ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07132

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 344 del 03/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: SANNA GIOVANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCANU GIAN PIERO PARTITO DEMOCRATICO 03/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 03/12/2014
Stato iter:
08/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/09/2015
BARRACCIU FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/09/2015

CONCLUSO IL 08/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07132
presentato da
SANNA Giovanna
testo di
Mercoledì 3 dicembre 2014, seduta n. 344

   GIOVANNA SANNA e SCANU. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   la riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo contenuta nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 agosto del 2014, n. 171, regolamento di riorganizzazione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo (Gazzetta Ufficiale generale n. 274 del 25 novembre 2014) prevede per la Sardegna:
    a) segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Sardegna, con sede a Cagliari;
    b) soprintendenza archeologica della Sardegna, con sede a Cagliari;
    c) soprintendenza, belle arti e paesaggio per le province di Cagliari, Oristano, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias e Ogliastra, con sede a Cagliari;
    d) soprintendenza belle arti e paesaggio per le province di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro, con sede a Sassari;
    e) polo museale della Sardegna, con sede a Cagliari;
    f) soprintendenza archivistica della Sardegna, con sede a Cagliari;
   in base a questa suddivisione degli uffici dirigenziali previsti per la Sardegna, cinque sarebbero ubicati a Cagliari e solo uno a Sassari, la soprintendenza belle arti paesaggio per le province di Sassari, Olbia-Tempio, Nuoro, di cui peraltro è prevista l'analoga sede anche a Cagliari, per le province di Cagliari, Oristano, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias e Ogliastra;
   inoltre, la stessa riorganizzazione prevede la creazione di un 610 museale regionale, ugualmente con sede a Cagliari, al quale faranno capo tutti i musei statali tra i quali cinque su sette sono operanti nella Sardegna settentrionale: museo archeologico nazionale G.A. Sanna di Sassari, pinacoteca nazionale Mus'A di Sassari, Antiquarium Turritano di Porto Torres, compendio Garibaldino di Caprera, Museo Archeologico G. Asproni di Nuoro;
   la soprintendenza di Sassari e Nuoro, istituita nel 1958, gestisce attualmente la tutela archeologica in ben 189 comuni, coprendo circa 2/3 del territorio regionale. Ad essa afferiscono 3 musei archeologici statali, a fronte dell'unico a Cagliari. Inoltre, la soprintendenza di Sassari è dotata di un prestigioso centro di Restauro dei beni culturali di livello regionale, dove tra l'altro sono state restaurate di recente le sculture giganti di Mont'e Prama, riconosciuto dal 2006 dalla regione autonoma della Sardegna che ha investito e sta investendo ingenti risorse per il suo potenziamento e per l'istituzione presso di esso di una scuola di alta formazione per restauratori;
   per questi motivi, nel primo tentativo di accorpamento delle due soprintendenza archeologiche e delle due BAPSAE avviato dal il 1° aprile 2008 al 1° settembre 2009, la sede centrale archeologica era stata stabilita a Sassari e quella della BAPSAE a Cagliari. Per altro i problemi di distanza e le difficoltà di omologazione degli enti avevano poi portato il Ministero alla decisione di ripristinare le quattro sedi. Oggi, con la nuova riorganizzazione, Sassari rimarrebbe sede esclusivamente della locale soprintendenza ai BAPSAE, mentre a Cagliari farebbero capo tutte le altre strutture dirigenziali;
   per quanto attiene al polo museale regionale, esso da Cagliari dovrebbe gestire le attività di musei nazionali ubicati soprattutto nella parte settentrionale dell'isola e strettamente legati al territorio, come il Museo archeologico nazionale G.A. Sanna. Anche l'università di Sassari ha uno stretto legame con il museo, per attività di studio ma anche per stages e tirocini, che coinvolgono spesso anche i depositi archeologici della soprintendenza ospitati nei sotterranei della struttura: tutte attività difficilmente gestibili da un organismo staccato e diverso dalla locale soprintendenza;
   inoltre, attualmente è in corso un importante progetto di ristrutturazione del Museo e di riordino delle collezioni, che fa capo per tutti gli aspetti scientifici, di progettazione, e di direzione dei lavori a personale della soprintendenza –:
   se il Ministro interrogato alla luce delle motivazioni richiamate in premessa, non valuti necessario ed opportuno modificare la ripartizione delle strutture prevista per la Sardegna, mantenendo gli accorpamenti stabiliti nella nuova articolazione ma prevedendo che il polo museale e la soprintendenza archeologica abbiano sede a Sassari concentrando a Cagliari la soprintendenza per i beni architettonici e quella archivistica, in ogni caso sentendo in merito il parere della regione Sardegna, che in materia di beni e attività culturali, ha assunto scelte importanti con lo stanziamento di significative risorse e tenendo conto che la modifica prospettata è già stata adottata per altre regioni, ad esempio in Veneto, dove la soprintendenza archeologica non ha sede a Venezia ma a Padova con uffici distaccati nel resto del territorio. (4-07132)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 8 settembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 477
4-07132
presentata da
SANNA Giovanna

