ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11329

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 533 del 01/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: NACCARATO ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 01/12/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11329
presentato da
NACCARATO Alessandro
testo di
Martedì 1 dicembre 2015, seduta n. 533

   NACCARATO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il 26 novembre scorso la direzione investigativa antimafia di Padova ha notificato ad alcune aziende padovane i procedimenti di confisca relativi ad un provvedimento di sequestro emesso dal tribunale di Catania il 12 febbraio 2013;
   il decreto della direzione investigativa antimafia di Catania riguarda beni e quote societarie per circa 7 milioni di euro tra Veneto e Sicilia;
   l'indagine si è concentrata su Giuseppe Faro, 58 anni, imprenditore operante nei settori dell'edilizia e del movimento terra, ritenuto vicino al clan La Rocca, affiliato alla famiglia Santapaola di Catania;
   Faro è stato già condannato a tre anni di reclusione per estorsione in concorso con l'aggravante del metodo mafioso, per una serie di rapine ai danni di autotrasportatori su cui si è concentrata l'operazione di polizia denominata «Calatino», condotta dalla direzione investigativa antimafia di Catania nel 2000 nei confronti del clan operante nel territorio di Caltagirone capeggiato dal boss Francesco La Rocca;
   dalle intercettazioni ambientali disposte in passato, nell'ambito dell'operazione «Iblis», Faro veniva inoltre indicato come il riferimento del boss Vincenzo Aiello, all'epoca rappresentante di «Cosa Nostra», e rappresentava il tramite per l'illecita aggiudicazione di gare di appalto;
   tra il 1992 ed il 2011, le indagini sulla sua capacità di reddito dell'imprenditore hanno permesso di accertare una forte sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio dell'imprenditore;
   da tali indagini è emerso, inoltre, come Faro, dopo l'arresto del 2001, ha delegato alla moglie Maria Tomaselli e ai figli il compito di incrementare il patrimonio di famiglia;
   con quest'ultimo provvedimento Faro è stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per due anni;
   nel corso di questi anni, pur essendo nota la posizione di Giuseppe Faro, l'imprenditore ha continuato a fare affari attraverso le imprese riconducibili alla sua famiglia coinvolgendo anche società padovane e venete che hanno lavorato in associazioni temporanee d'impresa o in società con altre ditte collegate all'imprenditore per il quale il tribunale di Catania aveva ravvisato legami con le organizzazioni criminali;
   la confisca riguarda quota del 25 per cento dell'azienda 3MG immobiliare, con sede legale ad Albignasego (Padova), di proprietà di Maria Tomaselli, la quota del 40 per cento) di Edil Adriatica srl, con sede a Cona nel Veneziano, di proprietà della Tomaselli, il 49,5 per cento di Teolo Residence srl, con sede legale ad Albignasego (Padova) anch'essa della Tomaselli;
   l'indagine ha coinvolto anche la società Edil Guizza srl, con sede legale in via Guizza 91 a Padova, con capitale sociale diviso a metà tra la moglie di Giuseppe Faro e il figlio;
   inoltre il provvedimento della direzione investigativa antimafia è stato notificato alle aziende Sep snc di Franchin Stefano e Rostellato Lucio di Selvazzano (Padova), la Favaretti srl di Padova e la EdilCrivellin di Albignasego;
   questa confisca è il risultato di una importante operazione della direzione investigativa antimafia di Catania risalente a due anni fa sulla quale tuttavia l'opinione pubblica ha manifestato sensibilità soltanto oggi, mostrando ancora una volta un atteggiamento di generale sottovalutazione rispetto alla presenza della mafia in tale territorio;
   anche questa vicenda, al contrario, conferma una presenza stabile e strutturata della mafia in Veneto e nel tessuto produttivo dell'area: da un lato, le organizzazioni criminali entrano nelle imprese locali per ampliare la sfera di influenza e ingrandire il volume di affari, dall'altro imprenditori veneti cercano capitali per nuove operazioni, rivolgendosi anche a soggetti collegati alla Criminalità organizzata;
   le operazioni messe a segno dalle forze dell'ordine negli ultimi anni testimoniano che in Veneto si è ormai costituito un sistema strutturato di legami tra imprenditori locali e imprese riconducibili alle cosche che fanno affari, partecipano alla realizzazione di appalti pubblici e riciclano denaro sporco attraverso operazioni finanziarie nel nostro territorio;
   questo fenomeno altera le regole della concorrenza e penalizza le imprese oneste che tentano di rimanere sul mercato nel rispetto della legge –:
   se il Ministro sia al corrente dei fatti sopra esposti;
   quali iniziative di competenza, anche per il tramite degli uffici territoriali del Governo, intenda adottare per prevenire e contrastare la presenza della criminalità organizzata in Veneto. (4-11329)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riciclaggio di denaro

mafia

sequestro di beni