ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08278

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 386 del 06/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: D'INCA' FEDERICO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 05/03/2015
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 05/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/03/2015
Stato iter:
04/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/03/2016
GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 21/10/2015

SOLLECITO IL 22/02/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/03/2016

CONCLUSO IL 04/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08278
presentato da
D'INCÀ Federico
testo di
Venerdì 6 marzo 2015, seduta n. 386

   D'INCÀ, BUSINAROLO e BRUGNEROTTO. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   Poste italiane spa, società interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze, che sembra attraversare una fase di privatizzazione, ha recentemente approvato il piano industriale e strategico per il quinquennio 2015-2020;
   tale piano, presentato al Governo ed alle organizzazioni sindacali, prevede la chiusura di 455 uffici postali nell'intero territorio nazionale e la riduzione dell'orario di apertura per altri 608;
   il processo di riorganizzazione in atto sta causando notevoli difficoltà nella gestione operativa degli uffici e generando una diminuzione della qualità del servizio fornito alla clientela;
   ad avviso dell'interrogante appare molto discutibile il piano di riorganizzazione nazionale che prevederebbe per il Veneto la chiusura di quasi 50 uffici postali e tra questi 4 solo nella provincia di Belluno;
   da indiscrezioni di stampa si paventa la chiusura degli uffici nelle frazioni di Bolzano Bellunese e Sois nel comune capoluogo, quello della frazione di Meano nel comune di Santa Giustina e quello di Candide nel comune di Comelico Superiore; mentre almeno altri quattro uffici nei comuni di Gosaldo, Zoldo Alto, Lorenzago e Colle Santa Lucia dovranno osservare orari ridotti;
   tali sedi sarebbero descritte da Poste italiane come sedi «inefficienti, antieconomiche e che non svolgono un numero sufficiente di operazioni da giustificarne costi di personale e di sede»;
   con la soppressione di alcuni uffici e il ridimensionamento di altri, i primi a pagarne le conseguenze saranno dunque gli utenti, soprattutto le categorie più deboli, talora già disagiate per le criticità che presentano i territori montani nei quali vivono;
   nelle aree scarsamente abitate come quelle di montagna, e per i cittadini dei piccoli comuni, gli uffici postali rappresentano un servizio fondamentale, nonché un importante punto di riferimento, vista la gamma di servizi offerti;
   la delibera n. 342/14/CONS dell'AgCom presta attenzione all'esigenza di garantire l'effettività dei servizi essenziali anche per le aree in relazione alle quali il servizio presenti alti costi, come denota il divieto di chiusura di uffici postali situati in comuni rurali che rientrano nella categoria dei comuni montani nonché di uffici che costituiscono presidio unico nelle isole minori;
   la medesima delibera prevede altresì che gli interventi di chiusura e di rimodulazione oraria degli uffici postali devono essere comunicati da Poste italiane ai sindaci dei comuni interessati, ovvero alla competente articolazione decentrata dell'Amministrazione comunale, con congruo anticipo, almeno 60 giorni prima della data prevista di attuazione dell'intervento –:
   quali azioni il Ministro intenda intraprendere per garantire il rispetto di quanto stabilito dall'Autorità per il garante delle comunicazioni in ordine al divieto di chiusura degli uffici postali nelle aree svantaggiate;
   quali azioni il Ministro intenda intraprendere per favorire una concertazione tra la direzione di Poste italiane spa e le amministrazioni locali, al fine di scongiurare la possibile chiusura degli uffici postali e il loro ridimensionamento;
   quali iniziative intenda intraprendere il Ministro, per quanto di competenza, al fine di evitare la possibile chiusura di uffici postali e il loro ridimensionamento con particolare riferimento ai comuni riportati in premessa. (4-08278)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 4 marzo 2016
nell'allegato B della seduta n. 583
4-08278
presentata da
D'INCÀ Federico

  Risposta. — In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) per effetto del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  Il contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS, ha introdotto specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il contratto di programma, inoltre, consente a Poste italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Il Ministero è in più occasioni intervenuto, pur avendo perso, come detto in premessa, le proprie funzioni di regolamentazione e di vigilanza, affinché ogni intervento di Poste italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali. Tale attività del Ministero ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.
  Il Ministero si è inoltre attivato nella fase di definizione del nuovo contratto di programma, nell'ottica di evitare ove possibile l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli, ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale». La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società. In particolare, all'articolo 5 comma 5 del Contratto di programma Poste italiane – anche tenuto conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo cui che l'ipotesi di intervento in riduzione debba essere confinata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative. Poste italiane, nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, dovrà valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale. La società Poste italiane dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. Per l'anno 2015, tale termine è posticipato al 31 marzo 2016. La società è tenuta a trasmettere il suddetto piano all'autorità entro il 1o luglio 2016.
  Parallelamente all'azione del Ministero, persiste l'attività di vigilanza dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha assicurato che provvederà a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste italiane s.p.a., compresi gli eventuali interventi sulle sedi a cui si riferisce la presente interrogazione.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoAntonello Giacomelli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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