ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11801

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 555 del 26/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: BOSSA LUISA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 26/01/2016
Stato iter:
11/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/03/2016
GIRO MARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/03/2016

CONCLUSO IL 11/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11801
presentato da
BOSSA Luisa
testo di
Martedì 26 gennaio 2016, seduta n. 555

   BOSSA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   in data 13 dicembre 2015, due concittadini italiani, mentre erano in vacanza a Berlino, sono stati fermati dalla polizia tedesca e sottoposti – secondo il loro racconto, raccolto dalla sottoscritta – ad un trattamento che avrebbe violato i loro diritti fondamentali, senza al tempo stesso ricevere adeguata tutela e assistenza dalla ambasciata;
   i due concittadini (Michele Punzo e Francesco Signoriello) riferiscono di essere stati brutalmente e improvvisamente prelevati dal ristorante «Luna», sito all'angolo tra le strade «Martin-Luther-str.» e «Motzstratz», alle ore 15 del 13 dicembre 2015, da due poliziotti in divisa (un uomo e una donna) che, in malo modo, tra urla e strattonamenti, li hanno portati fuori dal locale;
   i due poliziotti hanno perquisito i concittadini per strada, continuando ad urlare in tedesco, lingua non parlata da Punzo e Signoriello; successivamente, sono sopraggiunti altri due poliziotti che hanno continuato ad esprimersi in tedesco senza, quindi, dare spiegazioni su quanto stava avvenendo;
   solo dopo le rimostranze di Punzo e Signoriello, i poliziotti hanno messo in contatto telefonicamente i due con una terza persona, che, senza qualificarsi, con un italiano stentato, ha fatto intendere atti stessi che dovevano essere arrestati perché «visti in un'auto», senza altre spiegazioni;
   i nostri concittadini hanno provato subito a far capire che era impossibile averli avvistati in un'automobile, dal momento che utilizzavano, da turisti, per i loro spostamenti solo mezzi pubblici;
   indifferenti ad ogni spiegazione, i poliziotti hanno condotto i nostri concittadini nella loro abitazione, presa in fitto per la vacanza, e distante poche centinaia di metri; qui sono stati visionati i documenti di identificazione e ai due è stato detto che dovevano essere condotti in una stazione della «Polizia criminale»;
   a richiesta di spiegazione, sempre l'ignoto interlocutore telefonico, in un italiano incomprensibile spiegava ai nostri concittadini che c'era una denuncia contro di loro e che dovevano essere portati via per le foto segnaletiche e le impronte digitali;
   condotti presso una caserma, i due nostri concittadini, senza che nessuno fosse in grado di spiegare con chiarezza di cosa fossero accusati e cosa stesse accadendo, sono stati perquisiti, privati di tutto (le carte d'identità, i telefoni cellulari, sigarette, chiavi di casa, fiammiferi), separati e chiusi ciascuno in una cella;
   i due concittadini hanno continuato a chiedere – a gesti e grida, visto che nessuno dei poliziotti era in grado di parlare una lingua differente dal tedesco – cosa stesse accadendo, senza avere risposta;
   Punzo e Signoriello hanno anche chiesto subito di chiamare l'ambasciata italiana e non solo non hanno avuto ascolto ma sono stati ripetutamente aggrediti verbalmente e costretti al silenzio;
   solo dopo un paio d'ore, i due sono stati prelevati singolarmente e portati in un ufficio per essere fotografati; i poliziotti hanno preso le impronte digitali, l'altezza, il peso, il numero di scarpe; solo in quel momento, una delle agenti presenti ha spiegato in inglese che i due erano accusati di aver rubato in una macchina lo stereo e il navigatore;
   al termine di tutti i rilievi, ai due sono stati fatti firmare alcuni fogli scritti in tedesco, che i due non erano chiaramente in grado di comprendere;
   i concittadini hanno chiesto che fossero tradotti, ma nessuno lo ha fatto; spaventati dalla situazione, hanno firmato e solo dopo la firma, uno per volta, senza sapere nulla l'uno dell'altro, sono stati rilasciati;
   una volta liberi, i due hanno contattato immediatamente l'ambasciata italiana che avrebbe detto di non poter garantire alcun tipo di intervento; i due avrebbero portato secondo il loro racconto – con la signora Marina Abbruzzetti, che avrebbe fatto loro domande relativamente al possesso di sostanze stupefacenti, cosa di cui i due concittadini non sapevano assolutamente nulla;
   i due concittadini sono tornati il giorno dopo all'ambasciata italiana, chiedendo un intervento sulle autorità tedesche sia per capire cosa fosse successo, sia per protestare per le modalità con cui erano stati trattati, senza alcuna informazione, senza alcuna tutela, senza rispetto dei diritti fondamentali, «costretti» e firmare documenti ignorandone il contenuto;
   secondo i due concittadini, l'ambasciata italiana avrebbe rifiutato qualunque azione di protesta verso le autorità tedesche e si sarebbe limitata a fornire ai due, vari nominativi di avvocati, tra cui scegliere un legale di fiducia che i due avrebbero dovuto pagare a loro spese, in modo da raccogliere informazioni e attivare una tutela;
   i due concittadini hanno così dato mandato, a loro spese, ad un legale tedesco per essere seguiti e hanno fatto poi rientro in Italia, dove ancora attendono di conoscere i dettagli di quanto accaduto;
   i due concittadini lamentano di non aver avuto adeguata tutela dall'Ambasciata italiana che non si sarebbe attivata neppure per avere almeno notizie, informazioni, chiarimenti rispetto ad azioni che li hanno privati dei più elementari e fondamentali diritti;
   nei giorni scorsi, l'ambasciata, dopo le reiterate richieste scritte dei due concittadini, ha inviato al signor Punzo una nota con cui si comunicava di aver chiesto «alla Polizia di Berlino una formale di presa di posizione sulla vicenda», ma di non poter contare su una risposta in tempi brevi e di non poter promuovere nessuno ulteriore azione prima del riscontro formale da parte della polizia tedesca –:
   se non ritenga di attivarsi, nell'ambito delle sue competenze, in merito a quanto sopra esposto, al fine di verificare presso le autorità tedesche e presso l'ambasciata italiana le motivazioni dei comportamenti sopra menzionati e per quali motivi ai due concittadini siano state negate un'adeguata assistenza dalla ambasciata italiana e le misure minime di tutela dei diritti e della dignità dalla polizia tedesca. (4-11801)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 11 marzo 2016
nell'allegato B della seduta n. 588
4-11801
presentata da
BOSSA Luisa

