ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07327

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 352 del 18/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: MURA ROMINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/12/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/12/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 23/12/2014
Stato iter:
08/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/04/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/04/2015

CONCLUSO IL 08/04/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07327
presentato da
MURA Romina
testo di
Giovedì 18 dicembre 2014, seduta n. 352

   MURA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   la legge n. 91 del 1992 indica il principio dello ius sanguinis come unico mezzo di acquisto della cittadinanza a seguito della nascita, mentre l'acquisto automatico della cittadinanza iure soli continua a rimanere limitato ai figli di ignoti, di apolidi, o ai figli che non seguono la cittadinanza dei genitori;
   lo ius soli fa riferimento alla nascita sul «suolo» e per i Paesi che lo applicano è cittadino originario chi nasce sul territorio dello Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori;
   in Italia si diventa cittadini solo se si hanno genitori italiani. Altrimenti è possibile dopo due anni di matrimonio o per residenza (almeno 10 anni in Italia se cittadino extracomunitario, 4 anni di residenza per i cittadini appartenenti ad uno Stato dell'Unione europea; 5 anni per gli apolidi e i rifugiati);
   il figlio di stranieri nato nel territorio italiano ha la possibilità di chiedere la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno d'età per poi riceverla negli anni successivi;
   ci sono due elementi che rendono la legislazione italiana estremamente rigida: in primis il ragazzo deve aver vissuto ininterrottamente per 18 anni in Italia (è ammesso solo un «buco» di 6 mesi). Basta andare via anche per un breve periodo e il diritto scompare. E poi al compimento del 18esimo anno ha solo 12 mesi per fare domanda;
   solo la Svizzera è più restrittiva dell'Italia. Si tratta di una situazione assurda per chi ormai da anni vive in Italia e ha fatto gli stessi percorsi formativi di coloro che sono nati in Italia da genitori italiani;
   i ventisette Stati europei non hanno comunque una legislazione univoca e applicano lo ius sanguinis e lo ius soli temperando un principio con l'altro;
   il Presidente del Consiglio dei ministri ha indicato il tema dei diritti civili come una priorità del Governo, in particolare per quanto riguarda la cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia con un passaggio dall'attuale ius sanguinis a uno ius soli temperato;
   dall'inizio legislatura, il 21 marzo 2013, sono state depositate alla Camera numerose proposte sulle modalità di acquisto della cittadinanza, segno di un rinnovato interesse da parte delle forze politiche su un tema che ha importanti risvolti anche sotto il profilo sociale ed economico;
   la sintesi del dibattito politico al riguardo, in particolare fra le forze della maggioranza che sostengono il Governo, potrebbe essere quella di assegnare la cittadinanza ai bambini nati da cittadini stranieri in Italia, che abbiano concluso un ciclo di studi –:
   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative, oltre che in materia di acquisto della cittadinanza per gli stranieri nati in Italia, anche in merito alle procedure per i residenti, portando per tutti i soggetti (cittadini europei, apolidi e rifugiati) il termine a 2 anni e accorciando ulteriormente la procedura attraverso la quale ottenere la concessione (oggi fissata in due anni), visto che nella realtà gli anni che trascorrono non sono meno di quattro;
   se il Governo ritenga opportuno adottare altre iniziative a favore dei cittadini stranieri in Italia, visto che tutti gli studi e le analisi fino ad oggi condotte sono unanimi nel ritenere la presenza degli immigrati una fonte di ricchezza e di crescita economica (oltre che sociale e culturale);
   se il Governo non ritenga opportuno rivedere, a completamento dell'introduzione dello ius soli in Italia, la legge «Bossi-Fini», che, ad avviso dell'interrogante, ha aggravato la condizione degli stranieri in Italia, ha prodotto il «ricatto» del lavoro, lo sfruttamento dei braccianti, la clandestinità come schiavitù per favorire l'abbattimento del costo del lavoro e la vergogna dei Cie. (4-07327)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 aprile 2015
nell'allegato B della seduta n. 404
4-07327
presentata da
MURA Romina

