ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09112

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 423 del 08/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: DAGA FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 07/05/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 07/05/2015
Stato iter:
21/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/03/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/03/2016

CONCLUSO IL 21/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09112
presentato da
DAGA Federica
testo di
Venerdì 8 maggio 2015, seduta n. 423

   DAGA, VIGNAROLI, BONAFEDE, GAGNARLI, MANNINO, BUSTO, DE ROSA, MICILLO, TERZONI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   con una prima sentenza, nel 2007, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha dichiarato che l'Italia era venuta meno, in modo generale e persistente, agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti stabiliti dalle direttive relative ai rifiuti, ai rifiuti pericolosi ed alle discariche di rifiuti;
   nel 2013, la Commissione europea ha ritenuto che l'Italia non avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla sentenza del 2007. In particolare, 218 discariche ubicate in 18 delle 20 regioni italiane non erano conformi alla direttiva rifiuti, inoltre, 16 discariche su 218 contenevano rifiuti pericolosi in violazione della direttiva rifiuti pericolosi; da ultimo, l'Italia non aveva fornito prova che 5 discariche fossero state oggetto di riassetto o di chiusura ai sensi della direttiva discariche di rifiuti;
   nel corso della causa C-196/13, la Commissione europea ha affermato che, secondo le informazioni più recenti, 198 discariche non erano ancora conformi alla direttiva rifiuti e che, di esse, 14 non erano conformi neppure alla direttiva rifiuti pericolosi. Inoltre, sarebbero rimaste due discariche non conformi alla direttiva discariche di rifiuti;
   nella sentenza del 2 dicembre 2014, la Corte ha ricordato innanzitutto che la mera chiusura di una discarica o la copertura dei rifiuti con terra e detriti, non è misura sufficiente per l'adempimento degli obblighi derivanti dalla direttiva rifiuti. Pertanto, i provvedimenti di chiusura e di messa in sicurezza delle discariche non sono sufficienti per conformarsi alla direttiva. Oltre ciò, gli Stati membri sono tenuti a verificare se sia necessario bonificare le vecchie discariche abusive e, all'occorrenza, sono tenuti a bonificarle. Inoltre, il sequestro della discarica e l'avvio di un procedimento penale contro il gestore non costituiscono misure ritenute sufficienti. La Corte ha rilevato poi che, alla scadenza del termine impartito, lavori di bonifica erano ancora in corso o non erano stati iniziati in alcuni siti. Riguardo ad altri siti, ha contestato che non è stato fornito alcun elemento utile a determinare la data in cui detti lavori sarebbero stati eseguiti. La Corte, dunque, è arrivata alla conclusione che l'obbligo di recuperare i rifiuti o di smaltirli senza pericolo per l'uomo o per l'ambiente nonché quello, per il detentore, o di consegnarli ad un raccoglitore che effettui le operazioni di smaltimento o di recupero di rifiuti o di provvedere egli stesso a tali operazioni, siano stati violati in modo persistente;
   la Corte ha pertanto statuito che l'Italia non ha adottato tutte le misure necessarie a dare esecuzione alla sentenza del 2007 e che è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del diritto dell'Unione. In conseguenza di ciò, il nostro paese è stato condannato al pagamento di una somma forfettaria di 40 milioni di euro. La Corte di giustizia dell'Unione europea ha rilevato inoltre che l'inadempimento perdura da oltre sette anni e che, dopo la scadenza del termine impartito, le operazioni sono state compiute con grande lentezza. Oltre questo, un numero importante di discariche abusive si registra ancora in quasi tutte le regioni italiane. La Corte, ha considerato quindi opportuno infliggere una penalità decrescente, il cui importo sarà ridotto progressivamente in ragione del numero di siti che saranno messi a norma conformemente alla sentenza, computando due volte le discariche contenenti rifiuti pericolosi. L'imposizione su base semestrale consentirà di valutare l'avanzamento dell'esecuzione degli obblighi da parte dell'Italia. La prova dell'adozione delle misure necessarie all'esecuzione della sentenza del 2007 dovrà essere trasmessa alla Commissione prima della fine del periodo considerato. La Corte ha condannato quindi l'Italia a versare altresì una penalità semestrale a far data dal 2 dicembre 2014 e fino all'esecuzione della sentenza del 2007. La penalità sarà calcolata, per quanto riguarda il primo semestre, a partire da un importo iniziale di 42.800.000 euro. Da tale importo saranno detratti 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200.000 euro per ogni altra discarica messa a norma. Per ogni semestre successivo, la penalità sarà calcolata a partire dall'importo stabilito per il semestre precedente detraendo i predetti importi in ragione delle discariche messe a norma in corso di semestre;
   nell'elenco delle discariche oggetto della causa C-196/13, menzionate in particolare nel punto 75 delle conclusioni che l'Avvocato Generale ha presentato il 4 settembre dinnanzi alla Corte di Giustizia europea, 6 sono ubicate nella Regione Toscana, precisamente una nel comune dell'Isola del Giglio, una nel comune di Pietrasanta, due nel comune di Stazzema, una nel comune di Tresana e una nel comune di Vernio;
