ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15409

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 733 del 31/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 31/01/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 31/01/2017
Stato iter:
31/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/03/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/03/2017

CONCLUSO IL 31/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15409
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Martedì 31 gennaio 2017, seduta n. 733

   BRIGNONE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   la commissione tecnica per il piano nazionale di conservazione e gestione del lupo, riunitasi il 24 gennaio 2017, ha espresso parere favorevole alla bozza che, nell'ultimo anno, è stata al vaglio delle regioni e nella quale, per la prima volta dopo quarantasei anni, sono previsti gli abbattimenti di lupi;
   istituire la caccia al lupo è contro qualsiasi logica ed etica ambientale e rischia di rimettere in discussione lo stato di conservazione della specie in Italia, giacché potrebbe avere un effetto indiretto ma probabile, d'incentivo agli atti di bracconaggio contro la specie;
   secondo il Piano, gli abbattimenti dovrebbero essere contenuti nel cinque per cento della popolazione di lupo stimata, ma tale azione si considera inutile e dannosa perché potrebbe peggiorare il problema dei danni alla zootecnia con il rischio di legittimare il diffuso bracconaggio sulla specie;
   da rilevare che, secondo stime nazionali, sarebbero oltre 300 i lupi che ogni anno in Italia sono già vittime di atti illegali o d'investimenti stradali, senza contare che se il piano fosse approvato senza alcuna modifica, si rischia di tornare indietro di decenni in materia di conservazione e tutela della specie;
   per i lupi non sono possibili abbattimenti realmente selettivi e gli effetti di tali abbattimenti sono sempre imprevedibili poiché i comportamenti predatori non diminuirebbero, ma potrebbero invece aggravarsi, come successo in altri Paesi;
   la misura degli abbattimenti non avrebbe alcun effetto positivo sulle tensioni sociali e anzi potrebbe aggravarle, con la richiesta di nuovi e continui abbattimenti e una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di «giustizia privata»;
   sono state messe in campo numerose petizioni e rimostranze da parte di associazioni ambientaliste contro il piano e circa centonovanta mila cittadini hanno aderito alla petizione del WWF – rimasta senza risposta – chiedendo al Ministro competente di non autorizzare l'abbattimento dei lupi;
   in base alla normativa vigente, le regioni promuovono e attuano interventi per la protezione di specie di particolare interesse scientifico e concedono un indennizzo agli allevatori per i danni causati ai bovini, ovini, caprini equini, da lupi, cani randagi o ferali;
   tuttavia, gli allevatori lamentano la velocità degli indennizzi; ma i ritardi non possono essere attribuiti alle norme vigenti in materia di conservazione e tutela del lupo, e non saranno certamente risolti con il nuovo piano;
   per ridurre gli attacchi dei lupi al bestiame, secondo alcuni esperti, potrebbero essere molto utili alcuni strumenti, quali: stalli notturni mobili elettrificati e cani da pastore ben tenuti, gestione dei parti e delle fecondazioni – in modo da far partorire le manze e le cavalle in luoghi sicuri –, pulizia dei pascoli per evitare il proliferare di cespugli e arbusti in modo da evitare al lupo di fare agguati, collocazioni di fontanili e abbeveratoi in spazi aperti –:
   se, i Ministri interrogati non ritengano necessaria una revisione del piano per evitare l'abbattimento della specie, rafforzando piuttosto le altre azioni – previste dal piano – per la prevenzione dei danni, il monitoraggio della specie, le attività d'informazione e formazione degli allevatori quale forma di tutela del lupo stesso e di sostegno a una zootecnia estensiva già fortemente minacciata dal mercato globale;
   se non ritengano opportuno assumere iniziative volte a introdurre nuove procedure per garantire gli indennizzi;
   se non ritengano opportuno ottimizzare il sistema di accertamento e risarcimento dei danni provocati dai lupi e dai cani selvatici al bestiame;
   con quali modalità siano stati raccolti i dati relativi al censimento della popolazione dei lupi in Italia, in occasione della redazione del piano nazionale di conservazione e gestione del lupo;
   se non intendano rendere pubblici i dati del suddetto piano, con riferimento in particolare all'attuale popolazione dei lupi nel nostro Paese e chiarire l'efficacia e l'utilità dell'abbattimento «selettivo» della specie. (4-15409)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 31 marzo 2017
nell'allegato B della seduta n. 771
4-15409
presentata da
BRIGNONE Beatrice

