ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07113

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 343 del 02/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 02/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 02/12/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 12/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07113
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Martedì 2 dicembre 2014, seduta n. 343

   SCOTTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   il M.A.R.S. (microgravity advanced research and support center) è nato come consorzio tra Alenia Spazio e l'università degli studi di Napoli «Federico II» nel 1988 per volontà del docente universitario Luigi Napolitano;
   l'obiettivo perseguito era quello di creare un centro di eccellenza nel campo della microgravità, con particolare attenzione agli studi di fisica dei fluidi;
   da allora il MARS ha raccolto numerosi successi internazionali, riuscendo a proporsi con l'E.S.A. (Agenzia spaziale europea) sia come centro di controllo e supporto per esperimenti in microgravità, sia in qualità di propositore di esperimenti scientifici che si sono svolti su piattaforme orbitanti;
   nel 1992 i tecnici e gli scienziati napoletani del MARS hanno inviato comandi alla navicella spaziale Space Shuttle (prima squadra non statunitense a farlo);
   il MARS annovera una cospicua produzione scientifica di livello internazionale;
   nel 2007 il MARS ha operato per la prima volta su una delle attrezzature installate a bordo della stazione spaziale internazionale, il Fluid Science Laboratory a bordo del Columbus, e le operazioni sono proseguite fino all'agosto 2014;
   il MARS è divenuto anche centro di supporto alle operazioni per l'ASI e la NASA, l'USOC italiano;
   il 5 maggio del 2009 il MARS è stato fuso per incorporazione in Telespazio spa, società del gruppo Finmeccanica con sede a Roma;
   allora al MARS venne tuttavia riconosciuto il mantenimento della sede di Napoli della Telespazio, divenendo il centro fisico dove risiedeva l'unità programmi scientifici di Telespazio;
   è iniziata in questo modo anche una collaborazione con altri gruppi di lavoro di Telespazio appartenenti alle sedi di Roma, Scanzano e Matera;
   dopo una decisione dell'ASI a valle della ministeriale del 2012, è stato deciso il trasferimento in Belgio delle attività inerenti la gestione degli esperimenti a bordo della stazione spaziale;
   il 5 maggio del 2014, a 5 anni esatti dalla fusione, l'amministratore delegato di Telespazio, e cioè l'ingegner Luigi Pasquali, ha ribadito, in occasione di una visita presso la sede di Napoli, l'importanza della missione della sede di Napoli, rassicurando i lavoratori sul fatto che l'azienda aveva già individuato percorsi alternativi per colmare il progetto perso;
   il 3 novembre 2014 una delegazione aziendale costituita dal direttore generale e dal responsabile delle risorse umane ha comunicato alla sede di Napoli la decisione di chiudere la sede, adducendo come motivazioni la necessità di contenere i costi di gestione e di creare le sinergie tra i lavoratori della Telespazio;
   la sede di Napoli, dunque, in meno di 6 mesi è passata dall'essere una risorsa a diventare un problema, per Telespazio;
   le rappresentanze sindacali unitarie hanno da subito manifestato perplessità per le motivazioni addotte, dimostrando, numeri alla mano, che anche rimanendo presso la stessa sede si sarebbero potuti abbattere i costi di gestione del 50 per cento e che, per quanto concernente le sinergie, le attività in essere e quelle pregresse erano state portate avanti con successo senza alcun problema e senza risentire della lontananza fisica di 200 chilometri;
   peraltro l'idea che una distanza di circa 200 chilometri impedisca la creazione di sinergie, nell'era del telelavoro e per un'azienda che si occupa di telecomunicazioni, è a dir poco paradossale;
   durante un'audizione in regione Campania dell'11 novembre 2014, presieduta dall'onorevole Angelo Consoli, vicepresidente della commissione attività produttiva, per discutere la decisione di Telespazio di chiudere dal 2 dicembre gli uffici napoletani e trasferire i 33 dipendenti nello stabilimento di Roma, è intervenuta una delegazione dei lavoratori per spiegare che quella della direzione aziendale è una decisione inaccettabile, anche in considerazione del fatto che sarebbe assurdo che la regione Campania, che spende 300 milioni di euro in ricerca e innovazione, consenta la chiusura di un'azienda come Telespazio;
