ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08074

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 379 del 20/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/02/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/02/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 05/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08074
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Venerdì 20 febbraio 2015, seduta n. 379

   NESCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   l'ospedale di Praia a Mare (Cosenza) era punto di riferimento di oltre 15 comuni per un bacino di utenza di circa 60 mila abitanti;
   il DPGR n. 34 del 6 maggio 2011 prima e, definitivamente, il DPGR n. 90 del 18 giugno 2012 prevedeva la riconversione della struttura di Praia a Mare in centro di assistenza territoriale primaria e la conseguente «disattivazione presidio ospedaliero di Praia a Mare dell'ASP di Cosenza»;
   con l'atto deliberativo n. 826 del 28 Marzo 2012, rettificato parzialmente con atto n. 1064 del 16 aprile 2012, il direttore generale dell'ASP di Cosenza ha deliberato di riconvertire il presidio ospedaliero di Praia a Mare in C.A.P.T. con attivazione al suo interno della casa della salute a far data dal primo aprile 2012;
   da allora il centro di assistenza territoriale primaria è stato oggetto di discussioni, tanto che nell'ottobre 2013 il Comitato Civico a difesa del locale ospedale ha lanciato un appello affinché l'associazione umanitaria «Emergency» aprisse una struttura nel territorio praiese;
   come si legge su Repubblica.it, «iniziata nel 2010, la dismissione di ogni attività ospedaliera a Praia a Mare ha determinato anche lo smantellamento del pronto soccorso, ridotto a Punto di Primo Intervento privo del personale e delle attrezzature per l'urgenza. Niente rianimazione, niente defribillatore, nessun anestesista. L'ospedale calabrese più vicino oggi è a Cetraro, che dista 53 chilometri, tempo di percorrenza un'ora. Poi c’è quello di Paola a 71 chilometri, tempo di percorrenza un'ora e un quarto. Con l'aggravante di un'unica arteria di collegamento tristemente famosa: la statale 18, da sempre dissestata, trafficata, pericolosa. Risultato: una serie di morti che forse un intervento tempestivo avrebbe potuto evitare e una comunità condannata a convivere col pericolo e con la paura»;
   a ottobre 2012 una ragazza di 24 anni di Acquappesa (Cosenza) rimasta ferita in un incidente stradale morì a Cosenza dopo sei giorni di coma, dopo essere stata trasferita prima a Cetraro dopo l'incidente, poi a Paola, infine nel capoluogo di provincia a distanza di cinque ore. Un mese prima a morire fu un imprenditore 59 enne di Praia a Mare, punto da un insetto e colto da shock anafilattico: in assenza di strutture ospedaliere in loco, i familiari furono costretti a caricarlo in auto e dirigersi verso Lagonegro, trenta chilometri di curve in salita in territorio lucano, dove giunse senza vita. Tra giugno e luglio dello stesso anno, ancora, due sessantenni di Tortora vennero colpiti da infarto ed entrambi morirono prima di poter arrivare all'ospedale di Cetraro;
   non è un caso allora che a dicembre 2013 il dottor Mimmo Risica, referente della Medical Division di «Emergency» con Daniela Porcu, responsabile amministrativa del Programma Italia dell'organizzazione, effettuò un sopralluogo a Praia a Mare in seguito al quale affermò: «L'emergenza è reale. Quel territorio è devastato. Stiamo ragionando su un possibile intervento, credo che entro la prossima settimana completeremo la nostra analisi e chiederemo un incontro per discuterne con l'Azienda Provinciale di Cosenza»;
   a distanza di anni la situazione non è cambiata, tanto che si sono succeduti diversi cortei di protesta e manifestazioni sostenute dall'associazione Sos Praia finalizzate appunto alla riapertura della struttura ospedaliera;
