ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12786

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 604 del 08/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 08/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/04/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/04/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/05/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12786
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Venerdì 8 aprile 2016, seduta n. 604

   BRIGNONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   Vega 6 è la più grande piattaforma petrolifera fissa off-shore italiana ed è posta a 12 miglia dalla costa di Pozzallo, in provincia di Ragusa;
   la piattaforma gestita da Edison, per conto di una società mista Edison (60 per cento) ed Eni (40 per cento) si estende per 184,8 chilometri quadrati;
   la piattaforma è stata appoggiata nel febbraio 1987, su un fondale di circa 122 metri di profondità d'acqua tramite un jacket, struttura di acciaio tubolare a forma di traliccio con otto gambe ancorate al fondo marino per mezzo di 20 pali, su cui sono stati poi posati i restanti moduli di produzione e servizi;
   la procura di Ragusa, ha aperto un procedimento penale nell'anno 2007 a carico di Edison, – società che gestisce la piattaforma –, poiché tra il 1989 e il 2007 la stessa, avrebbe smaltito sostanze inquinanti con modalità non conformi alla normativa vigente in materia di rifiuti e acque reflue, ipotizzavano «gravi e reiterati attentanti alla salubrità dell'ambiente e dell'eco sistema marino, attuando per pura finalità di contenimento dei costi e quindi di redditività aziendale, modalità criminali di smaltimento rifiuti e dei rifiuti pericolosi»;
   infatti, avrebbe immesso illecitamente a 2.800 metri di profondità, enormi quantità di rifiuti petroliferi molto inquinanti tra cui: liquidi contenenti alte concentrazioni di metalli pesanti e idrocarburi, 14 mila metri cubi di acque di sentina e 333 mila metri cubi di acque di lavaggio delle cisterne della nave di stoccaggio per un totale di quasi mezzo milione di metri cubi di liquidi definiti dalla legge «rifiuti speciali» e pertanto inquinanti;
   secondo quanto denunciato dall'Ispra, quello dello smaltimento illegale di rifiuti di Edison era un «metodo sistematico» che prevedeva l'aggiunta di sostanze chimiche ai rifiuti prodotti. Le sostanze chimiche servivano a «mantenere in buono stato di conservazione le strutture del pozzo Vega 6» e a «aumentare la capacità di assorbimento dei rifiuti liquidi reimmessi nel sottosuolo»;
   l'ISPRA per i danni causati ha valutato che dovesse essere richiesto un risarcimento del danno ambientale, per circa 70 milioni di euro. Cifra pari al costo dello smaltimento regolamentare del quantitativo accertato di questo tipo di rifiuti;
   secondo l'Ispra, per smaltire correttamente e secondo la normativa vigente in materia di rifiuti pericolosi, Edison avrebbe dovuto corrispondere circa settanta milioni di euro;
   gli effetti ambientali esposti dal pubblico ministero soro inquietanti per la salute pubblica e l'habitat del mare: «dispersione e sversamento d'idrocarburi e sostanze inquinanti nelle acque marine: contaminazioni ambientali per l'ecosistema marino, inquinamento delle falde idriche profonde, rischio di sismicità indotta»;
   il Ministero dell'ambiente nel 2007, si è costituito parte civile contro manager e dirigenti di Edison nel processo penale nei confronti di Edison per lo smaltimento illecito di rifiuti chiedendo un risarcimento per ingiusto profitto per circa settanta milioni di euro;
   tuttavia, il 16 aprile 2015, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha espresso parere positivo alla valutazione d'impatto ambientale (VIA) per la realizzazione di una nuova piattaforma – Vega B – che prevede il raddoppio dei pozzi di estrazione. Il raddoppio dei pozzi ricade all'interno della fascia di protezione delle 12 miglia dal sito d'interesse comunitario (Sic) «Fondali e foce del fiume Irminio», pertanto la legge in vigore impedisce di costruire nuove piattaforme vicino ad aree protette;
   il 13 novembre 2015 il Ministero dello sviluppo economico ha inoltre concesso il rinnovo del permesso per 10 anni della piattaforma attiva — Vega 6-;
   Edison pertanto per la concessione rinnovata pagherà un canone di 87 euro l'anno a chilometro quadrato, e lo Stato incasserà royalty pari al 7 per cento dei proventi, infatti, le royalty italiane sono tra le più basse d'Europa;
   le motivazioni espresse dal Ministero dello sviluppo economico ai fini della proroga di concessione estrattiva della piattaforma Vega 6 sono in netto contrasto con la posizione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che nel 2007 era costituito parte civile nel processo contro Edison, poiché in una nota del 12 dicembre 2014 il Ministero dello sviluppo economico dichiarò: «la Società ha ottemperato ai termini di buona gestione del giacimento...»;
   lo stesso Governo che chiede a Edison i danni in giudizio la promuove a pieni voti nel momento in cui concede il rinnovo del permesso. In sintesi: grazie alla prescrizione Edison non pagherà i danni procurati, ma incassa dal Governo un rinnovo della concessione per un decennio; il procedimento penale della procura di Ragusa in corso dal 2007 contro la società Edison che gestisce la piattaforma Vega 6 per il «reato d'illecito profitto dovuto allo smaltimento di rifiuti pericolosi non autorizzato per l'attività estrattiva e di stoccaggio degli idrocarburi» è ora al primo grado di giudizio e il prossimo 5 maggio 2016 — data in cui è fissata l'udienza presso il tribunale di Ragusa — verrà molto probabilmente sancita la prescrizione dei reati imputati a Edison –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti narrati in premessa;
   se ritengano di dover assumere iniziative per sospendere l'autorizzazione concessa per la realizzazione della piattaforma Vega B, poiché la stessa non è il completamento del vecchio programma di lavori, approvato nel 1984, bensì un nuovo progetto che a giudizio dell'interrogante contrasta con la direttiva comunitaria detta «direttiva Habitat» del 21 maggio 1992, n. 43, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, recepita in Italia nel 1997;
   se ritengano opportuno revocare la proroga concessa circa le autorizzazioni di Vega 6 e di Vega B, a casa delle numerose inesattezze e irregolarità che sarebbero contenute nelle richieste da parte della società Edison;
   se ritengano opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza e con la massima urgenza, al fine di evitare che al largo delle coste siciliane peggiori la situazione ambientale già compromessa dalla Vega 6, che rischia di contaminare per secoli i fondali del Canale di Sicilia;
   se ritengano di dover chiarire la posizione del Governo circa i fatti di cui in premessa in considerazione del fatto che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è costituito parte civile nel processo a carico di Edison e di contro il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato il rinnovo della concessione Vega 6 e la realizzazione di Vega B;
   se ritengano opportuno assumere con urgenza ogni iniziativa di competenza per conseguire il risarcimento per il danno ambientale causato da Edison.  (4-12786)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

eliminazione dei rifiuti

discarica abusiva

zona protetta