ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11160

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 523 del 17/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 17/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 17/11/2015
Stato iter:
06/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/12/2016

CONCLUSO IL 06/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11160
presentato da
CHIARELLI Gianfranco Giovanni
testo di
Martedì 17 novembre 2015, seduta n. 523

   CHIARELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   è nota la grave emergenza ambientale che interessa la provincia di Taranto, a causa del significativo impatto prodotto dalla grande industria, Ilva in primo luogo, ma anche Eni e Cementir;
   a seguito dell'azione giudiziaria promossa dalla procura di Taranto nel 2012, sono stati adottati vari provvedimenti, raccolti nell'ambito di otto decreti e successive conversioni in legge;
   i provvedimenti di cui sopra, tra cui la assunzione diretta della gestione da parte dello Stato, attraverso il commissariamento e la amministrazione straordinaria, puntano al rilancio del settore siderurgico e alla sua contestuale «ambientalizzazione», attraverso la piena attuazione dell'autorizzazione integrata ambientale;
   lo stato dell'arte evidenzia un significativo ritardo nell'attuazione del piano di ristrutturazione, che ha ormai pregiudicato, sul piano del rilancio della produzione, le potenzialità di mercato dell'azienda, che continua a perdere importanti commesse e a maturare debiti;
   l'accentuarsi delle difficoltà di natura economico-finanziaria ha messo in ginocchio l'intero comparto dell'appalto industriale;
   a quanto consta all'interrogante le aziende dell'appalto Ilva sono aggredite dai creditori a causa della mancata liquidazione del credito vantato nei confronti dell'Ilva, e della riduzione delle commesse;
   all'emergenza di natura economica si associa quella ambientale che tarda ad essere risolta;
   in questi giorni l'ARPA Puglia ha scritto ai referenti istituzionali regionali e locali segnalando alcuni picchi di emissione nocive, raccomandando di adottare procedure specifiche per prevenire gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini, soprattutto in presenza di giornate particolarmente ventose (wind-days, fenomeno denunciato anche da associazioni locali);
   in questo contesto di emergenza totale si inserisce anche il perdurare di condizioni di lavoro che mettono a rischio la salute e la stessa vita dei lavoratori. Ancora oggi si registra, purtroppo, l'ennesimo incidente mortale che ha coinvolto un dipendente di una ditta dell'appalto che opera all'interno dello stabilimento siderurgico –:
   se siano a conoscenza dei gravi ritardi accumulati nella realizzazione del piano di rilancio ed «ambientalizzazione» dell'Ilva di Taranto;
   se siano a conoscenza dell'allarme lanciato dall'ARPA Puglia in relazione ai picchi di emissioni nocive registrate negli ultimi tempi, ed in particolare nelle giornate di vento;
   se siano a conoscenza della grave crisi che sta aggredendo l'appalto industriale, stretto nella morsa dei crediti non liquidati e dalla mancanza di nuove commesse;
   se siano a conoscenza delle condizioni di lavoro che sottopongono chi opera all'interno dello stabilimento siderurgico a gravi rischi, come conferma l'ennesimo incidente mortale;
   quali iniziative intendano adottare per affrontare tali gravi emergenze, e se ritengano di valutare la necessità di intervenire affinché i commissari e il management aziendale apportino ogni utile cambiamento, atteso l'evidente mancato raggiungimento degli obiettivi. (4-11160)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 6 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 711
4-11160
presentata da
CHIARELLI Gianfranco Giovanni