  Risposta. — L'applicazione del principio dello «ius soli temperato» ai fini dell'acquisto della cittadinanza italiana da parte dei minori nati in Italia da cittadini stranieri è un tema molto sentito nella società civile e a livello parlamentare, tant’è che esso costituisce l'oggetto di svariate proposte di legge presentate in questa legislatura da deputati e senatori.
  Altre proposte di legge, sempre di iniziativa parlamentare, riguardano l'acquisto della cittadinanza da parte di altre categorie di stranieri (cittadini comunitari e non comunitari, titolari di protezione internazionale) o degli apolidi.
  Si tratta di questioni di estrema delicatezza, che attingono la sfera dei diritti civili, sulle quali il Governo è pronto a un confronto costruttivo con le forze politiche, che potrà svilupparsi proprio in sede di esame delle proposte di legge pendenti.
  Anche i percorsi normativi finalizzati a una eventuale revisione della legge Bossi-Fini potranno essere approfonditi in sede parlamentare.
  Per quanto riguarda i tempi di conclusione dei procedimenti di acquisto della cittadinanza, ai quali l'interrogante dedica una parte dell'interrogazione, si rappresenta che la trattazione delle relative istanze è caratterizzata da una istruttoria articolata e complessa che richiede, tra l'altro, accertamenti delle autorità nazionali ed estere, la necessità di acquisire i dati sulle verifiche in materia di sicurezza, l'accertamento della regolare presenza dello straniero sul territorio, la verifica della coincidenza tra l'interesse pubblico e l'interesse del privato all'acquisto della cittadinanza.
  Proprio in ragione della complessità della fase istruttoria, la normativa vigente ha fissato in 730 giorni il termine per la conclusione dei procedimenti di cittadinanza, in deroga ai termini ben più ridotti previsti dalla legge n. 241 del 1990 per la generalità dei procedimenti amministrativi.
  Sotto un altro profilo, si rappresenta che, nell'ultimo quinquennio, vi è stato un incremento esponenziale del numero delle istanze di cittadinanza presentate. Tale circostanza è riconducibile alla trasformazione del fenomeno migratorio, che si caratterizza sempre di più per l'aspetto della stabilità.
  Ciò non ha mancato di produrre riflessi critici sullo stato delle procedure di cittadinanza, la cui istruttoria, peraltro, risulta articolata e complessa, poiché coinvolge interessi fondamentali per lo Stato e implica verifiche da parte di autorità nazionali ed estere anche in materia di sicurezza.
  In questo quadro, non può neanche essere sottovalutata la difficoltà di rafforzare gli uffici responsabili della gestione delle pratiche a causa della restrittiva congiuntura della spesa pubblica, che ha fortemente limitato le facoltà di assunzione.
  Per ovviare a tali problemi, sono state adottate alcune misure amministrative dirette a razionalizzare e semplificare le procedure di acquisto e concessione della cittadinanza.
  In particolare, a partire dal 1o giugno 2012, è stata attribuita ai prefetti la competenza ad adottare i provvedimenti in materia di acquisto o diniego della cittadinanza nei confronti di stranieri sposati con cittadini italiani.
  La competenza è stata conferita, invece, al capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, in caso di residenza all'estero del coniuge straniero, ed è rimasta in capo al Ministro nel solo caso in cui sussistano ragioni inerenti alla sicurezza della Repubblica.
  Tra le altre misure, è stato stipulato un protocollo d'intesa per la consultazione dei dati del Sistema informativo del casellario giudiziale e sono state attivate le comunicazioni telematiche con la rete delle rappresentanze consolari del Ministero degli affari esteri.
  Inoltre, nel corso del 2013, alcune prefetture pilota hanno avviato un progetto per la sperimentazione della acquisizione
on line delle domande di cittadinanza. È imminente l'estensione della sperimentazione a tutte le prefetture.
  L'attuazione a regime del progetto consentirà la riduzione dei tempi istruttori endoprocedimentali, una più agevole consultazione dello stato della pratica da parte dell'utenza e una maggiore interattività con gli uffici preposti alla trattazione.
  Sebbene permangano alcune criticità, è innegabile che, anche in virtù di questi interventi, il percorso di acquisizione della cittadinanza sia stato accelerato, tant’è vero che negli ultimi cinque anni i provvedimenti di acquisto e concessione sono più che raddoppiati, passando dai 40.223 del 2010 agli 85.321 del 2014.
  Ulteriori disposizioni legislative, contenute nelle varie proposte attualmente all'esame del Parlamento – insieme alla costante innovazione tecnologica dei processi amministrativi – potranno rendere ancora più spedito tale percorso, nel rispetto degli interessi di grande rilievo che vi sono coinvolti. Per quanto riguarda, infine, le iniziative adottate dal Governo a favore dei cittadini stranieri presenti in Italia, le politiche di gestione dei flussi migratori sono fondate sulla necessità di coniugare l'azione di contrasto all'immigrazione irregolare con le azioni finalizzate a garantire l'accoglienza e l'effettiva integrazione dei migranti regolarmente residenti, nel rispetto dei diritti umani.
  In particolare, lo Stato, le regioni e le autonomie locali, in collaborazione con le associazioni del settore, favoriscono l'integrazione dei cittadini stranieri attraverso programmi che prevedono l'informazione sui diritti e le opportunità di integrazione, promuovendo la formazione linguistica, civica, professionale e favorendo l'ingresso nel mondo del lavoro.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

nazionalita'

cittadino straniero

immigrazione