ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09637

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 452 del 01/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: BORGHESE MARIO
Gruppo: MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API)
Data firma: 01/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MERLO RICARDO ANTONIO MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API) 01/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 01/07/2015
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09637
presentato da
BORGHESE Mario
testo di
Mercoledì 1 luglio 2015, seduta n. 452

   BORGHESE e MERLO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nel mese di marzo 2015, la concentrazione media globale di anidride carbonica nell'atmosfera ha raggiunto il livello record di 400 parti per milione;
   secondo gli scienziati del NOAA, «l'agenzia federale statunitense» che ha rilevato il dato, il fatto rappresenta una tappa fondamentale rispetto ai cambiamenti climatici, per i quali è stata fissata la soglia di sicurezza di 350 pmm.;
   la soglia dei 400 pmm di CO2 era già stata superata in alcune aree del mondo sia nel 2012 che nel 2013, ma si tratta della prima volta che tale concentrazione di gas serra viene registrata a livello globale;
   secondo Pieter Tans, scienziato di punta del Global Greenhouse Gas del NOAA, il dato conferma il fatto che le alte concentrazioni di anidride carbonica sono dovute ai combustibili fossili bruciati dall'uomo a partire dalla metà del 1980;
   la relazione di sintesi del V Rapporto dell'Ipcc (Intergovernmental panel on climatechange) su clima e pianeta pone l'urgenza di adottare misure che contengano le emissioni di gas serra a livello globale;
   gli scienziati dell'Ipcc sono convinti che l'unico mezzo per limitare a 2oC l'aumento medio delle temperature è di ridurre a zero l'utilizzo delle risorse fossili entro il 2100, dimezzandolo entro il 2050;
   il rapporto stima la presenza di gas serra in atmosfera come la più alta degli ultimi 800.000 anni, con incremento della produzione e della velocità di produzione degli stessi negli ultimi 30 anni a livelli non più compatibili con la mitigazione e l'adattamento ai nuovi effetti;
   l'azione umana è considerata la causa principale dei cambiamenti climatici, con una margine di certezza altissimo stimato al 95 per cento secondo i calcoli dell'IPCC;
   l'attuale EXPO di Milano è una vetrina mondiale sul tema del cibo strettamente correlata ai cambiamenti climatici e alla capacità di produzione alimentare per ogni uomo del pianeta Terra;
   se non vi saranno adatti provvedimenti con i livelli di produzione inquinante non modificati, si stima che la temperatura media globale si innalzerà di almeno 5oC;
   nell'anno 2015 vi saranno importanti incontri internazionali a Lima e a Parigi, dove si dovrà trovare un punto di incontro tra Paesi emergenti, Paesi in via di sviluppo e industrializzati, per evitare una vera e propria tragedia collettiva e che metterebbe a serio rischio la salute e la capacità di produzione agro-alimentare dell'intero pianeta –:
   quali siano le misure che l'Italia intende adottare per abbandonare gradualmente ma in modo determinato e programmato, le fonti di energia fossili;
   quali sia la posizione che l'Italia assumerà negli incontri internazionali dei prossimi mesi sul tema;
   se il Ministro non ritenga di dover fornire ogni elemento utile sul rapporto Ipcc e adottare ulteriori strumenti perché le informazioni diventino patrimonio comune e vi sia una diffusione adeguata delle stesse nel Paese. (4-09637)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-09637
presentata da
BORGHESE Mario

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa all'inquinamento atmosferico globale dovuto ai combustibili fossili e alle fonti di energia rinnovabili, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha attivato diverse misure per ridurre le emissioni connesse all'impiego delle fonti energetiche fossili. Tali misure interessano principalmente tre aree di intervento: l'efficienza energetica, le fonti rinnovabili e la mobilità sostenibile.
  Per quanto concerne l'efficienza energetica, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, sono stati stabiliti nuovi requisiti minimi da rispettare per la prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione. A partire dal 2021, nel settore privato, si potranno costruire solo immobili ad «energia quasi zero». Per gli edifici pubblici tale vincolo sarà in vigore già a partire dal 1o gennaio 2019.
