ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11327

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 533 del 01/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: SBERNA MARIO
Gruppo: PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 01/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 01/12/2015
Stato iter:
09/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/02/2016
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 09/02/2016

CONCLUSO IL 09/02/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11327
presentato da
SBERNA Mario
testo di
Martedì 1 dicembre 2015, seduta n. 533

   SBERNA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   secondo alcuni organi stampa e trasmissioni televisive, negli ultimi cinque anni, l’export italiano di armi verso Medio Oriente e Nord Africa è cresciuto del 30 per cento; non da ultimo il cargo 4K-SW888 Boeing 747 della compagnia aerea Silk Way Airlines, decollato da Cagliari il 30 ottobre 2015 carico, secondo le organizzazioni non governative, di diverse tonnellate di bombe della RWM Italia destinate all'Arabia Saudita/paese guida della coalizione che – senza mandato internazionale – sta bombardando lo Yemen;
   in Yemen è in corso un conflitto che ha già causato più di 5.700 morti di cui almeno 830 tra donne e bambini e 20 mila feriti. Una vera e propria «catastrofe umanitaria», con oltre un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di urgenti aiuti. Sui molteplici attacchi indiscriminati contro le infrastrutture civili, in particolare quelle sanitarie e le scuole ha espresso una grande preoccupazione anche il Consiglio, Europeo. Sotto le bombe a Sa'dah, il 26 ottobre 2015 è infatti finito anche un ospedale di Medici senza frontiere;
   la Rete italiana per il disarmo, Amnesty International Italia e l'Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di difesa e sicurezza (OPAL) di Brescia hanno chiesto al Governo di sospendere l'invio di bombe e armamenti nei Paesi militarmente impegnati nel conflitto in Yemen, anche in osservanza della legge n. 185 del 1990 che vieta espressamente l'esportazione di armamenti «verso i Paesi in stato di conflitto armato;
   secondo l'Osservatorio Opal di Brescia, nell'ultimo quinquennio, le autorizzazioni all’export di armi da guerra a Paesi non dell'Unità europea, né della Nato sono salite al 62,9 per cento, e tra i primi 20 destinatari, solo 7 sono «democrazie complete» secondo la classifica del Democracy Index stilato dall'Economist. Amnesty International, inoltre, denuncia le incoerenze della comunità internazionale rispetto al tema delle violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita. Da un lato, infatti, essa si mobilita contro il rischio che venga messo a morte un attivista minorenne e premia un blogger dissidente. Dall'altro, tace sui crimini di guerra commessi in Yemen e, anzi, li alimenta con trasferimenti irresponsabili di armi;
   assicurare la trasparenza in casi come questi, significa, secondo l'interrogante, specificare, ad esempio, il genere di «velivoli» utilizzati (se elicotteri per la ricerca di dispersi o Mangusta da attacco), i destinatari e il dettaglio delle operazioni bancarie (non si conosce, ad avviso dell'interrogante, la banca che gestisce le transazioni tra RWM e Arabia Saudita); in particolare, specificare se si tratti di esportazioni che rispondono a nuove e recenti autorizzazioni, oppure a quelle rilasciate negli anni scorsi, è assolutamente necessario in momenti come quello attuale in cui è elevato lo stato di preoccupazione a causa degli attacchi terroristici;
   non si può trascurare il fatto che, secondo un'analisi dell’Institute for economics and peace di Sidney, l'80 per cento delle vittime del terrorismo si verifica in Pakistan, Afghanistan, Irak, Siria e Nigeria. E, secondo molti analisti, l'Arabia Saudita ospita i finanziatori della guerra del Daesh contro Assad –:
   quali iniziative di competenza intendano promuovere per assicurare la trasparenza e una maggiore chiarezza in merito alla situazione descritta in premessa ed eventualmente, per bloccare la vendita di armi alla coalizione guidata dall'Arabia Saudita. (4-11327)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 9 febbraio 2016
nell'allegato B della seduta n. 565
4-11327
presentata da
SBERNA Mario

  Risposta. — Si segnala preliminarmente che la legge 9 luglio 1990 n. 185, come modificata dal decreto legislativo 22 giugno 2012, n. 105, prevede all'articolo 5, comma 1, che il Governo presenti annualmente alle Camere una relazione relativa all'esportazione, importazione e transito dei materiali d'armamento. Tale relazione si presenta come un documento articolato, costituito dai contributi di cinque diverse amministrazioni il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministero dell'interno, il Ministero della difesa, il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero dello sviluppo economico) e rappresenta la sintesi e la descrizione delle attività realizzate dai diversi dicasteri in ottemperanza alle linee decise dal Governo per il settore. Il documento della relazione annuale (circa 400 pagine) riepiloga in maniera dettagliata e scrupolosa le movimentazioni di materiali di armamento che avvengono nel nostro Paese. Si segnala che l'impegno alla trasparenza del Governo italiano non si esplica solo a livello nazionale ma anche internazionale, dal momento che il nostro Paese riporta in sede ONU (ed in particolare all’United Nations Register on Conventional Arms – Unroca), a livello di Unione europea e Osce nell'ambito del Wassenaar Arrangement (Accordo per il controllo del commercio internazionale delle armi) e del trattato internazionale per il commercio delle armi (ATT).
  Quanto all'Arabia Saudita, a livello internazionale nessun embargo è stato imposto su Riad e che da parte dell'Unione europea non sono state adottate misure restrittive verso tale Paese e la coalizione da esso guidata. Dalle consultazioni con gli altri Stati membri risulta anzi che quasi tutti i partner dell'Unione europea continuino ad autorizzare, nell'ambito di un approccio «caso per caso», l'esportazione di materiali, in tutte le categorie della lista militare comune europea, verso i Paesi della regione impegnati nell'intervento.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleBenedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

terrorismo

guerra

vendita