ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13871

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 658 del 20/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: MATTIELLO DAVIDE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 20/07/2016
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13871
presentato da
MATTIELLO Davide
testo di
Mercoledì 20 luglio 2016, seduta n. 658

   MATTIELLO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   molte sono le inchieste giudiziarie particolarmente delicate che si stanno susseguendo su impulso e coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria (solo per citarne alcune: Sistema, Fata Morgana, Reghion, Mammasantissima);
   dibattimenti altrettanto delicati, attualmente in corso, vedono, tra gli altri imputati, Scajola, Rizzo, Speziali;
   le condizioni in cui si trovano a lavorare i componenti della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sono estremamente precarie: da anni, infatti, sono provvisoriamente ospitati presso la inadeguata struttura del centro direzionale di Reggio Calabria (CeDir), a causa della inagibilità del nuovo palazzo di giustizia, mai terminato;
   per usare la categoria proposta dal dottor Scarpinato va osservata quella che si può definire una mutazione di quantomeno una parte della ‘ndrangheta, che si sta trasformando in una sorta di «masso-mafia», e cioè di una organizzazione capace di saldare la struttura criminale tradizionale con segmenti della massoneria, della politica, dell'economia e delle professioni, come per altro sembrano confermare proprio le ipotesi accusatorie della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria;
   questo nuovo tipo di mafia presenta aspetti di seria pericolosità, che potrebbe condurla a non sopportare più passivamente i colpi della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e degli investigatori, soprattutto a causa delle numerose misure di prevenzione patrimoniali adottate –:
   quali iniziative i Ministri interrogati stiano predisponendo al fine di rendere sempre più sicura l'attività dei membri della direzione distrettuale antimafia, sia in termini di eventuale rafforzamento delle misure di sicurezza disposte per i membri più esposti, sia in termini di adeguatezza delle strutture ad esse dedicate;
   quali siano i tempi previsti per la consegna del palazzo di giustizia di Reggio Calabria;
   se non ritengano di poter assumere iniziative volte a riconsiderare la riorganizzazione delle sedi giudiziarie, apprezzando in maniera specifica le conseguenze che avrebbe la cancellazione della corte di appello di Reggio Calabria anche sulla permanenza della direzione distrettuale antimafia medesima. (4-13871)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-13871
presentata da
MATTIELLO Davide

  Risposta. — Mediante l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative i Ministri interrogati stiano predisponendo al fine di rendere più sicura l'attività dei componenti della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, impegnata in numerose e delicate inchieste giudiziarie ed operante nella inadeguata struttura del centro direzionale della città, sia in termini di eventuale rafforzamento delle misure di sicurezza, sia in termini di adeguatezza delle strutture; quali siano i tempi previsti per la consegna del nuovo palazzo di giustizia di Reggio Calabria; se non ritengano di poter assumere iniziative volte a riconsiderare la riorganizzazione delle sedi giudiziarie, apprezzando in maniera specifica le conseguenze che avrebbe la cancellazione della Corte di appello di Reggio Calabria anche sulla permanenza della medesima direzione distrettuale.
  Con riferimento all'ultimo dei quesiti proposti, il Ministero della giustizia ha ormai consolidato – come noto – il processo di adeguamento della geografia giudiziaria conseguente al riordino complessivo degli uffici di primo grado, disposto con l'adozione dei decreti legislativi n. 155 e 156 del 7 settembre 2012, e successive modificazioni.
  La revisione dei tribunali ordinari ha costituito una delle più rilevanti riforme strutturali degli ultimi anni, comportando un significativo incremento di efficienza del sistema giudiziario attraverso il recupero di economie di scala e, soprattutto, il miglioramento dei tempi e della qualità delle decisioni giudiziarie in virtù della promozione del principio di specializzazione.
  La riforma ha, certamente, avviato un significativo processo di risparmio di spesa, in corso di progressiva implementazione e verifica, così come sono oggetto di continuo monitoraggio gli effetti degli interventi attuati, anche al fine di individuare possibili rimedi correttivi alle criticità evidenziate nella fase attuativa.
  Il processo di revisione della geografia giudiziaria è, dunque, ancora sottoposto ad una verifica progressiva, ed è ulteriormente orientato alla ridefinizione degli uffici di secondo grado.
  A tal fine, ho istituito una specifica commissione di studio alla quale sono state demandate attività di analisi e di approfondimento finalizzate alla formulazione di proposte normative, nella generale prospettiva dell'aggiornamento e della razionalizzazione del sistema secondo i principi dettati dalla Carta costituzionale e con l'obiettivo dell'efficienza nella resa di giustizia, anche con specifico riferimento allo sviluppo del processo di revisione della geografia giudiziaria.
