ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09707

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 456 del 07/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: DI BATTISTA ALESSANDRO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 07/07/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 07/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 07/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09707
presentato da
DI BATTISTA Alessandro
testo di
Martedì 7 luglio 2015, seduta n. 456

   DI BATTISTA, PETRAROLI e SIBILIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   con decreti del Ministro in indirizzo portanti nn. 16 e 17 dell'8 febbraio 2013 veniva disposta, previo scioglimento degli organi amministrativi e di controllo, la sottoposizione alla procedura di amministrazione straordinaria, rispettivamente della Banca Popolare di Spoleto spa e della Spoleto Credito e Servizi società cooperativa, sua controllante;
   i predetti decreti venivano adottati, ai sensi dell'articolo 70 TUB, in seguito all'invio delle risultanze istruttorie effettuate dalla Banca d'Italia al Ministro interrogato;
   l'articolo 70 citato dispone, infatti, che «Il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta della Banca d'Italia, può disporre con decreto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo delle banche»;
   di conseguenza la facoltà di scelta in capo al Ministro interrogato, implica una valutazione discrezionale e di opportunità che il Ministro stesso è obbligato ad effettuare a seguito delle risultanze dell'autorità di vigilanza;
   con sentenze del 18 dicembre 2014 il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione quarta) ha annullato i decreti de quibus dichiarandoli illegittimi in quanto il Ministro ha totalmente omesso di svolgere un'istruttoria autonoma rispetto a quella della Banca d'Italia e neppure ha effettuato una valutazione critica delle «gravi irregolarità nell'amministrazione» evidenziate dall'autorità di vigilanza;
   secondo il Consiglio di Stato il Ministro dell'economia e delle finanze «avrebbe dovuto eseguire un'attività istruttoria, anche al fine di dare contezza della sussistenza dei requisiti oggettivi e soggettivi necessari ad attivare la procedura di amministrazione straordinaria nonostante, da un lato, il mutamento delle condizioni patrimoniali della Banca Popolare di Spoleto s.p.a. e, dall'altro, il giudizio positivo della Lega Nazionale Cooperative e Mutue»;
   si consideri, inoltre, che i commissari dell'amministrazione straordinaria, Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile, avrebbero dovuto operare, sotto la supervisione della Banca d'Italia, al fine di garantire sia la regolarizzazione dell'attività aziendale sia la piena tutela dei diritti dei depositanti e dei creditori sociali;
   come riportato dall'Adusbef e da organi di informazione, i commissari straordinari hanno però rifiutato la ricapitalizzazione della Banca per oltre 100 milioni di euro ed hanno deciso di offrire la banca popolare di Spoleto al Banco Desio e della Brianza;
   a seguito dell'ingresso del Banco di Desio all'interno della compagine azionaria il controllo della Popolare di Spoleto è difatti passato dai vecchi soci proprio alla Banca Desio: la Spoleto Crediti e Servizi, che prima aveva il 51 per cento, è scesa ad un irrilevante 13 per cento;
   ciò, infatti, è avvenuto attraverso un aumento di capitale che, secondo alcuni organi di stampa, avrebbe portato a «diluire» tutti i soci di minoranza, a cominciare dalla Spoleto Credito e Servizi e i suoi 20 mila risparmiatori: si è trattato però di un aumento di capitale, valutato oltre 90 milioni di euro, che si è attuato attraverso il conferimento di 32 sportelli bancari del gruppo Desio, sparsi tra Lazio e Toscana, che sono stati, appunto, conferiti a Bps a fronte dell'emissione di oltre 50 milioni di nuove azioni ordinarie, prive dell'indicazione del valore nominale, ad un prezzo unitario di pari a 1,812 euro, riservato a Banco Desio;
   come denunciato da alcuni organi di stampa e da alcune associazioni dei consumatori, i valori azionari detenuti dai risparmiatori, sono stati completamente azzerati da una operazione dannosa per 21.000 soci azionisti della banca con danni che sono stati stimati tra i 300 e i 500 milioni di euro;
   gli interroganti non possono esimersi dal rilevare come l'avvio dell'amministrazione straordinaria abbia, da un lato, contribuito a determinare un mutamento dell'assetto proprietario della banca;
   l'amministrazione straordinaria, poi dichiarata illegittima, ha altresì determinato, dall'altro lato, un ingente danno ai soci ed ai risparmiatori della Popolare come si evidenziava in precedenza;
   il Ministro in indirizzo, per il tramite del Sottosegretario Zanetti, in riscontro ad un'interrogazione a risposta immediata in Commissione portante n. 5-05070 e nel predetto decreto del 20 aprile 2015, ha evidenziato che la valutazione negativa espressa dalla Banca d'Italia, ex articolo 56 TUB, in ordine all'aumento di capitale che era stato ipotizzato dalla Banca Popolare di Spoleto prima del commissariamento, sarebbe stata motivata dalla circostanza che la componente azionaria di tale rafforzamento patrimoniale ammontava, nell'immediato, a 30 milioni di euro;
   come esposto in precedenza, però, agli interroganti risulta che l'aumento di capitale proposto dalla BPS sarebbe stato di 100 milioni di euro;
   al riguardo è stata altresì presentata l'interrogazione a risposta immediata in Commissione, portante n. 5-05130, a firma dei deputati Alessio Villarosa e Daniele Pesco, con la quale veniva chiesto al Ministro in indirizzo «quale posizione intenda assumere a seguito della decisione del Consiglio di Stato e come ritenga di poter rimediare al danno patrimoniale subito dagli azionisti a seguito dell'ingiusto commissariamento»;
