ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10404

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 485 del 18/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: ATTAGUILE ANGELO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 18/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 18/09/2015
Stato iter:
08/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2016
DELRIO GRAZIANO MINISTRO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2016

CONCLUSO IL 08/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10404
presentato da
ATTAGUILE Angelo
testo di
Venerdì 18 settembre 2015, seduta n. 485

   ATTAGUILE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   si apprende dalla stampa — Gazzetta del Sud del 30 agosto 2015 — un comportamento anomalo dell'autorità portuale di Messina, in ordine alla conduzione del porto di Tremestieri;
   in particolare, in attesa delle prime sciroccate autunnali, l'autorità portuale, per risolvere in anticipo il noto problema dell'insabbiamento del porto riducendo al minimo le conseguenze, si è avvalsa delle soluzioni tecniche proposte dalla società danese Dhi, aggiudicando un intervento di dragaggio di media entità, quantificato in 20.000 metri cubi di sabbia, da poter eseguire immediatamente quando il piccolo porto sarà invaso dalla ghiaia la prima volta;
   secondo quanto afferma la stessa autorità portuale, è stata spedita all'assessorato regionale all'ambiente della regione siciliana la terza richiesta scritta del parere favorevole per quest'intervento da eseguire al primo insabbiamento ma, purtroppo, non è arrivata ancora alcuna risposta; l'autorità portuale desume che anche questa volta la richiesta dovrà essere avanzata dopo l'evento meteo, e ciò renderà inevitabile l'accumularsi dei soliti «tempi morti» che si volevano azzerare;
   in questi giorni l'amministrazione comunale di Messina e la deputazione nazionale della stessa città stanno chiedendo a gran voce i poteri speciali per procedere con il nuovo porto di Tremestieri (Messina), finalizzato a liberare la città dai TIR. Contro l'assegnazione di tali poteri e la prosecuzione dei lavori del nuovo porto, che ha un costo di 80 milioni di euro, si sono dichiarate Italia Nostra e alcune associazioni ambientaliste;
   a prescindere dagli sviluppi attesi sui poteri speciali e il finanziamento del porto da 80 milioni, la vera novità appresa dai giornali è che, per affrontare la questione degli insabbiamenti nell'immediato, l'autorità portuale ha deciso una gara — con procedura abbreviata — per attuare la soluzione più rapida proposta da Dhi: quella dell'escavo all'imbocco del porto, di una fossa profonda 15 metri, che dovrebbe assorbire i flussi di sabbia di due mareggiate eccezionali. Un effetto garantito, pare, per 1-2 anni secondo il progetto che sarà pronto a metà settembre, per un importo di circa 500.000 euro;
   a giudizio dell'interrogante, occorre promuovere una verifica sulla gestione degli ultimi anni del porto di Tremestieri e sulla incredibile vicenda della via del Mare, la strada che dovrebbe collegare l'autostrada al porto naturale della città, progettata 19 anni fa, i cui lavori non sono mai iniziati nonostante i finanziamenti concessi;
   i cittadini di Messina hanno la sensazione che si voglia ancora insistere a spendere fondi in un porto artificiale, mentre il porto storico di Messina viene sottoutilizzato, anche a causa del disimpegno della compagnia Cartour, che da diversi mesi imbarca da Catania i mezzi che fanno rotta per Salerno, nonché a causa della riduzione dei servizi delle Ferrovie dello Stato italiane;
   si evidenzia il danno che sembra aver provocato alla costa il porto già realizzato a Tremestieri a causa della deviazione del flusso delle correnti marine, inconveniente che diventerebbe ancor maggiore con l'ampliamento di detta struttura, se dovesse passare il progetto all'esame del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
   si deve inoltre aggiungere che i tempi di percorrenza Tremestieri-Villa sono doppi rispetto a quelli che si hanno da Messina, con il risultato di un maggior inquinamento atmosferico sviluppato dalle navi, anche se esso verrebbe allontanato dalla città di Messina, e che si prospetta un doppio pedaggio, che finisce con l'essere ricaricato su tutti i cittadini in transito e sulle merci che vengono importate ed esportate dalla Sicilia;
   occorre prendere in considerazione le questioni sopra evidenziate, urgentemente, prima che vengano prodotti sprechi e danni irreversibili –:
   se il Ministro non intenda avviare una urgente verifica ministeriale sulla conduzione del porto di Tremestieri in relazione alla gestione delle frequenti operazioni di rimozione dei detriti sabbiosi;
   se il Ministro non intenda avviare una indagine ministeriale per comprendere perché non sia stata realizzata in 19 anni la cosiddetta via del Mare, che dovrebbe collegare l'autostrada con il porto naturale di Messina che continua a restare sottoutilizzato. (4-10404)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 8 aprile 2016
nell'allegato B della seduta n. 604
4-10404
presentata da
ATTAGUILE Angelo

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame si forniscono i seguenti elementi di risposta.