  In questa prospettiva, la Commissione ha elaborato un intervento che si propone di portare a compimento il processo di razionalizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, finalizzato ad incrementare anche l'efficienza degli uffici di secondo grado e a realizzare risparmi di spesa pubblica, attraverso la ridefinizione dell'assetto territoriale dei distretti delle corti di appello, anche mediante l'attribuzione di circondari di tribunali appartenenti a distretti limitrofi, secondo i criteri oggettivi dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze.
  Oltre che di tali criteri – e nella prospettiva indicata dall'interrogante – lo studio della Commissione ha considerato la specificità territoriale del bacino di utenza, inclusa la peculiare situazione infrastrutturale, nonché la misura dell'impatto del riassetto degli uffici sulle esigenze di contrasto dei fenomeni criminali come connotati nei singoli territori di riferimento, nella ricerca di un bilanciamento tra i vari interessi coinvolti che consenta di individuare le soluzioni più adatte a migliorare l'efficienza della giustizia al servizio del cittadino.
  Quanto alla geografia giudiziaria degli uffici distrettuali, è stato rilevato, dall'analisi dei dati statistici, che la distribuzione del carico di lavoro presso le singole Corti di appello, sia per il settore civile che per il settore penale, è estremamente eterogenea, con disequilibrata distribuzione degli affari tra gli uffici in questione.
  Conseguentemente, per un recupero di efficienza nella definizione dei procedimenti civili e penali è necessario procedere ad una razionalizzazione dell'impiego delle risorse del personale di magistratura ed amministrativo, investendo sulla specializzazione dei giudici e dei pubblici ministeri attraverso la rimodulazione della distribuzione sul territorio degli uffici e la riduzione di quelli che, per le esigue dimensioni, non garantiscono un efficiente livello di erogazione del servizio giustizia, a beneficio di altri fortemente gravati.
  In questa prospettiva, la Commissione ha elaborato un'ipotesi di intervento che si propone di portare a compimento il processo di razionalizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, realizzato, con riguardo ai soli uffici giudiziari di primo grado, con i decreti legislativi n. 155 e 156 del 2012, e successive modificazioni.
  Tale intervento è finalizzato ad incrementare anche l'efficienza degli uffici di secondo grado e a realizzare risparmi di spesa pubblica, attraverso la ridefinizione dell'assetto territoriale dei distretti delle corti di appello, anche mediante l'attribuzione di circondari di tribunali appartenenti a distretti limitrofi, secondo i criteri oggettivi dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze.
  L'obiettivo di conseguire una situazione di tendenziale omogeneità tra gli uffici di secondo grado, attraverso la ridefinizione delle dimensioni dei distretti di corti di appello è astrattamente attuabile anche mediante l'inserimento di circondari o porzioni di circondari di tribunali appartenenti al distretto di una corte di appello in un distretto limitrofo, anche se appartenente ad una diversa area regionale.
  Immediata conseguenza della riorganizzazione delle corti di appello sarebbe rappresentata dalla ridefinizione degli uffici di procura generale e, in chiave di coordinamento, l'adozione di norme di delega per la ridefinizione degli assetti territoriali degli uffici distrettuali di primo grado, stante appunto la connessione con le sedi di corte d'appello.
  Oltre che di tali criteri, e nella prospettiva indicata dall'onorevole interrogante, lo studio della Commissione ha certamente considerato la specificità territoriale del bacino di utenza, ivi inclusa la peculiare situazione infrastrutturale, nonché la misura dell'impatto del riassetto degli uffici sulle esigenze di contrasto dei fenomeni criminali come connotati nei singoli territori di riferimento.
  In relazione al quesito proposto dall'onorevole interrogante è dunque possibile assicurare che la Commissione di studio incaricata di predisporre uno schema di riforma dell'ordinamento giudiziario, istituita con decreto del 12 agosto 2015, ha approfondito l'esame di queste tematiche, nella ricerca di un bilanciamento tra i vari interessi coinvolti che consenta di individuare le soluzioni più adatte a migliorare l'efficienza della giustizia al servizio del cittadino, anche tramite la riorganizzazione dell'assetto degli uffici della giustizia, e della loro distribuzione sul territorio.
  Nella prospettiva di assicurare il più ampio confronto istituzionale e di acquisire ulteriori elementi di riflessione, la Commissione ha svolto anche opportune interlocuzioni con il Consiglio superiore della magistratura, il Consiglio nazionale forense, l'Associazione nazionale dei magistrati.
  All'esito dei lavori e tenuto conto del fatto che le proposte formulate si offrono al più ampio dibattito, politico ed istituzionale, ulteriori valutazioni potranno essere sottoposte all'esame del Governo per l'avvio del percorso parlamentare delle opportune iniziative normative.
  Il contenuto tecnico dei progetti normativi che prenderanno progressivamente forma dovrà, pertanto, essere ancora delineato e più ampiamente discusso, soprattutto in riferimento a specifiche realtà territoriali.
