ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10392

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 484 del 17/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: LA RUSSA IGNAZIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 17/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 17/09/2015
Stato iter:
31/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/05/2017
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/05/2017

CONCLUSO IL 31/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10392
presentato da
LA RUSSA Ignazio
testo di
Giovedì 17 settembre 2015, seduta n. 484

   LA RUSSA. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   da rilevazioni recentemente effettuate si evidenzia come la situazione delle carceri in Liguria sia in controtendenza rispetto all'andamento nazionale, caratterizzandosi per una aumentata presenza di detenuti che in un anno sono passati da 1367 a 1451, rispetto ad una capienza di 1166 posti;
   in particolare, il carcere genovese di Marassi continua ad essere costantemente in sovraffollamento con 709 detenuti, ancora in aumento rispetto ai 663 del 2014, dei quali oltre quattrocento sono stranieri, collocandosi al terzo posto tra le realtà più critiche d'Italia dopo il carcere napoletano di Poggioreale e quello di Bologna;
   l'istituto di La Spezia è quello che ospita la maggior presenza straniera, che è pari al 64 per cento, a fronte di una popolazione straniera complessivamente ospitata nelle carceri liguri di 801 unità rispetto alle 737 del 2014, pari ad oltre il 55 per cento dell'intera popolazione detenuta;
   a fronte del documentato incremento del numero delle persone detenute si continua a registrare una consistente e preoccupante carenza di organico della polizia penitenziaria che è pari a 232 unità;
   nonostante la Liguria registri una carenza di organico della polizia penitenziaria del 29 per cento, che è una delle più elevate d'Italia, significative quote di agenti vengono temporaneamente assegnate in altre regioni, solo il carcere di Marassi ha ceduto pro tempore ben 75 poliziotti;
   soltanto nei primi sette mesi del 2015 si sono già verificati circa 700 eventi critici, con un significativo aumento rispetto al 2014, anno in cui se ne erano contati 745 in tutto;
   tra gli eventi critici che ricorrono con maggiore frequenza vi sono casi di aggressività, casi di autolesionismo e tentati suicidi, e gravissimo è anche il problema dei detenuti con problemi psichici, che sono incompatibili con la detenzione e mettono sistematicamente a rischio sia l'incolumità propria che quella del personale di custodia;
   nonostante gli encomiabili sforzi del personale, alcune strutture troppo piccole e vetuste come quella di Savona stentano a reggere alle nuove e severe esigenze e sarebbe auspicabile procedere alla costruzione di un nuovo istituto penitenziario che potrebbe accogliere anche i detenuti in sovrannumero delle altre carceri liguri;
   in questo senso si sarebbero già resi disponibili ad ospitare la nuova struttura un paio di comuni –:
   quali iniziative intenda assumere per fare fronte alla grave carenza di organico degli agenti di polizia penitenziaria nelle strutture detentive liguri;
   quali siano le motivazioni addotte dal Dipartimento competente per giustificare l'assegnazione temporanea di personalligure ad altre regioni a fronte degli organici notoriamente sottodimensionati;
   se non si reputi opportuno limitare la presenza di detenuti con evidenti problemi psichiatrici, anche provvedendo con urgenza alla realizzazione anche in Liguria di Residenze per l'esecuzione di misure di sicurezza (REMS) indispensabili e legittimate ad ospitare detenuti con problemi psichiatrici;
   cosa osti alla indispensabile realizzazione di un nuovo carcere in sostituzione di quello vetusto ed ormai insufficiente ad assolvere ai delicati compiti di istituto quale quello di Savona. (4-10392)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 31 maggio 2017
nell'allegato B della seduta n. 807
4-10392
presentata da
LA RUSSA Ignazio

  Risposta. — Mediante l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante rappresenta situazioni di criticità degli istituti penitenziari della Liguria a causa di carenze dell'organico della polizia penitenziaria e del sovraffollamento, chiedendo quali iniziative – sotto plurimi e convergenti profili – si intendano assumere per risolvere le evidenziate problematiche, per l'urgente realizzazione in territorio ligure di residenze per l'esecuzione di misure di sicurezza nonché per la realizzazione del nuovo istituto penitenziario di Savona.
