n. 112 del 1998. Tra queste, il 21 dicembre 2015, per il permesso di ricerca di idrocarburi «Torre del Moro» nella provincia di Forlì-Cesena – società Po Valley Operations LTD a cui, con il decreto ministeriale 8 febbraio 2017, è stato conferito il permesso di ricerca in questione;
   attualmente, sul territorio della regione Emilia-Romagna, sono in corso 9 istanze di permesso di ricerca e 4 di concessione di coltivazione, in terraferma, rendendo circa la metà del territorio regionale potenzialmente interessato da attività antropiche nel sottosuolo;
   dalle risultanze del gruppo di lavoro Ministero dello sviluppo economico-regione Emilia-Romagna per la sicurezza ambientale nell'ambito delle attività antropiche di sottosuolo, emerge quanto segue: «le Società dovranno infatti dimostrare, tramite specificata documentazione, di aver condotto un'attenta caratterizzazione geologica preliminare dell'area, con annesso studio della sismicità locale e storica; particolare attenzione, inoltre, dovrà essere riservata alla caratterizzazione della subsidenza»; nel caso in cui la ricerca dovesse rivelarsi fruttuosa, subentrerebbero ulteriori e maggiori profili di rischio per la salute della popolazione, ben più gravi in termini di inquinamento del suolo, delle acque e dell'aria, nonché conseguenze rilevanti su fenomeni gravi ed irreversibili, già oggi in atto, quali la subsidenza e l'aumento del rischio idrogeologico;
   il canone annuo, legato al permesso di ricerca «Torre del Moro», è inferiore ai 1.000 euro;
   all'interno del perimetro del permesso ricadono aree di riequilibrio ecologico («Pontescolle» e «Parco Naturale del Fiume Savio»);
   gli uffici tecnici dei comuni interessati potranno richiedere polizze fidejussorie a copertura di eventuali danni su infrastrutture pubbliche;
   per l'attività di prospezione è previsto il ricorso all'energizzazione mediante l'utilizzo di autocarri vibroseis, ma non si esclude l'uso di masse battenti e di cariche esplosive;
   nel provvedimento autorizzativo è previsto che il proponente rediga un programma lavori dettagliato con apposite verifiche da parte dei comuni, «con l'indicazione dei tracciati definitivi degli stendimenti e l'ubicazione dei punti di energizzazione»;
   l'esecuzione delle attività previste dal programma lavori è subordinata alla dimostrazione dell'esistenza di tutte le garanzie economiche per coprire i costi di un eventuale incidente, durante le attività, commisurati a quelli derivanti dal più grave incidente nei diversi scenari ipotizzati nell'analisi dei rischi del progetto;
   Po Valley Operations Pty Ltd sembra non avere dubbi sulla fruttuosità della ricerca, come ha annunciato in un comunicato del 3 febbraio 2017;
   la conferenza di servizi, a quanto risulta all'interrogante, non ha svolto approfondimenti per quel che riguarda la fattibilità economica ed ambientale di eventuali infrastrutture per il vettoriamento e trattamento dell'olio;
   il continuo aumento dei permessi di ricerca e prospezione e delle concessioni di coltivazione e stoccaggio, cui è sottoposto il territorio emiliano-romagnolo e di cui il permesso di ricerca «Torre del Moro» rappresenta solo l'ultimo tassello, contrasta con la sua naturale vocazione agroalimentare e turistica, testimoniata dalle 44 certificazioni dop e igp di prodotti (record europeo) e dai 52 milioni di presenze e 11,7 milioni di arrivi (2016) –:
   se non ritenga necessario intervenire per proteggere il territorio della pianura padana, a sud e a nord del Po, dai rischi legati all'accelerazione della subsidenza per estrazioni di idrocarburi, in particolare gassosi;
   se non ritenga necessario assumere iniziative per la creazione di una struttura tecnica che assista i comuni, in particolare quelli di piccole dimensioni, difficilmente dotati delle necessarie professionalità, nei rapporti con le compagnie petrolifere;
   quali siano le risultanze del gruppo di lavoro Ministero dello sviluppo economico – regione Emilia-Romagna, in particolare, se per il permesso di ricerca «Torre del Moro» e, comunque le attività antropiche nel sottosuolo della regione Emilia-Romagna, siano stati svolti approfondimenti di «caratterizzazione geologica preliminare dell'area, con annesso studio della sismicità locale e storica» e particolare attenzione sia stata «riservata alla caratterizzazione della subsidenza».
(4-16605)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sanita' pubblica

sviluppo regionale

denominazione di origine