ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10116

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 475 del 04/08/2015
Firmatari
Primo firmatario: MARTELLA ANDREA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/08/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/08/2015
Stato iter:
20/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/04/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/04/2016

CONCLUSO IL 20/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10116
presentato da
MARTELLA Andrea
testo di
Martedì 4 agosto 2015, seduta n. 475

   MARTELLA. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   nei giorni scorsi un detenuto di nazionalità italiana presso la Casa Circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia, ha aggredito un agente di Polizia penitenziaria e con un morso gli ha staccato la falange del dito di una mano;
   l'aggressione è avvenuta mentre l'agente di Polizia penitenziaria stava accompagnando il detenuto all'Ufficio matricola del carcere per l'espletamento di alcune formalità;
   il detenuto risulta non nuovo nel compiere episodi di violenza ai danni di agenti di polizia penitenziaria;
   le organizzazioni sindacali di categoria a seguito di questo nuovo episodio di violenza hanno espresso la richiesta di una maggiore attenzione alla sicurezza del Corpo nello svolgimento del proprio lavoro;
   è stata posta nuovamente la questione del sovraffollamento della struttura penitenziaria veneziana, in quanto alla data del 30 giugno 2015 erano detenute a nella Casa Circondariale Santa Maria Maggiore 257 persone rispetto ai 160 posti regolamentari –:
   in considerazione della gravità dell'episodio riportato in premessa, quali iniziative il Ministro intenda adottare per affrontare il problema del sovraffollamento della Casa circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia) nonché per consentire agli agenti di Polizia penitenziaria di svolgere in sicurezza il proprio lavoro. (4-10116)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 20 aprile 2016
nell'allegato B della seduta n. 610
4-10116
presentata da
MARTELLA Andrea

