ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10200

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 477 del 08/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 04/09/2015
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 04/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 04/09/2015
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 25/11/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10200
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Martedì 8 settembre 2015, seduta n. 477

   SORIAL, COMINARDI e ALBERTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   si apprende da fonti di stampa che alla regione Lombardia sarebbero giunte di recente quattro domande di nuove discariche a Brescia, per un totale di 5,5 milioni di metri cubi di rifiuti da smaltire, questo nonostante nell'intera provincia bresciana siano già presenti 113 discariche, delle quali 68 sono legali, per un quantitativo di rifiuti che supera i 50 milioni di metri cubi;
   le richieste sono quelle di A2A (il sito Bosco Stella a Castegnato) e di Garda Uno (la Castella, al confine tra Rezzato e Buffalora), per 2 milioni di metri cubi ciascuna, mentre su Montichiari c’è la richiesta di Padana Green (1 milione di metri cubi di amianto) e l'ampliamento della Edilquattro (400 mila metri cubi);
   l'indice di pressione ambientale, inserito nel piano rifiuti regionale, che vieta nuovi siti di smaltimento in territori già compromessi, escluderebbe la possibilità di implementare nuove discariche a Castegnato e a Montichiari visto che, secondo le regole, se si sono già smaltite più di 160 mila tonnellate di rifiuti per chilometro quadrato non ci possono essere nuove autorizzazioni; nella vicina Bosco Sella riposano 4 milioni di metri cubi di scorie, mentre per la Castella questa regola non potrebbe essere applicata, ma ci sono altre criticità: la presenza di una falda troppo alta e la vicinanza con il futuro parco delle cave di interesse sovracomunale;
   negli ultimi tempi la provincia di Brescia è stata definita dai media la «Terra dei Fuochi del Nord» per i numerosi casi di allarmi ambientali legati alle attività delle ecomafie, tipiche del territorio posto tra le province di Caserta e Napoli denominata «terra dei fuochi»: dai ritrovamenti di discariche abusive di rifiuti pericolosi seppelliti sotto il manto stradale della A4, agli impianti per lo smaltimento di rifiuti pericolosi chiusi e abbandonati con la loro pesante eredità sul territorio, alle cave trasformate in discariche illegali;
   le province della Lombardia sono da tempo interessate da numerosi episodi di grave inquinamento ambientale relativi anche alla presenza di discariche abusive, come quella di Cavenago d'Adda (Lodi) che è stata oggetto di sequestro; si tratta di un fenomeno di particolare gravità, come emerso nelle tante indagini portate avanti negli anni dalle forze dell'ordine e dalle relazioni parlamentari della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti;
   il rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente conferma come la Lombardia detenga tra le regioni del Nord il triste record di presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso nel ciclo dei rifiuti speciali e pericolosi, che da soli ammontano all'80 per cento di tutti i rifiuti che transitano in Lombardia;
   la provincia di Brescia conta la presenza di numerose attività industriali ed agricole dal notevole potenziale inquinante e, in particolare, ben 187 aziende IPPC (integrated pollution prevention and control) nel settore industriale, 217 aziende IPPC nel settore agricolo, 20 aziende a rischio di incidente rilevante (soggette a notifica) e 20 aziende a rischio di incidente rilevante (soggette a rapporto di sicurezza) e nella sua provincia la più alta densità di impianti di smaltimento di rifiuti pericolosi e non; inoltre, nell'ovest bresciano, nell'area compresa tra Castegnato, Ospitaletto, Passirano e Paderno, Legambiente ha censito 21 discariche dismesse: il cratere di 22 ettari della Bosco Sella (5 milioni di metri cubi di rifiuti dell'ex Asm), i siti Pianera e Pianerino (contenenti il pcb della Caffaro), Codenotti, Gervasoni, Bettoni, Arici e Bonara, la Vallosa a Passirano, la Del Bono e la Gottardi a Ospitaletto, a Sorelle Vianelli a Paderno –:
   se il Governo non intenda attivarsi affinché il territorio bresciano, martoriato già da troppe discariche legali e illegali, come esposto in premessa, sia costantemente monitorato per verificare l'entità e la diffusione delle situazioni più gravi, migliorando gli strumenti di controllo della tracciabilità dei rifiuti nel più ampio quadro dell'innovazione e della modernizzazione della pubblica amministrazione, al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini e dell'ambiente;
   se il Ministro non consideri necessario intervenire, per quanto di competenza, e attraverso quali iniziative anche normative, affinché i territori con un elevato indice di pressione ambientale siano preservati da ulteriori discariche che aggraverebbero situazioni già critiche. (4-10200)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-10200
presentata da
SORIAL Girgis Giorgio