   su questo argomento, il 18 dicembre 2014, presso le Commissioni Riunite VIII e XIV della Camera dei deputati è stato ascoltato, Gian Luca Galletti, Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, che tra le altre cose ha dichiarato: «ho già sollecitato, per il tramite della Rappresentanza d'Italia presso l'Unione europea, l'avvio di un confronto con la Commissione per concordare le modalità di esecuzione della sentenza. Inoltre, con il coordinamento del Dipartimento per le politiche europee del mio dicastero, in collaborazione con le regioni interessate, si sta predisponendo un aggiornamento sullo stato di avanzamento delle attività di bonifica per i siti oggetto di contestazioni europee, al fine di disporre dell'insieme delle informazioni utili a ottenere una riduzione delle sanzioni pecuniarie imposte dalla condanna della Corte di giustizia sin dalla scadenza del primo semestre, prevista per il 1o giugno 2015. Abbiamo già convocato una riunione per il prossimo lunedì 22 dicembre per garantire un tempestivo coordinamento dei lavori con le regioni. In tale sede spiegherò con chiarezza che, prima ancora della condanna del 2 dicembre scorso, l'Italia si era già dotata degli strumenti normativi e dei finanziamenti necessari al conseguimento di tale obiettivo. In particolare, con la legge di stabilità 2014, è stato istituito nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare un apposito fondo con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2014 e 2015, destinati al finanziamento di un piano straordinario di bonifica delle discariche abusive individuate in relazione alla procedura di infrazione comunitaria 2003/2077. Il piano, approvato lo scorso 9 dicembre, individua interventi su complessive 45 discariche in procedura di infrazione, rispetto ai quali, in considerazione delle risorse limitate messe a disposizione dalla già citata legge di stabilità, sono stati adottati specifici criteri di finanziamento. In particolare, è stata assegnata la massima priorità agli interventi in aree e discariche pubbliche ritenute più rapidamente cantierabili dalle regioni interessate. In secondo luogo, si è deciso di garantire la copertura delle opere non immediatamente cantierabili. Tali interventi, in totale 29, troveranno copertura finanziaria a valere sulle risorse disponibili del fondo, che ammontano a circa 59,5 milioni e saranno attuati attraverso gli accordi di programma quadro già stipulati tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'ambiente e le regioni Abruzzo, Puglia, Sicilia e Veneto. Diversamente, le ulteriori iniziative individuate, per un totale di 16 discariche, che ricomprendono tra l'altro gli interventi in sostituzione e in danno da effettuare nei confronti dei privati inadempienti nelle discariche interessate dalla presenza di rifiuti pericolosi in Emilia-Romagna, Liguria e Umbria, potranno essere finanziate solo attraverso il reperimento delle risorse, 54 milioni, che vanno sommati ai 7 che risultano già disponibili da parte delle regioni, per un totale di 61 milioni di euro. Tale fabbisogno potrebbe trovare copertura a valere sui fondi strutturali 2014-2020 assegnati alle regioni interessate, come recentemente proposto negli emendamenti alla legge di stabilità 2015. Per ulteriori 6 aree di discarica oggetto della procedura di infrazione ricadenti all'interno dei siti di bonifica di interesse nazionale di Venezia, Mantova, Serravalle e Priolo, è stata richiesta in via programmatica la copertura finanziaria dei relativi interventi nell'ambito della ripartizione del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo 2014-2020. I siti oggetto di contestazione, come ho già ricordato all'inizio, ammontano complessivamente a 218. Di questi, 4 costituiscono un errore di censimento, nel senso che non esistono proprio; 48 risultano già bonificati; 115 sono oggetto di interventi di ripristino ancora in corso e in via di chiusura; 29 risultano finanziati con il piano straordinario già illustrato; per i rimanenti 16, si attende, come detto, il reperimento dei 54 milioni necessari mancanti per l'avvio degli interventi, la cui copertura è nei capitoli di spesa che ricordavo. Il nostro obiettivo è prevedere già in questa fase l'ulteriore copertura finanziaria degli interventi programmati. Ciò consentirebbe di dare immediato avvio alle procedure per i lavori nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria di riferimento. Sarebbe il modo migliore per dimostrare l'impegno del Paese ad adempiere la sentenza già in questa prima fase di negoziazione con la Commissione europea, anche per rimodulare le condizioni di adempimento, contenendo gli importi delle penalità previste per i successivi semestri e riducendo progressivamente il tetto della penalità nei semestri successivi per effetto della messa a norma degli altri siti» –:
   quale lo stato di avanzamento delle attività di bonifica per i siti ubicati nella Regione Toscana ed oggetto di contestazioni europee;
   se il fondo previsto dalla legge di stabilità del 2014 di 30 milioni per il biennio 2014/2015 destinati al finanziamento di un piano straordinario di bonifica delle discariche abusive individuate in relazione alla procedura di infrazione comunitaria 2003/2077, riguardi anche gli invasi ubicati nella Toscana;
   se e quali discariche ubicate nella Toscana, ed oggetto della condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea, siano da ritenersi cantierabili o non immediatamente cantierabili;
   se esista un accordo di programma già stipulato tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la Regione Toscana al fine di bonificare le discariche oggetto della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea. (4-09112)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 21 marzo 2016
nell'allegato B della seduta n. 594
4-09112
presentata da
DAGA Federica