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame, l'interrogante segnala le criticità rilevate presso l'istituto penitenziario di Venezia S.M. Maggiore durante la scorsa estate, chiedendo di indicare gli interventi che si intendono adottare per ridurre il sovraffollamento e ricondurre l'istituto in condizioni di sicurezza.
  In via preliminare, appare opportuno procedere ad una breve analisi del grave episodio ricordato nell'atto ispettivo in esame – nel quale un assistente capo della polizia penitenziaria è stato aggredito e morso ad una mano – per evidenziare che si è trattato di un episodio isolato, sia pur nella sua intrinseca gravità, da riportare alle patologie psichiatriche da cui è afflitto l'aggressore. In effetti, si è trattato di un'aggressione avvenuta ad opera di un detenuto che, all'esito dell'osservazione psichiatrica disposta ai sensi dell'articolo 112, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 230 del 2000, è risultato essere affetto da «Disturbo evitante di personalità e Disturbo ossessivo-compulsivo in soggetto con storia di poliabuso di sostanze e dipendenza da alcool». Proprio in considerazione alla sopravvenuta ed accertata infermità psichica, il condannato è stato trasferito presso l'ex ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, su disposizione dell'Autorità giudiziaria.
  Con riguardo allo stato d'agitazione del personale, verificatosi nel mese di agosto dello scorso anno, all'indomani del grave episodio ricordato, si rappresenta che il provveditore regionale, nell'immediatezza della protesta, ha incontrato tutte le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto sicurezza, alla presenza anche del direttore della C.C. di Venezia, del comandante del reparto f.f., e del capo area giuridico pedagogica, per affrontare il tema «sicurezza» nelle sue molteplici sfaccettature e proporre soluzioni volte a migliorare l'organizzazione complessiva dell'istituto penitenziario, anche con riguardo a situazioni complesse come quella derivante dalla presenza di soggetti «disturbati».
  Preme in questa sede evidenziare che il tema della sicurezza è ovviamente una delle priorità dell'azione del ministero, e, pertanto, nella prospettiva di potenziare i dispositivi delle strutture penitenziarie si sta valutando, per il 2016, un supporto ulteriore rispetto alle dotazioni di bilancio, con risorse aggiuntive costituite dai fondi Fondo unico giustizia. Nei limiti delle risorse disponibili, pertanto, anche il carcere di Venezia potrà giovarsi di tale intervento.
  Per quanto concerne, poi, la situazione di sovraffollamento, deve premettersi che la capienza dell'istituto penitenziario di Venezia è di 161 posti, calcolati applicando ancora il parametro previsto dal decreto ministeriale del 1975 sull'abitabilità delle abitazioni civili, che considera 9 metri quadrati per ogni singolo occupante, cui devono sommarsi 5 metri quadrati per ogni persona che condivide la camera di detenzione.
  Al termine dell'estate, erano presenti, nell'istituto veneziano, 280 detenuti, con un indice di sovraffollamento pari al 66 per cento.
  Per ricondurre il numero delle presenze nei limiti della capienza dell'istituto, sono stati adottati una serie di provvedimenti di trasferimento ad altre strutture penitenziarie del circondario nei confronti di 57 detenuti che non presentavano vincoli di territorialità. In tal modo si è ottenuta una prima riduzione della popolazione carceraria, dagli iniziali 280 ristretti, agli attuali 223.
  È importante, però, rilevare, sul punto, che nonostante il persistente esubero dei presenti rispetto alla capienza detentiva, le prescrizioni della Convenzione europea diritti dell'uomo restano comunque pienamente rispettate, posto che tutti i detenuti hanno a disposizione uno spazio non inferiore a 3 metri quadrati.
  Ciò che però merita di essere sottolineato, è l'impegno che questo Governo sta profondendo per dare un nuovo volto all'esecuzione della pena, nello sforzo di fornire concreta realizzazione al principio costituzionale della funzione rieducativa della pena e della responsabilizzazione del detenuto.
  Si coglie, pertanto, l'occasione offerta dall'interrogante per segnalare le numerose iniziative in corso presso il carcere di Venezia, innovative sotto vari profili, finalizzate ad avviare percorsi di risocializzazione dei ristretti, anche nella prospettiva di prevenire episodi simili a quello segnalato.
  È stato introdotto il regime a camere detentive aperte e, pertanto, sono state messe a disposizione dei detenuti numerose possibilità di socializzazione ed un ampio ventaglio di programmi rieducativi, che si avvalgono del fondamentale contributo della società esterna e promuovono il lavoro dei detenuti, in una prospettiva di risocializzazione e di responsabilizzazione.
  Grazie alla partecipazione della Società esterna – e, in particolare, delle cooperative sociali, delle associazioni di volontariato, dell'amministrazione comunale e degli altri enti – all'opera di rieducazione e di reinserimento dei detenuti, sono state avviate presso la struttura penitenziaria veneziana una serie di attività lavorative, di attività religiose, culturali e di istruzione, nonché corsi di formazione e di orientamento al lavoro.
