ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13321

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 631 del 25/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 25/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/05/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/05/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/05/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 25/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 25/05/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13321
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Mercoledì 25 maggio 2016, seduta n. 631

   ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il comparto della formazione professionale in Sicilia vive da diversi anni una situazione drammatica e iniqua, ben nota e condivisa da tutti, che non riesce però a destare sufficiente interesse per essere risolta;
   sono 70 le istruttorie avviate sulla formazione professionale;
   la funzione di controllo non è stata efficace, causando gravi disagi per i lavoratori ai quali da anni non viene garantita la retribuzione, né tantomeno vengono salvaguardati i livelli occupazionali attraverso i processi di mobilità e la relativa ricollocazione;
   è bene ricordare che anche l'attività del comparto formazione professionale, esternalizzata a enti privati, è indicata dalla legge come servizio pubblico, specificando i modi di programmazione, direzione e controllo, perseguendo finalità di interesse generale. La legge indica altresì i dettami operativi, compreso il trattamento dei dipendenti di questi enti, e le garanzie occupazionali e retributive dei dipendenti del settore;
   il settore è stato gestito in maniera disastrosa: sono oltre 8000 i lavoratori, senza tutele e senza incarico; numerosi i casi di «corsi fantasma» a cui si sono aggiunti casi di fatture gonfiate del 400 per cento, e allievi che ad oggi devono ancora percepire l'indennità; lavoratori a cui non viene corrisposto da anni lo stipendio. Ai problemi lavorativi si sono sommati drammi personali e familiari: persone che si sono vendute un rene per pagare i debiti contratti a causa della mancata corresponsione degli emolumenti; persone che per mesi hanno fatto lo sciopero della fame; persone che si sono incatenate e per questo arrestate; persone che hanno minacciato il suicidio o che si sono dovute rivolgere alla Caritas per sfamare i propri figli. Sono tanti i lavoratori che hanno fatto ricorso al giudice del lavoro sia per il recupero dei crediti che per denunciare le reiterate violazioni di legge;
   la chiusura degli enti di formazione per mancanza di provviste economiche e le conseguenti procedure di licenziamento collettivo applicate, sono lesive di un diritto garantito: il diritto alla mobilità o al riassorbimento lavorativo da parte di altro ente di formazione o pubblico, così come contemplato normativamente dall'allegato 12 del CCNL per la formazione professionale biennio 2012-2013, il quale espressamente richiama l'articolo 26 del CCNL per la formazione professionale triennio 1994-1997. La norma è chiara e non lascia alcun margine interpretativo: la contrattazione collettiva non prevede in alcun punto la procedura dei licenziamenti collettivi ex legge 223 del 1991;
   il comma 4 dell'articolo 1 della legge 10 dicembre 2014, n. 183 (Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro), allo scopo di garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale (contenuti nel comma 3) contiene i principi e i criteri direttivi ai quali il Governo deve attenersi e, alla lettera t), attribuisce al Ministero del lavoro e delle politiche sociali «competenze in materia di verifica e controllo del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantite su tutto il territorio nazionale»;
   enormi e non quantificabili sono i fondi sprecati negli anni sulla formazione professionale siciliana. Dal rapporto ISFOL 2012 si apprende che Stato, regione e fondo sociale europeo, in Sicilia, hanno stanziato per la formazione professionale 2,1 miliardi di euro per il periodo 2007-2013. La regione siciliana presenta il maggior numero di strutture formative anche in rapporto alla densità della popolazione residente sul territorio regionale: offre 36 strutture ogni 100.000 abitanti contro le 5,8 strutture ogni 100.00 abitanti della Lombardia, il Lazio 5,3 e l'Emilia-Romagna 3,7. Mentre nel 2011 la Sicilia offriva 1.816 strutture di formazione professionale ai suoi 5.051.075 abitanti (popolazione residente al primo gennaio secondo Istat), sul territorio lombardo erano presenti 580 strutture per 9.917.714 residenti. Numerose indagini hanno così svelato, all'interno di questo settore, truffe, intrecci di parentele e interessi politici;
   secondo un'analisi del Quotidiano di Sicilia il costo della formazione professionale nella regione è molto più alto rispetto al costo che si osserva in Lombardia. Nel 2010 la Lombardia ha organizzato 38.000 corsi di formazione professionale, rispetto a 5.000 in Sicilia ad un costo però nettamente diverso. In media un corso di formazione professionale in Lombardia è costato 9.340 euro contro 108.000 euro in Sicilia;
   ad oggi non solo non è stata data soluzione ai problemi sopra descritti, ma essi sono stati aggravati dalla ricollocazione di 1700 lavoratori, i cosiddetti «sportellisti», che senza alcun concorso pubblico saranno assunti presso i centri per l'impiego. Un provvedimento che potrebbe essere dichiarato illegittimo per i forti elementi di discriminazione tra i lavoratori dello stesso settore, come gli amministrativi che di fatto resteranno fuori da una possibile ricollocazione nonostante risultino essere iscritti, allo stesso modo degli «sportellisti», nel medesimo albo dei lavoratori della formazione professionale. E questo accade alla vigilia delle prossime elezioni;
   si tratta di una situazione, ad avviso dell'interrogante, non monitorata dal Governo nazionale, nonostante la situazione sia nota da quasi 40 anni;
   si attende intanto anche in Sicilia, l'applicazione di quanto disposto dal decreto legislativo del 14 settembre 2015, n. 150, attuativo della legge delega del Jobs Act, recante «Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive» pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 221 del 23 settembre 2015. Un decreto che anzitutto prevede l'istituzione di una rete dei servizi per le politiche del lavoro costituita dai seguenti soggetti, pubblici o privati: l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, denominata «Anpal»; le strutture regionali per le politiche attive del lavoro; l'Inps, in relazione alle competenze in materia di incentivi e strumenti a sostegno del reddito; l'Inail, in relazione alle competenze in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro; le Agenzie per il lavoro e gli altri soggetti autorizzati all'attività di intermediazione; i fondi interprofessionali per la formazione continua; i fondi bilaterali; l'Isfol e Italia Lavoro spa; il sistema delle camere di commercio, le università e gli istituti di scuola secondaria di 2o grado. È inoltre prevista l'istituzione di un albo nazionale degli enti accreditati a svolgere attività di formazione professionale e interprofessionali e bilaterali faranno parte della rete e saranno sottoposti a vigilanza dell'ANPAL –:
   se il Governo sia a conoscenza di quanto descritto premessa e, quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di verificare l'utilizzo dei finanziamenti statali ed europei destinati nel tempo ad affrontare le criticità della formazione professionale, in particolare in Sicilia, e come si intenda garantire il mantenimento dei livelli occupazionali in tale settore;
   considerato il fatto che la legge ha previsto l'urgente necessità di dotarsi di un ulteriore organismo nazionale in materia di politiche attive del lavoro, se intenda comunicare i tempi previsti per l'attuazione di quanto stabilito dal decreto legislativo del 14 settembre 2015, n. 150, in materia di sviluppo e vigilanza nel settore delle formazioni professionali dei lavoratori. (4-13321)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

conservazione del posto di lavoro

contrattazione collettiva

formazione professionale