ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16429

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 786 del 28/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: PALMIZIO ELIO MASSIMO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 28/04/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 28/04/2017
Stato iter:
02/08/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2017
GENTILE ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/08/2017

CONCLUSO IL 02/08/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16429
presentato da
PALMIZIO Elio Massimo
testo di
Venerdì 28 aprile 2017, seduta n. 786

   PALMIZIO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   la cooperativa Unieco, operante principalmente nel settore edilizio, delle costruzioni, immobiliare, ferroviario, ambiente e laterizi, ha risentito della crisi del settore degli ultimi 10 anni, durante i quali circa 66.000 imprese hanno dovuto chiedere i battenti;
   i revisori di Legacoop, già nel 2013, a crisi ampiamente in corso, scrivevano: «Occorre rendere l'azienda meno frammentata, più snella, reattiva alle nuove esigenze del mercato, più flessibile, pronta a reagire ai nuovi posizionamenti e proiettata al rispetto ferreo del piano di risanamento 2014/2016»;
   l'allerta aveva messo in moto per Unieco l'istanza di ammissione al concordato preventivo, primo passo verso la ristrutturazione dei debiti;
   il 29 marzo 2017, però, un'assemblea dei soci e dei lavoratori della cooperativa, al circolo Pigal di Reggio Emilia, annunciava la rinuncia ufficiale alla procedura di concordato preventivo con le banche, nonostante le dichiarazioni succedutesi fino a pochi mesi prima e rilasciate attraverso i comunicati ufficiali dal consiglio di amministrazione;
   la cooperativa edilizia, dopo 113 anni, è avviata verso la liquidazione coatta amministrativa, avendo accumulato più di 600 milioni di euro di debiti e avendo visto fallire i tentativi di ripianamento;
   la procedura di liquidazione, una volta autorizzata, si traduce nel licenziamento immediato di 170 dipendenti, cui si aggiungono altri 170 ex dipendenti, licenziati a febbraio 2017;
   il commissario liquidatore avrà il compito di limitare i danni, provando a spacchettare e vendere i pochi rami d'azienda in attivo, ricollocare quanti più lavoratori possibili e tentare di salvare il prestito sociale (le quote che i soci lavoratori ed ex lavoratori hanno investito in Unieco) che ammonta a circa 10 milioni di euro, risparmiati dai in decenni e che rischiano di sparire;
   si tratta di un tracollo iniziato molti anni fa, per una delle cooperative «rosse» edili più importanti d'Italia, dopo aver raggiunto l'apice a metà degli anni 2000 (quando Unieco poteva costruire e sostenere i costi per una sua palazzina da 12 milioni di euro a due passi dal casello autostradale di Reggio Emilia, con i suoi oltre 1000 dipendenti a pieno regime), con un fatturato che superava regolarmente i 500 milioni di euro fino all'arrivo della crisi del settore;
   ogni tentativo di ripresa si è rivelato inefficace (quando non deleterio). La relazione degli ispettori di Legacoop si è tradotta in una richiesta di liquidazione coatta, per cui si attende solamente il via libera dal Ministero dello sviluppo economico;
   si tratta per l'interrogante di un altro caso di incapacità amministrativa delle grandi cooperative «rosse» dell'edilizia (parallelo a quello della «sorella emiliana» Coopsette), che ha condotto questo colosso, pian piano, al tracollo;
   al dramma economico si unisce il dramma sociale, con migliaia di soci e lavoratori, fornitori delle cooperative, artigiani e piccole imprese che ora vedono svaniti i loro risparmi e le loro speranze di recuperare i crediti che vantano nei confronti di Unieco;
   il sistema di gestione delle cooperative, per anni sventolato come pilastro dell'economia di Reggio Emilia e dintorni è drammaticamente saltato;
   il territorio ed i lavoratori ne escono distrutti –:
   di quali elementi dispongano i Ministri interrogati circa le cause della crisi a giudizio dell'interrogante imputabili alle amministrazioni recenti e passate che hanno sconsideratamente portato al tracollo del colosso edilizio Unieco;
   di quali elementi dispongano circa la situazione della cooperativa, con particolare riguardo all’iter che ha visto il consiglio di amministrazione di Unieco muoversi prima nella direzione del concordato preventivo con le banche e poi rinunciarvi una volta che questo aveva ottenuto l'autorizzazione dal tribunale di Reggio Emilia, decisione che condurrà verosimilmente alla liquidazione coatta della cooperativa;
   se i Ministri interrogati intendano adottare il prima possibile iniziative, volte ad individuare soluzioni di ricollocamento e/o riassunzione delle centinaia di disoccupati che il sistema di gestione cooperativo ha creato. (4-16429)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 agosto 2017
nell'allegato B della seduta n. 847
4-16429
presentata da
PALMIZIO Elio Massimo

