ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07015

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 338 del 25/11/2014
Trasformazioni
Trasformato il 01/12/2014 in 5/04188
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 25/11/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 25/11/2014
Stato iter:
01/12/2014
Fasi iter:

TRASFORMA IL 01/12/2014

TRASFORMATO IL 01/12/2014

CONCLUSO IL 01/12/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07015
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Martedì 25 novembre 2014, seduta n. 338

   PARENTELA, MASSIMILIANO BERNINI, BENEDETTI, LUPO, L'ABBATE, GAGNARLI e GALLINELLA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   l'interrogante ha presentato in data 26 settembre 2014 un atto di sindacato ispettivo n. 4-06168, ad oggi senza risposta, in merito all’«Aethina tumida», un coleottero parassita degli alveari, originario del Sudafrica ma da pochi mesi conosciuto anche alle nostre latitudini, in grado di determinare notevoli danni, dal consumo delle scorte di polline e miele fino ad arrivare alla distruzione dell'intera covata;
   il Centro di referenza nazionale per l'apicoltura dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie ha confermato lo scorso 11 settembre il primo accertamento in Italia di Aethina tumida, presente in un nucleo esca nel comune di Gioia Tauro in località Sovereto (Reggio Calabria) nelle vicinanze del porto – ritenuto un possibile sito di introduzione del parassita nel nostro Paese – ivi posizionato dal personale dell'università di agraria di Reggio Calabria che ha provveduto al rinvenimento del parassita in data 5 settembre 2014;
   con nota n. 18842 del 12 settembre 2014 il Ministero della salute ha disposto le seguenti misure di controllo e prevenzione:
    1) rintraccio e controllo a destino degli apiari che hanno effettuato attività di nomadismo durante il periodo primaverile-estivo in regione Calabria;
    2) sequestro di miele, favi e qualsiasi altro materiale veicolo di contagio in caso di rilevamento di adulti o stadi larvali negli alveari;
    3) distruzione degli apiari infestati e contestuale trattamento del terreno circostante con sostanze anti larvali dopo aratura a 20 centimetri;
   con decreto n. 94 del 19 settembre 2014, pubblicato sul BURC n. 50 del 14 ottobre 2014, il presidente della giunta regionale ha emesso «Ordinanza contingibile ed urgente a tutela del patrimonio apistico Regionale e Comunitario per rinvenimento di “Aethina Tumida” in alveari del territorio di Gioia Tauro». Tale ordinanza, dopo aver previsto una «zona di protezione» per un raggio di 20 chilometri e una «zona di sorveglianza» per un raggio di 100 chilometri – con coinvolgimento di quasi la totalità del territorio calabrese – ha indicato una serie di misure per controllare gli allevamenti apistici e ha disposto che «in caso di rilevamento di adulti o stadi larvali di A. Tumida si dovrà disporre la chiusura delle aperture d'accesso di tutte le arnie, l'immediato sequestro dell'intero apiario e, successivamente previa tempestiva emanazione di apposita ordinanza da parte dell'autorità competente locale (D.G. delle ASP), provvedere alla distruzione dell'intero apiario» (...) «L'abbattimento delle api dovrà avvenire con fumigazione a base di zolfo. Tutte le arnie, compresi i melari, dovranno essere prima distrutti col fuoco e poi, i relativi resti, interrati in loco». In base alla succitata ordinanza della regione Calabria, pertanto, anche la presenza di un unico coleottero all'interno di un solo alveare, determina la necessaria distruzione dell'intero apiario, a prescindere dall'effettiva presenza di parassiti negli altri alveari;
   il decreto n. 94 del 19 settembre 2014 risulta palesemente in contrasto con quanto previsto all'articolo 155 del decreto del Presidente della Repubblica n. 320 del 1954. Infatti secondo la normativa vigente, non è prevista né la distruzione dell'intero apiario (insieme unitario di alveari), né la distruzione dell'alveare (vale a dire dell'arnia contenente una famiglia di api), bensì la sola «distruzione delle famiglie delle arnie infette. Le api così uccise nonché i favi ed i bugni villici che hanno contenuto covate o resti di larve devono essere bruciati, i favi privi di covata fusi, le arnie e gli attrezzi disinfettati. Il terreno circostante deve essere vangato o disinfettato»;
