ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15659

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 745 del 21/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 21/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 21/02/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15659
presentato da
PINI Gianluca
testo di
Martedì 21 febbraio 2017, seduta n. 745

   GIANLUCA PINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 39 (Modificazioni al decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4, recante misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura) della legge 28 luglio 2016, n. 154 recante «deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo e agroalimentare, nonché sanzioni in materia di pesca illegale» (Gazzetta Ufficiale n. 186 del 10 agosto 2016), pur depenalizzando le infrazioni previste per la cattura sottomisura di una serie specie ittiche, ha introdotto per tali infrazioni, sanzioni amministrative a giudizio dell'interrogante, sproporzionate e irragionevoli (150.000 euro per il tonno rosso e fino a 75.000 euro per specie massive come alici, sarda e triglie) che rischiano di mettere in ginocchio un intero settore come quello commercializzazione e della ristorazione ittica;
   la norma richiamata in premessa – così come concepita e promulgata – minaccia di dare un colpo mortale al mondo della pesca, ad avviso dell'interrogante criminalizzando, attraverso l'introduzione di sempre più complessi e stringenti strumenti di controllo, un settore attorno al quale gravita un importante indotto occupazionale;
   tra le altre, infatti, sono previste sanzioni accessorie da applicare anche a pescherie e ristoranti, prevedendone in taluni casi la chiusura dell'esercizio commerciale, oltre alla revoca della licenza di pesca e l'impossibilità per le imprese del settore di accedere ai fondi comunitari per lo sviluppo e la tutela della filiera ittica;
   questo sistema di controllo e sanzionamento dell'attività di pesca risulta per l'interrogante fortemente penalizzante per un comparto come quello romagnolo che «vanta» soprattutto imbarcazioni e pescherecci di piccola taglia con equipaggi modesti nel numero (nella media 2-4 persone) e che operano in aree di pesca, dal punto di vista morfologico, completamente diverse rispetto agli oceani o ai grandi mari del Nord Europa;
   per questo motivo e per la propria dimensione e struttura, le imprese italiane risultano molto esposte al rischio criminalizzazione, per aver commesso infrazioni, il più delle volte determinate dalla impossibilità di evitarle, che non dalla volontà di commetterle;
   la politica promossa negli ultimi anni dall'Unione europea squalifica, ad avviso dell'interrogante, penalizzandole, le piccole e medie imprese del settore ittico nazionale ed in particolare romagnolo, favorendo così lo sviluppo e la competitività dei grandi gruppi extraeuropei e la concentrazione dell'attività in poche imprese in mano a pochi soggetti;
   si evidenzia al tempo stesso una cronica mancanza di dialogo tra le istituzioni e il mondo della pesca che ha generato, nel tempo, norme non rispondenti alle reali necessità e problematiche del settore;
   le marinerie emiliano-romagnole hanno dichiarato lo stato di agitazione per la critica condizione in cui versa il settore della pesca e per le problematiche ad oggi irrisolte e sopraelencate –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se corrisponda al vero e quali iniziative intenda assumere per tutelare il comparto ittico nazionale duramente colpito a giudizio dall'interrogante dalla normativa vigente in materia di pesca e acquacoltura; se non intenda attivarsi con urgenza per favorire il ripristino di un dialogo costruttivo e costante tra le istituzioni e il mondo della pesca al fine di evitare provvedimenti che risultano «calati dall'alto» e non rispondenti alle reali esigenze dei territori e degli operatori del settore;
   se intenda assumere iniziative per modificare, accogliendo le istanze del comparto ittico nazionale ed emiliano-romagnolo in particolare, l'articolo 39 della legge 28 luglio 2016, n. 154, che impone sanzioni per la cattura del pesce inferiore alla taglia minimo di riferimento che arrivano fino a 75 mila euro per alici, sarde e triglie, e a 150 mila euro per il tonno rosso, l'inasprimento delle pene accessorie e la revoca o la sospensione della licenza di pesca. (4-15659)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cattura di pesce

industria della pesca

personale di bordo