  Con riferimento alla popolazione detenuta, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito che, alla data del 12 febbraio 2017, risultavano presenti, presso gli istituti liguri, complessivamente 1.388 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 1.104 unità.
  In particolare, la casa di reclusione di Chiavari ospitava 53 persone detenute, la casa circondariale Genova Marassi 678, la casa circondariale Genova Pontedecimo 133, la casa circondariale di Imperia 92, la casa circondariale di La Spezia 189 e la casa circondariale di Sanremo 243.
  Il dipartimento ha, peraltro, sottolineato come la capienza regolamentare degli istituti penitenziari sia calcolata in base ad un decreto del Ministero della salute del 1975, relativo alle abitazioni civili, che prevede una superficie minima di 9 mq per la stanza singola, più 5 mq per ogni ulteriore posto letto.
  I predetti coefficienti sono oggetto di proposte modificative nell'ambito dei lavori del comitato paritetico con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Allo stato, nonostante l'esubero dei presenti rispetto alla capienza regolamentare, il dipartimento ha evidenziato come risultino comunque rispettati i parametri previsti dalla CEDU (convenzione europea per i diritti dell'uomo).
  Nella prospettiva di contenere ed equilibrare le presenze detentive e nel rispetto del principio di territorialità, il provveditorato interregionale del Piemonte, Liguria e Val D'Aosta provvede, periodicamente, ad assumere interventi deflativi, anche disponendo il trasferimento in istituti del Piemonte, in considerazione della tipologia di alcune sedi liguri, che postulano assegnazioni vincolate: la casa di reclusione di Chiavari è, difatti, istituto «a custodia aperta», riservato ai soli detenuti condannati alla pena della reclusione in misura infraquinquennale ed avviati ad un percorso avanzato, che prevede la sottoscrizione del cosiddetto «patto trattamentale»; la casa circondariale di Genova Pontedecimo è, invece, istituto destinato esclusivamente a detenuti cosiddetti « sex offenders».
  Quanto alle dotazioni del personale della polizia penitenziaria, presso gli istituti della regione Liguria risultano, a fronte di una previsione organica di 1236 unità, coperti 1110 posti ed effettivamente in servizio 984 unità, tenuto conto anche dei distacchi.
  In particolare, secondo quanto comunicato dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, i distacchi in uscita, pari a 138, hanno le seguenti motivazioni: gravi motivi familiari e/o personali (26); esigenze di servizio (59); mandato elettorale (16); ragioni di opportunità (un caso); assegnazione al gruppo operativo mobile (34); assegnazione alle fiamme azzurre (2).
  I distacchi in entrata sono 12: due per gravi motivi familiari e/o personali, 9 per esigenze di servizio e un caso di assegnazione alle fiamme azzurre.
  La maggior carenza riguarda i ruoli intermedi degli ispettori e sovrintendenti (pari al 58 per cento, mentre nel ruolo degli agenti e assistenti risulta una sofferenza organica di 107 unità, pari all'11 per cento dell'organico previsto.
  La situazione degli organici assegnati agli istituti penitenziari della Liguria sarà tenuta in debita considerazione in occasione delle nuove assegnazioni.
  A tale riguardo si evidenzia che, in attesa della riattivazione delle procedure concorsuali per l'assunzione di 300 unità maschili e 100 femminili, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 ottobre 2016 l'amministrazione penitenziaria è stata autorizzata ad assumere n. 887 unità di agenti vincitori di concorso.
  E, nell'ambito di tale quadro, il decreto-legge n. 244 del 30 dicembre 2016 (decreto «milleproroghe»), convertito con legge 27 febbraio 2017, n. 19, ha previsto la proroga, sino al dicembre 2017, della validità delle graduatorie dei concorsi banditi ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicate in data non anteriore al 1o gennaio 2012.