  Risposta. — La vicenda dei connazionali Michele Punzo e Francesco Signoriello è stata seguita dall'ambasciata d'Italia a Berlino sin dal 13 gennaio 2016, giorno in cui si è verificato lo spiacevole episodio che li ha coinvolti.
  Il giorno seguente i connazionali sono stati immediatamente ricevuti in ambasciata. In tale occasione, i due hanno dichiarato di essere stati fermati dalla polizia tedesca all'interno di un locale di Nollendorfplatz e di essere stati sottoposti all'ordinaria procedura di identificazione, per il cui completamento – non avendo con sé i documenti di identità – sono stati condotti presso il proprio alloggio. Successivamente, sono stati portati presso la centrale di polizia di Tempelhofer Damm per ulteriori accertamenti. I connazionali hanno lamentato di non essere stati informati delle accuse mosse nei loro confronti, di non essere stati messi in condizione di rappresentare le proprie ragioni e di aver sottoscritto un documento redatto in tedesco di cui non conoscevano il contenuto, dato che non parlano tedesco e non è stato loro fornito l'ausilio di un interprete.
  Preso atto delle dichiarazioni fornite, l'ambasciata ha messo a disposizione dei signori Punzo e Signoriello la lista dei legali di riferimento e ha subito chiesto per le vie formali gli opportuni chiarimenti sulla vicenda alla polizia locale. Sulla vicenda è intervenuto personalmente l'ambasciatore, sollecitando un rapido riscontro dalle autorità tedesche. La polizia di Berlino ha comunicato che il fermo dei due connazionali è avvenuto a seguito del furto di un'autovettura, in quanto alcuni testimoni li avrebbero riconosciuti come i presunti responsabili. Secondo quanto riferito, ai connazionali sarebbero state fornite subito le opportune spiegazioni in lingua italiana in merito alle ragioni dell'accertamento e ai loro diritti e gli stessi interessati avrebbero dichiarato di aver compreso quanto comunicatogli. I nostri connazionali sono stati successivamente condotti presso la Centrale per essere sottoposti a fotosegnalazione, misura volta a garantirne anche il diritto di difesa, per poi essere lasciati liberi, previa firma di una ricevuta attestante la restituzione degli effetti personali precedentemente requisiti.
  Nel precisare che i colloqui con i signori Punzo e Signoriello si sono svolti con l'ausilio di un mediatore linguistico e non hanno avuto natura di interrogatorio, la polizia ha infine chiarito che l'ambasciata d'Italia a Berlino non sarebbe stata informata dei fatti in quanto i connazionali sono stati trattenuti in stato di fermo solo per un breve periodo.
  La cancelleria consolare dell'ambasciata d'Italia a Berlino ha costantemente aggiornato i signori Punzo e Signoriello in merito ai passi effettuati a tutela dei loro diritti, informandoli sui contenuti della comunicazione della polizia di Berlino e mantenendo costanti contatti con l'avvocato Roth del foro di Berlino, cui i connazionali hanno conferito il mandato di assisterli.
  Si conferma che la Farnesina, attraverso l'ambasciata a Berlino, continuerà a prestare la massima attenzione alla vicenda, ponendo in essere ogni azione volta ad ottenere i dovuti chiarimenti da parte delle autorità locali, nonché rassicurando e tenendo informati i connazionali circa ogni ulteriore sviluppo.
Il Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionaleMario Giro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ambasciata

polizia

perquisizione