  L'impatto conseguente alla riforma della geografia giudiziaria è stato oggetto di continua osservazione da parte del mio Dicastero anche in riferimento all'adeguamento delle dotazioni organiche degli uffici.
  In questa prospettiva, è stato recentemente elaborato lo schema di decreto ministeriale concernente la determinazione delle piante organiche degli uffici, giudicanti e requirenti, di primo grado, conseguente proprio alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, e che recepisce le esigenze degli uffici secondo la loro dislocazione territoriale.
  La determinazione delle unità aggiuntive è stata effettuata sulla base di specifici parametri statistici – popolazione, flussi,
cluster dimensionali – integrati da indicatori qualificativi della domanda di giustizia, quali il numero di imprese presenti sul territorio e la loro concentrazione per circondario, l'incidenza della criminalità organizzata, l'accessibilità del servizio per i cittadini.
  Lo schema di decreto è attualmente all'esame del Consiglio superiore della magistratura per il prescritto parere e, all'esito, il Ministero curerà con la necessaria tempestività gli ulteriori adempimenti, a cui seguiranno conformi iniziative anche con riferimento al personale amministrativo, che consentano alla riforma della geografia giudiziaria di dispiegare appieno i suoi effetti, raggiungendo il preordinato obiettivo del miglioramento del servizio giustizia.
  Alla stregua dei predetti criteri, alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria sono stati assegnati tre posti di sostituto procuratore, in incremento della dotazione prevista, in considerazione del particolare impegno investigativo svolto dalla Direzione distrettuale antimafia.
  Allo stato, risultano in servizio presso l'ufficio giudiziario, oltre al procuratore della Repubblica, 2 procuratori della Repubblica aggiunti e 12 sostituti procuratori, con un indice di scopertura pari al 23 per cento rispetto alle previsioni di pianta organica.
  Ferme restando le competenze del Consiglio superiore della magistratura in ordine alle procedure finalizzate alla copertura dei posti vacanti, particolare impegno è riservato ad assicurare il numero delle unità di magistrati in servizio, agevolando anche il processo di ricambio generazionale.
  Sono, difatti, attualmente in corso due procedure di selezione e reclutamento, rispettivamente, di 340 e 350 magistrati ordinari, che consentiranno, tra il gennaio 2017 e il gennaio 2018, l'entrata in servizio di 690 nuovi magistrati, anche grazie alla riduzione, operata con il decreto-legge n. 168 del 2016, convertito con legge 25 ottobre 2016, n. 197, del tirocinio formativo per i vincitori dei concorsi banditi negli anni 2014 e 2015.
  Lo scorso 20 ottobre è stato, inoltre, bandito un nuovo concorso per la copertura di ulteriori 360 posti e mi preme sottolineare che si procederà, con cadenza annuale, all'espletamento di procedure concorsuali per la selezione di 350 magistrati ordinari, come già avvenuto nell'ultimo triennio.
  Proprio al fine di stabilizzare la permanenza nelle sedi di assegnazione è stato, infine, previsto nel decreto-legge citato – e confermato nella legge di conversione – anche l'innalzamento da tre a quattro anni del termine di legittimazione perché i magistrati possano partecipare alle procedure di trasferimento a domanda, bandite dal Consiglio superiore della magistratura.
  Per quanto attiene, infine, alle condizioni di sicurezza dei magistrati assegnati alla direzione distrettuale antimafia presso il tribunale di Reggio Calabria, dalla relazione trasmessa dal competente Ministero dell'interno risulta che la posizione di ogni magistrato è costantemente oggetto di analisi e approfondimenti sia in sede di riunione tecnica di coordinamento delle Forze di polizia, sia in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, cui partecipa anche il procuratore generale della Repubblica ed il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria. Risultano, altresì, applicati dispositivi di protezione e vigilanza adeguati al livello di rischio.
  In relazione allo specifico livello di rischio, come congiuntamente valutato nelle citate sedi, la competente prefettura ha avviato congrui dispositivi di protezione di volta in volta adeguati, acquisendo, anche, ove necessario, contributi informativi da parte dei diretti interessati.
  Inoltre, gli uffici della Direzione distrettuale antimafia sono allocati, come è noto, all'interno del palazzo Ce.Dir. di via Sant'Anna, l'area circostante è oggetto di particolari misure di vigilanza, cui concorrono unità dell'esercito, rafforzate da protocolli aggiuntivi di logistica e mobilità stradale espressamente finalizzate alla sicurezza degli uffici giudiziari in argomento.