  Risposta. — Nell'interrogazione in esame, l'interrogante riferisce che la riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha previsto nella regione Sardegna una sola soprintendenza archeologica con competenza regionale, un polo museale regionale, un segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e una soprintendenza archivistica della Sardegna, tutti con sede a Cagliari, e due soprintendenze belle arti e paesaggio, la prima per le province di Cagliari, Oristano, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias e Ogliastra, con sede a Cagliari e la seconda, competente sul restante territorio dell'isola, con sede a Sassari. Tanto premesso, considerato che la ex soprintendenza per i beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro aveva competenza su circa i 2/3 del territorio regionale ed era dotata di un prestigioso centro di restauro di livello regionale (cui si deve, anche, il restauro dei giganti di Mont'e Prama) mentre il nuovo polo museale regionale, con sede a Cagliari dovrebbe gestire musei nazionali ubicati soprattutto nella parte settentrionale dell'isola, l'interrogante chiede se non si ritenga opportuno «modificare la ripartizione delle strutture prevista per la Sardegna, mantenendo gli accorpamenti stabiliti nella nuova articolazione ma prevedendo che il polo museale e la soprintendenza archeologia abbiano sede a Sassari concentrando a Cagliari la soprintendenza per i beni architettonici e quella archivistica».
  Come è noto all'interrogante, anche questa Amministrazione ha dovuto dotarsi di un nuovo regolamento di organizzazione che recepisse le riduzioni alle piante organiche imposte dalle politiche di revisione della spesa pubblica (spending review), contenute in numerosi provvedimenti normativi finalizzati, tra l'altro, al contenimento e alla riduzione dei costi delle pubbliche amministrazioni.
  Questo Ministero vi ha provveduto con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 agosto 2014, n. 171, recante «Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell'organismo indipendente di valutazione della perfomance, a norma dell'articolo 16, comma 4, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89», cui è seguito, successivamente, il decreto ministeriale del 27 novembre 2014, contenente «Articolazione degli uffici dirigenziali di livello non generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo».
  Il processo di riorganizzazione si è svolto in ottemperanza alle disposizioni di cui al decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, recante «Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario», in particolare all'articolo 2, comma 1, lettera a) che prevede la riduzione degli uffici dirigenziali delle pubbliche amministrazioni, di livello generale e di livello non generale e le relative dotazioni organiche, in misura non inferiore, per entrambe le tipologie di uffici e per ciascuna dotazione, al 20 cento di quelle esistenti.
  Nel complesso, la riorganizzazione ha imposto il taglio di 37 dirigenti (6 di prima fascia e 31 di seconda fascia).
  Nonostante che l'indicazione normativa mirasse soprattutto alla riduzione della spesa, l'Amministrazione ne ha colto l'occasione per ridisegnare la propria organizzazione in modo fortemente innovativo, in linea con le misure già adottate con il decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, contenente «Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo», convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106 (cosiddetto decreto Art Bonus).
  L'adeguamento ai numeri della spending review è divenuto, così, l'opportunità per intervenire sull'organizzazione del Ministero e porre rimedio ad alcuni problemi che, per lungo tempo, hanno segnato l'amministrazione dei beni culturali e del turismo in Italia. Si tratta di disfunzioni e lacune riconosciute ed evidenziate molte volte e da più parti: l'assoluta mancanza di integrazione tra i due ambiti di intervento del Ministero, la cultura e il turismo; l'eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni tra centro e periferia; il congestionamento dell'amministrazione centrale, ingessata anche dai tagli operati negli ultimi anni; la cronica carenza di autonomia dei musei italiani, che ne limita grandemente le potenzialità; la scarsa attenzione del Ministero verso il contemporaneo e verso la promozione della creatività; il ritardo del Ministero nelle politiche di innovazione e di formazione.
  Allo scopo di risolvere il vero e proprio «ingorgo» burocratico venutosi a creare negli anni a causa della moltiplicazione delle linee di comando e dei frequenti conflitti tra direzioni regionali e soprintendenze, l'amministrazione periferica è stata ripensata, mantenendo, secondo quanto previsto dalla ipotesi di riforma dell'amministrazione centrale, il livello regionale quale ambito ottimale di riferimento.
  Le direzioni regionali sono state trasformate in segretariati regionali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con il compito di coordinare tutti gli uffici periferici del Ministero operanti nella Regione. Viene così pienamente riconosciuto il ruolo amministrativo di tali uffici, tutti dirigenziali di II fascia, senza però sovrapporsi alle competenze tecnico-scientifiche delle soprintendenze.
  È stata rafforzata la collegialità delle decisioni sul territorio, in quanto il comitato di coordinamento regionale, presieduto dal segretario regionale e composto dai soprintendenti, diviene il luogo in cui sono assunte le decisioni un tempo adottate dalla direzione regionale, come la dichiarazione e la verifica di interesse culturale.