  Tale intervento normativo consentirà, dunque, all'amministrazione di attingere alle predette graduatorie per avviare le procedure finalizzate all'assunzione, nell'anno in corso, di 887 donne e uomini, che andranno a colmare, in parte, il vuoto in organico del corpo di polizia penitenziaria.
  Si tratta di un primo passo, ma molto importante, che dimostra la costante attenzione riservata dal Governo a tale questione e che intende migliorare le condizioni di lavoro negli istituti, garantirne maggior sicurezza ed assicurare un miglior trattamento per le persone detenute.
  Nella medesima direzione vanno, inoltre, gli interventi tendenti a limitare al minimo la possibilità che il personale della polizia penitenziaria sia assegnato ad attività diverse da quelle proprie dell'istituzione. In questo senso, presso il gabinetto del mio Ministero, proprio in questi giorni, sono state organizzate apposite riunioni sul tema con la partecipazione dei vertici di tutte le articolazioni ministeriali interessate.
  Il potenziamento del personale della polizia penitenziaria, unito alla continua formazione, è obiettivo finalizzato al complessivo miglioramento della vita detentiva ed a minimizzare anche il rischio di eventi critici e, in particolare, di atti di autolesionismo.
  L'argomento investe, evidentemente, un tema di estrema delicatezza, su cui è concentrato il massimo impegno da parte del Ministero.
  Nella consapevolezza dell'importanza delle condizioni delle strutture penitenziarie per il benessere di quanti sono ivi ristretti e vi lavorano, evidenzio che il tema mi vede direttamente impegnato in ogni iniziativa, necessaria ed utile, alla prevenzione del rischio di gesti di autolesionismo in ambiente carcerario.
  Finalità alla cui attuazione certamente concorre l'istituzione e la nomina, con decreto del Presidente della Repubblica 1° febbraio 2016 e decreto del Presidente della Repubblica 3 marzo 2016, del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
  Nella consapevolezza della drammaticità di ogni atto di autolesionismo, occorre osservare, sotto il profilo statistico, che a partire dal 2013 il numero di suicidi all'interno degli istituti penitenziari ha avuto un sensibile decremento.
  Tra il 2009 e il 2012, infatti, il numero di casi è stato sempre annualmente superiore a 55, con un picco di 63 nel 2011, mentre pari a 45 e 46 sono stati gli eventi degli anni 2007 e 2008.
  Grazie al miglioramento della situazione nei nostri penitenziari, il numero si è ridotto in maniera significativa, registrandosi 42 casi di suicidio nel 2013, 43 nel 2014, 39 nel 2015, 39 nel 2016 e 10 sino al 28 febbraio 2017.
  Sul piano comparativo, poi, l'Italia, secondo le statistiche ufficiali del Consiglio d'Europa, registra uno dei tassi più bassi di casi di suicidio. Nell'ultima rilevazione del 2013, si registra un tasso di 6,5 su 10.000 in Italia, di 12,4 in Francia, di 7,4 in Germania, di 8,9 nel Regno Unito.
  I dati restano, in ogni caso, allarmanti e impongono un eccezionale sforzo dell'amministrazione penitenziaria, cui è demandata l'attuazione dei modelli di trattamento necessari alla prevenzione di ogni pericolo.
  In questa prospettiva ed alla luce delle analisi e delle riflessioni maturate nell'ambito degli stati generali dell'esecuzione della pena, il 3 maggio 2016 ho adottato una specifica «Direttiva sulla prevenzione dei suicidi», indirizzata al capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, prescrivendo la predisposizione di un organico piano d'intervento per la prevenzione del rischio di suicidio delle persone detenute o internate, il puntuale monitoraggio delle iniziative assunte per darvi attuazione e la raccolta e la pubblicazione dei dati relativi al fenomeno.