  Il sito prescelto per il porto di Tremestieri fu individuato da una commissione costituita da membri del consiglio superiore dei lavori pubblici che suggerì il sito di Tremestieri quale miglior compromesso costi-benefici rispetto a tutte le possibili soluzioni alternative esaminate prescrivendo comunque una attenta valutazione progettuale.
  La complessità del sito consiste nell'essere esposto a mareggiate di scirocco e a un rilevante trasporto solido correlato direzione sud-nord. La prima circostanza è quella meno preoccupante, in quanto l'intensità e l'energia delle onde non è certamente superiore a quella che interessa buona parte dei porti italiani. Quanto al trasporto solido, invece, i valori sono certamente elevati ma in letteratura tecnica e in numerose applicazioni reali, sono state attuate con efficacia diverse soluzioni di gestione e mitigazione. Pertanto, l'esecuzione di un porto in quel sito, sebbene richieda cure e progettazioni delicate, è certamente possibile e costituisce la migliore soluzione sul piano logistico e trasportistico per risolvere il problema del transito dei mezzi pesanti dalla città di Messina.
  L'opera, costruita e collaudata nel 2006, grazie ad una procedura emergenziale istituita con apposita ordinanza della protezione civile, mostrò già nell'inverno 2009-2010 una discreta vulnerabilità, con i primi cedimenti alla diga di sopraflutto generati da alcune forti mareggiate di scirocco che danneggiarono e in più riprese distrussero la testata della stessa. L'autorità portuale (AP), entrata nella gestione del porto solo ad opera conclusa (2008), oltre a predisporre un progetto di riparazione del molo, commissionò uno studio specialistico a tre esperti; la causa del cedimento era da attribuirsi certamente a un difetto di progettazione e, probabilmente, anche di costruzione del molo, prevalentemente per una insufficiente stabilità geotecnica del complesso diga-terreno sottostante.
  Di tali circostanze l'autorità portuale di Messina informò immediatamente la regione siciliana, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la locale procura della Repubblica.
  In sostanza, l'opera costruita nel 2006 si è rivelata non in grado di resistere adeguatamente alle mareggiate previste per quel sito, e ciò non per la gravosità delle stesse ma, a parere dell'autorità portuale, per l'errato dimensionamento delle opere, oltre che per un presumibile non adeguato livello di realizzazione. Tali valutazioni, hanno spinto l'autorità portuale a ricostruire la testata distrutta con soluzioni tecniche e livelli di sicurezza diversi e ben correlati alla intensità delle mareggiate massime prevedibili nel sito, ottenendo ad oggi i risultati desiderati.
  Il porto, dopo il citato danno alla testata, ha iniziato a mostrare anche una discreta vulnerabilità all'insabbiamento. Come detto, il sito è caratterizzato da un trasporto solido sud-nord di importante entità media annua e ciò rappresenta sicuramente un fenomeno naturale più difficile da gestire rispetto al moto ondoso. La sabbia, durante le mareggiate di scirocco, migra lungo la costa da sud verso nord e si accumula sulla testata del molo di sopraflutto del porto, aggirandolo e penetrandovi dentro. Non è un fenomeno raro, né tantomeno tipico di Tremestieri: interessa infatti diversi porti della Sicilia e della Calabria.