  Restando nel comparto degli edifici, sono stati attivati nuovi strumenti e ne sono stati potenziati altri che erano già operativi. In particolare, con il recepimento della Direttiva 27/2012 da qui al 2020, ogni anno, dovrà essere ristrutturato almeno il 3 per cento della superficie coperta utile degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione centrale e da essa occupati. La superficie soggetta ad obbligo di ristrutturazione è pari a circa 14 milioni di metri quadrati cui corrisponde un obbiettivo di circa 2,5 milioni di metri quadrati da riqualificare entro il 2020. Sinora i progetti finanziabili ammontano a circa 70 milioni di euro, di cui 21,5 stanziati direttamente dal Ministero dell'ambiente.
  Inoltre, è stato rivisto il conto termico, meccanismo introdotto alla fine del 2012 con decreto del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente ed il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e che incentiva l'efficienza energetica negli edifici pubblici anche degli enti locali (ad esempio, isolamento termico, finestre, caldaie a condensazione).
  La spesa massima totale prevista è di 200 milioni di euro/anno. Sinora il conto è stato tuttavia poco «sfruttato»: ha finanziato interventi per appena il 3 per cento dei fondi disponibili.
  Al fine di rendere più efficace lo strumento, è stato predisposto il decreto interministeriale del 16 febbraio 2016 che introduce alcune semplificazioni delle procedure di accesso ed erogazione dei finanziamenti, un ampliamento degli interventi ammessi, una rimodulazione degli incentivi riconosciuti.
  Ad ulteriore sostegno, è stato riattivato il fondo rotativo di Kyoto per l'erogazione di finanziamenti a tasso agevolato per la riqualificazione energetica degli edifici scolastici e delle università.
  Con il primo bando, aperto tra giugno e settembre 2015, sono pervenute domande di interventi per un importo complessivo di circa 100 milioni. Le risorse residue disponibili, pari a circa 250 milioni di euro, sono state riprogrammate per le medesime finalità di efficienza delle scuole (il secondo bando è rimasto aperto fino a ottobre 2016).
  Questi strumenti per il comparto pubblico, come noto, si sono aggiunti all'estensione, a tutto il 2016, delle detrazioni fiscali del 65 per cento per chi migliora l'efficienza energetica degli edifici privati (legge di stabilità 2016).
  Infine, uscendo dalla riqualificazione energetica degli edifici, si segnala il meccanismo dei certificati bianchi che in prospettiva avrà un impatto significativo sui risparmi energetici del comparto industriale.
  In materia di fonti rinnovabili di energia, fermo restando che oggi copriamo una quota di consumi finali superiore al 17 per cento (in linea con l'obbiettivo da centrare al 2020), deve essere gestito un passaggio complesso.
  Infatti, nel settore delle FER, è in atto un cambiamento «economico-culturale» nel quale le rinnovabili dismettono i panni di «beneficiari di supporto pubblico» ed entrano a pieno titolo nel mercato, in competizione tra loro e con le altre modalità di produzione dell'energia.
  Il punto è come gestire il cambiamento in atto centrando gli obiettivi ambientali di medio-lungo periodo e difendendo un settore prezioso, con un elevato potenziale produttivo e occupazionale. In tale direzione è stato recentemente varato un decreto che, seppure per un periodo di tempo limitato, accompagna il settore garantendo ancora una incentivazione diretta alle fonti diverse dal fotovoltaico. È prevista la realizzazione di nuovi impianti per una potenza complessiva di 1370 megawatt cui corrisponde un impegno finanziario di circa 435 milioni di euro/anno.
  In prospettiva, devono essere definiti strategie e obbiettivi precisi.
  Ad esempio, per difendere la generazione diffusa e sostenere l'auto consumo da fonti rinnovabili di energia, esistono diversi strumenti quali lo scambio sul posto, un meccanismo recentemente potenziato con l'innalzamento del limite di accesso da 200 a 500 kilowatt (con il decreto-legge n. 91 del 2014); gli incentivi fiscali per chi installa un piccolo impianto fotovoltaico. La legge di stabilità prevede, infatti, che gli investimenti per impianti fino a 20 kilowatt di potenza possono continuare a beneficiare anche per il 2016 delle detrazioni fiscali IRPEF del 50 per cento.
  Per facilitare l'evoluzione tecnologica delle strutture esistenti, è necessario mettere in condizione gli impianti di orientarsi verso nuovi obbiettivi. A fronte di risorse pubbliche scarse risulta essenziale favorire l'evoluzione verso tecnologie più avanzate e suscettibili di un utilizzo più efficiente: un caso paradigmatico è quello della trasformazione del biogas in biometano (utilizzato anche nei trasporti).
