ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10267

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 478 del 09/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: ARLOTTI TIZIANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 09/09/2015
Stato iter:
08/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2016

CONCLUSO IL 08/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10267
presentato da
ARLOTTI Tiziano
testo di
Mercoledì 9 settembre 2015, seduta n. 478

   ARLOTTI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   in più occasioni dall'inizio della legislatura il firmatario del presente atto ha visitato la casa circondariale di Rimini;
   in seguito alla visite l'interrogante ha presentato interrogazioni sulla situazione dell'istituto penitenziario, in cui sono reclusi ad oggi 121 detenuti di cui il 65 per cento stranieri;
   in particolare nella risposta in Commissione all'interrogazione 5-03621, nel dicembre 2014 il viceministro Enrico Costa aveva riferito che per quanto concerne il personale di polizia penitenziaria, nell'istituto di Rimini su un organico di 144 unità di polizia penitenziaria, quale rideterminato dal provveditore nel rispetto della dotazione organica regionale di cui al decreto ministeriale 22 marzo 2013, risultavano presenti, al netto dei provvedimenti di distacco in entrata e in uscita, 116 unità, e che l'organico era stato di recente incrementato di due unità;
   nella medesima risposta, il viceministro aveva anticipato che un eventuale ulteriore incremento sarebbe stato oggetto di valutazione da parte della competente direzione generale in occasione della ripartizione del personale a conclusione del 169o corso di formazione diretto a 486 unità, previsto con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 settembre 2014 del dipartimento della funzione pubblica e Ministero dell'economia e delle finanze, e del successivo corso per ulteriori assunzioni autorizzate a decorrere dal 1o gennaio 2015;
   la casa circondariale di Rimini si trova in un territorio a vocazione turistica, caratterizzato da un'evidente discrasia numerica tra la popolazione residente (330.000 abitanti) e quella effettivamente presente, con 15 milioni di presenze registrate e con picchi nei mesi di luglio e agosto sino a 4.500.000/4.700.000 unità;
   tali massicce presenze si riverberano evidentemente sulla delittuosità, attirando nel territorio riminese un maggior numero di soggetti dediti ad attività criminose;
   il lavoro e la formazione professionale costituiscono gli strumenti più significativi con finalità di recupero sociale e reinserimento, come disposto dall'articolo 27 della Costituzione che assegna alla pena una funzione rieducativa;
   i detenuti coinvolti in percorsi di lavoro in carcere hanno abbattuto drasticamente i tassi di recidiva, con conseguenti riduzioni dei danni per la società, riscatto di vita individuale, nonché riduzione delle spese per le carcerazioni successive –:
   quali iniziative il Ministro intenda porre in atto per colmare il persistente deficit di organico della polizia penitenziaria, attingendo anche alle nuove assunzioni previste dai succitati corsi, al termine dei quali gli allievi potranno essere assegnati, secondo le consuete procedure, presso gli istituti e servizi penitenziari del territorio nazionale;
   se non ritenga indispensabile inserire in maniera strutturale nella previsione di rinforzi alle dotazioni delle forze dell'ordine durante il periodo estivo nel territorio riminese, anche il rinforzo estivo del personale di polizia penitenziaria;
   quali iniziative il Ministro intenda attivare per rafforzare l'istituto del lavoro in carcere e garantire una funzione davvero rieducativa della pena. (4-10267)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 8 aprile 2016
nell'allegato B della seduta n. 604
4-10267
presentata da
ARLOTTI Tiziano