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per il tramite della competente amministrazione regionale della Lombardia, con specifico riferimento ai progetti di discarica, si rappresenta quanto segue.
  Si fa presente, in via preliminare, che l'indice di pressione ambientale, introdotto dal piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr) 2014-2020 quale nuovo criterio localizzativo per gli impianti di rifiuti, consiste in un metodo di calcolo del «fattore di pressione» per le discariche, utile per tenere conto delle particolari condizioni ambientali dei territori e per definire maggiori distanze di salvaguardia.
  Il nuovo criterio si applica alle istanze inerenti progetti di trattamento di rifiuti presentate successivamente all'entrata in vigore del piano regionale (20 giugno 2014). Alle istanze presentate prima di tale data, invece, sono applicati i criteri localizzativi previgenti.
  Con riferimento ai progetti di discarica oggetto dell'interrogazione parlamentare, la regione lombardia ha specificato che le 4 nuove istanze sono relative a:
   1. discarica di Bosco Stella nel sito di Castegnato/Paderno Franciacorta presentata da A2A s.p.a.;
   2. discarica Castella nel sito di Rezzato presentata da Garda Uno S.p.a.;
   3. discarica Padana Green nel sito di Montichiari presentata da Padana green S.r.l.;
   4. discarica Edilquattro nel sito Montichiari presentata da Edilquattro S.r.l.

  Tutte le istanze sono state presentate antecedentemente l'entrata in vigore del Prgr 2014-2020, ad eccezione dell'istanza Edilquattro a cui si applicano, quindi, i nuovi criteri localizzativi.
  In relazione a tale ultima istanza, la provincia di Brescia, autorità competente per la valutazione di impatto ambientale (Via), rilevata la sussistenza di un motivo ostativo alla realizzazione dell'opera rappresentato dal superamento del valore di soglia del fattore di pressione per le discariche, con atto n. 6848 del 2014, ha disposto il diniego dell'autorizzazione.
  Per gli altri tre procedimenti autorizzativi – ad oggi in corso di istruttoria Via da parte della regione Lombardia – il superamento del fattore di pressione nell'ambito interessato, seppur non possa essere opposto automaticamente come fattore escludente la possibilità di realizzare l'impianto, è comunque oggetto di valutazione da parte dell'autorità competente in sede di Via e di rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia).
  Con riferimento alla richiesta dell'interrogante di procedere ad un monitoraggio ambientale del territorio, la regione ha rappresentato a questo dicastero che l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) della Lombardia effettua già un'attività di controllo che si articola come segue:
   controllo in ambito Aia con focus sulle discariche;
   verifiche di conformità ai sensi del decreto legislativo n. 36 del 2003 nelle fasi di costruzione, avvio alla gestione, chiusura/ apertura lotti e post gestione delle discariche soggette ad Aia;
   approfondimenti su specifiche aree di discarica.

  Si segnala, in particolare, che il Dipartimento di Arpa Brescia, nell'ambito del progetto Plumes finanziato dalla regione, ha effettuato il monitoraggio delle acque di falda su alcune aree ove erano state riscontrate problematiche di inquinamento, al fine di delineare il pennacchio di contaminazione e possibilmente individuarne la sorgente.
  Arpa Lombardia, inoltre, ha condotto approfondimenti con monitoraggi idrogeologici, chimici e radiometrici delle acque sotterranee della discarica Metalli Capra di Capriano del Colle e sulla cava Piccinelli di Brescia, interessata dalla presenza di rifiuti contaminati da Cesio 137. Le misurazioni effettuate dall'agenzia non hanno messo in evidenza tracce, neanche minime, di Cesio 137 nei campioni delle acque di falda prelevati dalla rete piezometrica di controllo.
  Sull'argomento, tra le diverse misure, si ricorda che l'articolo 35, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 (cosiddetto «decreto Sblocca Italia»), convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, prevede che «entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, con proprio decreto, individua a livello nazionale la capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale, con l'indicazione espressa della capacità di ciascun impianto, e gli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati da realizzare per coprire il fabbisogno residuo, determinato con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, tenendo conto della pianificazione regionale. Gli impianti così individuati costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati, garantiscono la sicurezza nazionale nell'autosufficienza, consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti in discarica».
  La finalità del decreto in questione è quella di ridurre il conferimento dei rifiuti in discarica (calcolato ad una percentuale massima del 10 per cento) e di sfruttare al meglio la rete impiantistica nazionale già esistente, delineando una potenziale linea strategica nazionale di medio lungo termine sulla gestione dei rifiuti per gli anni avvenire, in ottemperanza all'obiettivo di ottimizzazione della rete infrastrutturale dedicata al recupero energetico su scala nazionale previsto nell'ambito del «pacchetto economia circolare».
  Con specifico riferimento alla strategia nazionale delineata dalle disposizioni dei decreti attuativi dello «sblocca Italia», si rappresenta, inoltre, che questo Ministero ha accolto la richiesta della Conferenza Stato-regioni di istituire un comitato, presso la Conferenza stessa, per la gestione integrata ed efficiente del ciclo dei rifiuti.
  Tale comitato avrà funzioni istruttorie, di raccordo e di coordinamento e concorrerà ad ottimizzare l'efficacia del sistema integrato di gestione dei rifiuti e assicurerà il monitoraggio e il coordinamento a livello nazionale per l'attuazione delle politiche di gestione dei rifiuti.
  Ad ogni modo, si evidenzia che questo Ministero monitora costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore, anche al fine di superare le criticità operative che dovessero emergere e valutare possibili revisioni della disciplina.
  In ogni caso, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a monitorare le attività in corso.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

eliminazione dei rifiuti

discarica abusiva

protezione dell'ambiente