  Questa circostanza costituisce una conferma ulteriore circa il non elevato livello di approfondimento del progetto, che non prevedeva presidi contro l'insabbiamento, né modalità manutentive per la gestione del fenomeno in fase di esercizio. Valutazioni che, se fossero state fatte e stabilite tecnicamente per tempo, non avrebbero certamente prodotto i malfunzionamenti che invece attualmente si registrano.
  Infatti, la stagione invernale produce mediamente due-tre eventi di scirocco importanti, con onde superiori ai 2,5-3,0 metri di altezza a largo e inclinazione notevole rispetto alla direzione della spiaggia. Tutte circostanze che hanno determinato negli ultimi anni un accumulo in porto progressivo di circa 40 mila metri cubi a stagione. Ovviamente tali accumuli hanno generato impedimenti alla navigazione ed esigenze di ripristino del passo portuale attraverso dragaggi ad hoc, di cui l'autorità portuale si è fatta carico anche sul piano economico per assicurare il massimo del funzionamento del porto.
  Talvolta però esso è rimasto inagibile alla navigazione a causa delle difficoltà connesse al completamento delle procedure autorizzative necessaria alla esecuzione dei predetti dragaggi, posto che i lavori non comportano in genere tempi lunghi di esecuzione. Ogni volta, infatti, dopo l'avvenuto insabbiamento, occorre analizzare le sabbie in porto e chiedere all'assessorato regionale territorio e ambiente una autorizzazione all'escavo e allo sversamento delle sabbie in altro sito. Purtroppo, queste procedure comportano tempi lunghi e d'altra parte l'autorità portuale ha perfino chiesto, senza ottenere risposta dal competente assessorato, di ottenere delle autorizzazioni «aperte» e spendibili immediatamente alla bisogna, previa analisi dei sedimenti, onde comprimere al minimo necessario i tempi di inoperosità dello scalo. Da qui il disagio generato alla città e richiamato dall'interrogante.
  Tale disagio, nel periodo 2011 – 2014, è stato acuito in parte dalla compresenza in porto del cantiere di riparazione della diga di sopraflutto, i cui lavori si sono protratti oltre il prevedibile (da un anno previsto a tre effettivi) per oggettive difficoltà di esecuzione dei pali di grosso diametro e per una indubbia disorganizzazione dell'impresa, in parte giustificabile dai ridotti spazi di cantiere e dalla necessità oggettiva e comprovata di dover ricorrere all'uso di attrezzature di perforazione a ciclo lento, disorganizzazione naturalmente sanzionata mediante l'applicazione integrale delle penali previste nel contratto.
  Anche in questo caso, nel 2014, la procura della Repubblica ha aperto una inchiesta che è attualmente in corso, volta a comprendere nel suo insieme tutto il percorso che va dalla originaria costruzione del porto fino ad eventuali responsabilità connesse ai ritardi nella riparazione della testata.
  Al riguardo, l'autorità portuale di Messina ha già trasmesso ogni elemento, documento e ricostruzione scritta alla procura della Repubblica sin dal luglio 2014 e costantemente interloquisce con gli organi di polizia giudiziaria per una massima e leale collaborazione.
  Inoltre, l'autorità portuale di Messina, per una sempre migliore gestione dei disservizi del porto, ha condotto importanti studi specialistici, con l'ausilio di una società accreditata a livello mondiale nel settore (DHI), per meglio definire più strategie gestionali, i cui risultati finali sono stati consegnati nell'agosto scorso. Oggi il fenomeno, a differenza di quanto si potesse dire all'epoca della progettazione del porto, è ben conosciuto e delineato nei suoi contenuti e nei suoi valori. Le soluzioni gestionali esistono, si conoscono, e sono diverse in funzione dei tempi necessari per mettere in cantiere il nuovo porto in appalto da parte del comune di Messina.