  Al fine di sostenere l'innovazione, l'esaurimento progressivo degli schemi incentivanti non deve travolgere le nuove tecnologie e/o i segmenti nei quali esiste una prospettiva di consolidamento di una filiera nazionale ad elevato potenziale di valore aggiunto. Può essere il caso delle soluzioni innovative per la geotermia oppure delle soluzioni architettoniche avanzate per l'integrazione delle rinnovabili negli edifici.
  In tema di mobilità sostenibile, il Ministero è impegnato da anni nella diffusione e promozione di politiche, a livello locale, anche con specifici programmi di co-finanziamento nazionali a favore degli enti locali, volte alla realizzazione di azioni che riducano gli impatti ambientali, sociali e economici legati al settore dei trasporti e favoriscano modalità di spostamento alternative all'autovettura privata, quali il trasporto collettivo e i servizi ad esso integrativi come la mobilità condivisa (cosiddetta
sharing mobility).
  In particolare il programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro istituito
ex articolo 5 della Legge 28 dicembre 2015, n. 221 «Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali», è volto al finanziamento di progetti predisposti da uno o più enti locali e riferiti a un ambito territoriale con popolazione superiore a 100.000 abitanti, diretti a incentivare iniziative di mobilità sostenibile. Per il finanziamento del programma è stata stanziata sul bilancio del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una somma di 35 milioni di euro, a valere sui proventi delle aste ETS finalizzati alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.
  Il programma è definito con decreto del Ministro dell'ambiente, sentiti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, previa acquisizione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia.
  È stato firmato il 20 luglio 2016 il decreto ministeriale che definisce il programma e le modalità e i criteri per la presentazione dei progetti. Il decreto, registrato dalla Corte dei Conti, è stato pubblicato con un avviso in
Gazzetta Ufficiale serie generale n. 239 del 12 ottobre 2016.
  Inoltre, il 30 dicembre 2015, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Conferenza delle regioni e province autonome e l'associazione nazionale dei comuni italiani per definire ed attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell'aria e la riduzione di emissioni di gas climalteranti, con interventi prioritari nelle città metropolitane.
  Il protocollo prevede l'attuazione di misure di urgenza che saranno attivate in caso di superamento per più di 7 giorni consecutivi dei valori limiti giornalieri delle concentrazioni di PM10, quali: l'abbassamento dei limiti di velocità di 20 km/h nelle aree urbane estese al territorio comunale e alle eventuali arterie autostradali limitrofe; l'attivazione di sistemi di incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa; la riduzione di 2 gradi delle temperature massime di riscaldamento negli edifici pubblici e privati; la limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
  Nel protocollo, inoltre, le parti si sono impegnate a promuovere ulteriori misure tra cui il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni (rinnovando il parco mezzi), misure di sostegno e sussidio finanziario per l'utenza del trasporto pubblico come, ad esempio, l'offerta di abbonamenti integrati treno/bus/metro/bike o
car sharing, sosta gratuita nei nodi di scambio extraurbani, corsie preferenziali per il trasporto pubblico e aree di totale pedonalizzazione.
  In attuazione del protocollo, il Ministero ha riservato una quota di 6 milioni di euro a valere sulle risorse derivanti dai proventi delle aste del sistema emission trading system (ETS) in attuazione dell'articolo 19 comma 6 del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30 per il finanziamento di interventi di mobilità sostenibile ed efficienza energetica nelle città di Bologna, Roma, Milano e Torino. Con i comuni di Roma e Bologna sono stati siglati i rispettivi accordi di programma mentre sono in corso di perfezionamento gli accordi relativi alle città di Milano e Torino.
