ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12527

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 590 del 15/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: COLONNESE VEGA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2016
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2016
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2016
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2016
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2016
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2016
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/03/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 04/04/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12527
presentato da
COLONNESE Vega
testo di
Martedì 15 marzo 2016, seduta n. 590

   COLONNESE, FICO, SILVIA GIORDANO, GRILLO, BARONI, DI VITA, LOREFICE e MANTERO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   nella notte tra l'8 e il 9 marzo 2016, Francesca Napolitano una donna di 42 anni muore per problemi al cuore. La paziente era ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale San Paolo di Napoli per una miocardite con versamento pericardico (condizione che tiene il cuore stretto in una morsa impedendogli di battere) ed è stata trasferita all'ospedale Monaldi di Napoli solo intorno alle 6 del mattino. Secondo quanto riporta il Mattino, nella notte tra l'8 e il 9 marzo tutte le nove cardiochirurgie campane (cinque pubbliche e quattro private accreditate) non avevano spazio e la donna è morta dopo un'attesa di tre ore. Il polo cardiochirurgico del Monaldi, allertato dal 118 e dallo stesso ospedale San Paolo, più volte aveva rifiutato il ricovero perché le due sale chirurgiche erano entrambe impegnate, una per un trapianto di cuore e l'altra attivata (alle 3 di notte) per un aneurisma dissecante dell'aorta in trasferimento dal Cardarelli. Nonostante questo alle 6 di mattina dal San Paolo, è stato comunque disposto il trasferimento della paziente. Vane sono state la manovre di rianimazione: i sanitari del Monaldi sono intervenuti sulla paziente utilizzando le sale della rianimazione, ma alle 8 del mattino un arresto cardiocircolatorio ha causato il decesso della donna. La salma è stata trasportata alla sala settoriale del policlinico Federico II dove sarà anche effettuata l'autopsia. Una dettagliata relazione dell'accaduto è stata trasmessa dalla direzione del Monaldi agli uffici della regione;
   nell'ambito del provvedimento di riassetto ospedaliero della regione Campania, approvato con decreto n. 49 del 27 settembre 2010 per la prosecuzione del piano di rientro del settore sanitario attraverso piani attuativi aziendali, è prevista la rimodulazione della quota dei posti letto programmati, per singole discipline specialistiche, in ragione di una migliore risposta a specifici bisogni assistenziali ed in presenza di maturate professionalità, competenze ed esperienze delle risorse umane disponibili; il nuovo piano sanitario regionale, che riorganizza la rete di assistenza in Campania, prevede proprio il dimezzamento delle neurochirurgie «abilitate» a trattare l'ictus emorragico e a provvedere all'intervento endovascolare;
   dal 25 novembre 2015 va pienamente applicata la direttiva europea 88 del 2003 sull'orario di riposo e di lavoro dei medici (e sanitari) dipendenti: si applicano a pieno titolo anche alla dirigenza sanitaria e ai sanitari tutte le disposizioni di cui al decreto legislativo 66 del 2003 e, in particolare, la previsione dell'articolo 7, comma 1, del decreto, secondo la quale «il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo continuativo, ogni 24 ore». Dal 25 novembre entra in vigore la legge 161 del 2014 il cui articolo 14, comma 1, abroga due precedenti norme italiane, derogatorie dalla direttiva comunitaria in tema di orari e riposi del personale sanitario dipendente, medici e non medici. In dettaglio, si trattava dell'articolo 41, comma 13 (dirigenza sanitaria), della legge n. 133 del 2008 e dell'articolo 17, comma 6-bis (tutto il ruolo sanitario, comparto incluso) del decreto legislativo 66 del 2003;
   sono stati fissati i limiti massimi di ore di lavoro giornaliero:
    rispetto del limite massimo di 12 ore e 50’ di lavoro giornaliero;