   la preoccupazione è anche che Finmeccanica cominci a tagliare Telespazio Napoli per poi passare alle Alenie, alla WASS, alla Ansaldobreda, alla MBDA e ad altro ancora;
   tale preoccupazione nasce anche dalle anticipazioni riportate sulla stampa del piano di spending review del gruppo Finmeccanica, che sembrano andare proprio in questa direzione;
   l'enorme rischio è che si vada verso l'ennesimo atto di depauperamento nei confronti del Mezzogiorno, ed in particolare della Campania;
   Telespazio, peraltro, ha aderito al distretto aerospaziale campano e promuove il progetto MISTRAL per 11 milioni di euro a valere su finanziamenti europei e della regione Campania, e quindi chiudere la sede di Napoli potrebbe comportare la fuoriuscita dell'azienda dal DAC e la perdita dei finanziamenti previsti per le attività di ricerca da sviluppare nella regione Campania;
   il 24 novembre si è tenuto un incontro presso l'unione industriali di Roma tra azienda ed organizzazioni sindacali, ma non s’è trovata convergenza in merito alla vertenza;
   ci sarà un nuovo incontro il 15 dicembre 2014, e nel frattempo è, di fatto, sospesa;
   la chiusura del sito di Telespazio Napoli comporterebbe la perdita di un centro di ricerca spaziale che, per la sua esperienza e specificità maturata negli ultimi decenni, è unica in Italia;
   la volontà aziendale di chiudere la sede senza però trasferire le attività da Napoli a Roma comporta la perdita di una reale possibilità di sviluppo sul territorio di eccellenze quali il progetto MISTRAL (micro satellite), approvato e pronto a partire (manca solo la firma del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca), che vede la sede napoletana di Telespazio come capofila ed annovera tra le aziende partecipanti il CIRA, l'università degli studi di Napoli «Federico II» ed aziende campane del settore;
   la chiusura della sede a dicembre comporterebbe, perciò, la perdita del progetto (di circa 11 milioni di euro) e, di conseguenza, la perdita di fondi per il settore e l'occasione per circa 16 risorse di essere formate;
   la sede di Telespazio Napoli ha permesso a decine di neolaureati di inserirsi nel mondo del lavoro, per poi trovare una propria allocazione in altre realtà lavorative campane, italiane o internazionali;
   l'azione intrapresa può essere vista come l'ennesimo scippo che impoverisce e marginalizza un territorio già martoriato come quello campano, poiché incide su uno dei nodi di eccellenza e costringe alla emigrazione nuclei familiari a più alto tasso di scolarizzazione;
   il Governo malgrado gli impegni assunti ai vari livelli, non ha previsto il finanziamento del settore spazio nel 2015;
   lasciare il 2015 senza contributi per lo spazio, significa interrompere diversi programmi in corso, rischiare concretamente la cassa integrazione nelle varie aziende e disperdere molte professionalità non riproducibili verso la concorrenza;
   fermare i programmi significa far esplodere anche i costi, con la conseguenza che, per risparmiare oggi, si spenderà molto di più in futuro;
   la conseguenza di questo approccio del Governo è che le risorse non saranno più sufficienti neanche in futuro e che non è detto, data la praticamente sicura dispersione di risorse professionali, che all'arrivo dei finanziamenti i programmi possano ripartire;
   sui fatti narrati è stata già presentata l'interrogazione a risposta scritta 4-06889 –:
   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non ritengano opportuno verificare le reali necessità di chiusura della sede di Napoli di Telespazio e se, invece, non sussistano condizioni per collocare Telespazio in altre strutture campane afferenti a Finmeccanica, come Selex o WASS, alzando quindi il livello della contrattazione a quello nazionale;
   se i Ministri interrogati non intendano verificare se i piani di spending review messi in campo da Finmeccanica non rischino di depauperare un Mezzogiorno già gravemente afflitto dalla crisi economica ma da sempre motore dell'eccellenza scientifica italiana. (4-07113)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scienze spaziali

cessazione d'attivita'

conseguenza economica