   secondo infatti quanto denunciato dalla presidente dell'associazione Francesca Lagatta in un'intervista rilasciata al giornale online «Fanpage.it», sarebbe proprio tale riconversione la causa di tali disservizi e casi di malasanità: «Quando l'ospedale venne chiuso e riconvertito — ha dichiarato la giornalista Lagatta — tutte le attrezzature che non sarebbero più servite, furono chiaramente trasportate negli altri ospedali, per lo più al Iannelli di Cetraro. Ma questo pare essere il problema minore. Il direttore dello spoke Cetraro-Paola, il dott. Vincenzo Cesareo, garantì che il giorno in cui le attrezzature fossero dovute tornare indietro, non sarebbero sorti problemi. La popolazione, ma non tutta per fortuna, è informata poco e male, per cui a volte esprime giudizi fuori luogo e concetti decisamente astratti. Molti non sanno ancora cos’è una casa della salute, cosa dovrebbe essere e cosa invece è, quello che dovrebbero pretendere dal presidio attuale e quello a cui dovrebbero appellarsi. Non sanno neppure come e quali patologie è possibile curare nella struttura. Ad esempio, ancora molta gente arriva nel capt di Praia a Mare con la pretesa di essere assistita quando vi giunge in condizioni di emergenza/urgenza. Una casa della salute ha l'obbligo di stabilizzare la salute di un paziente, di diagnosticare la patologia e la sua gravità, e soprattutto di indirizzare il paziente nella struttura adeguata. Pertanto un infarto, un'emorragia cerebrale, un ictus, tanto per fare degli esempi, non possono essere trattati all'interno dell'ex nosocomio, nella quale mancano sia il reparto chirurgia che quello di medicina. Questo stato di cose può risultare fatale, in virtù dei tempi troppo lunghi che occorrono per intervenire chirurgicamente su un codice rosso»;
   secondo quanto denunciato ancora da Lagatta in un articolo pubblicato sul blog «Alganews», dopo un esposto da lei stessa presentata a causa di un mammografo malfunzionante, «si mobilitarono le forze dell'ordine, i medici, i dirigenti, scoppiò una bufera, grazie alla quale qualcuno decise di fare un controllo generale. Quello che ne uscì fuori aveva dell'incredibile. Il mammografo, usato a intermittenza, emanava radiazioni oltre il limite consentito. La tac, che non funzionava dal mese di maggio, cioè da cinque mesi e mezzo, non era stata sostituita nonostante le segnalazioni del personale sanitario. La risonanza magnetica di ultimissima generazione, che secondo i documenti doveva essere stata messa già in funzione, nella realtà non c'era. Si scoprì che il medico radiologo, unico e solo per l'intero reparto, non veniva sostituito quando questi si assentava, e che ciò creava ritardi e disagi nelle prenotazioni e nell'espletamento degli esami ecografici»;
   anomalie si riscontrano anche per la prenotazione degli esami. Sempre secondo quanto denunciato da Francesca Lagatta in un articolo sul giornale online «Notia.it» del 17 febbraio 2015, «né mammografie, né tac. Presso la Casa della Salute di Praia a Mare la prenotazione di questi esami non può avvenire tramite cup, ma direttamente nel reparto di radiologia. Niente di strano se non fosse che l'articolo 21 del regolamento vigente per il Cup cosentino imporrebbe che tale procedura venga attuata «solo ed esclusivamente in caso di mancato funzionamento del sistema informatico». E invece, pur avendo i sistemi informatici perfettamente funzionanti si continua, nonostante le ripetute segnalazioni ai responsabili, ad escludere il servizio dal centro unico di prenotazione, attivo, invece, per tutte le altre prestazioni sanitarie»;
   il 20 maggio 2014 il Consiglio di Stato sezione terza, con sentenza n. 2576, «nel merito accoglie l'appello nei sensi e limiti di cui in motivazione e per l'effetto, ai fini di una nova determinazione, annulla in parte qua il Decreto commissario SSR Calabria n. 18/2010, quanto alla trasformazione del P.O. di Praia a mare in ospedale distrettuale/CAPT, con il conseguente travolgimento delle ulteriori successive determinazioni legate da vincolo di presupposizione»;