  Si rappresenta, infine, che, com’è noto, il 12 dicembre 2015 la COP21 ha adottato un accordo globale vincolante (l'accordo di Parigi) per la riduzione delle emissioni sulla base di obiettivi determinati e scadenzati di lungo termine, ispirati dalle valutazioni scientifiche del comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC). In linea con tali valutazioni e al fine di avviare la decarbonizzazione delle economie, l'accordo di Parigi prescrive quale obiettivo globale il mantenimento della temperatura ben al di sotto dei 2oC e il perseguimento degli sforzi necessari per limitare la temperatura a 1.5oC. Nello specifico, l'accordo stabilisce la necessità di raggiungere il picco delle emissioni il prima possibile e avviare successivamente rapide riduzioni delle stesse, in modo da raggiungere un equilibrio tra emissioni e assorbimenti entro la seconda parte del secolo. A tal proposito, si invita l'IPCC a predisporre un rapporto speciale sugli impatti del riscaldamento globale di 1.5oC entro il 2018, in modo da essere preso in considerazione nell'ambito di un dialogo facilitativo per fare stato degli sforzi collettivi messi in campo dai governi per raggiungere gli obiettivi di lungo termine definiti nell'accordo. Il dialogo, previsto nel 2018, rappresenterà il precedente del cosiddetto
Global Stocktake che a partire dal 2023 valuterà ogni 5 anni i progressi collettivi nel percorso di raggiungimento degli obiettivi di lungo termine dell'accordo di Parigi. I rapporti dell'IPCC sono pubblici e accessibili dal sito dello stesso IPCC. Al fine di aumentarne la divulgazione, il Centro euro mediterraneo per i cambiamenti climatici che lavora a stretto contatto con il Ministero dell'ambiente sul tema e di cui ne costituisce il Focal Point, alla pubblicazione di ogni rapporto ha preparato delle sintesi sui punti salienti dei rapporti in italiano, per la stampa, rinvenibili sul sito del CMCC, come segue: WG1 http://www.cmcc.it/it/articolo/comunicazione-i-195-paesi-membri-dellipcc-hanno-approvato-il-nuovo-rapporto-sulle-basi-fisiche-dei-cambiamenti-climatici; WG2 http://www.cmcc.it/it/politica-climatica/ipcc-ar5-working-group-ii; WG3 http://www.cmcc.it/it/scienza-della-comunicazione-climatica/ipcc-ar5-wg-iii.
  Inoltre, la sintesi del primo report è stata tradotta in italiano, ed è rinvenibile sempre sul sito dell'IPCC. Infine, sempre in collaborazione con il CMCC sono stati predisposti una lunga serie di video su tutti e 3 i rapporti spiegati dagli autori, rinvenibili nel seguente sito: http://clima2014.it/.
  Il nuovo regime adottato a Parigi, pur confermando il ruolo guida dei Paesi industrializzati, con diverse sfumature a seconda se si tratti di mitigazione, finanza e adattamento, amplia a tutti i Paesi che ratificheranno l'accordo l'obbligo e l'opportunità di contribuire agli sforzi messi in campo in funzione del loro stadio di sviluppo.
  In quest'ottica, la ventiduesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni unite (Cop 22) di Marrakech rappresenta una tappa importante nel percorso necessario a rendere operativo l'accordo di Parigi, che sebbene entrato in vigore il 4 novembre 2016, sarà effettivamente operativo a partire dal 2020. Nello specifico, a Marrakech si sta focalizzando l'attenzione sulla necessità di affrontare prontamente le esigenze dei Paesi in via di sviluppo in materia di
capacity building e di facilitare l'accesso ai finanziamenti internazionali per dare seguito alle azioni e priorità introdotte nei rispettivi piani nazionali sul clima. In linea con il programma di lavoro approvato a Parigi, a Marrakech si sta discutendo su vari aspetti, quali la review del meccanismo internazionale di Varsavia sulla perdita e il danno associati ai cambiamenti climatici; l'avvio del processo per definire le informazioni da comunicare sulla finanza del clima; la discussione sull'elaborazione del technology framework e sulle modalità della review del meccanismo tecnologico; l'istituzione del comitato di Parigi sulla capacity building, con il compito di coordinare e monitorare le attività previste dal relativo piano di lavoro nel periodo 2016-2020; la trasformazione delle economie, per rendere nel lungo periodo tutti i flussi finanziari compatibili con la traiettoria di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; la definizione delle fonti di informazione e delle modalità per riconoscere gli sforzi di adattamento nell'ambito del Global Stocktake e su come le valutazioni dell'IPCC debbano sostenere tale importante processo di confronto sugli sforzi messi in campo.
  Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, questo Ministero proseguirà nella sua azione costante di monitoraggio sulle tematiche in argomento, senza ridurre in alcun modo lo stato di attenzione sulle stesse.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riunione internazionale

tasso di inquinamento

cambiamento climatico