ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14208

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 673 del 15/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/09/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/09/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14208
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Giovedì 15 settembre 2016, seduta n. 673

   MELILLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   in un articolo del settimanale l'Espresso si parla degli accordi fiscali stipulati tra il Lussemburgo e centinaia di società private (multinazionali come Amazon, Ikea e Pepsi) per il trasferimento di buona parte dei profitti, realizzati nei Paesi europei, in cambio del pagamento di imposte irrisorie, l'1 per cento o addirittura meno;
   dai documenti in possesso del settimanale risulterebbero anche società italiane, tra le quali Unicredit, Intesa Sanpaolo, Finmeccanica, che nel corso degli anni hanno trasferito nel Granducato buona parte dei profitti, anziché versare al fisco, come tutte le altre imprese, imposte venti o trenta volte più elevate;
   nel novembre 2014 scoppiò lo scandalo cosiddetto « LuxLeaks» e a Bruxelles partì un'inchiesta e un piano di riforma dell'Ocse in nome della trasparenza e contro l'elusione fiscale, ma dai documenti di cui parla l'Espresso risulterebbe che questo trattamento riservato alle multinazionale non sia stato mai interrotto;
   i documenti di cui si parla sarebbero due, entrambi finora mai resi pubblici: il primo è una tabella di tre pagine in cui compaiono i nomi di tutte le nazioni dell'Unione europea con a fianco il numero dei « tax ruling» concessi;
   nella stessa tabella, firmata dalla direzione generale della Commissione dell'Unione europea, sezione fiscalità e unione doganale, risulta che, all'interno dell'Ue, alla fine del 2013 erano attivi 545 dei suddetti accordi fra imprese e Stati, fra cui spicca il Lussemburgo con 119, ma anche Regno Unito, Ungheria, Spagna (tutte sopra quota 50);
   in quinta posizione con 47 ruling operativi c’è l'Italia, manca però un'informazione: i nomi delle società straniere che hanno firmato questi accordi, con il fine di ottenere una riduzione delle imposte da versare allo Stato italiano;
   la suddetta tabella, come detto, è aggiornata alla fine del 2013, quindi prima dello scoppio dello scandalo LuxLeaks, nel frattempo sono state comminate multe dalla Commissione europea a Fiat, Starbucks e, ultima in ordine di tempo, a Apple accusata di aver evitato di versare imposte per 13 miliardi di euro;
   la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha recentemente dichiarato «tutte le imprese, grandi o piccole, multinazionali o non, devono pagare la loro giusta quota di tasse», ma nell'altro documento in possesso dell'Espresso, datato 16 settembre 2015, l'ambasciatore italiano presso l'Unione europea, Stefano Sannino, rispondendo a un parlamentare europeo – che chiedeva una «panoramica, compresa la data e il nome delle società, di tutti i tax ruling a partire dal 1991» – non nega l'esistenza dei tax ruling ancora in vigore, ma per quanto riguarda i nomi delle società «queste informazioni non possono essere rivelate per ragioni di riservatezza» –:
   quali siano le società straniere che hanno stipulato in Italia i succitati accordi fiscali riservati. (4-14208)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

convenzione fiscale

impresa multinazionale

Commissione CE