  Risposta. — Si risponde rappresentando quanto segue.
  Come noto, la crisi del settore edilizio dell'ultimo decennio ha coinvolto drammaticamente dal punto di vista economico e sociale anche grandi e storiche realtà del mondo cooperativo reggiano, come la Unieco.
  Nello specifico della situazione di crisi della citata cooperativa, si informa che la procedura di liquidazione coatta amministrativa (da ora anche LCA) è stata aperta sul finire del dicembre 2016, su richiesta della Lega Coop in esito alle risultanze della revisione ordinaria svolta dalla medesima associazione nei confronti della cooperativa.
  La Unieco, avuta comunicazione dell'avvio di tale procedimento, ne ha formalmente richiesto ed ottenuto la sospensione dal Ministero dello sviluppo economico nella sua qualità di amministrazione vigilante.
  In attesa della conclusione dell'accordo di ristrutturazione del debito ex articolo 182-bis 1. fall., che, peraltro, non si realizzerà a causa di una tempistica delle trattative incompatibile con quella dello stato di crisi della cooperativa stessa, in data 10 gennaio 2017 è stato depositato il ricorso per concordato preventivo con riserva presso il tribunale di Reggio Emilia.
  Fallita nel frattempo anche l'ipotesi del concordato, in data 24 marzo 2017, l'ente ha comunicato al Ministero dello sviluppo economico di aver presentato al tribunale di Reggio Emilia formale rinuncia alla suddetta istanza concordataria, in ragione della impraticabilità di una ipotesi di piano concordatario senza un investitore terzo.
  Con la medesima nota la Unieco ha chiesto, altresì, di voler riavviare il procedimento di liquidazione coatta amministrativa che era stato, come su detto, sospeso. Conseguentemente, in data 7 aprile 2017, il Ministero dello sviluppo economico, essendocene i requisiti, ha ammesso la Unieco alla riferita procedura concorsuale e nominando commissario liquidatore il dottor Corrado Baldini (decreto ministeriale del 17 aprile 2017, pubblicato in gazzetta ufficiale il 3 giugno 2017).
  Essendo trascorsi solo due mesi dall'apertura della liquidazione coatta amministrativa e dunque dall'insediamento del commissario liquidatore, sono allo stato attuale ancora in corso le attività di verifica ed approfondimento della situazione della società, con particolare riferimento all'attività caratteristica di costruzione, all'attività di gestione del patrimonio immobiliare, all'attività di gestione delle partecipazioni, e soprattutto l'analisi delle cause che hanno portato la società allo stato di crisi insanabile.
  È inoltre ancora in corso l'attività di verifica dei creditori propedeutica alla predisposizione dello stato passivo della procedura. Su tale ultimo punto, che forma oggetto specifico delle richieste contenute nell'atto ispettivo che si riscontra, si fa pertanto riserva di una successiva rispondenza, non senza segnalare, tuttavia che, l'accertamento delle cause dell'insolvenza e delle relative responsabilità, costituisce un preciso onere a carico del commissario liquidatore, anche ai fini dell'adozione delle opportune iniziative recuperatorie e risarcitorie previste dalla normativa concorsuale.
  In merito all'attività svolta dall'insediamento, da quanto riferito dal commissario liquidatore, l'attività iniziale si è concentrata su due principali direttrici: il personale, da un lato, e lo stato dei cantieri in corso, dall'altro. L'obiettivo era di verificare la possibilità di proseguire l'attività caratteristica, anche eventualmente con riferimento ad alcuni cantieri, sia nell'interesse dell'occupazione sia nell'interesse della procedura.
  Da una prima approfondita analisi, si è fin da subito constatata la difficoltà per la procedura di proseguire le attività sui cantieri, a causa della carenza delle disponibilità finanziarie necessarie per soddisfare gli impegni assunti e della ridotta marginalità media stimata sugli stessi.