   gli apicoltori che hanno la sventura di avere anche un solo coleottero in una sola arnia, sono costretti a subire la distruzione di tutto il loro intero apiario, con danni incalcolabili non solo per la loro attività attuale e futura, ma anche per la salvaguardia dell'eco-sistema, tenendo presente l'ineliminabile funzione di salvaguardia ambientale svolta dalle api;
   l'ANAI (Associazione nazionale apicoltori italiani) si è espressa contro questo sistema di lotta, mentre l'UNA-API (Unione nazionale associazioni apicoltori italiani), con nota del 12 novembre 2014, ha sottolineato che «misure draconiane e improvvide quali la distruzione massiva di alveari e la limitazione della movimentazione di apiari, hanno grande e drammatica rilevanza economica e occupazionale per la sopravvivenza di apicoltori e apicoltura, ma soprattutto per l'impollinazione e quindi per gran parte delle importantissime produzioni agrarie di quei territori»;
   ad oggi gli apiari «bruciati» a seguito del rinvenimento del coleottero sono circa 3.000 con un danno economico che supera il milione e mezzo di euro e la situazione può solo peggiorare considerando che l'ordinanza non prevede un termine agli interventi di distruzione ma opererà «sino alle indicazioni di revoca che saranno disposte dal Ministero della salute»;
   la distruzione degli interi apiari, oltre a determinare un danno incommensurabile ad apicoltori e ambiente, è illogica e inefficace, in quanto stermina gli apiari ma non eradica il coleottero che è un insetto con capacità di volo di oltre 10 chilometri e che vive anche al di fuori dell'alveare passando da larva a pupa e poi ad insetto adulto proprio nel terreno. Il fuoco, tra l'altro, fa scappare i coleotteri vivi presenti nelle arnie; la conferma di ciò è data dal fatto che, a distanza di quasi due mesi, vengano rinvenuti coleotteri giornalmente, nonostante i roghi non siano di certo cessati;
   gli esperti dicono che, l’Aethina è arrivata in Europa e oramai ci rimarrà stabilmente. Ne è convinto, ad esempio, il presidente della rete internazionale di ricercatori sulle api, professor Peter Neumann dell'associazione Coloss, tra i massimi esperti di studi sul coleottero il quale, in un recente comunicato, afferma che la scoperta di Aethina in Italia «significa l'inizio della presenza stabile di questo insetto nocivo in Europa. È inevitabile che si diffonda ad altri Paesi, ma non possiamo ancora prevedere quali saranno i suoi effetti sull'apicoltura»;
   da quanto finora asserito ne consegue che la soluzione non può di certo essere la distruzione degli apiari bensì l'intervento diretto sul coleottero, la limitazione del proliferare delle popolazioni tramite le trappole per il controllo degli adulti, i trattamenti larvicidi nonché l'utilizzo della lotta integrata. L'insetto – che non è dannoso per l'uomo – è tenuto, infatti, sotto controllo dagli apicoltori nei paesi quali USA, Sud Africa, Australia, Costarica, Canada, dove vive ormai da anni;
   lo scorso 7 novembre 2014 è stato confermato dall'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie il secondo caso di Aethina tumida, questa volta in Sicilia –:
   se non ritenga opportuno, sulla base di quanto esposto nelle premesse al più presto, riformulare le misure di contratto e prevenzione in merito alle procedure da attivare per circoscrivere il fenomeno così che possano essere, disposte d'urgenza con opportune nuove ordinanze da parte dei presidenti di giunta delle regioni Calabria e Sicilia contribuendo, a differenza di quanto avvenuto, a salvaguardare l'ecosistema e la sopravvivenza di apicoltori e apicoltura nel nostro Paese con ricadute in termini di reddito e posti di lavoro.
(4-07015)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

apicoltura

protezione dell'ambiente

cultura regionale