  In attuazione della direttiva, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha predisposto un «Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidiarie in ambito penitenziario», cui hanno fatto seguito circolari attuative trasmesse ai Provveditorati regionali.
  Le misure adottate dall'amministrazione penitenziaria attengono alla formazione specifica del personale, alla raccolta ed elaborazione dei dati ed all'aggiornamento progressivo dei piani di prevenzione. Sono state, inoltre, impartite istruzioni ai provveditorati regionali ed alle direzioni penitenziarie per la conclusione di intese con regioni e servizi sanitari locali, al fine di intensificare gli interventi di diagnosi e cura, nonché l'attuazione di misure di osservazione e rilevazione del rischio.
  L'amministrazione ha anche operato sul piano dell'organizzazione degli spazi e della vita penitenziaria, con incentivazione di forme di controllo dinamico volte a limitare alle ore notturne la permanenza nelle celle, in modo da rendere agevole l'osservazione della persona in ambiente comune e ridurre le condizioni di isolamento. Allo stesso scopo, sono state adottate misure volte a facilitare, anche attraverso l'accesso protetto ad Internet, i contatti con i familiari.
  Il 3 marzo 2017, inoltre, si è svolta presso il Ministero della giustizia una riunione nel corso della quale ho incontrato, con il capo di gabinetto, tutti i referenti centrali e periferici dell'amministrazione penitenziaria, al fine di fare il punto sulle modalità di esecuzione, al livello locale prossimo agli istituti penitenziari, delle disposizioni contenute nella direttiva sulla prevenzione dei suicidi e sollecitarne, ove necessario, la completa e rapida attuazione.
  Sono state, inoltre, programmate attività di monitoraggio e verifica periodica degli interventi di prevenzione delineati, attività che saranno svolte istituto per istituto.
  Con la riunione del 3 marzo 2017 si è dato l'avvio ad un tavolo in convocazione permanente, riconvocato per il prossimo 6 aprile 2017, che esaminerà costantemente i dati relativi allo stato di attuazione della direttiva che ogni referente è tenuto a raccogliere ed a trasmettere attraverso apposito monitoraggio.
  Per quanto attiene, invece, alla tutela del diritto alla salute, l'amministrazione penitenziaria è impegnata nella promozione, sul territorio, della collaborazione tra regioni ed Asl per la costruzione di presidi sanitari adeguati ai bisogni delle persone detenute, alla luce delle linee guida in materia di modalità di erogazione dell'assistenza sanitaria negli istituti penitenziari per adulti, approvate dalla Conferenza unificata in data 22 gennaio 2015, opportunamente diffuse alle articolazioni periferiche ed alla magistratura.
  In particolare, al fine di sperimentare e di implementare il modello di assistenza sanitaria nelle carceri attraverso l'adozione della telemedicina, sono state adottate specifiche iniziative in attuazione dell'accordo, sottoscritto in data 4 agosto 2016, con Federsanità ed Anci, coinvolgendo le diverse istituzioni interessate nella definizione di un modello innovativo di gestione della salute all'interno degli istituti di pena che prevede, tra l'altro, l'adozione di un diario clinico informatizzato.
  Con riferimento specifico agli istituti liguri e nell'ambito dei servizi sanitari affidati alle aziende locali del servizio sanitario e dalle stesse organizzati secondo le esigenze dei singoli istituti, il carcere di Genova Marassi evidenzia il maggior fabbisogno per la presenza del più rilevante numero dei detenuti.
  Secondo quanto riferito dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il presidio di guardia medica è ivi garantito ventiquattrore ore su ventiquattro e gli specialisti presenti assicurano i servizi di dermatologia, infettivologia, oculistica, odontoiatria, diabetologia, radiologia, sert, psichiatria, psicologia.