   la risposta fornita dal sottosegretario Zanetti all'interrogazione 5-05130 è stata del tutto insufficiente in quanto ha rinviato alla risposta data alla precedente interrogazione n. 5-05070 del 18 marzo 2015, che, a parere degli interroganti, è stata a sua volta del tutto incompleta;
   la posizione del Ministro in indirizzo sulle sentenze del Consiglio di Stato e sulle vicende della BPS è però emersa unicamente a seguito di un recente provvedimento del 20 aprile 2015;
   difatti gli interroganti hanno appreso che il Ministro dell'economia e delle finanze ha reiterato, in data 20 aprile 2015, il decreto del febbraio 2013 con cui era stata disposta l'amministrazione straordinaria della banca Popolare di Spoleto, poi annullato, come si è visto, dalle succitate sentenze del Consiglio di Stato;
   nel decreto con il quale viene reiterato «ora per allora» il precedente provvedimento di commissariamento, non risulta agli interroganti se il Ministro abbia proceduto ad effettuare una propria autonoma istruttoria, ma l'atto sembra essere stato adottato nuovamente a seguito di una adesione, per relationem, alle considerazioni e valutazioni della Banca d'Italia;
   dal medesimo decreto del 20 aprile 2015, si evince altresì che, oltre alle perdite patrimoniali, la Banca d'Italia sembra aver fatto riferimento a gravi violazioni nell'amministrazione e gravi violazioni normative, ma, nel provvedimento, non si specifica in cosa consistano tali violazioni né risulta che il Ministro abbia effettuato una valutazione critica delle risultanze dell'organo di vigilanza;
   si consideri, infine, che con il predetto decreto del 20 aprile 2015 si è disposto, all'articolo 1, «lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo della Banca Popolare di Spoleto S p A con sede in Spoleto (PG) e la sottoposizione della stessa alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi dell'articolo 70 comma 1, lett. a) e b) del t.u.b.» (comma 1), con effetto «a partire dall'8 febbraio 2013» (comma 2);
   pertanto, a parere degli interroganti, essendo il decreto del 20 aprile 2015, un provvedimento che è intervenuto «ora per allora», con efficacia retroattiva, deve considerarsi tutt'oggi in vigore l'amministrazione straordinaria della BPS;
   conseguentemente deve ritenersi annullata la delibera dell'assemblea degli azionisti in sede ordinaria di Banca Popolare di Spoleto spa che ha nominato, in data 30 luglio 2014, il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale per gli esercizi 2014-2016 sulla base delle liste presentate dall'azionista di maggioranza Banco di Desio e della Brianza spa e dall'azionista di minoranza Spoleto Credito e Servizi, soc. cop. in A.S.: CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE – Presidente Stefano Lado, Vice Presidente Vicario Luciano Colombini, Consiglieri Claudio Broggi, Graziella Bologna, Pier Antonio Cutellè, Argante Del Monte, Giada Fantini, Giuseppe Listanti, Maria Rita Mantovani, Marino Marrazzà, Alessandro Pellicciotta, – COLLEGIO SINDACALE: Presidente Francesco de Petra, Sindaci Effettivi Giulia Pusterla, Francesco Pozzoli, Supplenti, Elisabetta Ciuffa, Katia Amplorella;
   allo stesso tempo dovranno considerarsi annullati e posti nel nulla anche tutti gli atti presupposti, connessi e conseguenti –:
   per quali ragioni il Ministro interrogato abbia omesso completamente di svolgere un'istruttoria autonoma rispetto a quella della Banca d'Italia e di effettuare una valutazione critica delle risultanze della Banca d'Italia relativamente alla Banca Popolare di Spoleto;
   quali siano le risultanze dell'istruttoria che hanno portato il Ministro interrogato ad adottare il provvedimento del 20 aprile 2015, con il quale si reitera, «ora per allora», il decreto del febbraio 2013 con cui era stata disposta l'amministrazione, straordinaria della banca Popolare di Spoleto;
   per quali ragioni, nel decreto del 20 aprile 2015, il Ministro interrogato abbia di nuovo omesso di indicare, salvo un rinvio per relationem, in cosa sarebbero consistite le gravi violazioni nell'amministrazione e le gravi violazioni normative messe in atto dalla Banca Popolare di Spoleto, e per quale ragione il Ministro abbia completamento omesso di procedere a valutazioni critiche in relazione alle violazioni rilevate dall'autorità di vigilanza bancaria;
   se trovi conferma che l'importo proposto dalla Banca Popolare di Spoleto per l'aumento di capitale, prima dell'amministrazione straordinaria, è stato pari a 100 milioni di euro anziché 30 milioni come riportato nella risposta all'interrogazione di cui in narrativa;
   se qualora, attraverso l'amministrazione straordinaria, poi dichiarata illegittima, siano stati cagionati ingenti danni agli azionisti della Banca Popolare di Spoleto con che modalità ed in che misura intenda procedere per quanto di competenza perché si giunga al ristoro di tutti i danni conseguenti all'illegittimo scioglimento degli organi amministrativi e di controllo della Popolare spoletina;
   se dal punto di vista giuridico, il decreto ministeriale del 20 aprile 2015 abbia determinato, intervenendo «ora per allora», che l'amministrazione straordinaria debba considerarsi ancora in vigore con conseguente annullamento della delibera dell'assemblea degli azionisti in sede ordinaria di Banca Popolare di Spoleto S.p.A. che ha nominato, in data 30 luglio 2014 il consiglio di amministrazione ed il collegio sindacale e di tutti gli atti presupposti, connessi e conseguenti. (4-09707)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca popolare

aumento di capitale

azionista