ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12806

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 606 del 12/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: RONDINI MARCO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 12/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/04/2016
Stato iter:
07/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/07/2016
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/07/2016

CONCLUSO IL 07/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12806
presentato da
RONDINI Marco
testo di
Martedì 12 aprile 2016, seduta n. 606

   RONDINI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la meningite meningococcica è una malattia molto grave causata da un'infezione batterica ad opera del batterio Neisseria meningitidis, detto anche meningococco. Esistono 5 sierogruppi, A, B, C, Y e W135, che sono in grado di generare la malattia nell'uomo;
   il meningococco può essere trasmesso attraverso contatto stretto con una persona infetta, attraverso le secrezioni respiratorie e la saliva. La malattia meningococcica ha un tempo di incubazione di 1-10 giorni e si presenta come meningite in più del 50 per cento dei casi;
   il meningococco è presente ovunque nel mondo. La più alta incidenza di malattia si ha nella cosiddetta «cintura (o fascia) della meningite» dell'Africa sub sahariana: secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, i tassi più alti di Neisseria meningitidis nel mondo si registrano nella cosiddetta meningitis belt (fascia della meningite), area che comprende i Paesi dal Senegal all'Etiopia. In questa zona, dove vivono circa 300 milioni di persone, la malattia è iperendemica e la stagione secca favorisce la diffusione della malattia e vi sono epidemie stagionali durante la stagione secca (dicembre-giugno) che possono raggiungere anche i 1000 casi per 100.000 abitanti (stime WHO);
   nella meningitis belt il ceppo di meningococco A e responsabile di circa l'80-85 per cento di tutti i casi di malattia, con intervalli di 7-14 anni tra un'epidemia e un'altra. Nel 2009, 14 Paesi africani hanno riportato il più alto numero di casi dall'epidemia del 1996: 88.199 casi sospetti di cui 5352 letali. Nel 1996, infatti, in questa zona si è verificata la più grave epidemia di meningite mai registrata, con circa 250.000 casi e 25.000 morti in Niger, Nigeria, Burkina Faso, Ciad, Mali e altri. Paesi limitrofi. La carenza di vaccini e di sistemi sanitari e di cura hanno sicuramente inciso sulle proporzioni dell'epidemia. Nei Paesi ad alto reddito e a clima temperato il numero di casi di meningite è piuttosto sporadico (aumentano in inverno e primavera);
   i numeri relativi agli sbarchi nel 2016 specificano che sino all'inizio di aprile sono sbarcati 3.415 cittadini della Nigeria, 2.270 del Gambia, 1.661 del Senegal, 1.594 della Guinea, 1.541 della Costa d'Avorio, 1.505 della Somalia e 615 dell'Eritrea;
   i dati riportano come al contrario, negli USA, Europa, Australia e Sud America l'incidenza varia tra 0.3 e 3 casi ogni 100 abitanti per anno. Il sierogruppo A predomina nella fascia della meningite. Al di fuori della fascia della meningite, i bambini sono più a rischio;
   le cronache degli ultimi mesi riportano un aumento di casi di cittadini, in Toscana, nel lodigiano, a Roma ed a Napoli gli ultimi casi nelle nostre città, che hanno contratto meningite, soprattutto quella relativa al sierogruppo C –:
   se il Ministro sia a conoscenza della situazione e abbia predisposto, per quanto di competenza, le opportune iniziative per garantire la salute dei cittadini in vista della nuova prevedibile stagione di sbarchi provenienti dalle coste libiche. (4-12806)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 luglio 2016
nell'allegato B della seduta n. 649
4-12806
presentata da
RONDINI Marco