  La soluzione più immediata consiste nel realizzare un over-dredging in prossimità della testata del molo ricostruito. In sostanza, si tratta di creare fondali superiori al necessario in modo da far si che le sabbie che periodicamente arrivano siano costrette a riempire la fossa prima di incidere negativamente, accumulandosi in porto, sui fondali operativi fino a impedire la navigazione. Tale approccio permetterebbe di limitare gli interventi di dragaggio a tutto vantaggio della operatività dello scalo, senza di contro affrontare spese elevate.
  È in corso il progetto esecutivo per la realizzazione di tale opera.
  Vi sono poi ulteriori soluzioni, con tempi e costi maggiori, che potranno essere adottate nel caso inauspicato in cui non fosse costruito il nuovo porto traghetti previsto a sud dell'attuale.
  Riguardo il nuovo porto, la cui esecuzione si ricorda è affidata ad oggi al comune di Messina e non alla autorità portuale, giova ricordare i seguenti elementi.
  Dal 2007, grazie ad una nuova ordinanza della protezione civile (3633/07), il Governo ha previsto il completamento della costruzione dell'esistente approdo integrandolo con nuove opere tali da consentire la realizzazione di un porto organico e pienamente efficace sotto tutti i punti di vista.
  Per consentire una accelerazione dell’iter procedurale, è stato nominato un Commissario delegato con poteri accelerativi e speciali. Il commissario delegato, nella persona del prefetto di Messina, nel dicembre 2008 ha approvato il progetto preliminare delle opere per un importo di 120 milioni di euro.
  Dal gennaio 2009, la gestione commissariale è stata affidata al sindaco della città di Messina, il quale ha provveduto a cercare la copertura economica per le opere. Nel 2010 il nuovo commissario ha bandito la gara di appalto di un'opera stralcio, dell'importo di euro 80 milioni, non essendo stato possibile reperire risorse ulteriori, caratterizzata dalla esecuzione della totalità delle opere a mare. La differenza economica è stata ottenuta rinunciando all'edificio servizi, oltre ad alcuni arredi portuali di non impellente necessità.
  Nell'agosto del 2010 è stata aggiudicata l'opera alla Sigenco spa che, come da disciplinare di gara, ha proceduto a sottoporre a Via il proprio progetto definitivo. La Via, pur in presenza di poteri speciali, ha comportato oltre un anno di tempo di esame presso il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm) si è conclusa con un giudizio di compatibilità ambientale favorevole con alcune prescrizioni. La Via, come consueto, integra le valutazioni di natura ambientale e paesaggistica di competenza dei vari organismi preposti, anche di rango locale e regionale e costituisce pertanto una valutazione collegiale e articolata che prevede, peraltro, precise fasi di partecipazione pubblica. La Via è stata anche integrata dalla valutazione di incidenza per effetto della presenza nelle vicinanze di talune aree protette.
  Sulla aggiudicazione definitiva, sono stati presentati diversi ricorsi al TAR che l'Amministrazione ha superato agevolmente (anche in sede di Consiglio di Stato) per quanto attiene alla fase cautelare, determinandosi conseguentemente a stipulare il contratto nel marzo 2012, coerentemente ai disposti della normativa vigente.
  È stato pertanto dato avvio alla progettazione esecutiva, quale prima fase di esecuzione del contratto.
  Successivamente, il Governo ha deciso di interrompere tutte le procedure emergenziali a decorrere dal settembre 2012; pertanto, a progettazione esecutiva quasi completata, senza fornire inizialmente indicazioni (tramite la protezione civile nazionale) circa il soggetto cui dovesse essere affidata la prosecuzione dell'appalto in qualità di soggetto attuatore e stazione appaltante, si è generato uno stallo dell'opera.