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Occorre innanzitutto premettere che l'esercizio dello stabilimento siderurgico Ilva Spa di Taranto è disciplinato dal decreto Aia dell'agosto 2011, che è stato parzialmente riesaminato ad ottobre 2012 per le emissioni in atmosfera delle aree di produzione e dei parchi di materie prime, ovvero le aree sequestrate dalla magistratura ad agosto 2012. Le prescrizioni dell'Aia del 2011 e del 2012 sono state ulteriormente integrate e modificate con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 marzo 2014, che approva il Piano delle misure e delle attività per la tutela ambientale e sanitaria (cosiddetto Piano ambientale), il quale contiene anche ulteriori prescrizioni per il rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti.
  Oltre l'Aia e il Piano ambientale, l'esercizio dello stabilimento siderurgico (alcune aree del quale sono a tutt'oggi sotto sequestro con facoltà d'uso) è disciplinato dalla normativa speciale che dal dicembre 2012 ad oggi consta di ben 8 decreti legge, a loro volta oggetto di conversione.
  Le scadenze temporali previste dal Piano ambientale per l'attuazione di interventi ambientali, fermo restando il rispetto dei limiti emissivi stabiliti dall'Aia, sono state procrastinate una prima volta ai sensi dell'articolo 2, comma 3-
ter, del decreto-legge del 4 giugno 2013, n. 61, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2013, n. 89. Tale disposizione – oggetto di modifica ad opera del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, convertito con modificazioni dalla legge 4 marzo 2015, n. 20 – prevedeva per tutte le prescrizioni del piano esclusivamente due scadenze: il 31 luglio 2015 per l'attuazione dell'80 per cento del numero delle prescrizioni in scadenza a quella data, e il 4 agosto 2016 per tutte le rimanenti.
  Successivamente, con decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136 (convertito con legge 6 febbraio 2014, n. 6) sono stati rafforzati gli obiettivi ambientali dell'Aia dell'Ilva di Taranto, anche per mezzo dell'introduzione di strumenti per garantire una durata certa e limitata alla progressiva attuazione delle misure di adeguamento in essa previste, tramite l'approvazione del nuovo Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria.
  Si fa presente, altresì, che con decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito con legge 11 agosto 2014, n. 116, sono stati introdotti nuovi strumenti e procedure per il reperimento dei fondi necessari all'adeguamento ambientale e per rafforzare l'attività commissariale nell'attuazione degli interventi previsti dal Piano ambientale, considerati indifferibili, urgenti e di pubblica utilità.
  Con il decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191 (ed in particolare con il suo articolo 1, comma 7), convertito con modificazioni dalla Legge 1o febbraio 2016, n. 13, il termine ultimo per l'attuazione di tutte le restanti prescrizioni dell'Aia 2012 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 marzo 2014 è stato fissato al 30 giugno 2017.
  Ad ogni modo, nel luglio 2015 Ilva Spa in A.S. ha comunque provveduto a garantire il rispetto della soglia prevista dell'80 per cento del numero di prescrizioni del piano ambientale, come certificato da Ispra a valle dell'ispezione che ha avuto luogo a luglio 2015 e dai vigili del fuoco per le prescrizioni di pertinenza.
  Con riferimento allo stato di attuazione delle rimanenti prescrizioni, si segnala che nell'anno 2016, a seguito del piano ambientale e delle intervenute innovazioni normative, gli ispettori ambientali Ispra, con la collaborazione di Arpa Puglia, hanno effettuato tre ispezioni ordinarie nei giorni 27-28 gennaio, 20-27 aprile e 19-21 luglio nonché due ispezioni straordinarie in data 10 marzo e 12 maggio. La valutazione sull'esito del controllo dell'ultima ispezione di luglio 2016 è al momento in corso.
  Durante questi controlli sono state riscontrate talune criticità per le quali si stanno svolgendo ulteriori approfondimenti in relazione agli specifici atti autorizzativi.
  Si evidenzia, in proposito, che le prescrizioni non ancora completamente attuate non riguardano il rispetto dei valori limite di emissione prescritti dall'Aia, ma la conclusione di interventi per i quali il termine ultimo è stato fissato per legge al 30 giugno 2017, «prorogabile su istanza dell'aggiudicatario della procedura di cessione per un periodo non superiore a 18 mesi» (31 dicembre 2018).
  Dal 2012 al 2016 sono stati inoltre autorizzati dal Ministero interventi importanti che discendono dall'Aia e dal Piano ambientale, quali gli interventi per la copertura del parco minerali e dal parco fossile, nonché interventi di regimazione delle acque meteoriche nelle aree discariche e parco calcare.
  Sono inoltre attualmente in corso i lavori istruttori della Commissione Aia-Ippc per il riesame delle prescrizioni dell'Aia riguardanti le aree di stabilimento che non erano oggetto del riesame del 2012 (sostanzialmente le emissioni in atmosfera delle aree delle lavorazioni), nonché le prescrizioni riguardanti gli scarichi di sostanze pericolose degli impianti produttivi dell'intero stabilimento e l'efficienza energetica e i lavori istruttori da parte di Ispra per il riesame del Piano di monitoraggio e controllo (Pmc).
  Tanto premesso, si riporta di seguito lo stato di attuazione degli interventi relativi alla procedura di bonifica effettuati ai sensi dell'articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006:
   
