ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09648

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 452 del 01/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 01/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 01/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09648
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Mercoledì 1 luglio 2015, seduta n. 452

   MELILLA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   sulla collina tra Colle Marcone di Chieti e Bucchianico (Chieti) c’è una mega-discarica abusiva. Sono ben 4 mila metri quadrati di rifiuti tossici. La discarica si estende nei pressi del Tratturo Magno, tra Colle Marcone di Chieti e Colle Sant'Antonio di Bucchianico. Il materiale lasciato in abbandono da anni è costituito da decine di fusti di batterie esauste ed in via di disfacimento, contenitori di rifiuti speciali accatastati sotto lamiere di rimedio, cumuli di spazzatura alti sei metri senza nessuna messa in sicurezza;
   in base all'articolo 7, comma 8, della legge della regione Abruzzo numero 27 del 2006 i comuni interessati dalla discarica restano titolari dei procedimenti di bonifica sino all'approvazione del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, e, visto che la regione Abruzzo non ha ancora approvato il piano di gestione, il sito doveva essere bonificato dal comune di Chieti su cui il sito insiste;
   nel 2009 la Guardia di finanza effettuò il sequestro dell'area inquinata, successivamente arrivò una condanna a 8 mesi di un imprenditore di Sulmona. Ma il processo è fermo in Cassazione;
   nel marzo 2014 la asl di Chieti segnalò al sindaco di Bucchianico (Chieti) la necessità di intervenire sul sito inquinato. In risposta il comune di Bucchianico rispose al prefetto e alle asl che la zona interessata ricadeva nel territorio comunale di Chieti. Il 24 Aprile 2014 la asl di Chieti segnalava al sindaco di Chieti che avrebbe dovuto agire con «urgenza e predisporre un intervento di messa in sicurezza perché l'area gravemente inquinata era a rischio incendio» allegando tutta la documentazione necessaria;
   nei giorni scorsi da un'inchiesta giornalistica del Quotidiano locale «Il Centro» sono emersi particolari gravi che hanno alimentato il sospetto che il sito inquinato ospiti rifiuti che potrebbero arrivare dalla Campania: sono stati rinvenuti numerosi faldoni di atti e documenti tra cui una delibera della Giunta Regionale della Campania sullo smaltimento di rifiuti speciali destinati al sito Pantano di Acerra;
   a seguito di questa inchiesta alcuni giorni fa è stato appiccato un rogo doloso alla discarica che ha messo a serio rischio gli abitanti dell'area interessata. Questo è avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2015;
   il rogo ha distrutto non solo i rifiuti ma anche quei documenti mai sequestrati e custoditi per sei anni in un gabbiotto che ora è esploso. Documenti che parlano di collegamenti con la discarica e con il termovalorizzatore di Pantano di Acerra, nel Napoletano, dove a marzo sono stati portati via 21 mila tonnellate di ecoballe;
   secondo i vigili del fuoco intervenuti sul posto le fiamme sono partite dall'intero fronte, cioè il rogo è sicuramente doloso e innescato con benzina o altro liquido infiammabile;
   c’è il rischio che i fumi dei rogo contengano numerosi veleni, come la diossina, il benzene, lo xilolo e il toluone e l'incendio ha messo a repentaglio la salute di migliaia di cittadini che popolano l'area colpita dai fumi tossici;
   la magistratura ha aperto una inchiesta per individuare i responsabili di questa vicenda –:
   di quali informazioni disponga in relazione a quanto esposto in premessa, anche alla luce degli elementi raccolti dai vigili del fuoco, e se non intenda promuovere un accertamento per il tramite del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente al fine di verificare lo stato dei luoghi e delle aree circostanti in relazione al rischio dell'abusivo sversamento di rifiuti che mette a repentaglio la salute di migliaia di cittadini. (4-09648)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti

zona inquinata

rifiuti