  Risposta. — Con l'interrogazione in oggetto, l'interrogante pone due distinte questioni: l'una, riguardante la casa circondariale di Rimini, che, in ragione della vocazione turistica della città, è soggetta ad un incremento della popolazione carceraria nel periodo estivo e, pertanto, richiederebbe un incremento del personale di polizia penitenziaria; l'altra, più generale, attiene all'importanza del lavoro in carcere per la sua attitudine a ridurre il rischio di recidiva, e, dunque, ad aumentare la sicurezza della collettività e a ridurre le spese legate a successive carcerazioni.
  Con riguardo alla situazione della casa circondariale di Rimini, si rappresenta che sono attualmente in forza presso la stessa 122 unità di polizia penitenziaria e vi è una carenza di 22 unità, con una scopertura di organico, dunque, del 16 per cento rispetto alla previsione del decreto ministeriale 22 marzo 2013. I ruoli nei quali si sono verificate maggiori carenze sono quelli intermedi, degli ispettori e sovrintendenti.
  Per quanto riguarda la popolazione detenuta, dai dati forniti dalla competente articolazione ministeriale, è emerso che nel corso dell'anno la stessa si è attestata su una media di 105 presenze e che l'incremento registrato nel periodo estivo è stato contenuto: le 108 presenze registrate alla data del 2 novembre corrente anno, sono salite il 31 agosto a 118 (su una capienza regolamentare di 130 posti detentivi), per scendere nuovamente a 110 nel mese di settembre.
  Con riferimento alla lamentata carenza di personale del corpo di polizia penitenziaria si rappresenta che, nel secondo semestre del prossimo anno, al termine dei nuovi corsi allievi agenti si procederà alle assegnazioni delle sedi ed anche Rimini sarà tenuta nella massima considerazione.
  Con riguardo al più generale tema posto dall'interrogante con riguardo all'importanza del lavoro nelle carceri, voglio preliminarmente ribadire come questo Governo abbia posto l'esecuzione penale tra le sue assolute priorità, come dimostrato con l'importante iniziativa degli Stati generali dell'esecuzione penale. L'obiettivo che ci siamo prefissati è quello di delineare un nuovo statuto che conduca ad un'effettiva rieducazione dei detenuti, che sia conforme ai principi costituzionali e sovranazionali e declinato sulla tutela dei diritti fondamentali e della dignità umana, sulla responsabilizzazione del detenuto e sull'individualizzazione del trattamento.
  Uno dei temi su si sono particolarmente concentrati gli sforzi degli Stati generali è proprio quello lavoro detentivo. L'obiettivo che ci siamo posti è quello di rendere effettivamente operativa la previsione dell'articolo 20 dell'ordinamento penitenziario, secondo cui: «il lavoro carcerario deve far acquisire ai soggetti una preparazione professionale adeguata alle normali condizioni lavorative per agevolarne il reinserimento sociale».
  I lavori degli Stati generali hanno analizzato il tema sotto molteplici aspetti, quali la retribuzione, la promozione e lo sviluppo del lavoro nelle carceri attraverso l'individuazione delle reali necessità formative del mercato ed il reperimento di occasioni di lavoro per i detenuti e per gli istituti penitenziari. Inoltre, si sta esaminando l'opportunità di insediare le lavorazioni più complesse negli istituti o nei reparti che hanno una popolazione detenuta stabile, e sono al vaglio meccanismi che permettano, in occasione dei trasferimenti, di valorizzare le competenze lavorative specifiche dei singoli detenuti.
  Le conclusioni del tavolo degli «Stati Generali» sul tema andranno ad innestarsi sulle iniziative già da tempo avviate.
  Proprio presso la casa circondariale di Rimini, ad esempio, l'organizzazione del lavoro è stata pensata in modo da favorire l'accesso al maggior numero possibile di reclusi, sia pur nel rispetto delle disposizioni di legge che ne regolano l'avviamento e gli avvicendamenti.
  Più in dettaglio, è attualmente al vaglio l'ipotesi di una ristrutturazione dei locali della vecchia cucina per renderli funzionali ad accogliere un'attività formativa e/o lavorativa e alcune cooperative hanno già espresso interesse per l'allestimento di un laboratorio di serigrafia, così garantendo l'impiego a un certo numero di detenuti per soddisfare le commesse che gli pervengono dagli enti pubblici.
  Inoltre, nell'ambito della raccolta, selezione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani operano, nel circondario riminese, alcune cooperative sociali che hanno già assicurato occupazione a diversi detenuti ammessi alle misure alternative.
  Come riferito dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è stata acquisita la disponibilità di una cooperativa ad assumere detenuti, muniti di patente, per impieghi stagionali nella raccolta differenziata dei rifiuti e in attività di pubblica utilità, e potranno essere sottoscritte convenzioni apposite.
  Un'altra cooperativa ha invece già condotto l'attività formativa del corso di «manutenzione edile ordinaria», dichiarandosi disponibile ad impiegare nel settore agricolo, alcuni detenuti sottoposti a misure alternative alla detenzione, impegnandosi anche a sottoscrivere una convenzione che estenderà l'area di intervento alle attività di pubblica utilità.
  Si sta, inoltre, consolidando un progetto avviato due anni fa (il progetto «Acero») che favorisce la formazione professionale dei detenuti attraverso tirocini formativi.
  Le iniziative sinora riepilogate rappresentano solo le prime tappe di un cammino appena intrapreso per giungere ad un nuovo assetto dell'esecuzione della pena, che sia in grado di svolgere una funzione effettivamente rieducativa, responsabilizzando in modo costruttivo il detenuto, nel rispetto del dettato costituzionale.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

personale carcerario

carcerazione

reinserimento sociale