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa al piano di conservazione e gestione del lupo in Italia in discussione in sede di Conferenza Stato-regioni, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare si segnala che la bozza di piano cui si fa riferimento non è quella in discussione in sede di conferenza Stato-regioni.
  Peraltro, la bozza di piano oggi in discussione supera gran parte delle criticità sollevate, proprio in ragione del costruttivo confronto tecnico fra amministrazioni centrali e regionali che ha portato alla chiusura tecnica del procedimento.
  Rispetto alla possibilità di rendere pubblico il Piano prima della sua approvazione da parte della Conferenza si segnala che di prassi, fino alla chiusura del procedimento, tali atti sono riservati e accessibili solo alle Amministrazioni concertanti.
  Riguardo i dati nazionali richiesti, si evidenzia che il lupo in Italia è una fra la specie più studiate e meglio conosciute, con una popolazione minima stimata di 1070 individui per la popolazione appenninica e di 100 individui per la popolazione alpina.
  La forte ripresa del lupo negli ultimi decenni ha portato a riconoscere la specie in uno stato di conservazione soddisfacente rispetto ai parametri della direttiva «Habitat» e a migliorare la sua classificazione da minacciata a vulnerabile nella classificazione della lista rossa IUCN, rappresentando gli esiti di un successo per il nostro Paese.
  Per assicurare una maggiore e più coerente gestione e conservazione del lupo, a partire dal 2016 è stato avviato un lavoro per la redazione di un nuovo piano di azione per il lupo.
  L'ultimo piano redatto da Ispra, infatti, risaliva al 2002, dunque, sono stati consultati e raccolte le proposte di oltre 70 esperti, per la redazione del nuovo Piano, che è stato costantemente condiviso con Ispra e coordinato dal Professor Luigi Boitani, uno dei massimi esperti di lupo di fama internazionale, appartenente all'unione zoologica italiana.
  Il piano in questione è stato posto in consultazione ai maggiori portatori di interessi ed è il risultato di un lungo percorso di dibattito e condivisione, nonché di diverse riunioni tecniche in sede di Conferenza Stato-regioni, nel corso delle quali sono state accolte la maggior parte delle proposte e degli emendamenti formulate dalle regioni stesse.
  I principi fondanti del «Piano» sono la conservazione e tutela della specie ma anche la risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività antropiche.
  Il «Piano» prevede 22 azioni di conservazione: misure per la prevenzione dei danni da predazione, nucleo antibracconaggio composto dai Carabinieri forestali e dalle polizie locali, l'addestramento di cani al rilievo di bocconi avvelenati, le vaccinazioni dei cani randagi per ridurre l'ibridazione con i lupi e le predazioni altrimenti spesso attribuite ai lupi, oltre ad una più stretta regolamentazione dello strumento delle deroghe al divieto generale di rimozione già previsto dalla legislazione vigente.
  Tali deroghe, infatti, sono autorizzabili solo a seguito di precise condizioni e in piena conformità con la normativa comunitaria e nazionale.
  Esse non rappresentano assolutamente l'apertura della caccia al lupo o un mezzo di controllo della specie, trattandosi, peraltro, di attività vietate per legge.
  Il piano, a fronte di una serie di strumenti, che sono quelli delineati nelle 22 azioni, non preclude in via assoluta la possibilità del ricorso ad una deroga, che in particolari situazioni critiche potrebbe rappresentare l'unico strumento risolutivo, a condizione che siano stati soddisfatti tutti i prerequisiti previsti.
  Tali prerequisiti consistono nella richiesta di deroga avanzata dall'Amministrazione regionale, che quindi ha il pieno controllo sull'attivazione del processo; la documentazione prodotta dalla regione che attesti lo stato favorevole della popolazione del lupo e la non incidenza della deroga sulla conservazione della popolazione stessa; la documentazione prodotta dalla regione che attesti la messa in opera delle più idonee misure di prevenzione e di controllo del randagismo canino; la documentazione prodotta dalla regione che attesti l'assenza di altre soluzioni valide; la documentazione prodotta dalla regione sull'attuazione delle misure di competenza previste dal piano.
  Sulla base di quanto detto, l'Ispra è chiamata ad una valutazione caso per caso e deve accertare la sussistenza di tali requisiti e la piena rispondenza delle condizioni fissate dalla normativa vigente per questo tipo di deroga.
  Solo a seguito del parere di Ispra, il Ministero può autorizzare la rimozione di singoli individui, in un contesto che deve mantenere un carattere di eccezionalità.
  Pertanto, i passaggi sopra rappresentati evidenziano che si tratta di un procedimento amministrativo molto elaborato, che è sottoposto ad un parere dell'ISPRA e che non costituisce un automatico riconoscimento della deroga.
  Si segnala, inoltre, che in sede di riunione tecnica della Conferenza Stato-regioni dal 24 gennaio 2017 il testo è stato approvato in sede tecnica: è noto infatti che si ponga come punto di compromesso ed equilibrio fra le diverse istanze, ed ha raccolto la piena approvazione da parte di gran parte delle regioni, in quanto, la sola regione Lazio – in quella sede – ha espresso perplessità, in particolare sulla parte relativa all'applicazione delle deroghe.
  Le azioni di prevenzione rappresentano il nucleo centrale del piano, nella cui redazione è stato dato particolare risalto a tale aspetto, al fine di aumentarne l'efficacia e l'utilizzo. Tali azioni, inoltre, costituiscono un elemento di fondo irrinunciabile per avanzare l'eventuale richiesta di rimozione di un lupo.
  Il piano per il lupo tutela la specie, la difende dai rischi, bilancia il rapporto spesso difficile con le attività umane. E per questo uno strumento assolutamente irrinunciabile, di elevato valore scientifico.
  Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero dell'ambiente continuerà a operare senza ridurre in alcun modo lo stato di attenzione sul tema.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione degli animali

sostegno agricolo

mammifero selvatico