  Solo il 13 giugno 2013, mediante apposita ordinanza, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha attribuito al comune di Messina il compito di proseguire l'opera in regime ordinario, senza più quindi alcun potere accelerativo delle procedure, potere che nella prima fase era invece risultato essenziale per comprimere i notevoli tempi della burocrazia in alcuni passaggi cruciali.
  Inoltre, lo stesso giorno il Tar Lazio, ribaltando quanto espresso in sede cautelare, ha disposto l'annullamento del contratto e l'aggiudicazione provvisoria in favore della seconda classificata. Tale circostanza ha generato un notevole danno alla amministrazione, costretta a retrocedere il procedimento alla fase ante 2011.
  La nuova amministrazione comunale, insediatasi nell'estate del 2013, ha pertanto ripreso le proprie attività invitando la nuova aggiudicataria (nuova Coedmar srl) ad acquisire la Via sul proprio progetto definitivo. È stato necessario ripercorrere i passi già compiuti per il progetto della precedente aggiudicataria, con riunioni, esami, e valutazioni collegiali che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha concluso nell'ottobre del 2014 ritenendo che le differenze tra i due progetti (quello Sigenco con quello nuova Coedmar) non fossero tali da richiedere l'espletamento di una nuova procedura integrale di valutazione ambientale.
  Giova ricordare che anche questo percorso ha visto la prescritta partecipazione pubblica e che, nonostante la presentazione di documenti da parte di una associazione ambientalista, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha ritenuto di non dover modificare il proprio, parere favorevole. Va detto, peraltro, che nessun ricorso avverso il provvedimento del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è arrivato nei termini di legge.
  L'amministrazione comunale si è, nel frattempo, organizzata per accertare la sussistenza dei necessari finanziamenti.
  Allo stato attuale è in corso un'attività amministrativa volta ad assicurare la copertura economica necessaria all'avvio dei lavori.
  Il sindaco di Messina ha più volte ribadito la assoluta necessità di dare corso immediato ai lavori per assicurare il soddisfacimento dei bisogni di sicurezza e salubrità dei cittadini messinesi, oltre che per garantire alla portualità messinese un adeguato futuro nella direzione dello sviluppo. Egli costantemente monitora gli sviluppi in raccordo con la autorità portuale, ovviamente interessata al porto per le positive implicazioni sul futuro del sistema portuale dello Stretto.
  Il nuovo porto di Tremestieri sarà costituito da una nuova e più grande darsena a sud della attuale. La sua costruzione non interferirà con il porto attuale e non ne cambierà alcun elemento. Al contrario, esso mitigherà i fenomeni meteomarini oggi gravanti sull'attuale porto, in quanto determinerà una naturale protezione nei confronti dello stesso.
  Il completamento del porto di Tremestieri costituisce indiscutibilmente l'unica alternativa infrastrutturale per Messina, ed è necessaria sia per smaltire l'intero traffico gommato che ancora oggi attraversa in parte la città, sia per sviluppare il traffico ro-ro che vede nell'area dello Stretto un sito di straordinarie potenzialità oggi compresse, vista la carenza di spazi di banchina e piazzali adeguati.
  L'autorità portuale di Messina, sin dal 2010, ha integrato nell'approvando nuovo piano regolatore portuale (PRP) il completamento del porto di Tremestieri proprio per la sua elevata potenzialità trasportistica, conducendo studi tecnici ben documentati e ampiamente diffusi da cui si può evincere che con una sapiente progettazione ed esecuzione è possibile gestire le problematiche che hanno afflitto l'attuale porto sino ad oggi.
