ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08938

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 415 del 24/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24/04/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 22/05/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 25/11/2015

SOLLECITO IL 26/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08938
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Venerdì 24 aprile 2015, seduta n. 415

   SORIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   in questi giorni, mentre Padoan a New York proclamava che il debito pubblico italiano non si sarebbe mai più alzato, la Banca d'Italia ha annunciato il suo nuovo record raggiunto quest'anno di 2.169 miliardi;
   l'anno scorso il Ministro Padoan, che ha dichiarato di considerare questo aumento del debito, solo una fase di stabilizzazione o consolidamento, aveva presentato il suo DEF dichiarando un aumento dello 0,8 per cento di Pil, ma a fine anno il risultato invece è stato un -0,3 per cento: questa differenza di 1,1 per cento di Pil è stato un errore che è costato 17 miliardi;
   per il DEF 2015 il Governo ha «previsto» un aumento del Pil più contenuto, stimando una crescita dello 0,7 per cento: però il valore tendenziale di Pil è dello 0,6 per cento e questo 0,1 per cento di differenziale equivarrebbe a 1,6 miliardi di euro, cifra che è stata presentata alla stampa e dunque all'opinione pubblica, come «tesoretto», ma che in realtà è solo virtuale, come sottolineato anche dal SOLE24ORE che lo ha definito un’«arma di distrazione di massa», e non sarebbe comunque una cifra certa visto che si tratta di uno scostamento su una previsione fatta in aprile per la fine dell'anno che potrebbe facilmente essere errata, soprattutto considerando che i Def di aprile sono spesso troppo ottimistici sui saldi (vengono chiamati ormai «libri dei sogni»), e in merito al Pil, hanno sbagliato di ben 14 punti negli ultimi sette anni;
   secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, la stima di crescita dell'Italia per il 2015 è dello 0,5 per cento contro lo 0,7 per cento appena indicato nel Documento di economia e finanza, e se entro la fine dell'anno la crescita dovesse attestarsi su questo valore stimato dal Fondo monetario internazionale, l'Italia dovrebbe dire addio al «tesoretto» di cui il Governo ha parlato tanto in questi giorni;
   l'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) si è di recente espresso in una sua nota sulla procedura di validazione del quadro macroeconomico tendenziale, sottolineando che la previsione del Ministero dell'economia e delle finanze sulla dinamica dei consumi delle famiglie sembra essere «relativamente ottimistica» poiché si basa su due fattori ovvero la crescita dei consumi e l'aumento dell'occupazione, che il Ministero dell'economia e delle finanze stima in modo diverso, molto più ottimistico, rispetto agli altri previsori, e l'effetto negativo dell'aumento delle aliquote dell'IVA sulla crescita dei consumi delle famiglie, che tende invece a sottostimare;
   inoltre, sempre nella sua nota di cui sopra, l'Ufficio parlamentare di bilancio sottolinea come le previsioni del Ministro dell'economia e delle finanze si basino su ipotesi che riguardano variabili esogene internazionali: «per l'intero periodo 2015-2019, un livello del prezzo del petrolio che si manterrebbe intorno ai 57 dollari e un tasso di cambio dell'euro sul dollaro stabile su valori di 1,07/1,08», ipotesi che l'Ufficio parlamentare di bilancio commenta dicendo che «l'ipotesi di stabilità a medio termine del prezzo del petrolio sui livelli attuali ha notevoli margini di incertezza, considerate soprattutto le tensioni geopolitiche che coinvolgono molti dei Paesi produttori. Le stesse tensioni potrebbero anche frenare la domanda mondiale e quindi mettere a rischi le ipotesi sulla dinamica del commercio internazionale. Infine, vi è incertezza sulla tempistica ed effettiva dimensione dell'impatto sul tasso di cambio degli strumenti di politica monetaria attivati dalla BCE nonché della possibile evoluzione della politica monetaria in altre aree, in particolare gli Stati Uniti»;
   anche secondo le simulazioni realizzate dall'Istat per valutare il quadro programmatico del DEF «i rischi relativi al quadro programmatico contenuto nel DEF sono prevalentemente concentrati sul proseguimento delle condizioni favorevoli del commercio internazionale e del tasso di cambio nel 2016»;
   durante la sua audizione in Parlamento la Corte dei Conti ha ammesso che «le stime di gettito fiscale indicate nel DEF potrebbero risultare sovradimensionate», poiché aumenta il peso delle imposte dirette e dei contributi in rapporto al PIL, ma una simile assunzione potrebbe mancare di concretizzarsi –:
   se il Governo non intenda chiarire la sua posizione in merito a quanto riportato in premessa, spiegando per quale ragione abbia dichiarato che il debito italiano non si sarebbe più alzato e se non intenda, parimenti, correggere al più presto anche le sue previsioni sulla crescita del Pil, previsioni considerate troppo ottimistiche da autorevoli fonti sia nazionali che internazionali. (4-08938)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto interno lordo

consumo delle famiglie

crescita economica