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa allo stato delle discariche oggetto della sentenza di condanna del 2 dicembre 2014 della Corte di giustizia — causa C-196/13 in Toscana, sulla base degli elementi acquisiti dalla direzione generale competente del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  Nell'ambito della procedura di infrazione dei siti italiani oggetto di contestazioni europee, sono ricompresi n. 6 siti ubicati nella regione Toscana e precisamente nei comuni di: Pietrasanta, Vernio, Tresana, Stazzema (2), Isola del Giglio.
  A seguito della sentenza di condanna del 2 dicembre 2014, la Commissione europea ha richiesto la trasmissione di specifiche informazioni sulle misure adottate per ottemperare alla sentenza.
  Il Ministero dell'ambiente, ha trasmesso alla Commissione europea la documentazione, acquisita dagli enti locali e regionali competenti, attestante la messa a norma di diversi siti nazionali.
  Anche a seguito delle valutazioni della Commissione europea, si riporta di seguito l'aggiornamento relativo alle n. 6 discariche della regione Toscana:
   per n. 3 discariche è stata riconosciuta la messa a norma e pertanto l'esclusione dalla procedura di infrazione (Stazzema-Canale delle Volte con decisione SG- Greffe(2015)D/7992 del 13 luglio 2015; Tresana e Vernio, entrambe con decisione SG- Greffe(2016)D/1687 del 9 febbraio 2016);
   per n. 2 discariche (Pietrasanta e Stazzema-Scardaccia) i lavori sono conclusi, tuttavia permangono nella procedura di infrazione in quanto le certificazioni prodotte dalla regione Toscana non state ritenute dalla Commissione europea idonee a certificare la messa a norma dei siti in questione;
   per n. 1 discarica (Isola del Giglio) i lavori di bonifica di ordigni bellici, preliminari alla programmazione degli interventi di bonifica ambientale del sito, in precedenza sospesi, sono stati ripresi e sono attualmente in corso, anche a seguito di decreto di diffida del Presidente del Consiglio dei ministri 21 dicembre 2015 su proposta del Ministro dell'ambiente indirizzato al comune dell'isola del Giglio e alla regione Toscana per la realizzazione delle attività relative alla discarica secondo un preciso cronoprogramma.