  Per quanto attiene, invece, all'argomento inerente il completamento dei lavori di realizzazione del nuovo Palazzo di giustizia di Reggio Calabria e, di conseguenza, di riorganizzazione funzionale degli uffici giudiziari cittadini, il Ministero dell'interno ha riferito che il comune di Reggio Calabria, titolare delle procedure di appalto, ha comunicato alla locale Prefettura di aver definito il bando di completamento dei lavori, per un importo di 36 milioni di euro, consegnando i relativi atti alla stazione unica appaltante per l'avvio dei procedimenti di competenza.
  La prefettura di Reggio Calabria ha, inoltre, ripercorso l'iter amministrativo precedentemente avviato, interrotto in seguito della sospensione dei lavori da parte della ditta appaltatrice, dichiarata fallita, e ridefinito, nelle linee essenziali, nel corso di una serie di riunioni con i capi degli uffici giudiziari.
  In particolare, è stato ricostruito come, nella riunione del 12 febbraio 2014 – cui hanno partecipato, oltre al presidente della corte d'appello di Reggio Calabria e al procuratore generale della Repubblica, il provveditore interregionale per le opere pubbliche della Sicilia e della Calabria e i responsabili provinciali delle Forze di polizia – si sia proceduto a delineare un «piano di razionalizzazione» degli interventi finalizzati al soddisfacimento delle esigenze logistiche di uffici giudiziari e presidi delle Forze di polizia, e sono state individuate, tra le priorità, proprio il completamento del palazzo di giustizia di Reggio Calabria, il cui cantiere risultava, come sopra accennato, fermo da oltre due anni per il sopravvenuto fallimento della citata ditta aggiudicataria.
  Nella successiva riunione del 14 aprile 2014, alla presenza del vice Ministro dell'interno e del Ministro per gli affari regionali, dei rappresentanti della magistratura locale, compreso il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria e titolare della direzione distrettuale antimafia, del provveditore interregionale alle opere pubbliche nonché dei componenti della commissione straordinaria del Comune di Reggio Calabria, sono stati individuati e pianificati i necessari interventi di completamento della detta struttura, sia in termini di procedure tecniche che in termini di individuazione e reperimento delle risorse, quantificate nella circostanza in 36 milioni di euro.
  Sulla base di quelle intese, sono stati identificati gli enti finanziatori, che hanno concorso al reperimento della detta somma nelle seguenti misure: il comune di Reggio Calabria, con i finanziamenti residuali ancora a disposizione, pari a circa 17 milioni di euro; la Regione Calabria, che con le deliberazioni di giunta n. 473 del 14 novembre 2014 e n. 75 del 20 marzo 2015 ha reso disponibili ulteriori 25 milioni di euro; il Cipe, infine, che nella seduta del 28 gennaio 2015, attraverso la rimodulazione dei fondi del piano di azione e coesione, ha individuato la restante somma di 3 milioni di euro.
  Secondo quanto riferito alla prefettura dal Comune di Reggio Calabria, con nota del 3 ottobre 2016, le assegnazioni finanziarie della Regione Calabria sono in via di formalizzazione, mentre il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha disposto la reiscrizione in bilancio dei citati finanziamenti Cipe.
  Il progetto esecutivo, validato dai competenti uffici giudiziari, è stato approvato con determina n. 1893 del 25 luglio 2016 ed affidato alla Suap ai fini della gestione delle procedure di gara ad evidenza pubblica, peraltro già avviate con termine ultimo di presentazione delle offerte fissato per il 21 novembre 2016.
  Al fine di consentire il contenimento dei tempi occorrenti al completamento degli interventi di propria competenza e condurre in tempi utili al pieno utilizzo la nuova struttura, la competente direzione generale di questo Dicastero ha avviato le opportune interlocuzioni sia con gli uffici giudiziari locali, sia con il Comune di Reggio Calabria, in modo da verificare nei tempi e nei costi la realizzazione degli impianti di sicurezza e protezione del nuovo palazzo di giustizia ed effettuare le operazioni di trasferimento degli uffici nei primi mesi dell'anno 2019.
  A tal fine è stato costituito un coordinamento tecnico tra le amministrazioni locali ed il dipartimento dell'organizzazione giudiziaria in modo da definire il cronoprogramma delle diverse fasi operative e verificare l’
iter dei lavori e degli interventi di competenza dei diversi organi interessati alla ultimazione dell'opera.
  Il programma di riorganizzazione funzionale degli uffici giudiziari di Reggio Calabria, deciso dagli uffici locali, prevede, inoltre, la messa a norma dei locali della sede storica e la sistemazione all'interno di quest'ultima della corte d'appello e della procura generale.
  Pertanto, anche per detti interventi, al fine di consentire la sistemazione a lungo termine degli uffici, sarà cura della competente direzione generale verificare i termini di finanziamento e seguire i necessari
iter procedurali di competenza, in questo caso, sia degli uffici giudiziari che del locale provveditorato interregionale alle opere pubbliche.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

inchiesta giudiziaria

procedura penale