ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16476

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 789 del 04/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: FANTINATI MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/05/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 04/05/2017
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16476
presentato da
FANTINATI Mattia
testo di
Giovedì 4 maggio 2017, seduta n. 789

   FANTINATI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   come riferisce L'Arena del 27 aprile 2017, nel quartiere veronese di San Michele «le fognature scaricano nel fiume Adige»;
   il quotidiano veronese riferisce di «uno spettacolo impietoso – tra sporcizia e inquinamento, con parte dei liquami che non riescono a raggiungere il depuratore di Basso Aquar, ma interrompono la loro corsa in una vasca di compensazione nella zona dei Molini di San Michele per poi finire in Adige con conseguenze facilmente immaginabili»;
   l'incuria ha, poi, favorito il deterioramento della copertura della vasca dello scarico fognario, ormai marcia, con il rischio reale che possa sprofondare;
   le segnalazioni dei cittadini raccontano che, soprattutto nelle giornate di maltempo, «l'acqua piovana viene convogliata in gran parte nella rete fognaria, si mescola con gli scarichi dei privati e le acque sporche, per poi finire in Adige»;
   quella che si sta delineando ai Molini di San Michele è una situazione di grave degrado cittadino, che ha provocato l'erosione degli argini del fiumiciattolo che porta acqua all'Adige dalla Fonte delle Monache e che, mischiandosi con le acque nere, s'infiltra in profondità e crea danni, non solo in termini d'inquinamento, ma anche per il dissesto idrogeologico che rende pericolosa quest'area per i contadini che con i trattori rischiano di sprofondare;
   a correre gravi rischi è anche un'area, a pochi metri dall'Adige, dove sono custoditi numerosi cavalli;
   si tratta di un'emergenza, dunque, più volte segnalata dai cittadini ad Acque Veronesi, che nei giorni scorsi aveva adottato una soluzione provvisoria, mettendo in sicurezza la copertura della vasca;
   numerose ormai sono le procedure di infrazione europea nelle quali incorre l'Italia a causa della situazione del servizio idrico integrato per quanto riguarda depurazione e fognature, si pensi all'esistenza di scarichi fognari non depurati;
   la normativa di riferimento in materia di trattamento dei reflui è la direttiva 91/271/CEE, recepita dall'Italia con il decreto legislativo 3 aprile del 2006, n. 152 (testo unico ambientale);
   la direttiva prevede che tutti i centri abitati con più di 2.000 abitanti siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e trattamento delle acque reflue, in funzione del numero degli abitanti equivalenti e dell'area di scarico delle acque (area normale o area sensibile);
   per le inadempienze nell'attuazione della direttiva l'Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di giustizia europea, la C565-10 (procedura 2004-2034) e la C85-13 (procedura 2009-2034) e l'avvio di una nuova procedura di infrazione (procedura 2014-2059) –:
   di quali elementi disponga il Governo in merito alla vicenda descritta in premessa;
   considerata l'importanza della tutela dei fiumi, dei laghi e di ogni corso d'acqua, quale iniziative di competenza s'intendano adottare al fine di garantire la corretta applicazione della normativa in materia. (4-16476)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-16476
presentata da
FANTINATI Mattia

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla Regione Veneto, si rappresenta quanto segue.
  Le informazioni riportate dall'interrogante, tratte da fonti di stampa del 27 aprile 2017, riguardano il funzionamento del manufatto sfioratore a servizio di una rete fognaria di tipo misto che raccoglie sia le acque reflue, prodotte dagli insediamenti domestici e produttivi, sia le acque meteoriche e che, secondo quanto previsto dall'articolo 33 delle Norme tecniche di Attuazione del Piano di tutela delle acque della regione Veneto, entra in funzione in caso di eventi piovosi di particolare intensità (rapporto tra portata in tempo secco e portata di pioggia pari ad almeno 1/5).
  La rete fognaria recapita all'impianto «Città di Verona» di via Avesani (nell'interrogazione indicato come Basso Aquar) di potenzialità pari a 410.000 abitanti equivalenti e in grado di trattare adeguatamente i reflui in arrivo dalla rete fognaria afferente, nel rispetto dei limiti fissati dalla normativa comunitaria e nazionale di settore.
  La Regione evidenzia, inoltre, che l'agglomerato di Verona non è oggetto delle procedure di infrazione in materia di acque reflue urbane avviate dalla Commissione europea per la non corretta attuazione della direttiva 91/271/ CEE.
  Sempre secondo quanto riferito dalla regione Veneto, alla data del 24 luglio 2017 erano in corso i lavori di potenziamento dell'impianto di sollevamento in corrispondenza dello sfioro ed era previsto di eseguire la posa di un sistema grigliante in corrispondenza dello sfioro stesso ed una risistemazione del tratto di canale (estesa pari a circa 50 m) di collegamento tra lo sfioro e il fiume Adige.
  Relativamente alla tutela dei fiumi, dei laghi e di ogni corso d'acqua, si rappresenta che il «Piano di gestione» predisposto, con cadenza sessennale, da ciascuna Autorità di bacino distrettuale è lo strumento di pianificazione per poter ottemperare agli obiettivi della direttiva quadro acque 2000/60/CE, direttiva che stabilisce i principi fondamentali della politica sulla gestione e tutela delle acque dell'Unione europea e recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
  Detti obiettivi, basati sui principi di precauzione, azione preventiva, riduzione dell'inquinamento alla fonte e principio «chi inquina paga» comprendono, tra l'altro, la tutela degli ecosistemi acquatici dagli impatti di origine antropica e l'uso razionale delle risorse naturali.
  Recentemente, inoltre, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha istituito un tavolo di lavoro congiunto con le Autorità di bacino distrettuali per supportarle nella revisione dei Piani di gestione in argomento - ciclo 2015-2021- e fornire loro indirizzi generali per la realizzazione dell'attuale quadro pianificatorio.
  Quanto riferito testimonia che le problematiche rappresentate dall'interrogante sono tenute in debita considerazione da parte di questo Ministero, il quale, alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio, nonché a tenersi informato anche attraverso gli altri Enti istituzionali competenti.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento dei corsi d'acqua

trattamento dell'acqua

inquinamento idrico