  Risposta. — La gestione dei flussi migratori, sotto l'aspetto sanitario, in particolar modo con riferimento al periodo di prima accoglienza dei migranti e per tutta la durata della loro permanenza nei centri e nelle strutture dedicati, richiede un approccio coordinato da parte di tutte le amministrazioni ed i soggetti a vario titolo coinvolti, per la migliore tutela possibile della salute pubblica, dei cittadini e di quella dei migranti stessi.
  Va anche considerata la possibile complessità degli scenari epidemiologici internazionali, con l'emergenza e la ri-emergenza di malattie infettive che possono essere alla base della reintroduzione di infezioni in Paesi indenni.
  D'altra parte, non si può trascurare il possibile impatto sulla salute che la permanenza nei centri per migranti potrebbe avere su persone già di per sé vulnerabili.
  L'arrivo di un elevato numero di migranti nel territorio nazionale, in tempi relativamente brevi, richiede, quindi, da parte delle autorità sanitarie interessate, uno sforzo notevole per identificare e gestire tempestivamente gli eventi che riguardano lo stato di salute di questi soggetti, e che possono avere conseguenze sia a livello individuale che a livello della comunità ospitante.
  Allo stesso tempo, è necessario che alle persone che arrivano e soggiornano nel nostro paese sia assicurata un'assistenza sanitaria in linea con le loro necessità e nel rispetto dei principi costituzionali.
  L'accordo Stato-regioni del 20 dicembre 2012 sul documento recante «Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome», è stato sottoscritto proprio allo scopo di formalizzare le indicazioni fornite e riguardanti la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera, comprendendo, con tale termine, sia i migranti regolari e i soggetti temporaneamente presenti per motivi vari sul territorio nazionale sia i migranti irregolari, che rappresentano il gruppo più vulnerabile, a cui devono essere garantite cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti e, in un'ottica di tutela della collettività, anche prestazioni di medicina preventiva, quali le vaccinazioni, la tutela della gravidanza e della maternità, la salute dei bambini.
  Di recente, inoltre, è stato emanato il decreto del Ministero dell'interno 20 ottobre 2014 «Regolamento recante criteri per l'organizzazione dei centri di identificazione ed espulsione», che affronta in dettaglio anche i punti relativi all'accertamento delle condizioni di salute del migrante e di erogazione dell'assistenza medica necessaria.
  È opportuno rilevare come tanto il sistema ordinario, quanto i sistemi aggiuntivi di sorveglianza delle malattie infettive – come il sistema di sorveglianza sindromica, messo in atto con la circolare del Ministero della salute del 7 aprile 2011, a seguito dell'afflusso di migranti dai Paesi dell'Africa settentrionale – non hanno messo in evidenza situazioni di allarme per la popolazione residente e per quella migrante, anche se è innegabile, ed inevitabile, che in situazioni di promiscuità e di disagio, quali quelle affrontate dai migranti irregolari durante il viaggio, si possano manifestare infezioni ed infestazioni, a cominciare dalla scabbia, come del resto altre patologie di natura non infettiva.
  Non solo i sistemi di sorveglianza delle malattie infettive ma anche le attività di controllo sanitario, messe in atto direttamente a bordo delle navi della Marina militare, come i controlli effettuati ordinariamente al momento dello sbarco da parte degli uffici di sanità Marittima aerea e di frontiera (USMAF) del Ministero della salute, non hanno evidenziato situazioni che potessero costituire una emergenza sanitaria, ma hanno consentito di gestire immediatamente, ed in modo appropriato, casi sospetti di malattie infettive di interesse del regolamento sanitario internazionale, nonché altre situazioni sanitarie richiedenti immediata attenzione, sia che si trattasse di malattie infettive (morbillo, scarlattina, varicella, affezioni respiratorie, sindromi febbrili non accompagnate da altri sintomi, congiuntiviti oltre a casi di scabbia c pediculosi), legate alle disagiate condizioni di vita prima e durante gli imbarchi, sia che si trattasse di condizioni patologiche, quali ustioni, traumatismi, cardiopatie, diabete, esiti di poliomielite o altre affezioni neurologiche, o di condizioni fisiologiche (stato di gravidanza), con indirizzamento dei casi verso adeguati luoghi di cura.
  Relativamente alla malattia meningococcica, si precisa che si tratta di una malattia molto grave ma anche piuttosto rara, tanto che in Italia si verificano meno di 200 casi l'anno, concentrati prevalentemente nella fascia di età del bambino e del giovane adulto.
  Si sottolinea che non tutti i soggetti che entrano in contatto con il meningococco contraggono la malattia; infatti, nella popolazione sana, il meningococco è presente in circa il 5-10 per cento degli adulti (portatori, ovvero soggetti che ospitano il batterio nel naso-faringe in assenza di infezione e malattia).

  La circolazione di questo patogeno è minore all'interno di una popolazione ben vaccinata, in cui si raggiungono coperture vaccinali tali da ridurre la circolazione del batterio nella popolazione stessa (coperture elevate sono presenti in molte regioni italiane) e varia con l'età.
  In caso di positività per meningococco di una persona sana (stato di portatore), non è prevista alcuna misura restrittiva o terapeutica: ne consegue che uno «screening» dei soggetti provenienti da aree anche ad alta incidenza non viene considerato utile.
  Le misure di controllo sono costituite dalla vaccinazione, come previsto dai piani regionali di prevenzione vaccinale e, in presenza di un caso clinico, dalla ricerca dei contatti da sottoporre alla relativa chemioprofilassi e a cui proporre la vaccinazione.
  Pertanto, alla luce di quanto segnalato, non sussistono azioni ulteriori che questo Ministero possa o debba intraprendere nei confronti dei migranti, relativamente al rischio di meningite da meningococco.
La Ministra della saluteBeatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

malattia del sistema nervoso

epidemia