ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13704

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 648 del 06/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: DIENI FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 06/07/2016
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 06/07/2016
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
CESARO ANTIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13704
presentato da
DIENI Federica
testo di
Mercoledì 6 luglio 2016, seduta n. 648

   DIENI, D'UVA e VILLAROSA. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   la Costituzione prevede, all'articolo 117, secondo comma, tra le materia di competenza esclusiva dello Stato la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali;
   la Corte Costituzionale, a partire dalla sentenza n. 94 del 2003, ha precisato che la normativa «riserva alla esclusiva competenza statale anzitutto la “apposizione di vincolo, diretto e indiretto, di interesse storico o artistico e vigilanza sui beni vincolati” e tutto quanto riguarda “autorizzazioni, prescrizioni, divieti, approvazioni e altri provvedimenti, anche di natura interinale, diretti a garantire la conservazione, l'integrità e la sicurezza dei “beni di interesse storico o artistico” ed “esercizio del diritto di prelazione”»; il primo comma dell'articolo 152 del medesimo testo normativo afferma, invece, che «lo Stato, le regioni e gli enti locali curano, ciascuno nel proprio ambito, la valorizzazione dei beni culturali»;
   il riferimento normativo è in tal senso il codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137;
   la conservazione, integrità e sicurezza dei beni culturali di particolare pregio è questione di cui lo Stato non può disinteressarsi neppure nel caso in cui siano le omissioni delle regioni a statuto speciale, nelle loro competenze, a porre in pregiudizio beni di valore inestimabile per la Nazione;
   questo è il caso delle opere conservate all'interno del Museo di Messina, di cui si è occupato di recente un articolo apparso su la Repubblica del 22 giugno 2016 dal titolo «Messina aspetta il museo fantasma chiuso da vent'anni»;
   l'articolo rimarca come il nuovo museo di Messina sia «pronto da vent'anni e mai aperto [...] pensato e progettato per dare spazio ai beni recuperati dal terribile terremoto del 1908 rimasti in gran parte nei magazzini fino o già posizionati nella nuova struttura per l'allestimento finale»;
   si tratta di «un patrimonio complessivo di 20 mila pezzi tra reperti archeologici, opere pittoriche, elementi architettonici, monete, maioliche, gioielli, manufatti preziosi e tanto altro»;
   in esso risultano peraltro conservate da 20 anni, «alcune tavole di Antonello da Messina e due tele del Caravaggio»;
   il lungo stato di abbandono, lontano da pubblico e riflettori, non può che destare serie preoccupazioni circa lo stato di conservazione di tali inestimabili capolavori;
   come sostiene l'articolo, infatti, «l'umidità cammina nelle pareti esterne» del Museo, mentre dopo un ventennio, per motivi che non sono stati completamente chiariti, esso resta chiuso;
   nonostante i vincoli costituzionali e, di conseguenza, quelli statutari, che pongono la «conservazione delle antichità e delle opere artistiche» nelle competenze esclusive della regione siciliana, restano spazi, previsti dallo stesso statuto regionale, al Governo nazionale per intervenire nei casi più gravi di violazione dello stesso, tra cui, a parere degli interroganti, devono risultare anche le omissioni sulla tutela delle opere artistiche di inestimabile valore, come quelle conservate nel Museo di Messina –:
   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e alle criticità evidenziate dagli organi si stampa;
   quali iniziative di competenza intenda assumere per promuovere, di concerto con le regioni e gli enti locali, un piano di rilancio delle strutture museali su tutto il territorio nazionale, considerato che queste, come nel caso del Museo di Messina sopra descritto, custodiscono un patrimonio culturale di inestimabile valore. (4-13704)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-13704
presentata da
DIENI Federica

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo sopra indicato, nel quale l'interrogante chiede di sapere quali iniziative il Ministero intenda assumere per promuovere, di concerto con le regioni e gli enti locali, un piano di rilancio, per quanto di competenza, del Museo interdisciplinare regionale di Messina (MuMe).
  Premettendo che questo Ministero ha competenza esclusivamente sui luoghi e sugli istituti della cultura tra cui i musei statali, e che la stessa competenza di tutela sul patrimonio culturale siciliano è attribuita dallo statuto di autonomia speciale e dai decreti attuativi direttamente agli uffici regionali, si comunica quanto segue, sulla base degli elementi forniti dal competente Dipartimento dei beni culturali e dell'Identità siciliana della regione Siciliana.
  Il 17 giugno 2017 è stata completata e inaugurata la nuova sede del Museo interdisciplinare regionale di Messina (MuMe): la realizzazione di un museo, adeguato per dimensioni alla straordinaria consistenza del patrimonio civico, era infatti fra le «priorità» della ricostruzione di Messina dopo il terremoto del 1908.
  La struttura architettonica, la cui costruzione era stata avviata nel 1984, è stata consegnata nel 1995, non risultando, tuttavia, idonea alla tipologia delle collezioni, in ragione anche dei fondi insufficienti e discontinui per la definizione dell'allestimento in rapporto alle superfici di oltre 4700 mq.
  La regione Siciliana riferisce che negli ultimi anni, grazie alla sinergia tra gli uffici del Dipartimento regionale beni culturali e dell'identità siciliana e la Direzione del Polo regionale di Messina, è stato possibile dare un'accelerazione ai programmi finalizzati alla fruizione della struttura, definendo interventi di adeguamento tecnologico e completamento dei percorsi espositivi, grazie a finanziamenti dell'Unione europea e seguenti impegni della regione.
  In particolare, le risorse che hanno portato alla definitiva consegna dello spazio museale sono state le seguenti:

