ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07956

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 375 del 11/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Data firma: 11/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PRODANI ARIS MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 11/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/02/2015
Stato iter:
06/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/07/2015
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/07/2015

CONCLUSO IL 06/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07956
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Mercoledì 11 febbraio 2015, seduta n. 375

   RIZZETTO e PRODANI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   l'eredità finanziaria del Trattato di Osimo è stimata per un importo di circa 90 milioni di dollari, al netto degli interessi maturati. Si tratta di un'eredità stabilita dall'accordo di Roma siglato nel 1983 da Italia e Jugoslava che fissava in 110 milioni di dollari la cifra originaria dovuta dall'allora Repubblica federativa a titolo di indennizzo per la cessione della zona B e di tutti i beni un tempo di proprietà degli esuli, e concedeva al Governo del maresciallo Tito sette anni di tempo per corrispondere l'intera somma;
   l'Italia stabilì che tale somma potesse essere versata in 13 rate a partire dall'anno 1990. Soltanto due delle 13 rate in questione, però, sono state effettivamente versate: una dell'importo di circa 12 milioni di dollari, l'altra di circa 11 milioni;
   lo scoppio della guerra e il dissolvimento della Jugoslavia hanno poi di fatto bloccato i pagamenti. In seguito, i Paesi nati dal dissolvimento della Repubblica federale, ossia Slovenia e Croazia, si sono autonomamente divisi il debito nei confronti dell'Italia;
   a quanto è dato sapere, il Governo italiano è finalmente intenzionato ad ottenere i 90 milioni di dollari, oltre interessi ancora da quantificare, maturati dal 1983 a oggi, da Slovenia e Croazia;
   si è così riaperto il tavolo di coordinamento tra Governo e associazioni degli esuli sui fondi per gli indennizzi previsti dall'accordo di Roma del 1983;
   dunque, si potrebbe prospettare la chiusura dei patti stabiliti con Lubiana e Zagabria sulla «eredità economica» lasciata dal Trattato di Osimo;
   tale percorso prevede ovviamente l'intesa con i rappresentanti del mondo dell'esodo, poiché le somme in questione devono finanziare interventi e progetti legati al mondo dell'esodo –:
   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato in merito ai fatti di cui in premessa;
   se e quali iniziative intenda intraprendere il Ministro per ottenere le risorse pattuite;
   per quali iniziative si intendano destinare i fondi, qualora siano ottenuti, in necessario accordo con le associazioni degli esuli. (4-07956)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 6 luglio 2015
nell'allegato B della seduta n. 455
4-07956
presentata da
RIZZETTO Walter

  Risposta. — 1. L'accordo del 1983 di esecuzione del Trattato di Osimo, non solo quantifica l'ammontare dell'indennizzo dovuto all'Italia dalla Repubblica federativa socialista di Jugoslavia in 110 milioni di dollari USA (articolo 2), ma definisce anche dettagliatamente le modalità di versamento della somma: «a partire dal 1o gennaio 1990 in 13 annualità eguali con accreditamento su un conto intestato al Ministero del tesoro presso la Banca d'Italia in Roma» (articolo 3). Come è ben noto, il versamento della somma sopra citata secondo le modalità indicate non è stato mai effettuato dall'allora Repubblica federativa socialista di Jugoslavia, a cui sono poi succedute Slovenia e Croazia.
  2. Dopo vari anni, la prima riunione del tavolo di coordinamento tra Governo e associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati si è svolta il 12 febbraio 2015, due giorni dopo la celebrazione del «Giorno del Ricordo», con l'obiettivo, condiviso con la Presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, di riattivare un dialogo con il mondo degli esuli da troppo tempo ingiustamente interrotto. Il tavolo si propone infatti di esaminare compiutamente ed in modo fattivo tutte le questioni di interesse delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati che spaziano dall'attuazione dell'accordo di Roma del 1983 ad argomenti di ordine previdenziale, nell'ambito di un esercizio articolato che trova origine nell'esigenza di proseguire nel processo avviato nel 2004 con l'adozione delle legge istitutiva del «Giorno del Ricordo» che ha permesso di iniziare a far conoscere, dopo un lunghissimo periodo di occultamento della verità, la tragedia delle Foibe e dell'esodo istriano, fiumano e dalmata.
  3. La questione del pagamento dell'indennizzo da parte di Slovenia e Croazia in base all'accordo di Roma del 1983 è stata quindi uno degli argomenti affrontati nella prima riunione del tavolo. Trattasi di una pendenza storica nei rapporti bilaterali con questi due Paesi che appare sempre più opportuno definire compiutamente alla luce della oramai comune appartenenza all'Unione europea e nell'ambito dell'eccellenza dei nostri rapporti con Lubiana e Zagabria da ultimo testimoniata dalla recente vista ufficiale del Signor Presidente della Repubblica in queste due capitali.
  4. Sul piano interno occorre elaborare, in questa prospettiva, soluzioni che consentano di destinare adeguate risorse finanziarie ad iniziative di interesse delle associazioni degli esuli fiumani, istriani e dalmati, considerando anche che la legge n. 72 del 2001 deve essere rifinanziata ogni tre anni nell'ambito della nota congiuntura economica. Attraverso quindi il dialogo con le associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, nell'ambito dell'apposito tavolo esistente alla Presidenza del Consiglio, vi è quindi l'opportunità di individuare soluzioni di alto profilo e durature nel tempo – come ad esempio il sostegno ad una apposita fondazione – che consentano di rendere giustizia al lunghissimo silenzio che vi è stato in Italia nei confronti di una delle più gravi e durature violazione dei diritti umani avvenute in Europa nel secondo dopoguerra ai danni di una minoranza autoctona.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleBenedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

indennizzo

debito