  A tal proposito, gli uffici del Ministero dello sviluppo economico, hanno inteso sottolineare che, l'eventuale prosecuzione nelle condizioni di incertezza, avrebbe comportato per la procedura e pertanto con potenziale danno per tutti, l'assunzione di debiti da pagare in prededuzione senza avere la ragionevole certezza di conseguire ricavi a copertura degli impegni assunti.
  La procedura ha preso immediatamente contatto con tutti i soggetti coinvolti sui singoli cantieri al fine di evitare la loro interruzione con potenziali danni sia per la procedura medesima sia per l'intero sistema.
  Allo stato attuale stanno proseguendo le interlocuzioni con i committenti e con gli altri operatori coinvolti sui singoli cantieri per gestire al meglio la prosecuzione degli stessi senza che vengano pregiudicate le ragioni e gli interessi di Unieco.
  Inoltre, per quei cantieri che occupavano personale diretto, al subentro di altro operatore è stata incentivata l'assunzione di detto personale.
  Si conferma che la tutela occupazionale ha rappresentato fin da subito una priorità da parte del commissario liquidatore per gli importanti e significativi effetti sociali per l'intero territorio.
  Alla data di apertura della procedura di liquidazione coatta amministrativa risultavano ancora in forza n. 285 dipendenti (n. 225 tra impiegati, quadri e dirigenti e n. 60 operai). Nel corso del mese di aprile e maggio 2017, hanno rassegnato le dimissioni volontarie n. 15 dipendenti.
  Inoltre, nel medesimo periodo sono usciti 68 dipendenti a seguito dell'accordo di mobilità volontaria sottoscritto nel mese di febbraio 2017.
  Pertanto, alla data del 16 maggio 2017 risultavano ancora in forza n. 202 dipendenti (n. 154 impiegati, quadri, dirigenti e n. 48 operai).
  Il commissario liquidatore ha avviato le opportune interlocuzioni con le organizzazioni sindacali al fine di costruire un percorso per la riduzione del personale in esubero con l'obiettivo di minimizzare gli effetti sociali ad esso conseguenti, nel rispetto delle disposizioni previste dalla normativa fallimentare.
  Si è quindi trovato un punto di contatto con le organizzazioni sindacali che ha portato all'apertura di una procedura di licenziamento collettivo non oppositivo incentivato su base volontaria, con l'accordo delle organizzazioni sindacali, per tutte le categorie di dipendenti. Tale accordo – autorizzato dal Ministero dello sviluppo economico – prevedeva l'adesione volontaria al licenziamento da parte dei singoli lavoratori con riconoscimento di un incentivo, variabile a seconda della scelta da parte del lavoratore dipendente.
  L'adesione si è conclusa il 25 maggio 2017 ed è stata molto elevata, riguardando n. 161 dipendenti così suddivisi: n. 42 operai e n. 119 tra impiegati, quadri e dirigenti.
  Dalle informazioni disponibili in via informate risulta che allo stato attuale circa il 50 per cento dei dipendenti ha trovato una nuova occupazione.
  Per i dipendenti risultanti ancora in esubero rispetto alle esigenze della procedura, è stata intrapresa la procedura di licenziamento collettivo cosiddetto obbligatorio per n. 13 dipendenti (n. 4 impiegati, quadri, dirigenti e n. 5 operai) che si è conclusa con il mancato accordo con le organizzazioni sindacali.
  Risulta che siano state già state sottoscritte da parte del commissario liquidatore le lettere di licenziamento per detti dipendenti, con la eccezione di 4 dipendenti che si trovano in maternità.
  Allo stato attuale resteranno in forza alla procedura a tempo indeterminato per esperire le attività necessarie alla stessa n. 24 dipendenti (n. 23 impiegati, quadri, dirigenti e n. 1 operaio), e a tempo determinato n. 16 dipendenti.
  Il Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito delle proprie competenze e con i propri uffici, continuerà a vigilare sull'attività del commissario, ai fini dell'ottimale perseguimento delle finalità della procedura.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoAntonio Gentile.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenziamento collettivo

soppressione di posti di lavoro

impresa in difficolta'