ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09606

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 450 del 25/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 25/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 25/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09606
presentato da
FEDRIGA Massimiliano
testo di
Giovedì 25 giugno 2015, seduta n. 450

   FEDRIGA. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   il disturbo di identità di genere e transessualismo sono i vocaboli usati per descrivere la condizione di un soggetto che desidera vivere ed essere accettato come un membro del sesso opposto; in particolare, il disturbo consiste in un intenso e persistente convincimento di appartenere al sesso opposto, in persone che non presentano alcuna anomalia fisica. Tale condizione si manifesta con malessere e disagio profondo (la cosiddetta «disforia di genere») nei confronti delle caratteristiche sessuate del proprio corpo, sentito come estraneo; lo stesso senso di estraneità viene provato per i comportamenti e gli atteggiamenti che sono tipici del proprio sesso, all'interno del quale il soggetto non si riconosce;
   il disturbo, che nella maggior parte dei casi è autodiagnosticato, può colpire sia i soggetti di sesso femminile (disturbo female to male, FtM) che quelli di sesso maschile (disturbo male to female, MtF);
   la guida per la pratica professionale, fornendo i requisiti minimi per la procedura terapeutica, si struttura in: un'accurata diagnosi, l'esperienza di vita reale, preferibilmente accompagnata da psicoterapia, la terapia ormonale e la terapia chirurgica;
   prima che sia preso in considerazione qualsiasi tipo d'intervento fisico, è necessaria un'esplorazione estensiva delle risorse personali, familiari e sociali del soggetto, una valutazione puntuale del funzionamento psichico e della psicopatologia. Il gruppo medico dovrà effettuare un'accurata diagnosi differenziale con i disturbi della differenziazione sessuale (valutazione di cariotipo, dosaggi ormonali ed esame obiettivo) e con condizioni psichiche potenzialmente confondibili con DIG. Tra queste, una semplice non conformità allo stereotipo di genere, omosessualità egodistonica, crisi con disagio riguardo al genere, feticismo da travestimento (presente in circa il 30 per cento dei soggetti che richiedono RCS), schizofrenia (presente in meno del 5 per cento dei soggetti che richiedono RCS) e gravi disturbi di personalità (es. disturbo di personalità borderline). Il paziente deve poi essere informato su tutte le procedure ed i trattamenti previsti, nonché sui rischi connessi a tali trattamenti e sull'irreversibilità di alcuni di essi. Bisogna inoltre discutere con il paziente riguardo alle aspettative più o meno realistiche relative ai benefici del trattamento e aiutarlo a valutare le varie possibilità terapeutiche, sia ormonali sia chirurgiche;
   la fase successiva alla diagnosi consiste nella cosiddetta esperienza di vita reale, vale a dire nel tentativo pratico del soggetto di vivere a tempo pieno come membro del sesso desiderato. Durante tale periodo il soggetto vive stabilmente negli abiti e nel ruolo del sesso desiderato, in modo da gestire la propria identità di genere nella vita di tutti i giorni. Questa esperienza serve a valutare la decisione del paziente, la sua capacità di funzionamento nel genere preferito, l'adeguatezza del supporto sociale, economico e psicologico. Permette al soggetto, e ai professionisti che lo seguono, di monitorare l'esperienza di vita nel ruolo desiderato e di osservare le interazioni con gli altri. Senza tale esperienza il soggetto conoscerebbe solo le sue convinzioni e fantasie private riguardo alla sua appartenenza al sesso opposto. Queste potrebbero essere irrealistiche e portare ad attese «magiche» riguardo ai risultati dell'intervento;
   è proprio durante l'esperienza di vita reale che, previo esame obiettivo e valutazione di esami ematici e del cariotipo, è possibile iniziare il trattamento ormonale. Il passaggio da uno stato di genere all'altro non dovrebbe essere attuato prima che ci sia stato il tempo necessario per la persona e la sua famiglia di assimilare pienamente gli effetti di tale esperienza, al fine di evitare interventi precoci. La terapia ormonale, se tollerata dal punto di vista medico, dovrebbe precedere ogni intervento chirurgico sui genitali. La soddisfazione relativa agli effetti della terapia ormonale consolida l'identità della persona come membro appartenente al genere d'elezione e aumenta la convinzione a procedere nel percorso;
   gli studi clinici hanno dimostrato come le terapie ormonali hanno moltissime controindicazioni e a volte producono danni irreversibili;
   nel 2013 il reparto di Medicina della Sessualità e Andrologia di Careggi alla regione, ha avanzato la richiesta di consentire la diagnosi del disturbo dell'identità di genere sui bambini. Il professor Maggi, dirigente del reparto ha infatti dichiarato: «Ci sono farmaci che bloccano la pubertà precoce, noi abbiamo chiesto l'autorizzazione ad estenderli sulla pubertà “inadeguata”. In questo modo possiamo indirizzare la pubertà verso il sesso a cui il paziente si sente davvero di appartenere»;
   da tali dichiarazioni si evince l'intenzione di estendere l'uso dei farmaci per il blocco dello sviluppo puberale precoce ai bambini ai quali viene riconosciuto il disturbo di disforia di genere, per «correggere» la loro pubertà. Si andrebbe così a modificare lo sviluppo fisico di bambini, ancora minori ed in piena fase di sviluppo e crescita, con una terapia ormonale, paventando la possibilità per Careggi di essere l'unico centro di tutta l'Europa meridionale dove sarà possibile diagnosticare la disforia di genere su minori -:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e se non intenda intervenire, eventualmente coinvolgendo il Consiglio superiore di sanità e l'Istituto superiore di sanità, perché sia celermente valutato se sussistono i presupposti per impedire l'utilizzo dei farmaci citati in premessa per terapie ormonali per il cambiamento del sesso nei confronti dei minori, verificando, nelle more, se altre strutture ospedaliere nel Paese abbiano posto o intendano porre in atto tali misure. (4-09606)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto farmaceutico

malattia

condizioni di vita