    rispetto del limite massimo di 48 ore di durata media dell'orario di lavoro settimanale, compreso lo straordinario;
    rispetto del limite minimo di 11 ore continuative di riposo nell'arco di un giorno;
   per altro, l'articolo 14, comma 3, della legge n. 161 del 2014 dispone che le norme contrattuali (esempio articolo 17, CCNL 2008, area IV) che avevano dato attuazione alle norme ora abrogate cessino di aver applicazione alla stessa data del 25 novembre 2015. La legge 161 del 2014 fornisce precise indicazioni su come si possa assicurare ai lavoratori il pieno rispetto dei diritti in questione, precisando che «le Regioni devono garantire i servizi attraverso una più efficiente allocazione delle risorse umane disponibili sulla base della legislazione vigente» e prevedendo «appositi processi di riorganizzazione e razionalizzazione delle strutture e dei servizi dei propri enti sanitari». Ma, se questi sono i principi, la realtà cozza con la politica finanziaria (leggi di stabilità) che ha portato non solo al blocco pluriennale degli organici, ma anche al blocco pressoché totale del turnover, con sostituzione, mediamente di un medico ogni cinque colleghi andati in pensione;
   questo comporta, soprattutto nelle regioni soggette al piano di rientro della spesa sanitaria, mancanza di personale sufficiente per rispettare le pause obbligate e i servizi «h24», 7 giorni su 7. La presenza di sotto-organici ha costretto ad accorpare il personale per l'attività notturna e/o emergenziale e a ridurre l'attività routinaria, sacrificando le prestazioni meno «significative», alias quelle ambulatoriali di reparto, con ulteriore allungamento delle liste di attesa, ma, a quanto emerge, anche l'assistenza in emergenza (pronto soccorso) con evidente carenza di staff medico-sanitario per interventi di chirurgia di emergenza;
   la direttiva è uno degli strumenti giuridici che le istituzioni europee possono utilizzare per attuare le politiche dell'Unione europea (UE). Si tratta di uno strumento flessibile usato principalmente per armonizzare le leggi nazionali. Essa richiede ai Paesi dell'Unione europea di raggiungere determinati risultati, ma li lascia liberi di scegliere le modalità. La direttiva sull'organizzazione dell'orario di lavoro impone periodi di riposo obbligatori e un limite sulle ore di lavoro settimanali consentite nell'Unione europea. Tuttavia, sono i singoli Paesi a sviluppare le proprie leggi e a determinare come applicare queste regole;
   l'applicazione, in ritardo di 13 anni, della direttiva europea sull'orario massimo settimanale e sul riposo obbligatorio di 11 ore su 24, arriva però in un Paese impreparato: il rispetto delle norme comunitarie sta facendo esplodere di fatto le carenze degli organici, causando il crollo delle prestazioni non urgenti, consentendo solo interventi chirurgici dilazionati: cosa probabilmente accaduta nell'episodio descritto in premessa –:
   come intendano attivarsi per quanto di competenza, onde monitorare se i servizi sanitari regionali, ivi incluso quello della regione Campania, abbiano verificato l'adeguatezza complessiva dello stato di approntamento ordinario e straordinario rispetto alla ridefinizione degli standard di servizio;
   quali iniziative di competenza intendano assumere, laddove le carenze di organico siano documentate, per risolvere le problematiche che impediscono i servizi di emergenza;
   se intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, per garantire il rispetto della norma e ripristinare il pubblico servizio di emergenza;
   quali iniziative di competenza intendano assumere, nel rispetto della «giusta e doverosa» normativa comunitaria, rispetto agli asfittici organici del servizio sanitario nazionale, tutelando il diritto al riposo per evitare errori legati alla stanchezza dei medici e altresì tutelando il diritto dei pazienti di ricevere prestazioni mediche «eccellenti» da parte di medici «non stressati dal lavoro»;
   se non intendano assumere iniziative per prevenire quale unica soluzione rapida e concreta data la carenza di organico visti i vincoli rigidi europei, allo sblocco del turn over, prevedendo l'assunzione di personale, onde evitare episodi come quello esposto in premessa. (4-12527)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

applicazione del diritto comunitario

direttiva comunitaria

orario di lavoro