ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11111

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 521 del 13/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 13/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 13/11/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/11/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/11/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 01/12/2015
Stato iter:
08/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2016
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2016

CONCLUSO IL 08/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11111
presentato da
PINI Gianluca
testo di
Venerdì 13 novembre 2015, seduta n. 521

   GIANLUCA PINI e FEDRIGA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:
   la Commissione europea ha approvato con proprio provvedimento nuove linee guida volte a garantire la tracciabilità dei prodotti provenienti dai territori occupati dallo Stato d'Israele dopo la Guerra dei sei giorni, determinando la reazione politica del Governo di Gerusalemme, che ha annunciato ritorsioni, ponendo temporaneamente fine ad alcuni formati di dialogo politico aperti con le istituzioni comunitarie;
   la formulazione delle linee guida sopra menzionate sembrerebbe ricomprendere non soltanto gli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania che in base agli accordi di Oslo ricadono nell'ambito territoriale soggetto all'amministrazione dell'Autorità nazionale palestinese, ma anche porzioni di territorio ancora sotto la piena giurisdizione dello Stato ebraico, che tuttora rifiuta la prospettiva di tornare ai confini antecedenti alla Guerra dei sei giorni, comportando tra l'altro il completo abbandono della capitale Gerusalemme;
   non sarebbe quindi sorprendente la forte reazione politica dello Stato ebraico;
   il Governo di Gerusalemme ha convocato il rappresentante del servizio di azione esterna dell'Unione europea per comunicargli le proteste del caso;
   risulta che la Commissione europea abbia agito in base a sollecitazioni provenienti da 16 Stati membri dell'Unione, fra i quali anche il nostro Paese;
   mentre sono evidenti le pesanti ripercussioni politiche negative della decisione assunta dall'Unione europea, meno chiare sono le motivazioni che hanno indotto i 16 Stati europei a sollecitare un'iniziativa della Commissione europea, che viene tuttora presentata come esclusivamente tecnica;
   nulla soprattutto si sa in merito alle ragioni che hanno indotto il Governo italiano ad inserirsi nel novero dei Paesi richiedenti alla Commissione iniziative per rendere tracciabili i prodotti provenienti dai cosiddetti territori occupati –:
   se il Governo abbia effettivamente sollecitato la Commissione europea ad assumere la decisione che ha fatto precipitare la crisi diplomatica in atto tra Unione europea e Stato d'Israele;
   qualora sia effettivamente accaduto, se il Governo intendesse in questo modo soltanto rassicurare i consumatori italiani rispetto al rischio di importare prodotti non garantiti, oppure se, consapevole delle probabili conseguenze politiche che ne sarebbero derivate, intendesse dar corso a quella che appare agli interroganti una sottile forma di pressione nei confronti dell'esecutivo israeliano;
   quali iniziative il Governo abbia in programma ora di assumere per evitare un deterioramento delle relazioni bilaterali italo-israeliane ed in che tempi.
(4-11111)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 8 aprile 2016
nell'allegato B della seduta n. 604
4-11111
presentata da
PINI Gianluca

  Risposta. — La Commissione europea ha adottato l'11 novembre 2015 una nota interpretativa sulla «indicazione di origine dei beni provenienti dai territori occupati da Israele a partire dal giugno 1967», che costituisce un chiarimento tecnico ad uso degli Stati membri (e segnatamente delle loro autorità doganali) per la corretta informazione dei consumatori e per l'applicazione della differenziazione tariffaria tra beni prodotti in Israele (cosiddetti beni «Made in Israel») e beni prodotti in Cisgiordania. Il documento in questione non implica dunque alcun cambiamento normativo rispetto a quanto disciplinato dall'accordo commerciale in vigore tra l'Unione europea ed Israele.
  Sin dal dicembre 2004, il Comitato di cooperazione doganale Unione europea-Israele ha infatti adottato un accordo tecnico in base al quale Israele è tenuto ad indicare in ogni certificato di origine dei prodotti il luogo di produzione (identificato attraverso l'utilizzo di codici postali). Su tale base, i prodotti
«Made in Israel» beneficiano di un sistema di tariffe preferenziali in base all'accordo euro-mediterraneo di associazione Unione europea-Israele, mentre nessun tipo di preferenza può essere applicata ai beni prodotti negli insediamenti in Cisgiordania e sulle alture del Golan, che non sono riconosciuti quali territorio appartenente ad Israele ai sensi del diritto internazionale. Il Regno Unito (dal 2009), la Danimarca (nel 2013) e il Belgio (nel 2014) hanno da tempo applicato nei propri ordinamenti nazionali analoghe linee guida che distinguono in differenti categorie i beni alimentari prodotti in Israele, negli insediamenti e in Cisgiordania.
  Le autorità israeliane hanno dato all'iniziativa europea, malgrado il suo effetto pratico limitato, una lettura esclusivamente politica, giudicandola discriminatoria e assimilandola al boicottaggio e alla campagna BDS (
«Boycott, Divestment and Sanctions»), portata avanti da alcuni gruppi di pressione europei e a cui invece l'Unione europea e l'Italia si oppongono attivamente. Va rilevato al riguardo che l'adozione di misure per la corretta indicazione d'origine, al contrario, mira anche a limitare la portata di azioni di boicottaggio indiscriminate contro i prodotti israeliani.
  In tale contesto, il Governo ha più volte ribadito, da ultimo anche in seno all'assemblea generale delle Nazioni Unite, la sua posizione contraria a qualsiasi tentativo volto a delegittimare lo Stato ebraico e il diritto di quest'ultimo ad esistere. Questo orientamento si concreta attraverso il costante sostegno dell'Italia in tutte le sedi multilaterali in cui vengono dibattute le aspirazioni di Israele ad ottenere uno
status rafforzato. Parimenti, l'Italia respinge qualsiasi forma di boicottaggio contro Israele, comprese le azioni dirette a limitare le sue relazioni commerciali e di investimento con l'Europa e il resto del mondo.
  Il consolidato rapporto politico, economico e commerciale con l'Italia non è dunque in discussione, essendo Israele ben consapevole dell'intensità del partenariato italo-israeliano e del costante impegno italiano volto ad articolarlo e approfondirlo. Ad ulteriore recente conferma di questa intensa attività bilaterale, durante la VI sessione del Dialogo strategico tra Italia ed Israele – svoltasi a Gerusalemme il 10 dicembre 2015 – sono state approfondite future iniziative di collaborazione in diversi settori: cooperazione allo sviluppo in Africa (attraverso progetti congiunti), ricerca scientifica e tecnologica (grazie ai successi dell'accordo scientifico e tecnologico bilaterale in vigore dal 2002), attrazione di flussi turistici da Paesi terzi (soprattutto dall'America latina e dall'Estremo Oriente), questioni energetiche.
  Pur comprendendo il dissenso del Governo israeliano rispetto alla pubblicazione delle linee guida della Commissione, occorre pertanto sottolineare che queste ultime sono una semplice attuazione di una consolidata
«policy» dell'Unione europea. L'applicazione corretta e coerente della normativa dell'Unione europea sulla protezione dei consumatori è infatti necessaria per garantire che questi ultimi non siano indotti in errore da informazioni inesatte. L'enfasi posta su questa materia (che, per quanto significativa, ha portata ed effetti pratici limitati sull'insieme delle relazioni Unione europea-Israele) non deve distrarre da ciò che deve rimanere la priorità comune: la ricerca della pace attraverso negoziati diretti tra israeliani e palestinesi, sulla base della soluzione dei due Stati.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleBenedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto originario

protezione del consumatore

iniziativa comunitaria