  I siti in procedura di infrazione ubicati nel territorio della regione Toscana sono stati finanziati esclusivamente con fondi regionali e comunitari, ma non con il fondo previsto dalla legge n. 147 del 27 dicembre 2013 (legge di stabilità 2014).
  Si precisa che il finanziamento dei lavori di messa in sicurezza permanente della discarica dell'isola del Giglio era previsto nel POR CREO FESR 2007-2013 e, pertanto, non sussisteva l'esigenza di comprenderlo nel fondo previsto dalla legge n. 147 del 27 dicembre 2013 o di prevedere un accordo di programma tra il Ministero dell'ambiente e il Ministero dello sviluppo economico a riguardo. Il finanziamento regionale è stato revocato in quanto i lavori non sono stati conclusi, collaudati e rendicontati entro il 31 dicembre 2015, data imposta dalla Commissione europea per la chiusura del programma. Per il superamento della situazione, la regione Toscana ha proposto delle alternative di finanziamento attualmente al vaglio del sindaco in carica.
  Si rappresenta inoltre che non è stato stipulato alcun accordo di programma tra il Ministero dell'ambiente, il Ministero dello sviluppo economico e la regione Toscana circa le discariche oggetto della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea ricadenti nel territorio toscano.
  Si evidenzia, infine, che proprio in considerazione della grande importanza e della notevole complessità degli adempimenti qui in discussione, il Governo si è fatto promotore della approvazione, in sede di legge n. 208 del 28 dicembre 2015 (legge di stabilità 2016), di una normativa volta a tendere più celere, in presenza di una sentenza di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea, l'intervento sostitutivo dello Stato a garanzia di importanti diritti fondamentali degli individui nonché del corretto adempimento agli obblighi europei anche direttamente discendenti dalla sentenza. Le operazioni di definitiva bonifica dei siti sopra menzionati, d'altro canto, rendono necessario procedere ad una serie di atti, strettamente concatenati l'uno all'altro, fattispecie questa che renderebbe particolarmente difficile l'esercizio di un efficace potere sostitutivo da parte del Governo, poiché sarebbe necessario o attendere la scadenza di un termine congruo per il completamento della bonifica per procedere alla diffida, ovvero agire in relazione ad ogni singolo atto, con una eccessiva burocratizzazione di tutto il procedimento. Ebbene, l'articolo 1, comma 814, della legge n. 208 del 28 dicembre 2015 consente al Governo — nel caso in cui ciò si renda necessario al fine di far fronte a sentenze di condanna o a procedure di infrazione in sede europea — di diffidare gli enti inadempienti alla realizzazione di uno specifico cronoprogramma, con la possibilità, nel caso di inadempimento anche ad uno solo degli atti indicati nel cronoprogramma, di una integrale sostituzione fino al pieno raggiungimento del risultato. Come è evidente, si tratta di uno strumento di semplificazione ed accellerazione dei procedimenti, che non si può non salutare con favore, e di cui è intenzione del Governo servirsi con decisione.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti

gestione dei rifiuti

protezione dell'ambiente