ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09641

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 452 del 01/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 01/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2015
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2015
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2015
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 01/07/2015
Stato iter:
08/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2016
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2016

CONCLUSO IL 08/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09641
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo di
Mercoledì 1 luglio 2015, seduta n. 452

   MANLIO DI STEFANO, DEL GROSSO, DI BATTISTA, GRANDE, SCAGLIUSI, SIBILIA e SPADONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   la Siria dal 15 marzo 2011 vive una terribile guerra per procura alimentata da terroristi provenienti da 89 Paesi dove, finora, sono morte più di 220.000 persone tra civili e militari;
   vista la situazione di caos, sul territorio siriano si sono sviluppate, grazie anche al supporto logistico, finanziario e di armamenti, le organizzazioni terroristiche di Jhabbat al-Nusra, filiale di al-Qaeda in Siria e il sedicente Stato Islamico (Isis);
   è stato documentato da diversi media in Turchia, così come dal dipartimento di Stato americano, il coinvolgimento dei servizi segreti turchi nel passaggio dei terroristi in Siria;
   l'Isis continua a ricevere i proventi dalla vendita di petrolio alla Turchia a un prezzo ridotto (come documentato da vari analisti e reporter di guerra) e dai reperti archeologici saccheggiati in Siria e Iraq e poi rivenduti sui mercati europei;
   da quanto si apprende da fonti giornalistiche, la Giordania favorisce il passaggio di terroristi sul suolo siriano (http://italian.irib.ir);
   Israele accoglie i terroristi feriti in Siria e, come documentato dai media israeliani, offre loro supporto logistico per tornare nei campi di battaglia siriani;
   dal mese di aprile 2015, l'Isis e il Fronte al-Nusra hanno proseguito la loro avanzata in Iraq e Siria, occupando prima la città di Ramadi in Iraq, e successivamente le città di Idlib e Palmira in Siria;
   l'inviato dell'Onu in Siria, Staffan De Mistura, ha ribadito più volte che il presidente siriano Bashar al-Assad è parte della soluzione alla crisi siriana e che sarebbe necessario un maggior coordinamento con le forze armate siriane contro le organizzazioni terroristiche Isis e al-Nusra, avendo acquisito nel tempo importanti informazioni di intelligence;
   la cosiddetta coalizione anti-Isis a guida americana non solo si è dimostrata inconcludente, ma, come nel caso dell'occupazione di Palmira, ha mostrato addirittura un chiaro atteggiamento non interventista, quasi benevolo;
   la cosiddetta coalizione nazionale siriana è divisa e lacerata da divisioni al suo interno tra continue liti e scandali per sottrazione di fondi; attualmente, ha un riscontro minimo di popolarità sul suolo siriano e la sua formazione militare, il Free Syrian Army, è ormai parte integrante delle organizzazioni terroristiche presenti sul territorio siriano;
   la Repubblica araba siriana non è isolata: è riconosciuta all'ONU, dai Paesi cosiddetti B.R.I.C.S., dai Paesi membri dell'Alleanza bolivariana per le Americhe (ALBA), dall'Iran, Algeria, Libano, Kuwait e altri Paesi che stanno rivedendo la loro posizione, e che, nel complesso, rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale –:
   quali iniziative intenda adottare il Governo per il ripristino delle relazioni diplomatiche con la Repubblica araba siriana;
   quali iniziative intenda adottare il Governo affinché sia posto fine al sostegno che Paesi come Turchia, Qatar, Arabia Saudita, Israele, Giordania, offrono ai suddetti gruppi terroristici nel territorio siriano. (4-09641)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 8 aprile 2016
nell'allegato B della seduta n. 604
4-09641
presentata da
DI STEFANO Manlio