a) piano di caratterizzazione: approvato in sede di conferenza di servizi decisoria del 17 dicembre 2003;
   
b) risultati della caratterizzazione: discussi in sede di conferenza di servizi del 19 ottobre 2006;
   
c) analisi di rischio (area di stabilimento): richiesta dalla conferenza di servizi del 19 ottobre 2006 e non ancora trasmessa;
   
d) piano di caratterizzazione integrativo (area parchi): approvato in sede di conferenza di servizi decisoria del 18 dicembre 2013;
   
e) risultati delle indagini integrative (area parchi) ed analisi di rischio (area di stabilimento): in fase di istruttoria per la prossima conferenza di servizi del 16 marzo 2016.

  Per quanto riguarda le emissioni nocive in atmosfera si segnala quanto segue.
  Arpa Puglia (con nota del 26 febbraio 2016 n. 12878, pervenuta il 29 febbraio 2016), comunicava tra gli altri al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che, sulla base di documentazione ricevuta nelle vie brevi da Ilva, «nella tabella contenente i risultati delle determinazioni deposimetriche di diossine si riscontrano valori altissimi nella centralina di Via Orsini, quindi fuori dai confini dello stabilimento ILVA, per i mesi di novembre 2014 e febbraio 2015, rispetto ai valori di riferimento della letteratura».
  Contestualmente perveniva al Ministero, da parte del presidente della regione Puglia, la nota prot. n. 933 indirizzata all'Arpa Puglia e alla Asl, di Taranto, con la quale si leggeva quanto segue: «In data odierna mi è stato consegnato per le vie brevi dalla direttore di Arpa Puglia il documento “Ilva-stabilimento di Taranto-attività di monitoraggio ambientale relativo alle analisi dei risultati delle misure di deposizione di PCDD/F a firma del Prof Ing. Maurizio Onofrio” comunicando che dall'analisi del medesimo documento risultavano “valori deposimetrici di ordini di grandezza pericolosamente superiori ai limiti normalmente considerati come valori soglia sul suolo”.
  In conclusione la nota chiedeva ad Arpa e Ispra rispettivamente di:
   «ad ARPA Puglia di procedere ad una indagine diretta in sito, precisamente nelle aree esterne del quartiere Tamburi prossime al punto campionato dal Politecnico di Torino per conto di ILVA, effettuando campionamenti sul suolo e relative analisi di micro inquinanti organici (PCDD/F, PCB, Dioxin like);
   ad ARPA Puglia di produrre i dati più recenti relativi ai monitoraggi e controlli delle emissioni in atmosfera (SME, Rapporti di prova relativi alle indagini a camino, Monitoraggi ambientali);
   al Dipartimento di Prevenzione ed allo SPESAL dell'Asl di Taranto di verificare le condizioni di igiene e sicurezza in ambienti di lavoro, di attuare idonee campagne di monitoraggio e controllo avvalendosi di ARPA Puglia, tese ad accertare il livello di micro inquinanti organici (PCDD/F, PCB, Dioxin like) e di Benzo(a)pirene;
   al Dipartimento di prevenzione dell'Asl di Taranto di accertare la eventuale presenza di aziende produttrici di generi alimentari e, nel caso, di procedere al campionamento e successive analisi presso i laboratori competenti».

  Alla luce delle citate note, il Ministero tempestivamente procedeva a sollecitare l'invio da parte di Ilva della documentazione citata dal presidente della regione Puglia, documentazione che veniva trasmessa nella medesima data del 29 febbraio da Ilva alla competente direzione e ad Ispra.
  Acquisiti gli atti, la direzione per le valutazioni e autorizzazioni ambientali provvedeva, nella medesima giornata del 29 febbraio, a richiedere formalmente ad Ispra, con l'urgenza che il caso richiedeva e richiede, un approfondimento specifico sulla questione ed in particolare sulla possibile relazione tra i dati rilevati e le attività industriali dell'aria.
  Delle note di Arpa Puglia e dell'Ilva, il giorno stesso del ricevimento è stata data compiuta pubblicità nel sito del Ministero.
  Infine, si evidenzia che sulla questione sono interessate altre amministrazioni, pertanto, qualora dovessero pervenire ulteriori elementi, si provvederà ad un aggiornamento.
  In ogni caso, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a monitorare le attività in corso anche al fine di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sostanza pericolosa

sostanza tossica

disastro naturale