ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08250

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 385 del 04/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 04/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 04/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08250
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Mercoledì 4 marzo 2015, seduta n. 385

   NESCI e PARENTELA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il 12 febbraio 2015, a Catania una bimba nata la notte prima è morta in ambulanza, nel cuore della notte, prima di poter raggiungere l'ospedale;
   la causa del decesso – su cui sono in corso indagini da parte della Polizia di Ragusa – sarebbe da imputare al fatto che a Catania non c'erano posti letto disponibili nel reparto di rianimazione e, dunque, è stato necessario trasferire la neonata a Ragusa;
   secondo quanto si legge su «La Repubblica», «la piccola è venuta alla luce la scorsa notte (11 febbraio, nda) in una clinica privata. Dopo un parto regolare, ha accusato difficoltà respiratorie. I medici avrebbero invano cercato un reparto ospedaliero specializzato dove trasferirla. È stato chiesto allora l'intervento del 118, che ha avviato un monitoraggio nei tre ospedali catanesi dove è presente la Terapia intensiva pediatrica: il Garibaldi, il Santo Bambino e il Cannizzaro. Ma in nessuno dei tre centri c'era un letto libero. L'unico ospedale della Sicilia orientale che ha risposto all'appello è stato quello di Ragusa, distante oltre cento chilometri, a un'ora abbondante di viaggio. Ma la piccola è morta durante il trasporto in un'ambulanza privata»;
   il 25 febbraio 2015, ancora sul quotidiano «La Repubblica», si legge un intervento dei dottori Domenico Corea e Pasquale Novellino, rispettivamente direttore dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia di Lamezia Terme (Catanzaro) e direttore di patologia neonatale di Catanzaro;
   nel summenzionato intervento i due medici sottolineano che quanto accaduto a Catania potrebbe tragicamente accadere anche in Calabria;
   «In Calabria – si legge nella nota – la situazione è drammatica. Per un'area (Catanzaro, Crotone e Vibo) dove avvengono circa 6.000 parti l'anno a fronte dei 12 posti letto previsti in Terapia Neonatale Intensiva, sono attivi, dopo la soppressione di 4 posti letto a Crotone e 4 a Lamezia Terme, solo 4 posti letto a Catanzaro. E non infrequente è il caso di trasferimenti di donne gravide e neonati fuori Regione [...] chiediamo un intervento rapido del ministro perché non vorremmo essere facili profeti»;
   su «Il Quotidiano della Calabria» del 3 marzo 2015, in un articolo a firma Giulia Mascaro, si legge: «chiude il reparto pediatria dell'Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme per carenza di personale e le urgenze e disagi si riversano nell'ospedale Pugliese di Catanzaro»;
   secondo quanto raccontato dalla giornalista, quella passata da medici e pazienti dell'ospedale del capoluogo è stata «una notte di inferno» dato che «neanche la struttura ospedaliera catanzarese si è rivelata idonea a far fronte ad un'urgenza così forte, essendo i posti letto già terminati, tant’è che per evitare ulteriori disagi – per chi di disagi ne aveva già avuti abbastanza – si è deciso di aprire anche il reparto di pediatria universitaria, generalmente adibito esclusivamente a day-hospital»;
   a denunciare l'accaduto è stata Sarah Yacoubi, segretario territoriale FSI (Federazione sindacati indipendenti) di Catanzaro, secondo la quale «simili casi, dovuti alle note carenze di personale, stanno ormai diventando routinari in tutti gli ospedali calabresi determinando in tal modo disfunzioni ormai insanabili, per cui gli ospedali sono nel caos assoluto e nella regione, in assenza di precise direttive, regna l'anarchia gestionale e amministrativa cui i più volenterosi anche a rischio di sbagliare cercano di mettere delle pezze che però sono sempre più piccole del buco. La sanità calabrese è oggi paragonabile ad un'auto senza controllo»;
   non è la prima volta, peraltro, che l'ospedale di Catanzaro vive pesanti disagi. Sempre su «Il Quotidiano della Calabria» del 26 febbraio 2015, si legge: «Dodici malati, ognuno su una barella. Stipati, in gruppi di quattro, nelle tre stanze del pronto soccorso. Senza intimità, senza spazio, senza la possibilità di usare i bagni. È quello che è accaduto la notte scorsa all'ospedale di Catanzaro. Le piccole stanze del Pronto Soccorso sarebbero adibite solo per un'osservazione breve prima del ricovero. Ma c’è di più. Sempre la scorsa notte, altri dodici pazienti in barella sono stati smistati nei vari reparti dell'ospedale. In tutto, 24 malati in barella, mai registrato al Pugliese un numero simile, perché tutti i reparti sono saturi. «Se arriva un'emergenza, non sappiamo cosa fare. Non c’è più la possibilità di accogliere i malati». Lo sfogo, ieri mattina, di un infermiere. E stata una notte di inferno, all'ospedale Pugliese, una notte da record. Finite anche le barelle in uso. Nessuna risorsa «extra»»;
   secondo quanto emerso, a fronte di oltre duecento accessi al pronto soccorso in una sola notte, erano operativi solo due medici, quattro infermieri e pochissimi operatori sanitari;
   la gravissima carenza di personale potrebbe essere causa di episodi drammatici, come avvenuto già all'ospedale civile «Annunziata» di Cosenza (di cui l'odierna scrivente si è occupata con l'interrogazione a risposta scritta n. 4-08016), dove, il 15 febbraio 2015, secondo quanto si legge sul sito de «La Gazzetta del Sud», due medici sono stati colti da infarto ed un terzo da ictus;
   secondo quanto denunciato dallo SMI (Sindacato dei medici italiani), la ragione dei malori risiederebbe nel fatto che i camici bianchi lavorano «in situazioni di continuo stress»;
   stando agli ultimi dati disponibili l'ospedale cosentino vivrebbe una situazione di pesante disagio dovuto, anche in questo caso, alla carenza di personale: su 40 unità operative, 16 sono affidate a facenti funzione, i medici presenti sono circa 350 su 622 previsti, gli infermieri 580 (265 in meno rispetto a quelli previsti), gli OSS 110 su 318 previsti;
   tale gravosa condizione non consente ai pazienti di ricevere spesso le opportune attenzioni e le cure dovute, come invece previsto dall'articolo 32 della Costituzione, secondo cui «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti» –:
   quali misure intendano adottare affinché siano assicurati per l'area lametino-catanzarese, con particolare riguardo per l'ambito di ostetricia, neonatologia e pediatria, i livelli essenziali di assistenza previsti e la tutela del diritto alla salute di cui all'articolo 32 della Costituzione, anche alla luce della denuncia del dottor Corea. (4-08250)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto alla salute

istituto ospedaliero

malattia