ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12943

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 611 del 21/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: PASTORINO LUCA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 21/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 21/04/2016
Stato iter:
26/04/2016
Fasi iter:

RITIRATO IL 26/04/2016

CONCLUSO IL 26/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12943
presentato da
PASTORINO Luca
testo di
Giovedì 21 aprile 2016, seduta n. 611

   PASTORINO, ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS, SEGONI, TURCO, BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI e MATARRELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   dopo lo sversamento di petrolio da una condotta del deposito della raffineria Iplorn, che ha sede a Busalla e che ha rovesciato una grande quantità di petrolio nel rio Pianego, nel rio Fegino e, da questo, nel Polcevera, avvenuto il 17 aprile 2016, si lavora senza sosta a Fegino e lungo il corso del torrente Polcevera, fino alla foce;
   il lavoro posto in essere da cinque squadre di vigili del fuoco, che hanno immediatamente collocato le panne anti-inquinamento e coperto il petrolio con speciali schiumogeni, finora ha impedito che gli idrocarburi arrivassero in mare, ma non c’è ancora la totale sicurezza che le sostanze oleose non arrivino alla costa: chiazze di idrocarburi si notano lungo tutta l'asta terminale del torrente, tra i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano nel ponente cittadino;
   il presidente della regione, Giovanni Toti, che ha fatto un sopralluogo con l'assessore all'ambiente, Giacomo Giampedrone, ha dichiarato che «Questa non è solo un'emergenza regionale ma è anche nazionale, visto il danno ambientale. Serviranno fondi straordinari perché questo corso d'acqua ha subito un danno molto serio» e ha evidenziato che «La falla è stata chiusa, si tratta di un petrolio nigeriano molto pesante, e quindi le esalazioni non rappresentano un problema per la popolazione. Al momento tutto quello che si poteva fare si sta facendo»;
   il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti ha concesso la massima disponibilità a collaborare con le autorità locali inviando sul posto i tecnici dell'Ispra, a supporto di quelli dell'Arpal e il sindaco di Genova Marco Doria ha manifestato l'intenzione di valutare se dal punto di vista legale ci sono le condizioni per chiedere un risarcimento dei danni per questo incidente, oltre a vagliare tutti i provvedimenti necessari per disciplinare in maniera più stringente le attività che rischiano di creare danno, manifestando inoltre la sua preoccupazione per come si possa evolvere la situazione, soprattutto per il concreto rischio di sversamento in mare del petrolio, ora arginato, che non sarà scongiurato fino alla completa bonifica del sito;
   l'Iplom ha spiegato che «l'incidente si è prodotto mentre era in corso il trasferimento di grezzo da una nave nel Porto Petroli di Multedo, che si è verificato un calo di pressione il pompaggio immediatamente interrotto» e che sarà sua cura continuare ad impegnarsi nelle azioni di bonifica fino alla completa rimozione e pulitura dell'alveo;
   tuttavia, mentre la magistratura indaga e l'azienda e le istituzioni cercano di accelerare al massimo i tempi di messa definitiva in sicurezza con l'ansia per le piogge e lo sversamento in mare, è venuto alla luce che l'intervento per arginare i danni causati dalla rottura della tubatura di Fegino, è stato condotto sulla base di un piano di emergenza esterno che risulta non essere aggiornato dal 2012 e, quindi, secondo quanto previsto dalla legge, «scaduto» nel 2015;
   la situazione è ancora più grave se si guarda all'altro impianto petrolifero presente sul territorio metropolitano genovese, cioè la raffineria Iplom di Busalla, dove l'ultimo piano risale al 2006 e la responsabilità di questo documento è della prefettura di Genova che, come tutte le prefetture, ha il compito previsto dal legislatore di redigere questo documento, verificarlo e tenerlo aggiornato secondo criteri e scadenze precise;