  Con specifico riferimento alla soprintendenza Archeologia, si evidenzia come in tutte le regioni sia prevista una sola soprintendenza con competenze archeologiche estese a tutto il territorio regionale, con sede normalmente nel capoluogo di regione (in Veneto anche la precedente organizzazione prevedeva una sola soprintendenza per i beni archeologici, sempre con sede nella città di Padova) e come, in Sardegna, sussistano testimonianze archeologiche non solo nel territorio di competenza della ex soprintendenza per i beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro ma anche nelle altre province sarde, tra cui è appena il caso di ricordare le recentissime scoperte dei cosiddetti Giganti di Monte Prama, presso Oristano (provincia dal punto vista archeologico rientrante nella ex soprintendenza per i beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano) che stanno portando nuovi elementi per la conoscenza della civiltà nuragica.
  Nel rilevare che invero le argomentazioni dell'interrogante non sono certamente prive di fondamento, si fa presente che la collocazione, comunque, della sede della soprintendenza archeologia nel capoluogo di regione non fa venire meno l'attività di tutela né comporta soluzioni di continuità con il passato e il nuovo Istituto continuerà ad avvalersi della rete di uffici sul territorio già presenti, delle strutture e dei centri specialistici esistenti nonché della collaborazione di qualificati centri di studio e di ricerca, quali sono anche le istituzioni universitarie sarde, operanti nella regione.
  La nuova organizzazione dell'amministrazione dei beni culturali in Italia ha voluto anche rimediare a quella che è sempre stata la sottovalutazione dei musei: privi di effettiva autonomia, essi erano tutti, salvo casi sporadici e non legati a un disegno unitario, articolazioni delle soprintendenze e dunque privi di qualifica dirigenziale.
  La riforma ha inteso mutare radicalmente questo aspetto, assicurando al contempo che fosse mantenuto il legame dei musei con il territorio e con le soprintendenze e fossero fatte salve le prioritarie esigenze di tutela e dell'unitarietà del patrimonio culturale della Nazione. I musei archeologici e le aree archeologiche, ad esempio, fatta eccezione delle due soprintendenze speciali per Roma e per Pompei, sono articolazioni dei poli museali regionali, ma dipendono funzionalmente anche dalla direzione generale archeologia, che definisce le modalità di collaborazione con le soprintendenze archeologia anche ai fini delle attività di ricovero, deposito, catalogazione e restauro dei reperti.
  Sono state quindi previste alcune misure particolari, tra cui l'istituzione di una nuova direzione generale musei e la creazione di poli museali regionali.
  Alla direzione generale è stato affidato il compito di attuare politiche e strategie di fruizione a livello nazionale, di favorire la costituzione di poli museali anche con regioni ed enti locali, di svolgere i compiti di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura, di dettare le linee guida per le tariffe, gli ingressi e i servizi museali, di favorire la costituzione di fondazioni museali aperte alla partecipazione di soggetti pubblici e privati, di favorire la partecipazione del Ministero ad associazioni, fondazioni, consorzi o società per la gestione e la valorizzazione dei beni culturali.
  I poli museali regionali, articolazioni periferiche della direzione generale Musei, sono incaricati di promuovere gli accordi di valorizzazione previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e di favorire la creazione di un sistema museale tra musei statali e non statali, sia pubblici, sia privati presenti sul territorio regionale.
  Ai poli museali regionali sono stati preposti dirigenti di livello non generale.
  Gli istituti museali afferenti al Polo museale della Sardegna sono stati individuati nell'allegato 3 al decreto ministeriale del 23 dicembre 2013, recante norme su «Organizzazione e funzionamento dei musei statali», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 marzo 2015.
  In base al decreto ministeriale sopra citato, il polo museale regionale sardo, oltre alle istituzioni già richiamate dall'interrogante – il museo nazionale archeologico etnografico Giovanni Antonio Sanna di Sassari, la pinacoteca Mus’à al Canopoleno di Sassari, l'antiquarium Turritano e zona archeologica di porto Torres (SS), il compendio garibaldino e museo nazionale «Memoriale Giuseppe Garibaldi» di Caprera (Olbia-Tempio), il museo archeologico nazionale Giorgio Asproni di Nuoro – comprende anche altri luoghi di cultura di non secondaria importanza, quali l'altare prenuragico di Monte d'Accoddi (SS), l'area archeologica «Su Nuraxi» a Barumini (Medio Campidano), la basilica di San Saturnino a Cagliari, il Chiostro di San Domenico a Cagliari, il Museo archeologico nazionale di Cagliari, la Pinacoteca nazionale di Cagliari.
  Le sedi dei poli museali regionali sono state definite dal decreto ministeriale del 27 novembre 2014, prima citato, anche sulla base della presenza dei musei sul territorio, delle dotazioni organiche e delle effettive esigenze organizzative.
La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoFrancesca Barracciu.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

archeologia

museo

ministero