  Il progetto definitivo redatto alcuni mesi fa dalla aggiudicataria dell'appalto per la costruzione del nuovo porto è stato sviluppato integrando gli studi ed approfondimenti di cui sopra con ulteriori analisi comparative particolarmente concentrate sulla problematica dell'insabbiamento. Sono stati usati tutti i più accreditati modelli matematici costituenti oggi lo stato dell'arte, confrontandone i risultati, e partendo da una ricostruzione del clima ondoso effettuata con le ultime e più aggiornate serie storiche di dati di onda disponibili in letteratura. Le strutture, per indicazioni fornite in appalto, sono state dimensionate con coefficienti di sicurezza superiori a quelli previsti dalla vigente normativa, così da pervenire a un livello di affidabilità strutturale massimo.
  Il progetto prevede un riuso delle sabbie dragate ad alto valore ambientale, essendo le stesse destinate a ricostruire le spiagge immediatamente a nord del porto, attualmente erose dalla incauta progettazione dello scalo esistente. Tale risorsa costituisce ad oggi l'unica reale speranza di risoluzione dei problemi per le persone che abitano nelle aree soggette ad erosione, che di inverno subiscono sulla loro pelle i danni derivanti dalle mareggiate.
  Concludendo si evidenzia che:
   la scelta del sito risulta essere stata fatta dopo una attenta analisi condotta da specialisti del settore che, nel confrontare più soluzioni possibili, hanno ritenuto meritevole di preferenza quella di Tremestieri pur non mancando di sottolineare l'esigenza dei necessari approfondimenti tecnici da demandare alla fase della progettazione;
   il progetto di completamento del porto è stato affidato dapprima ad un apposito commissario delegato di nomina ministeriale, e successivamente (da giugno 2013) al comune di Messina, pertanto giova chiarire che esso è presente nel piano operativo triennale della autorità portuale unicamente in quanto è previsto che una quota di finanziamento dell'opera, pari ad euro 15.000.000,00 sia in capo a fondi dell'ente, tuttora disponibili;
   inoltre, si precisa che l'intervento di riparazione della testata operato dalla autorità portuale è uno solo, realizzato solo al termine del processo che, in più riprese, ha visto la demolizione della testata della diga ad opera dei marosi; i necessari interventi si sono conclusi in un anno. Nonostante i vari problemi l'autorità portuale riferisce che l'opera è completata ormai da oltre un anno e svolge il suo lavoro in maniera adeguata in funzione della protezione dello specchio acqueo e delle strutture interne del porto dagli effetti delle violente mareggiate. Il fenomeno dell'insabbiamento è infatti dovuto al trasporto solido, nonché alla forma del porto nel suo insieme;
   è certamente un dato inopinabile che il porto abbia finora mostrato una debolezza non accettabile, ma i periodi in cui è rimasto operativo sono certamente prevalenti rispetto a quelli in cui è fermo o solo parzialmente funzionante. In ogni caso, l'autorità portuale sta ponendo in campo ogni sforzo possibile per pervenire quanto prima ad una adeguata mitigazione degli effetti delle mareggiate sul porto.

  Il Ministero, fermi restanti gli esiti delle indagini della magistratura, si adopererà al fine di attivare ogni utile ed opportuno strumento di valutazione connesso alle criticità rilevate.
  Da ultimo, si segnala che la via del mare, richiamata dall'interrogante è di competenza comunale. Tuttavia, l'autorità portuale, considerando necessario migliorare l'accessibilità viaria del porto di Messina, come soluzione parallela e non antitetica al porto di Tremestieri, ha concordato con il comune di Messina e Rete ferroviaria italiana il cofinanziamento, per una somma pari a cinque milioni di euro, della cosiddetta «via Don Blasco», opera consistente nel miglioramento e completamento di una arteria viaria esistente, parallela al futuro tracciato della via del mare, che consentirà con tempi celeri e minori risorse di offrire una risposta qualitativamente positiva anche al problema del collegamento viario col porto.
  I lavori relativi a detta opera, saranno avviati a cura del comune di Messina, appena ultimati gli ultimi passaggi amministrativi, attualmente in corso, legati al finanziamento regionale.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasportiGraziano Delrio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impianto portuale

transito

protezione dell'ambiente