  Nel centro clinico – secondo i dati al 12 febbraio 2017 comunicati dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria – erano ospitati 60 detenuti, 20 dei quali affetti da gravi patologie infettivologiche, un detenuto in osservazione psichiatrica (5 sono i posti disponibili) e 20 con gravi patologie cliniche e disabilità motorie, che richiedono frequenti accessi in ambito ospedaliero.
  Anche negli istituti di Sanremo e La Spezia il servizio medico è assicurato giorno e notte, mentre a Imperia, Chiavari e Pontedecimo la copertura sanitaria è prestata nell'arco delle ore diurne.
  Nell'ambito, poi, della tutela della salute mentale e del processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, si evidenzia che, dal mese di giugno 2015, presso il SAI dell'istituto penitenziario di Genova Marassi è presente una «Articolazione per la tutela della Salute Mentale», con 5 posti distribuiti in due camere detentive per i soggetti sottoposti ad osservazione psichiatrica, mentre altra camera detentiva, con la disponibilità di due posti letto, è destinata ai detenuti con infermità psichica sopravvenuta ed ai detenuti condannati a pena diminuita per vizio parziale di mente.
  Entro il 2017 è, inoltre, prevista la realizzazione definitiva della Residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza sanitaria nel territorio del comune di Calice al Como viglio (SP), prevista con delibera della regione Liguria n. 364 del 2013. In attesa della conclusione dei lavori, è stato sottoscritto un Accordo con la Residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza sanitaria di Castiglione delle Stiviere che riserva 10 posti per gli internati liguri. Con delibera della giunta regionale 822 del 13 settembre 2016 è stata, inoltre, prevista l'attivazione di una Residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza sanitaria provvisoria sul territorio dell'Asl 3 di Genova, già sede di una comunità terapeutica psichiatrica.
  Per quanto attiene all'ulteriore questione posta dall'interrogazione in esame, relativa alla programmata realizzazione di un nuovo istituto penitenziario in Savona, il dipartimento competente ha riferito come l'originaria iniziativa finalizzata alla realizzazione di un nuovo carcere da 250 posti – intervento già finanziato nel programma nuove opere ed approvato dal comitato paritetico e dal Ministro della giustizia nel 2004 per 30 milioni di euro – sia stata interrotta a causa del contenzioso, instauratosi tra la stazione appaltante e l'associazione temporanea di imprese aggiudicataria dell'appalto, conclusosi con sentenza del 7 marzo 2016.
  Solo in tempi recenti, dunque, l'iniziativa è stata riavviata e dallo scorso febbraio, nell'ambito dei lavori del comitato paritetico interministeriale per l'edilizia penitenziaria, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sta verificando la possibilità di realizzazione dell'opera in altre aree idonee nei comuni della provincia di Savona, in considerazione dei profili di criticità emersi per la realizzazione dell'originario progetto.
  Il Ministero della giustizia è, pertanto, impegnato nel contribuire alla ricerca di adeguate soluzioni che coniughino l'esigenza di nuove e moderne strutture detentive a servizio della Liguria con la tutela dell'ambiente e del paesaggio.
  In conclusione, grazie ad un impegno politico intenso e costante, articolato in contestuali interventi di carattere normativo ed organizzativo, di edilizia penitenziaria e di politiche del personale, le complessive condizioni detentive, in ambito regionale così come sul piano nazionale, sono decisamente migliorate.
  Il riconoscimento a livello europeo dei risultati raggiunti dall'Italia nel settore del sovraffollamento carcerario, diminuito in maniera sensibile e non episodica, rappresenta la conferma della bontà della strada intrapresa nel contribuire a mutare in senso migliorativo le condizioni di vita in carcere.
  L'azione sin qui svolta risulterà ulteriormente rafforzata dalle misure contenute nella riforma dell'ordinamento penitenziario, appena approvata dal Senato, che consentirà di introdurre strumenti adeguati per garantire una autentica funzione recuperatoria e risocializzante, in chiave costituzionalmente orientata, all'esecuzione penale.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

stabilimento penitenziario

psichiatria