   nelle motivazioni della decisione si sottolineava «con riguardo alle Urgenze va rilevato che il Piano di riordino della Rete di Emergenza-Urgenza, pur riconvertendo il Presidio di Praia in Ospedale distrettuale, tuttavia, in corrispondenza al numero degli accessi, ha ritenuto necessario collocarvi un PPI (Punto di Primo Intervento, nda) operativo h. 24/24, non ritenendo sufficiente una postazione con operatività ridotta ad h. 12/24. Inoltre, quanto a distanze ed a tempi di percorrenza, al punto 2 della nota inviata dal Commissario SSR, il Collegio rileva che dei 15 Comuni inseriti nell'ambito territoriale dell'ex P.O. di Praia (nelle more del giudizio definito CAPT, Centro di Assistenza Primaria Territoriale) almeno 6 sono indicati ad una distanza dallo Spoke di Cetraro che va dai chilometri 49,2 a chilometri 64,3, mentre altri due Comuni sono comunque a distanza superiore a chilometri 40. Infine, al punto 3, il Commissario rappresenta che «Il Piano di riordino della rete emergenza urgenza non prevede le località nelle quali debbano essere collocate le superfici per l'elisoccorso. Le stesse dovranno, quindi, essere definite con atti di programmazione secondaria. Per quanto riguarda comunque il CAPT di Praia a mare i soccorsi urgenti vengono comunque assicurati da mezzi dell'elisoccorso, che atterrano su superfici di emergenza, come accade, peraltro, anche per altri ospedali della Calabria»;
   da quanto riassunto, dunque, risulta evidente che «il PPI di Praia rappresenta il punto di riferimento non solo delle aree di fascia costiera, ma anche di quelle montane del Tirreno cosentino»;
   il Consiglio di Stato, nella suddetta sentenza cita a mo’ di esempio chiarificatore il caso di Tortona, il cui centro storico «è alla sommità di una collina di mt. 300 l.m., mentre l'abitato è costituito da 19 frazioni montane collegate da strade di montagna tortuose e strette, senza barriere di protezione, percorribili ad una velocità non superiore ai 30 chilometri orari; conseguentemente l'ufficio tecnico di Tortora precisa che, partendo da una frazione montana, sono necessari certamente più di 60 minuti per raggiungere Cetraro, atteso che la velocità del collegamento è ostacolata d'inverno dalla neve presente sui rilievi e d'estate dal caotico traffico che si riversa sulla strada statale, sulla quale (in prossimità di una riviera molto frequentata nella stagione balneare ed a causa di incroci, di centri abitati e della unica corsia di marcia) la velocità media di necessità è molto ridotta»;
   analoga situazione viene illustrata anche per i comuni di Aieta, Papasidero ed Orsomarso, per i quali i rispettivi uffici tecnici indicano in 120, 70 ed oltre 60 minuti il tempo di percorrenza necessario per coprire la distanza dal capoluogo all'ospedale di Cetraro sempre in considerazione della situazione geografica e delle condizioni difficili della viabilità;
   pertanto allo stato degli atti «i tempi medi di percorrenza tra le suddette località e lo Spoke di Cetraro vanno stimati, verosimilmente, in una misura che va oltre i 60 minuti, con la conseguenza che in tal guisa non viene garantito il rispetto né dei LEA stabiliti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 novembre 2001 né dei criteri generali organizzativi esposti nello stesso piano di riordino della rete emergenza/urgenza, visto che la rete di emergenza prevede uno Spoke in ogni ambito territoriale corrispondente ad un bacino di utenza di almeno 150.000 abitanti «o inferiore qualora il tempo di accesso da un ospedale alla più vicina sede di Spoke superi i 60 minuti»;
   con deliberazione n. 99 del 24 settembre 2014 il comune di Praia a Mare ha autorizzato il sindaco Antonio Praticò «ad agire per ottenere l'esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato (Sez. Terza) n. 2576/2014»;
   ad oggi, secondo quanto risulta all'interrogante, nulla è stato fatto per dar seguito a quanto disposto dalla summenzionata sentenza –:
   se sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali iniziative di competenza intenda intraprendere, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro da disavanzi sanitari regionali, per la soluzione delle criticità di cui in premessa e la salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza, anche alla luce della summenzionata sentenza del Consiglio di Stato (sezione Terza) n. 2576 del 2014. (4-08074)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

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