ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12621

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 596 del 23/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 23/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/03/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/03/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/03/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 23/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE 23/03/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 19/09/2016
Stato iter:
02/08/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 08/04/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 19/09/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/08/2017

CONCLUSO IL 02/08/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12621
presentato da
SEGONI Samuele
testo di
Mercoledì 23 marzo 2016, seduta n. 596

   SEGONI, ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS e TURCO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   il 13 marzo 2016 si è verificato un pericoloso incidente sulle coste delle isole Kerkennah, nella regione di Sfax in Tunisia, che ha causato uno sversamento di petrolio in mare, quindi un problema ecologico molto grave che deve essere risolto il più rapidamente possibile;
   la stampa italiana ne ha parlato poco e con notizie contrastanti, poiché le poche fonti a disposizione non riportano notizie univoche;
   problemi ambientali si sono comunque verificati sin dall'inizio dell'attività di trivellazione nel golfo di Gabes perché l'inquinamento collegato alle attività estrattive ha fatto diminuire drasticamente il numero delle spugne esistenti nell'area e il pescato;
   il Ministro dell'ambiente, Nejib Derouiche, ha viaggiato per la zona e ha chiesto al governatore di Sfax di indire una riunione d'emergenza della Commissione ambiente regionale per organizzare le operazioni di bonifica e per chiarire le cause della perdita. Anche il procuratore del primo tribunale di Sfax, informato dell'incidente, ha iniziato un'indagine per accertare le cause e per individuare i responsabili;
   come detto, l'incidente è stato praticamente ignorato dalla stampa e le poche fonti disponibili sostengono che per le autorità tunisine la situazione sarebbe sotto controllo sorvolando sui danni arrecati alla società in conseguenza della catastrofe ecologica che ha ricoperto di greggio molti chilometri di spiaggia in una località dove l'economia è basata in gran parte ancora sulla pesca;
   la scarsità di notizie sul fatto grave accaduto in una località posta a soli 120 chilometri a sud dell'isola di Lampedusa, avviene a pochi giorni dallo svolgimento del referendum del 17 aprile 2016 sulle trivellazioni in mare nel nostro Paese, evento anch'esso poco pubblicizzato;
   per il sovrintendente del mare per la regione siciliana, la notizia della marea nera che si è formata da una settimana al largo dell'arcipelago Kerkennah deve preoccupare anche il Governo perché potrebbe raggiungere le coste italiane: «Da quel che ci risulta la marea si sposta verso nord e dunque verso Lampedusa, ma tutto dipende dal vento. In ogni caso è la prova dei rischi che si corrono puntando sul petrolio» –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e quali iniziative intendano assumere al fine di avere informazioni attendibili dal Governo tunisino;
   quali iniziative urgenti di competenza intendano a assumere per evitare che la macchia nera possa raggiungere le coste italiane, in particolare prevedendo un monitoraggio satellitare per verificare eventuali rischi di arrivo dell'olio, materiale altamente inquinante, nelle acque territoriali italiane. (4-12621)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 agosto 2017
nell'allegato B della seduta n. 847
4-12621
presentata da
SEGONI Samuele

  Risposta. — Con riferimento alla interrogazione in esame, relativa all'incidente, con conseguente fuoriuscita di petrolio, vicino le coste delle isole Kerkennah, in Tunisia, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si evidenzia che, ad oggi, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non sono pervenute notizie dettagliate sul suddetto incidente, né tantomeno richieste ufficiali di cooperazione da parte delle autorità tunisine.
  Sulla base degli elementi forniti dal Ministero dello sviluppo economico, si riferisce quanto segue.
  Sulla stampa italiana sono apparse notizie, anche contrastanti tra loro, di una chiazza di petrolio allargata, presente a 120 chilometri da Lampedusa. La chiazza sembrerebbe riconducibile ad un incidente avvenuto il 13 marzo 2016 in una piattaforma offshore situata a 7 chilometri al largo delle isole Kerkennah, nella regione tunisina di Sfax. In particolare, tra le notizie si riporta che una squadra dell'agenzia nazionale tunisina per la protezione dell'ambiente, è stata inviata sul posto e la Thyna petroleum services ha confermato una leggera perdita di petrolio alla testa del pozzo Cercina — 7, perdita che si suppone sia derivante da una rottura della provetta di controllo, un tubo dal diametro di 10 millimetri.
  Sempre il Ministero dello sviluppo economico segnala di aver ottenuto attraverso gli accordi per la sicurezza, alcuni riscontri dei risultati dell'analisi effettuata dal centro nazionale di ricerca dipartimento istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente, a seguito di una sollecitazione da parte del servizio previsione dispersione idrocarburi dell'istituto per l'ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr, a proposito dei possibili eventi di dispersione di idrocarburi dalla piattaforma 07 – Cercina (Tunisia). I risultati mettono in evidenza che dall'avvenimento del presunto incidente ad oggi, la possibile traccia di oil slick non si è mai spostata. Questo dato, a più giorni dall'evento, conferma in modo evidente che il presunto oil slick sia imputabile alla traccia della conformazione morfologica e fisiografica dell'isola. In sintesi, l'effetto prodotto dalle immagini SAR «è conseguente al fondale basso della zona che, probabilmente in presenza di effetti di marea (bassa), rende la zona una specie di laguna con acque che retro-diffondono in modo sostanzialmente speculare il segnale radar, da cui l'effetto simile a quello di un oil slick».
  Inoltre, per quanto concerne gli aspetti relativi all'attività di monitoraggio, si rappresenta che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha attivato a livello nazionale, da oltre un ventennio, in conformità alle normative vigenti in materia, un sistema finalizzato alla prevenzione e lotta agli inquinamenti marini lungo tutti i circa 7.500 chilometri di costa italiana, mediante l'impiego di unità navali specializzate.
  Attualmente, a seguito del contratto stipulato il 23 giugno 2015 ed operativo dal 1o agosto 2015 con la Castalia consorzio stabile S.c.p.a. in esito a una gara comunitaria, la struttura antinquinamento si compone di 36 unità navali, di cui 9 di altura e 27 costiere, dislocate lungo il perimetro costiero nazionale con pronto impiego h/24, quindi pronte a intervenire nel caso in cui fenomeni inquinanti dovessero minacciare le nostre coste.
  Inoltre, le coste adriatiche e quelle a sud della Sicilia, dove sono ubicate le piattaforme petrolifere in acque italiane, sono giornalmente monitorate da un sistema di controllo integrato satellitare, aereo e navale di avvistamento di eventuali macchie inquinanti.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero continuerà a tenersi informato, nonché a svolgere un'attività di monitoraggio.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento da idrocarburi

trivellazione in mare

acque territoriali