    Attraverso la collaborazione di una cooperativa sociale, infatti, sono stati attivati all'interno dell'istituto due laboratori, di serigrafia e pelletteria, che danno lavoro, anche grazie alle operazioni di sostegno al reddito, rispettivamente a 2 e 6 detenuti, per la durata di uno-due mesi.
  Dal 2014, inoltre, in collaborazione con altra cooperativa sociale, è stato avviato, a Mestre, un laboratorio di montaggio, noleggio e riparazione di biciclette nel quale lavorano detenuti in regime di lavoro all'esterno.
  Una quarantina di detenuti sono impiegati nel lavoro cosiddetto domestico, con il sistema della rotazione.
  Alcuni detenuti, inoltre, fruiscono del lavoro all'esterno o della semilibertà.
  Un aspetto di particolare rilievo è quello dell'istruzione, sia per il numero dei detenuti coinvolti (circa 100 nel periodo 2014-2015), che per le ore di impegno quotidiano che essa richiede. L'elevato numero di detenuti stranieri, infatti, ha determinato un incremento della domanda di alfabetizzazione e di una formazione culturale di base, comprensiva anche di un'educazione alla cittadinanza, che risulta fondamentale sia nei rapporti interni al carcere, che nella prospettiva del reinserimento all'esterno.
  È stata prestata, poi, particolare attenzione al tema dell'affettività, attraverso un articolato progetto che fornisce sostegno materiale e psicologico nei rapporti tra detenuti e figli minori. Sono, infatti, previsti incontri individuali e di gruppo dei detenuti con psicologi sui temi della genitorialità, corsi di apprendimento delle tecniche per la realizzazione di spettacoli di burattini, forme di intrattenimento dei figli dei detenuti durante i colloqui, a cura di operatori dell'associazione, sotto la supervisione dei docenti dell'istituto universitario «IUSVE» di Venezia.
  In collaborazione con il comune di Venezia, alcuni detenuti sono impiegati nelle attività della biblioteca, in coordinamento con la Biblioteca civica di Mestre e la Fondazione Querini Stampalia, in relazione al prestito dei libri ed anche alla fornitura gratuita di quotidiani in lingua straniera. La biblioteca, infatti, è un fondamentale riferimento culturale, non solo per la distribuzione e la diffusione dei libri, ma anche come momento di incontro, di aggregazione e di stimolo culturale.
  Nell'intento di fornire ai soggetti prossimi alla scarcerazione strumenti per la proficua ricerca di occupazione, è stato previsto un corso di formazione e di orientamento al lavoro, finanziato con fondi della regione e condotto da operatori dell'associazione di volontariato penitenziario.
  Inoltre, ha suscitato particolare apprezzamento il corso di ceramica, che rappresenta, per frequenza ed assiduità dei partecipanti, uno dei corsi più seguiti, per la sua attitudine a valorizzare la dimensione manuale, consentendo di realizzare piccoli oggetti da creare, dipingere e poter regalare alle proprie famiglie.
  Vi è, poi, l'iniziativa del cosiddetto Gruppo di redazione per la stesura di un giornalino, nel quale sono coinvolti circa 12 detenuti e merita altresì di essere segnalata l'attenzione rivolta agli aspetti educativi della cura della salute e dell'igiene, impostata su tre differenti moduli, specificamente dedicati ai detenuti dell'area del Maghreb, ai detenuti moldavi, ucraini e rumeni e ai detenuti albanesi, kosovari, montenegrini e macedoni.
  Il progetto internazionale «Disegni a più mani», inoltre, dell'associazione di volontariato «Venezia: Pesce di pace», ha avuto il riconoscimento del Presidente della Repubblica e si è avvalso del contributo di quattro detenuti per la traduzione di racconti e messaggi scritti da bambini veneziani su disegni inviati ai loro coetanei tedeschi, armeni, greci e russi.
  Sempre restando nell'ambito delle attività culturali, devono anche essere ricordati il corso di percussioni, il corso di «Educazione alla pace», che coinvolge i detenuti sul tema della cooperazione internazionale fra gli stati per garantire e mantenere la pace nel mondo ed il corso di «Filosofia di vita», condotto da una ricercatrice della Università di Venezia, che declina il tema sulla concretezza delle relazioni fra le persone e la considerazione di sé.
  Viene prestata attenzione anche all'attività fisica, attraverso la messa a disposizione di due piccole palestre di reparto per gli allenamenti.
  Tutte le iniziative già assunte, insieme all'importanza attribuita dal Governo al tema dell'esecuzione della pena, dimostrano l'impegno che il ministero sta profondendo per migliorare in modo sostanziale la condizione di vita nelle carceri.
  Si rassicura, in ogni caso, l'interrogante che sarà curato, da parte del ministero, un attento monitoraggio ed uno stretto controllo sull'istituto veneziano.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

personale carcerario

sicurezza del lavoro

detenuto