   per ogni impianto industriale considerato a rischio rilevante, la prefettura di competenza ha l'obbligo di redigere il piano di emergenza esterno (PEE), renderlo di evidenza pubblica e aggiornarlo al massimo ogni tre anni, come stabilito dal decreto legislativo n. 105, del 26 giugno 2015, che recepisce (sforando di un mese sulla scadenza ultima) l'aggiornamento apportato dalla direttiva comunitaria del 4 luglio 2012 alla precedente «direttiva Seveso» del 1982 (recepita dal legislatore italiano nel 1988), già aggiornata in precedenza durante lo stesso 1982 (in Italia solo nel 1999) e poi nel 2003 (nel nostro ordinamento dal 2005), allo scopo di prevenire gravi incidenti industriali, con le relative conseguenze su persone e ambiente, come appunto accadde il 10 luglio del 1976 a Seveso, quando un'enorme nube tossica fuoriuscì dagli impianti chimici della ICMESA, investendo terreni e abitazioni, incidente che fece nascere l'esigenza a livello europeo di avere regole precise e rigorose per evitare nuove sciagure;
   uno degli elementi chiave della direttiva sopracitata è l'obbligo di studiare e rendere operativi piani di emergenza esterni: organizzare, cioè, strategie di azione in tutte quelle ipotetiche situazioni di crisi che coinvolgono l'ambiente esterno all'impianto in questione;
   con il PEE, in caso di incidente, si sa cosa c’è, si sa dove è, si sa cosa può succedere, e soprattutto si sa subito come intervenire il più efficacemente possibile e per tali motivi, il suo aggiornamento è fondamentale e ogni modifica sostanziale degli impianti, infatti, deve essere catalogata e verificata anche se si tratta di semplici cambiamenti viari e delle infrastrutture limitrofe a un determinato impianto che possono costituire un fattore di novità importante, che è meglio non appurare ad emergenza in corso;
   per quanto riguarda gli impianti di Fegino, sul sito web della prefettura è pubblicato integralmente un PEE, datato 2012 e sullo stesso documento viene predisposto un aggiornamento su base triennale, la cui prima scadenza, quindi risulta essere il 2015 e quindi l'intervento che ha seguito lo sversamento di petrolio nel rio Fegino, e poi nel Polcevera potrebbe essere stato inficiato da questo dato;
   il PEE relativo alla raffineria Iplom non si trova sul sito della prefettura e, in base alle ricerche degli interroganti, non ne esiste copia pubblica e il sindaco di Busalla, Loris Maieron, ha confermato che l'ultima versione disponibile risale al 2006, quindi scaduta dal 2009, dichiarando di aver sollecitato nel mese di agosto 2015 anche il prefetto in merito;
   l'Iplom, da parte sua ha confermato questo dato, mettendo la propria copia a disposizione per una consultazione in quanto «documento pubblico», come ha specificato l'ufficio stampa dell'azienda e, chiedendo chiarimenti ai funzionari degli uffici prefettizi di Genova che, dopo una serie di ricerche interne, hanno confermato la situazione senza tuttavia motivare il ritardo;
   infine, anche Roberto Oreficini, ispettore della protezione civile, durante il sopralluogo con l'ammiraglio Pettorino, diretto a visionare la situazione per valutare le eventuali misure di competenza nazionale nel punto in cui c’è stata la rottura del tubo della Iplom ha evidenziato, che sono state fatte delle barriere per intercettare il prodotto in tutta una serie di punti per evitare dispersioni assicurando che verranno installate delle barriere oceaniche molto più alte sul fronte mare e i battelli saliranno da quattro a sei e gli autospurgo da quattordici a venti; il rischio più grande è ora l'arrivo della pioggia che farebbe fluire il petrolio in mare –:
   quali iniziative urgenti il Governo intenda intraprendere, anche promuovendo uno specifico piano di emergenza, per le zone afflitte dallo sversamento di petrolio di cui in premessa, essendo oltretutto scaduto il piano che avrebbe dovuto regolamentare un'emergenza ambientale di tale portata;
   quali procedure di monitoraggio della bonifica il Governo intenda utilizzare, oltre all'eventuale assunzione di iniziative per la nomina di un commissario, e se, essendo il sito di cui in premessa uno dei dieci siti nel comune di Genova «a rischio di incidente rilevante (RIR)», non intenda compiere una verifica sugli altri nove, assicurando ove necessario, l'aggiornamento del relativo piano di sicurezza.
(4-12943)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

principio chi inquina paga

inquinamento da idrocarburi

disastro naturale