  Risposta. — A seguito dello scoppio della crisi siriana e della repressione sistematicamente attuata dal Governo di Damasco contro l'opposizione. L'Unione europea ha adottato, fin dal gennaio 2012, un articolato corpus normativo (regolamento n. 136/2012) contenente misure sanzionatorie contro le persone fisiche e giuridiche associate al regime siriano e le attività a vario titolo connesse al finanziamento o alle repressioni compiute da quest'ultimo.
  Alla luce dell'aggravarsi della crisi sul piano politico e militare, il Governo italiano ha innanzitutto richiamato, il 13 marzo 2012, tutto il personale diplomatico accreditato a Damasco e la maggior parte del personale di ruolo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e, successivamente, provveduto a dichiarare, il 29 maggio 2012, l'ambasciatore siriano a Roma persona non grata e, con esso, quasi tutto lo staff della sede diplomatica. Tale decisione è stata peraltro assunta in stretto coordinamento con i principali partner europei (tra cui, Francia, Germania e Regno Unito) che hanno adottato posizioni analoghe. Da parte siriana si è pertanto proceduto alla chiusura dell'ambasciata a Roma e al ritiro di tutto il personale, dichiarando al contempo persona non grata tutto il personale diplomatico italiano richiamato a Roma.
  Pur avendo sospeso ufficialmente il dialogo politico con il regime siriano, l'Italia mantiene ancora un Incaricato d'affari formalmente accreditato a Damasco per seguire gli affari correnti, che è stato ridispiegato a Beirut da luglio 2012 per ragioni di sicurezza. Quanto all'eventuale riavvio delle attività dell'ambasciata d'Italia a Damasco, il Governo si riserva di valutarne tempi e modi in coordinamento con i principali partner europei e internazionali. Tale decisione dovrà tuttavia tenere conto dell'evoluzione del quadro sicurezza in Siria, che allo stato rimane proibitivo, nonché degli esiti e delle prospettive dell'iniziativa diplomatica avviata negli ultimi mesi per promuovere una soluzione politica del conflitto in corso.
  In tale contesto, come evidenziato dal Ministro Gentiloni nel question time in aula Camera il 24 febbraio 2016, la recente proposta di Russia e Stati Uniti per un cessate il fuoco rappresenta un passo importante verso la cessazione delle ostilità nel Paese e il superamento della crisi umanitaria, che l'Italia ha fortemente sostenuto e incoraggiato nell'ambito del «Gruppo di Supporto internazionale per la Siria» ISSG – detto anche «processo di Vienna» – di cui siamo parte. Il nostro Paese ha sempre mantenuto un approccio costruttivo e realistico all'interno dell'Issg che ha permesso di definire importanti obiettivi di breve e medio termine per il raggiungimento di una soluzione politica al sanguinoso conflitto siriano, obiettivi fissati – come noto – all'interno della risoluzione del consiglio di sicurezza 2254 del dicembre 2015.
  Il Governo italiano è ora fortemente impegnato – in raccordo con l'inviato speciale dell'ONU De Mistura, con i partner regionali e internazionali, e con diversi interlocutori siriani (non del regime) – al fine di incoraggiare le parti siriane a dare immediata attuazione alle intese raggiunte alla ministeriale Issg di Monaco (11 febbraio 2016), con riferimento sia all'invio di aiuti alla popolazione siriana che alla cessazione immediata delle ostilità, senza avanzare precondizioni che rischierebbero di bloccare l'intero processo. Si tratta di un'opportunità importante da cogliere, che potrebbe consentire il riavvio dei colloqui a Ginevra tra le diverse parti per una transizione politica in Siria che porti alla pace. Da parte italiana si continuerà pertanto ad assicurare pieno e costante sostegno all'azione dell'inviato speciale De Mistura, al quale il Consiglio di sicurezza ha affidato il difficile compito di mediare tra le parti siriane, al fine di raggiungere quanto prima tale obiettivo.
  Per quanto concerne l'azione di contrasto al terrorismo e all'estremismo violento, l'impegno dell'Italia si colloca nel quadro di una mobilitazione globale, stimolata anche dalle iniziative assunte in ambito Onu. Le pertinenti risoluzioni n. 2170 e 2178, adottate nel 2014 dal consiglio di sicurezza dell'Onu, mirano a far emergere un consenso molto ampio sulla crescente gravità della minaccia (con un riferimento in primis all'Isil, ma anche a Jabhat al Nusra e ad altri gruppi della galassia Al Qaeda,) e sulla necessità di contrastarla. Le risoluzioni incoraggiano infatti tutta la membership dell'Onu a rafforzare gli strumenti sia preventivi che repressivi per contrastare l'estremismo violento, soprattutto sul piano «ideologico» e del finanziamento. In particolare, la 2178 è completamente dedicata al contrasto del fenomeno dei «foreign terrorist fighters» (FTF), a testimonianza del crescente grado di allarme che tale questione desta a livello globale.
  Preme sottolineare, al riguardo, gli ingenti sforzi profusi dal nostro Paese ai fini dell'attuazione sul piano interno delle predette risoluzioni, in particolare della 2178 sui «foreign fighters», attraverso il decreto-legge n. 7 del 18 febbraio 2015, contenente «misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale». Tali misure sono volte, tra l'altro, a punire chi organizza, finanzia e propaganda viaggi per commettere condotte terroristiche, i reclutati e chi si «auto-addestra» alle tecniche terroristiche, prevedendo altresì aggravamenti delle pene per i delitti di apologia e di istigazione al terrorismo commessi attraverso strumenti telematici. Rilevante anche l'attribuzione al Procuratore nazionale antimafia di funzioni di coordinamento, su scala nazionale, delle indagini relative a procedimenti in materia di terrorismo. Queste rafforzate attività di indagine e monitoraggio sono destinate ad avere ricadute positive nel quadro delle relazioni diplomatiche e di cooperazione giudiziaria con i Paesi membri dell'Onu, inclusi quelli citati dall'onorevole interrogante.
  Quanto al contrasto delle fonti di finanziamento di Isil/Daesh, di Jabhat al Nusra e degli altri gruppi della galassia Al Qaeda, si ricordano le ulteriori risoluzioni n. 2199 e 2253 del Consiglio sicurezza dell'Onu, adottate rispettivamente il 12 febbraio e il 17 dicembre 2015. L'Italia è in primo piano nella loro attuazione, anche nell'ambito della coalizione internazionale anti-Daesh, e più precisamente nella sua veste di co-chair del gruppo di lavoro sul contrasto al finanziamento del Daesh. L'Italia contribuisce attivamente all'azione di contrasto a Daesh anche in altri settori (counternarrative, sostegno militare alle forze irachene e curde, emergenza umanitaria), nel quadro della collaborazione rafforzata avviata fin dal settembre 2014 dalla coalizione anti-Daesh.
  Su queste basi e in questa cornice giuridica multilaterale, l'Italia sostiene gli sforzi portati avanti sia dalle Nazioni Unite che dall'Unione europea volti ad assistere e ad incoraggiare i Paesi più interessati dal fenomeno terroristico, in particolare in Medio Oriente e Nord Africa, affinché essi adottino le necessarie misure per assicurare la rapida attuazione delle citate risoluzioni Onu sempre nel pieno rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleBenedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

terrorismo

prezzo ridotto

Stato islamico