   1985-1994: euro 7.900.000 (realizzazione nuovo Museo regionale di Messina);

   1995-2009: euro 1.200.000 (modifica spazi);

   2014-2015: euro 1.988.800 (Po Fesr 2007-2013: adeguamento e modifica dotazioni e impianti;

   2016-2017: euro 428.835 (capitoli ordinari – definizione allestimento e impianti, adeguamento percorsi accesso).

  Il Museo interdisciplinare regionale di Messina si inserisce in un ampio Parco museale che, per dimensioni e superfici espositive e operative, si configura come uno dei più grandi del Meridione d'Italia. Si estende, complessivamente, su 17.118 metri quadri, nell'area dell'ex monastero di S. Salvatore dei Greci, attorno al quale è stato concepito e progettato negli anni Ottanta.
  Gli spazi del Parco museale di Messina sono stati così ripartiti:

   1. Museo interdisciplinare regionale: 4700 metri quadri di superficie su due livelli;

   2. Filanda Mellinghoff: 1.100 metri quadri di superficie. Sede eventi e mostre temporanee;

   3. Area a verde esterna: 5.300 metri quadri di superficie. Ospita già reperti architettonici recuperati dalle macerie e ricomposti;

   4. Seminterrato: 3.000 metri quadri. Ospita la biblioteca, gli archivi e il caveau e i depositi;

   5. Magazzini storici.

  Adesso, rivisitato il percorso espositivo delle opere (oltre 700), il museo della città metropolitana di Messina racconta, attraverso la ricca e poliedrica collezione permanente, la sua storia millenaria dal III secolo a.C. alle soglie del XX secolo.
  Fra i capolavori, i due grandi dipinti «Resurrezione di Lazzaro» e «Adorazione dei Pastori», realizzati dal Caravaggio in fuga in Sicilia, oltre alle opere di Antonello da Messina («Polittico di San Gregorio», prima opera datata e firmata del suo catalogo, e la tavoletta bifronte acquistata nel 2006 alla Christie's di Londra con un «Ecce Homo» e una «Madonna con Bambino e francescano» di recente esposta a Taormina in occasione del G7).
  Nel mese di dicembre 2016 erano già stati aperti al pubblico (e resi immediatamente fruibili) il settore archeologico e l'ala nord del MuMe, con la grande produzione Manierista, i due Caravaggio, la raccolta dei caravaggeschi. Il 17 giugno si è consegnato l'intero percorso medievale moderno, dall'iscrizione arabo-normanna, attraverso i secoli successivi, fino a qualche anno prima della catastrofe, con un'opera del 1904.
  Va sottolineato che una parte della collezione (270 opere), inclusi gli Antonello ed i Caravaggio, è stata sempre fruibile in tutti questi anni nella storica sede della ex Filanda Mellinghoff, antico opificio ottocentesco risparmiato dal sisma, che ha anche ospitato memorabili mostre come l'Antologica di Antonello nel 1981. L'antica Filanda è oggi destinata alla ospitalità di mostre temporanee, come le recenti esposizioni sul Futurismo (2015) e sul Mediterraneo (2016) in regime di
art sharing con il Mart di Rovereto, e quella con il Ritratto Trivulzio di Antonello, proveniente da Palazzo Madama di Torino.
  Da subito si è registrato un notevole incremento di visitatori e un riscontro mediatico internazionale. Da segnalare le visite del professor Salvatore Settis, del Conservatore generale onorario del dipartimento dei dipinti del Louvre, Sylvain Laveissière, del direttore del laboratorio di restauro del Guggenheim di Venezia, Luciano Pensabene, del Presidente e CEO del Metropolitan Museum di New York, Daniel Weiss.
  Alla luce della riapertura della struttura al pubblico, il Ministero conferma che non sussiste, neppure in astratto, un'ipotesi di rischio per l'inestimabile patrimonio culturale del Museo in parola. Sarà comunque cura dell'amministrazione, in collaborazione con il dipartimento dei beni culturali siciliano, svolgere attività periodiche di ricognizione e monitoraggio, e ove necessario, interventi conservativi.

Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo: Antimo Cesaro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

governo

bene culturale

museo